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Forum di Myst

 
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- Bohemond a Marino -
 
Julie la Piattola
Julie Modane
 
creato il: 20/05/2005   messaggi totali: 139   commenti totali: 110
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14 giugno 517
Lunedì 7 Maggio 2007

Net

E' una giornata caldissima, il sole ci abbaglia durante il breve viaggio da Beid alla fortezza di Valamer. Non c'è neanche una nuvola nel cielo, è tutto dorato di luce.
Anche per questo le segrete ci sembrano tanto buie, quando scendiamo quei pochi gradini, passiamo portoni e controlli e arriviamo nel sotterraneo. Buio, umido e freddo.
In una cella, seduto composto nonostante le ferite, troviamo Net, il famoso Jack di Quadri.

Non me lo aspettavo così. E' giovane, quieto, trasmette una sicurezza, ed una rassegnazione, che mi colpiscono.
Non gli importa della sua salvezza, ma soltanto del compimento della sua missione, solo a quella pensa.
Le sue prime parole sono per Guelfo, gli domanda dell'indovinello. Poi parlano del Geolabio, del pezzo mancante che è andato smarrito, del covo dei nostri nemici...
Gli chiedo per quale ragione, se veramente è un nobile di Krandamer, non chieda soccorso al suo nome per ottenere salva la vita. La risposta mi fa quasi vergognare di aver posto la domanda.
"Non voglio coinvolgere altri nella mia battaglia. Che onore porterei al mio nome, se mi appellassi ad esso per essere graziato dalla colpa della quale sono ritenuto colpevole?"
Non ha voglia di parlare di sè, taglia corto. Piuttosto spiega quel che sa della situazione tra Beid e Keib, il rischio di mercenari venuti da lontano attraverso un passo, che porterebbero una guerra sanguinosa, mercenari pagati con l'oro ricavato dalla vendita dei terribili tesori degli adoratori di Seth.

Gli domandiamo se abbia incontrato in sogno Desiree, ma lui non sa nulla. Eppure proprio in una di quelle notti in cui la mia amica lo sognava è stato liberato, stordito da alcuni stregoni, portato all'aperto e assalito dalla sacerdotessa del Caos Primitivo. I segni che porta sul corpo sono tremendi, simili a quelli di Sir Thomas.
La sacerdotessa è alta come me, velocissima e spietata, ma preferisce non uccidere le sue vittime, bensì lasciarle in vita molto, ma molto malconce.
Chiedo a Net del posto che ho sognato, la stanza coi drappi... dove ho visto l'Ogham perduto, il luogo in cui sono morta e in cui anche Bart ha visto giacere il mio cadavere. Ma non c'è bisogno di dirgli tutto questo, lui capisce subito di cosa sto parlando e mi risponde che è quel luogo la nostra meta, è lì che andremo.
Alla fine acconsente a tentare di riprodurre su un foglio il pezzo mancante del Geolabio, e lo lasciamo nella sua cella a lavorarci su.

Ma poco prima di uscire è Bernard a parlargli, dopo aver ascoltato in silenzio tutta la conversazione.
E gli racconta di Valerie, della sua triste fine.
Net è sconvolto, lo vedo impallidire nonostante la penombra, e nonostante il suo viso già porti molti segni di sofferenza. Infine riesce appena a mormorare tra i denti: "se è così, non è aprendo la mia cella che potrete mai liberarmi. Forse me lo merito".
Usciamo.

Il sole ci accoglie luminosissimo, è tutto bianco e abbagliante.
Mi sembra incredibile il contrasto tra la cupezza della cella, dove tutta la pietra del castello sembra gravare col suo peso sul cuore di chi c'è rinchiuso, e la giornata, splendida, che ci avvolge ora che siamo fuori.

Penso a Net e mi fa una pena infinita.
Lui e tutte le persone che hanno dato la vita, o la stanno dando adesso, per la causa degli Ogham.
Gli spiriti che animano le carte hanno sofferto una grande ingiustizia, erano onesti studiosi che sono stati massacrati da nobili corrotti.
Ma questo dava loro il diritto di condannare ad una ricerca così estenuante altre persone?
Net, Jack, Q., Samuel... quanto hanno dovuto soffrire e quanto soffriranno ancora, per quegli spiriti antichi che li guidano!

Anche i nostri genitori, gli uomini di Caen, hanno subito un'ingiustizia simile, dieci anni fa.
Ed eccoci qui. Siamo entrati nella Confraternita della Rosa Bianca, per vendicarli, per combattere ingiustizie come quella che abbiamo subito, per difendere i deboli. Deboli come eravamo deboli noi, dieci anni fa.

E quanto anche noi stiamo pagando, per l'ingiustizia che hanno sofferto i nostri genitori.
Abel e Ryan sono morti. Desiree ha dovuto rinunciare alla sua vita, al matrimonio a cui era stata predestinata. Guelfo ha perduto il nome, è un fuggiasco. E del sangue di quanta gente si sono macchiati le mani i miei cugini, Eric e Loic?

E' proprio vero che il male non si esaurisce nel momento in cui viene perpetrato. Continua a vivere nei cuori delle vittime e dei loro cari, porta ad altra violenza, ad altro dolore.

Io non me la sento di spezzare questa catena. Ne faccio parte, è la mia vita. Perchè ricordo mio padre, i miei amici, e i lutti che ho subito sono ancora vicini al mio cuore.
Ma queste carte magiche, come una catena più lunga e più pesante della memoria, continuano a vincolare di generazione in generazione nuove persone alla causa di chi è morto da secoli.
E' una cosa innaturale, sbagliata.

Dicono che il potere delle carte si affievolisce col tempo, e che probabilmente questa è l'ultima occasione che hanno i morti di allora di far valere le loro ragioni. E' un sollievo saperlo.
Perchè anche se dovessimo fallire, non avremo sulla coscienza la consapevolezza che altri innocenti, magari tra vent'anni, saranno ancora legati a questa antica, vecchia, decrepita e insanguinata catena.

scritto da Julie , 10:42 | permalink | markup wiki | commenti (2)
 
11 giugno 517
Mercoledì 2 Maggio 2007

Sir Thomas

Solice è volata di sotto da una finestra.
Molte grazie, Sir Thomas, gentile da parte tua dircelo con tanta premura, dal momento che sai che siamo i suoi amici, stiamo in pensiero per lei, e che le vogliamo bene.
Due giorni a tergiversare, "non ve lo posso dire", "le domande le faccio prima io", e poi finalmente "ha avuto un incidente, è guardata a vista e sta al Palazzo..."
Ora scopriamo che qualcuno l'ha buttata di sotto, che è ferita gravemente, e che Net (Netblablabla Dal Nome Impossibile) è accusato dell'attentato e sarà probabilmente messo a morte (pur essendo, e questo lo sai pure tu, innocente per l'accaduto).
Sei bravo Sir Thomas a guidare le truppe.
Però mi sa solo quello.
scritto da Julie , 11:19 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
9 giugno 517
Sabato 28 Aprile 2007

Lucius

Ieri mattina Guelfo, Lucius ed io lasciamo il Monastero dei Padri di Noyes per andare a Chalard, in città. L'idea è proprio di Lucius, che vuole comprarsi un mantello.
E così girovaghiamo un po' tra le bancarelle allestite per la festa di Kayah, sbocconcellando dolcetti e chiacchierando.
"Certo gli arcieri lungo la strada sono pericolosi..." continua a ripetere Guelfo, "e con le frecce avvelenate poi! Io di veleno ne ho avuto abbastanza, non ci tengo a rivivere l'esperienza..."
Ormai la decisione è presa, strada e non foresta, per evitare la sacerdotessa del Caos Primitivo, il Jack di Picche e chissà quali altri mostri. Ma Guelfo non si rassegna: "siamo in pochi, siamo un bersaglio facile, e ci aspettano... gli arcieri sono molto pericolosi!"
Tutti questi discorsi mi fanno venire i brividi, e così a un certo punto chiedo consiglio a Lucius, come al solito silenzioso, riguardo come dovrò comportarmi nel caso siamo di nuovo attaccati dagli arcieri di Keib.
"Come hai fatto l'altra volta va bene, nasconditi dietro ai cavalli, o cerca un riparo... e se ne hai la possibilità è meglio se ti allontani proprio. E' vero che si capisce che non sei una combattente... ma se loro sono davvero bastardi e ci vogliono rallentare, non è escluso che mirino proprio all'unica persona priva di armature, così sono sicuri di farle molto male".
Annuisco e mi affretto a cambiare discorso, per non rovinare la gita. Meglio pensare ai dolcetti caratteristici, alle bandierine, alla festa di Kayah che rallegra le strade di Chalard, che non ai pericoli che ci aspettano lungo la via.
Giriamo parecchio, e finalmente Lucius trova il mantello che cercava. Anche io, visto che ho un guardaroba un po' malconcio, decido di comprare un vestito.
E allora Lucius mi sorprende:
"Cercane uno che stia bene col rosso", mi dice.
Resto interdetta, Guelfo annuisce bonario, pensando al colore dei miei capelli. Io guardo gli abiti della bottega e chiedo consiglio a Lucius.
"Quale ti piace di questi?"
Lucius li osserva qualche istante, ne sposta alcuni per vedere quelli dietro, con una sicurezza che mi lascia immaginare che abbia le idee chiarissime. Poi mi dice: "provati questo".
E' un bell'abito arancione e rosso, e mi sta a pennello. E' un po' più elegante di un normale abito da viaggio, è anche un po' caro, ma lo prendo.
Torniamo su al Monastero.
Il pomeriggio passa tranquillo, accompagno Guelfo in una zona isolata per fargli compagnia mentre prova il suo incantesimo che dovrebbe sdoppiarlo in due o tre "guelfi", che come al solito non gli funziona.
"Bravissimo!" gli dico, come sempre, "l'ho visto, l'ho visto!". Credo che inizi a pensare di riuscirci davvero... povero Guelfo l'ha presa sul serio questa cosa!
Comunque, dopo i soliti scherzi al mio amico mago, torniamo nella foresteria, ceniamo, e scende la sera.
Sto per mettermi a letto, quando arriva Lucius. Ha tra le mani un fagotto voluminoso, io lo guardo stupefatta.
"Non è ortodosso, ma rischia di funzionare", mi dice. E mi porge il suo mantello da Paladino, coi colori di Pyros. Io lo prendo e guardo Lucius incerta. Lui mi dice di provare a indossarlo sopra il vestito comprato oggi.
Ubbidisco.
Lui si allontana, indosso il mio vestito nuovo e sopra il pesante mantello di Lucius. Lui torna ed annuisce.
"Se domani Bernard ti fa storie, digli che te l'ho dato io".
"Ok".
Lucius se ne va e io resto così, imbambolata, senza sapere che fare.
Poi mi tolgo abito e mantello e mi metto a dormire, ma ammetto di faticare un po' a prendere sonno.

Stamani poi non so neanche io dove trovo il coraggio di fare quel che Lucius mi ha suggerito. Indosso l'abito, mi avvolgo nel mantello e copro anche il capo con il cappuccio. Ha un odore intenso di vissuto, anche se è tenuto molto bene.
Esco a testa bassa, imbarazzata. Mi rendo conto che sia i Paladini che i miei compagni mi stanno osservando.
Sir Bernard viene a chiedermi spiegazioni.
Apro bocca per dire qualcosa, ma ho il deserto nella mente, non mi viene nulla da dire. Subito Lucius interviene in mio soccorso: "sono stato io a dirle di vestirsi così", dice al suo superiore. "Che la benevolenza di Pyros protegga lei, che non ha niente altro a proteggerla".
Bernard mi scruta incerto, un po' seccato. Poi annuisce. "Va bene", dice.
Lucius mi guarda.
"Stai bene", dice, "sei credibile. Mi raccomando, tieni il cappuccio calato sul viso".
E così partiamo lungo la strada per Beid, incontro agli arcieri che ci stanno aspettando per tenderci un agguato.
Eppure mi sento sicura, sotto questo mantello, protetta. Ed è una bella sensazione, anche se con questo caldo... il sole di Pyros picchia forte questi giorni!

scritto da Julie , 21:47 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
3 giugno 517
Venerdì 27 Aprile 2007

Si parte da Annecy

Stamani ci prepariamo a lasciare Annecy, alla volta dei Padri di Noyes.

Siamo arrivati in città trafelati, di notte, coi feriti morenti dopo l'assalto dei soldati di Keib. Era una situazione disperata.
Ma da quando siamo qui tutto è cambiato, in meglio.
Desiree ha salvato la vita dei moribondi, in particolare di Rosalie. Poi c'è stato un miracolo e Reyks le ha restituito la vista.
Da allora è stato un crescendo.
Abbiamo reincontrato Dorian, trascorso belle serate a ballare e a divertirci, ci siamo fatti un po' di risate ad assistere alle sgomitate di Loic (di verde e di mucca vestito) che si ingelosiva di Dorian che corteggiava Desiree...
Anche Lucius il Paladino si è sciolto molto, e la povera Rosalie mi sembra che stia ogni giorno meglio, a parte la faccenda di Marc il prigioniero.

I ragazzi l'altra notte hanno fatto una cosa un po' spericolata, a fin di bene, che penso che non sia servita a nulla.
Sto Barcarolo, non ho ben capito, un trafficone di qua, ci aveva messo gente dietro a chiedere informazioni. I nostri sono andati via fiume a casa sua, l'hanno arrestato e portato dalle guardie. Ma a quanto ha detto Sir Bernard è stata fatica buttata, visto che il malvivente sarà liberato probabilmente molto presto... vabè, per lo meno i nostri si sono presi la soddisfazione di rompergli un po' le scatole.

E così è ora di lasciare Annecy.
Quentin viene con noi, un po' malinconico, ma leggo nei suoi occhi la curiosità di conoscere un altro pezzetto di mondo. E' un ragazzino in gamba, sono sicura che si troverà bene dappertutto. La prossima tappa (sua e nostra) sono i Padri di Noyes.

Sono molto curiosa di sapere cosa sta succedendo, spero che Padre Quart ci sia e possa dirci qualcosa di più. Dorian ci ha fatto uno strano racconto, secondo cui il nostro Paladino di Kayah preferito è passato da Annecy ed è stato coinvolto nell'uccisione di un mezzo nobile, o forse di un impostore... non ho capito bene.
Spero di parlarci anche perchè vorrei capire se stiamo facendo la cretinata più grande della nostra vita, a dar retta a Jack per questa storia di Ogham, oppure se è una cosa giusta, se la chiesa è d'accordo.

Quindi... in marcia!!!
scritto da Julie , 14:42 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
30 maggio 517
Lunedì 16 Aprile 2007

padri e figli

L'amore paterno.

Io ricordo molto poco di mio padre. Avevo otto anni alla sua morte, quando venne assassinato dagli uomini di Lord Albert. Ricordo quando mi prendeva sulle spalle e mi faceva volteggiare, ricordo il suono della sua risata, il timbro della sua voce buona. Era una brava persona, non meritava di finire così.



Ci ripenso spesso in questi giorni, perchè ho davanti agli occhi due esempi di amore verso il padre, Quentin e Rosalie. Esempi molto diversi, ma che mi struggono di malinconia, mi ricordano tempi lontani in cui anche io avevo una persona da chiamare papà.

Samuel ci ha chiesto di portare via Quentin, di portarlo in un monastero perchè venga educato, allontanandolo dalla bicocca in cui lui ora si lascerà morire.
"Uno sta ad Annecy ed è prigioniero da una vita".
No, non è Samuel. E' Quentin la persona di cui parlava il Profeta, secondo me. Lo liberiamo dall'isolamento e dalla malinconia di veder morire suo padre, portandolo con noi ai Padri di Noyes.
Ma Quentin non vuole abbandonarlo. Anche se non è il suo vero padre. Non vuole abbandonarlo perchè sa benissimo che senza di lui Samuel non ha molte possibilità, e sa anche che non si rivedranno più.
Avrà 12 anni, Quentin, più o meno.
Quanto ricorderà, un giorno, di suo padre? Razionalmente facciamo la cosa giusta a portarlo con noi, non ha senso che resti qui "prigioniero". Ma mi dispiace, perchè so cosa si prova a trovarsi veramente soli.
E poi forse sarebbe più giusto che Quentin potesse fare quel che profondamente vuole, stare vicino alla persona più cara finchè possibile, fino alla fine, per poi andarsene senza rimpianti?
Non lo so.
Io non l'ho visto morire, a mio padre. Gli ho risparmiato il dolore di vedere i miei occhi atterriti, di vedermi piangere e tremare.
Forse Samuel è questo che vuole, non vedere suo figlio piangere per lui, non mostrarsi ormai derelitto e morente, restare nel ricordo dignitoso.
Non lo so davvero cosa sia giusto, sono due brave persone, Quentin e Samuel, e mi dispiace tantissimo che la situazione sia questa.

E poi c'è Rosalie.
Che parla di suo padre riferendosi una volta al padre di sangue, morto in guerra, e una volta al padre adottivo, ovvero il padre di Solice.
Lei piange quando ricorda suo padre, ma non riesco a capire se il suo sia un pianto di amore filiale o di rabbia, di odio.
Ci ha chiesto di intercedere presso Bernard perchè non testimoni a favore di Marc il prigioniero. Lo vuole morto.
Come lui voleva morta lei, anche a costo di finire all'Inferno Ghiacciato.
Non so quanti anni avesse Rosalie quando ha perso il suo vero padre, ma anche lei era una ragazzina. Cosa ricorderà di lui?
Abbracci, scherzi e giochi, oppure armature scintillanti, inni alla guerra e ordini militari?

Padri e figli, i figli che perdono i loro padri.
Ferite che restano dentro e che il tempo rimargina in modi imprevedibili. Ferite che continuano a fare male.
scritto da Julie , 00:09 | permalink | markup wiki | commenti (0)
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