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Il diario della Campagna di Leben
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creato il: 30/05/2005   messaggi totali: 40   commenti totali: 6
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11 Settembre 626
Martedì 19 Luglio 2005

Sporcarsi le mani

E' così dannatamente semplice che quasi non se ne accorgono: un attimo prima sono lì, in piedi davanti a te, e pochi istanti dopo i loro occhi si chiudono, le gambe diventano molli e cadono in terra come pesanti sacchi di grano. Erano diversi mesi che non mi capitava di farlo, e adesso è successo tre volte in due giorni. Forse è davvero l'inizio di un nuovo ciclo, come mi aveva gridato dietro quella vecchia mendicante il giorno del mio arrivo a Melsa.

E dire che all'inizio sembrava tutto fuorché una città interessante. Ho passato una settimana a sorbirmi lunghi ed estenuanti interrogatori, nella vana speranza di apprendere qualcosa di interessante da potermi rivendere per qualcosa di più di semplice denaro... Perché quando sei stato in prigione capisci che c'é qualcosa di ben più importante dei soldi, e se non lo capisci sei un completo idiota. Nel corso di quella settimana ho pedinato il torturatore e l'inquisitore del posto senza scoprire niente di interessante, se si esclude una dubbia relazione amorosa, troppo malcelata per valere realmente qualcosa.

Le cose hanno cominciato a ingarbugliarsi in concomitanza con l'arrivo di alcune mie vecchie conoscenze in città: Till il cacciatore e padre Berthold, presto rivelatisi due ottimi clienti per le informazioni che di lì a poco mi sarebbero capitate sottomano. La sera stessa del loro arrivo mi trovavo sulla soglia della sala delle torture, e all'uscita del torturatore decisi di seguirlo, assecondando uno strano presentimento che avevo in testa. Mai scommessa fu più vinta: dopo aver camminato per oltre un'ora all'interno della foresta che circonda la città, vidi con i miei occhi il torturatore sparire, come risucchiato da una forza misteriosa. Ricordo ancora il mio stupore nell'appoggiarmi incredulo ad uno di quegli alberi, solo per ritrovarmi la mano lorda di un liquame scuro che poi scoprii ricoprire tutta la radura circostante.

Un ulteriore sguardo al luogo della sparizione rivelò inoltre un coltello, poi rivelatosi appartenere con tutta probabilita' al torturatore stesso. Forte di quella prova, tornai a Melsa con una storia da raccontare.

Di comune accordo con Till e con padre Berthold, decisi di cominciare a tenere d'occhio l'inquisitore di Melsa, tale Dominique LaRoche: grande fu la mia sorpresa nel vederlo recarsi nella foresta, a poca distanza dal luogo della "sparizione", a conferire con un losco individuo la cui identità mi era ignota. Seguire anche lui fu un gioco da ragazzi, e mi portò a scoprire l'esistenza di un accampamento militare situato nel folto della foresta. Al suo interno una serie di soldati, armati di tutto punto, discuteva animatamente attorno a dei carteggi misteriosi. Non fu difficile sfruttare a mio vantaggio la stupidità che spesso contraddistingue gli uomini d'armi: fu così che riuscii a impadronirmi di una mappa e di una lettera, prima di dileguarmi rapidamente verso la città.

Mai avrei immaginato di trovarmi testimone degli eventi che accaddero nel corso della giornata seguente: un forte e freddo vento, sollevatosi a seguito di un processo per stregoneria, ben presto si tramutò in una vera e propria tempesta: la furia degli elementi si scatenò sulla città, provocando danni incredibili agli edifici e costringendo tutti, me compreso, a rifugiarsi nelle cantine e nei seminterrati. Nel corso di tale ricovero forzato ebbi modo di fare la conoscenza dell'amabile lady Lena, del prode sir Loras e del misterioso Mastro Abbot. La tempesta sovrannaturale durò fino all'alba del giorno successivo, la cui data coincide con quella delle presenti righe.

Di buon mattino, mentre la popolazione di Melsa seguiva padre Berthold in direzione del castello del Feudatario, presi la decisione di recarmi con Till nei pressi dell'accampamento nella foresta. Fu lì che incontrammo quei due briganti: bastò poco per aver ragione di loro. Ulteriori ricerche all'interno della foresta ci portarono alla cattura di due sentinelle. Interrogarle non si rivelò cosa da poco: ben presto la situazione rese necessario l'intervento di Mastro Abbot, di certo l'uomo più indicato per estorcer loro preziose informazioni. Ben presto i due finiscono per confessare quel poco che hanno da dire: la faccenda diventa sempre più ingarbugliata.

Poco dopo, riuniti con il resto della popolazione, veniamo distratti da delle strane noci rosse: seguendo la pista indicata da quegli strani frutti ci imbattiamo in un albero di noce profanato e, a quanto sembra, contaminato dalle streghe. Padre Berthold è lesto a dar fuoco alla pianta sacrilega, e poco dopo fa la loro comparsa un manipolo di uomini e donne, che si rivelano presto essere delle streghe con i loro compagni stregoni.

Fortunatamente i miei coltelli funzionano a dovere, ed in breve tempo riesco a mandare al diavolo due dei loro: padre Berthold si scaglia contro quella che sembra essere la loro capa, mentre la sua guardia del corpo, che se non ho capito male si chiama Gert, ne abbatte un terzo. Ben presto le streghe superstiti se la danno a gambe, lasciando a mastro Abbot l'onere e l'onore di interrogare una delle ferite. La strega rivela che il 12 settembre la città di Melsa subirà una invasione di uomini e di topi. E' con queste nuove informazioni che ci rechiamo dal vassallo, dove però ci aspetta una brutta sorpresa.
scritto da Shane Vogler , 02:04 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
11 settembre 626
Lunedì 18 Luglio 2005

l'attacco alla tana delle streghe

E così siamo arrivati ad un albero di noce profanato e contaminato ignobilmente dalle streghe, ormai secco, attorno al quale quelle maledette erano evidentemente solite officiare i loro rituali.
Padre Berthold appicca le fiamme all'albero, per purificarlo, e subito arrivano parecchie streghe e loro tirapiedi, a circondarci.
Riconosco Tesi e le vado contro intimandole qualcosa come: "vergognati scostumata che non sei altro! A tua sorella così la tratti?", ma lei mi impone le mani e mi sento sbattere a terra, come da una potente ventata.
Le streghe alzano le mani ed iniziano a biascicare le loro litanie, ed è come se si formasse una strana stella per terra.
Padre Berthold avanza verso Tesi, mentre Mastro Abbot cade a terra privo di sensi, accanto a Martha.
C'è il signor Shane che se la cava assai bene contro i tirapiedi delle streghe, abbattendone due con delle coltellate. Anche Gert ne abbatte un altro, e restano quindi solo le streghe, che sembrano confuse di qualcosa che sta succedendo attorno ad Abbot. C'è anche Martha che si dà da fare, non capisco come.
Infatti io sono tutta presa da Tesi, alla quale continuo a rinfacciare le sue malefatte. Lei continua a guardarmi sprezzante, con il massimo disinteresse per le mie parole. Le arrivo così vicino che, non so cosa mi prenda, sento addirittura la tentazione di acciuffarla per i capelli. Nel mentre c'è Padre Berthold vicino a me che le dà una bastonata forte ad un braccio, facendole perdere i sensi. Tesi cade, e Berthold infierisce su di lei, sfondandole la testa con una tortorata.
Lo spettacolo è spiacevole, ma Tesi finisce giustamente sul rogo.
Alla fine due streghe riescono a fuggire ed un altro paio sono fatte prigioniere e sottoposte ad interrogatorio da parte di Mastro Abbot, il quale è molto interessato a certe pietre, di cui capisco poco l'utilità. Parla di una pietra che avrebbe raccolto in sogno, mentre era svenuto.
Ad ogni modo Mastro Abbot si mette al lavoro e riesce a ottenere informazioni da una strega riguardo l'invasione del 12, che sarà sia di uomini d'arme che di topi, che dovranno portare una pestilenza.
Se penso a quanto sono ripugnanti quegli animaletti.... mi viene la pelle d'oca.
Andiamo al castello del Vassallo, c'è molta gente che già si sta accampando per difendersi dagli invasori. Incontriamo Till e Loras, che ci dicono che i mascalzoni lealisti accampati nelle vicinanze si sono presentati al Vassallo come inviati del Re, e quindi amici: e in realtà sono inviati dai nostri nemici!
Appena risolta la faccenda di alloggi consoni, ci rechiamo dal Vassallo, con Padre Berthold e il signor Shane, e lì è presente questo impostore, che si presenta come Gerard Demonte.
Shane racconta tutto al Vassallo, chissà cosa ne conseguirà...
scritto da Lena Vonnegut , 13:20 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
11 Settembre 626
Sabato 16 Luglio 2005

Il tempo è scarso e molto deve esser fatto...

Ci siamo ritrovati attorno ad un albero evidentemente stregato che ci affrettiamo a bruciare. Il fuoco favorisce la fuoriuscita di un simbolo inequivocabilmente infernale.

Mentre arde il rogo appare la strega Tesi (sorella di Mildred e di Kordelia), insieme a lei tre stregoni e cinque streghe. Padre Berthold e la signora Lena partono all'attacco verso Tesi, ma vengono respinti più volte dai suoi poteri. Le streghe mormorano e presto appare un pentacolo a terra: noi siamo al centro accanto all'albero e loro sono sulle punte.

Il mio gracile fisico viene meno e mi risveglio in una radura in penombra con altre streghe che cantano. Mi alzo e scostandole mi allontano. Loro sostengono che io non possa uscire dal loro cerchio protettivo. In ogni modo identifico una delle pietre stregate e la rimuovo dalla posizione in cui brillava. E' una pietra trasparente. Esco dal cerchio comodamente indietreggiando, mentre una delle streghe tenta di colpirmi con un coltello. Appena uscito dal cerchio mi risveglio nel mondo reale con la pietra stregata in mano.

Gli stregoni sono stati feriti da Gert e Shane, mentre Martha sembra aver disabilitato una delle streghe ... la tengo d'occhio. Il fatto che io abbia rotto il cerchio nella visione sembra aver ripercussioni sul mondo reale; infatti gli eventi precipitano. Padre Berthold colpisce a morte Tesi, mentre Gert e Shane mettono in fuga due streghe. Ipotizzo vi siano pietre stregate anche nel mondo reale sulle punte del pentacolo e mando Mildred a prelevarne una su una punta in cui la strega manca. Nel mentre osservo attentamente Martha disabilitarne un'altra e prenderle la pietra; evidentemente anche Martha è una strega ... forse di quelle che si fanno chiamare "bianche".

Alla fine tre streghe sono scappate; Tesi viene arsa insieme all'albero maledetto; gli stregoni vengono uccisi e arsi; interrogo un paio di streghe superstiti. Sostengono che volessero evocare un demone per combatterci, dicono che il rituale per la pestilenza è già stato fatto e solo una strega bianca potrebbe fermarlo. Ci rivelano anche altri nascondigli di streghe nere nei paraggi. Poi vengono arse.

Mentre raggiungiamo gli altri al castello osservo Martha: mi teme, deve aver capito che io so!

Al castello Padre Berthold, Lena e Shane vanno a parlare con il vassallo per metterlo in guardia dai lealisti. Io mi occupo delle sistemazioni. Saremo alloggiati nell'ala residenziale del castello; Martha e Mildred con noi.

Allontanando Mildred riesco a parlare con Martha da sola nella sua stanza. Le faccio capire in maniera molto sottile che la ho in pugno; lei sostiene di sapere con chi parlare per scongiurare la pestilenza. La mando a raccogliere informazioni con il tacito accordo che se qualcosa andrà storto la sua vita sarà in grave pericolo.
scritto da Mastro Abbot Vaughn , 01:31 | permalink | markup wiki | commenti (0)
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