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Solice Kenson
Cronache della Campagna di Caen
Solice Kenson
"Voi avete coraggio e siete molto convincente: ma non appena sarete chiamata a combattere, al primo combattimento che possa realmente definirsi tale, voi morirete. E non parlo di scontri confusi o ingarbugliati, dove nessuno capisce fino in fondo quello che sta facendo o magari ha meno voglia di uccidervi che di portare la pelle a casa. Parlo di uno scontro vero, in cui affronterete una persona con le vostre sole forze. Beh, è giunto il momento che qualcuno che vi vuole bene vi dica che queste forze non basteranno proprio contro nessuno".
creato il: 20/05/2005   messaggi totali: 91   commenti totali: 32
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14 febbraio 518
Mercoledì 18 Febbraio 2009

A Marielle

Cara Marielle, carissimi amici e fratelli di Luceen,

perdonatemi se trovo soltanto adesso il momento per scrivervi. Nè i giorni passati nè la lontananza hanno spento in me il ricordo di Luceen, del calore del vostro affetto e dei momenti passati insieme a voi. Momenti di paura, quando non eravamo che foglie leggere spinte dalla volontà degli Dei; momenti di preghiera, quando sentivamo che quel forte vento ci spingeva verso la medesima direzione, mantenendoci uniti e stretti gli uni agli altri come la comunità che siamo e siete diventati; momenti di gioia, quando abbiamo potuto fermarci a contemplare quello che avevamo costruito, trovando la forza di ricominciare a vivere.

Affido a queste parole il compito di comunicarvi quanto mi mancate. Se chiudo gli occhi posso scorgere ancora i vostri volti: il tuo, quello di Josuha e di Yesso, di Franz, Paul, Tobias, Boris e Vladimir, e ancora quello di Martha, Alain, Tony e tutti gli altri: sopra di voi riesco a scorgere il profilo delle case ormai ultimate, dipinto da un'orizzonte invaso dalla luce del sole. E' così che vi immagino ed è così che vi ricorderò sempre, fino a quando non riuscirò a tornare nuovamente da voi.

Il luogo in cui mi trovo è freddo e a tratti ostile: molte cose funzionano in modo diverso, spingendo la mia mente e la mia spada a operare scelte in grado di gettarmi a lungo nel dubbio e nell'incertezza. Spesso, in preda alla paura e al disagio, mi trovo a sperare che questa mia esperienza possa terminare presto, lasciandomi libera di poter volgere nuovamente i passi verso il luogo che vorrei tanto poter chiamare casa. Ma poi, quando le mie mani si incontrano nella preghiera, capisco che il nostro compito è quello di seguire il volere degli Dei senza affrettarsi a cercare le loro ricompense; ed è proprio la vostra presenza, la vostra esistenza, il più grande dei regali. Non importa quanto saremo lontani fino a quando verremo illuminati dal medesimo sole, spinti dallo stesso vento.

Ti prego di porgere i miei saluti a Padre Erwin: sono certa che la sua presenza è di grande aiuto per tutti voi: e ti imploro inoltre, quando e se ne avrai la possibilità, di portare i miei ringraziamenti a sir André Navon e a sua sorella Carmen per l'accoglienza e gli aiuti ricevuti. Se vorrai scrivermi, loro sanno come contattarmi.

Siete tutti nelle mie preghiere, ogni giorno.
scritto da Solice , 11:00 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
23 gennaio 518
Sabato 31 Gennaio 2009

Non un altro giorno.

Sulla cima della collina su cui ci troviamo c'è un melo. I bambini del villaggio sono soliti incontrarsi sotto i suoi rami, dove i più grandi spiegano ai più piccoli le regole dei giochi.

"Quando arriveranno le mele? Mi mancano le mele", ha chiesto oggi pomeriggio uno di loro, osservando con malinconia i rami secchi.
"In primavera", ha risposto uno dei bambini più grandi.
"Quanto ci vuole per la primavera?" ha continuato il primo, con espressione delusa.
"Non lo so proprio", ha concluso il secondo, alzando le spalle: "Prova a tornare domani".

Un altro piano di morte si è appena concluso: abbiamo ucciso una persona, abbiamo dato un esempio. Il "lavoro fatto apposta per noi" è stato compiuto in modo esemplare, e un altro nemico della Chiesa ha raccolto quello che ha sempre seminato: la paura, la morte improvvisa, la sofferenza... tutto grazie a noi. Non ho mai visto Eric così ferito: lui e suo fratello hanno corso dei rischi enormi per svolgere questo compito. Ammiro il loro coraggio cercando di non pensare a cosa sarebbe successo se non fossero tornati, se quel lugubre corno suonato poco dopo li avesse portati via per sempre a Julie, a Desiree... e a me.

A Foucault mi hanno insegnato a rispettare gli ordini impartiti dai miei superiori. Il precettore che seguiva il mio percorso spirituale mi aveva messa in guardia: "alcuni di loro non ti piaceranno, altri non sarai in grado di comprenderli: ma se uscirai di qui da Paladina sarà per eseguirli, dal primo all'ultimo".

Ho sempre creduto che, in assenza della spada, la mia fede fosse sufficientemente forte per rendermi degna di questo mantello: mai come oggi, all'alba del secondo assassinio a cui ho preso parte, mi sento inadeguata. E' davvero questo che gli Dei si aspettano da me? E' veramente compito di questo gruppo quello di togliere la vita a chi non può altrimenti essere giustiziato, sostituendo il nostro giudizio a quello degli Dei?

Io non credo che sia così. Non voglio, non posso credere che sia così: e la prossima volta, che gli Dei possano perdonarmi, saprò trovare le parole per chiedere a sir Bruno, a sir Tennebaum o a chiunque altro di ascoltarmi.

C'è una scala di corda all'interno della canonica dove siamo ospitati: la prenderò stanotte, e con un pò di fortuna troverò anche delle mele: questo inverno non durerà un altro giorno, domani sarà primavera.

Mele
scritto da Solice Kenson , 03:53 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
19 Dicembre 517
Sabato 22 Novembre 2008

Yezraelen

Quando l'ho vista per la prima volta aveva il doppio dei miei anni: la sua figura si confondeva con quella di mio padre, attirando i raggi di sole che filtravano tra le tende del salone dei ricevimenti con la grazia di una dama nell'atto di ricevere gli omaggi dei suoi sudditi. Yezraelen: l'anima di Yezra.

"La sua storia risale a molti anni fa", continuò guardandomi negli occhi, costringendomi ad abbassare lo sguardo verso terra: non era mio padre che avevo di fronte, ma il Marchese di Beid. "Venne fatta costruire da Lord Eric Kenson come dono per sua cugina, Lady Ardea Kenson della Piana del Vento". Dopo aver pronunciato queste parole mosse alcuni passi verso di me, facendo sfiorare il terreno alla punta della lama.

"Guardala", mi disse. "Non avere paura di lei". I miei occhi si affrettarono ad ubbidire, sollevandosi a percorrere la lama lunga e sottile fino ad arrivare all'elsa dorata, al cui centro brillava una piccola pietra di colore azzurro.

Da quel giorno Yezraelen, l'anima di Yezra, mi accompagna: un dono che mio nonno non è riuscito a consegnare, una lama nata per essere impugnata da una donna e che ha atteso per trent'anni una mano che potesse stringerla: la mia mano. Poteva andarti meglio, Yezraelen: il tuo destino è quello di condividere le mie sconfitte, di finire in terra con me o di essere raccolta tra gli arbusti dopo un lancio disperato e fuori bersaglio: se tu potessi parlare saresti arrabbiata con me, se potessi parlarti io lo farei per chiederti scusa.

Questa non sarà l'ultima delle nostre battaglie, Yezraelen: il dolore che sento alla gamba è spaventoso e mi rende difficile pensare, ma non possiamo mollare adesso. Aiutami, ti prego: a rialzarmi e a restare in piedi, a ricordare che mio padre quel giorno è stato fiero di me: a sopravvivere, a tornare a casa... a Beid... a Luceen.

Yezraelen - Immagine
scritto da Solice , 01:29 | permalink | markup wiki | commenti (0)
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