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Solice Kenson
Cronache della Campagna di Caen
Solice Kenson
"Voi avete coraggio e siete molto convincente: ma non appena sarete chiamata a combattere, al primo combattimento che possa realmente definirsi tale, voi morirete. E non parlo di scontri confusi o ingarbugliati, dove nessuno capisce fino in fondo quello che sta facendo o magari ha meno voglia di uccidervi che di portare la pelle a casa. Parlo di uno scontro vero, in cui affronterete una persona con le vostre sole forze. Beh, è giunto il momento che qualcuno che vi vuole bene vi dica che queste forze non basteranno proprio contro nessuno".
creato il: 20/05/2005   messaggi totali: 91   commenti totali: 32
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28 Settembre 518
Giovedì 30 Settembre 2010

Autunno


Se guardo i tuoi occhi
Vedo l'amore che riposa
cullato dal pianto del mio liuto

Se guardo i miei stivali
vedo polvere e fango
bagnati dal pianto del mio liuto

Non so perché
nessuno ascolta
le mute parole del nostro amore

Non so perché
fa così male
trovare la forza nel nostro cuore

Se guardo là fuori
Vedo il mondo che gira
spinto dal pianto del mio liuto

Da tutti i miei sbagli
ho imparato qualcosa
o è solo il pianto del mio liuto?

Non so cos'è
questa nebbia oscura
questa paura...

Non so perché
nulla è cambiato
anche se abbiamo tentato

Se guardo i tuoi occhi
Vedo l'amore che riposa
cullato dal pianto del mio liuto

Se guardo i tuoi occhi
...
vedo le lacrime del mio liuto



(base: while my guitar gently weeps - http://www.youtube.com/watch?v=r0c4diG79vA - testo liberamente ispirato)


Suonare mi calma, mi aiuta a pensare. Le corde affondano nelle dita, abituate a serrarsi attorno a ben altri strumenti. Inutilmente, nella maggior parte dei casi. Ma stavolta, se di imperizia si tratta, la colpa non è della mia inabilità con la spada. Eppure sto sbagliando qualcosa, di questo ne sono certa. La disfatta di oggi ne è la prova definitiva: le alleanze che ho stretto non sono efficaci, le mie intuizioni sono sbagliate, le idee che ho avuto non stanno funzionando. A tratti sembra che i nostri avversari riescano a leggerci nel pensiero: quando li affrontiamo sembrano invincibili, ogni tentativo di contrastarli ci rende più deboli, più feriti... Che siano già riusciti a entrare nelle grazie della loro Divinità Oscura? Il pensiero mi attanaglia da quando mi sono svegliata di soprassalto nel nostro campo poche ore fa, fuggendo da un incubo che è poi diventato realtà.

Sono sola, in questo momento: Desiree sta medicando la ferita di Julie; poco fa abbiamo bendato insieme quella di Eric: Guelfo e Loic stanno riposando, anche loro feriti gravemente. Sento un fortissimo bisogno di piangere, di abbandonarmi all'idea che la missione sia ormai compromessa e che le nostre speranze stiano svanendo a poco a poco, come il calore dell'estate cede al vento freddo d'autunno. Avverto la Disperazione in procinto di stringermi tra le sue braccia, promettendomi un conforto liberatorio al punto da sembrare reale...

... No, devo resistere: è davvero l'ultima cosa di cui i miei compagni hanno bisogno. Devo, al contrario, raccogliere nuovamente le forze: ricominciare da capo, salvando tutto ciò che abbiamo costruito finora e che non è stato ridotto in frantumi. La fede in Pyros, che ha salvato Guelfo dalla morte dandoci prova della sua benevolenza; il sostegno del Metropolita, di cui possiamo davvero fidarci; e la consapevolezza nelle nostre forze, la determinazione che più e più volte ha reso possibile l'impossibile portandoci alla vittoria finale. Di questo i nostri nemici hanno paura, ed è ciò che davvero puntano a uccidere, corrompere o divorare. Ma non ci riusciranno, non finché avremo vita. Forse in questo momento non posso vedere il disegno degli Dei, ma i Maestri mi hanno insegnato che la vera fede splende soltanto di notte, quando chi prega è smarrito e il suo sguardo si trova lontano dalla luce. Cureremo le nostre ferite, stringeremo nuove alleanze... e riusciremo a rimetterci in piedi: la Rosa non sarà divorata dalla locusta: tornerà a fiorire, dovesse farlo nel cuore della notte.

Rosa Bianca nella notte - Immagine
scritto da Solice , 03:01 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
10 settembre 518
Venerdì 11 Giugno 2010

Futuri diafani

Trattengo il fiato, incapace di formulare altre parole. Reclino il viso, inchinandomi al cospetto della reverenda madre delle Sorelle Senza Nome che si accinge a congedarsi da noi. Il mio sguardo segue dal basso i contorni della sua sagoma che incede lentamente verso la porta dove la attende padre Orthagoras.

Silenzio.

Mi concentro, cercando di mettere a fuoco il tuo respiro. Anche tu trattieni il fiato, forse. Ma la tua mano stringe ancora la mia ed è calda, forte... vitale. Ce l'hai fatta, amico mio: hai affrontato la prova più difficile della tua vita superandola con la sola forza della fede.

Respiro, lasciando che la tensione esca finalmente dai polmoni. Hai gli occhi chiusi: va bene così. Dormi, riposa: Reyks ti restituirà presto le forze. Ti lascio la mano, mi alzo in piedi cercando di non svegliarti. Poi il pensiero torna indietro a pochi istanti fa, all'onore che mi hai concesso consentendomi di essere presente a sentire le tue confessioni, propositi e rinunce. E' la seconda volta che riesci a farmi piangere, sai? Senza saperlo, abbiamo rinunciato entrambi alla stessa cosa. E solo gli Dei sanno quanto è stato, quanto sarà difficile per entrambi. Non immagini neppure quanto mi terrorizzi il pensiero di dover tornare a Beid, la reazione che avrà mio padre quando gli dirò che non tornerò indietro come gli avevo promesso... e che nessun altro, all'infuori di Pyros, mi prenderà mai come sua sposa.

Mi allontano, facendo attenzione a non fare rumore: raggiungo la porta, la chiudo. Vado a pregare, ma tornerò presto.

Questa esperienza cambierà per sempre il nostro futuro: ma mentre ripetevo la tua rinuncia ho capito che lo cambierà allo stesso modo, e che la nuova direzione è quella giusta. Non ci resta che seguirla... ovunque ci porterà.
scritto da Solice Foucault , 17:08 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
4 settembre 518
Venerdì 4 Giugno 2010

Dentro l'Impero

I giorni scorrono veloci qui a Delos, risucchiati dal tempo come granelli di sabbia all'interno di una clessidra che non possiamo vedere. Quanto tempo ci resta prima che l'oscuro disegno di August Bertrand venga trasposto in realtà dai nostri nemici? Il loro sinistro operato si sta dipanando di fronte ai nostri occhi: il corpo straziato della povera Marie di Baran, i sacrilegi compiuti nei santuari di Ilmarinen e di Pyros, il furto di una antica salma dal più importante luogo di culto di Poldorion. Tasselli misteriosi di un antico e perverso rituale che per quanto mi sforzi non riesco a comprendere nè, purtroppo, a prevedere.

Cosa mi manca? La mia mente fino ad ora non mi ha mai tradita: l'amore per i libri, lo studio e la conoscenza sono da sempre l'unica spada su cui posso contare, la forza che il mio braccio non possiede. Eppure tutti gli studi e le ricerche che ho effettuato nel corso degli ultimi mesi non riescono a orientare i miei passi, non incontrando altro che corrispondenze indirette con quanto sta succedendo. In questo momento una parte di me vorrebbe avere il coraggio e la lucidità di Oulpianòs, che si dimostrò in grado di spingere le sue intuizioni al di là degli schemi convenzionali: in questo modo, forse, potrei riuscire a trovare il collegamento tra i Luoghi Impuri e l'antico culto di Kalina, così come egli scoprì per primo i legami che univano quest'ultima con Heloira e con Shasda.

Ma il sentiero tracciato dalle orme di Oulpianòs è irto di insidie: le sue convinzioni lo hanno talvolta spinto lontano dalle posizioni ortodosse della chiesa, eventualità che ha finito per compromettere la loro stessa validità dogmatica. E' un rischio che non posso permettermi di correre: Pyros non poteva mostrarmi il cammino con maggior chiarezza, quando ha voluto affidarmi ancora una volta la custodia della reliquia di Sant'Agapitos. Se sono stata inviata a Delos non è stato per contrappormi alla Tradizione ma per cercare ogni risposta, ogni Verità all'interno di essa, mettendo la mia spada e la mia fede al servizio delle istituzioni presenti.

Parlerò con i Sacerdoti di Kastoria, nella speranza che la mia acerba conoscenza della lingua sia sufficiente: consegnerò la reliquia nelle mani del Metropolita e, se mi sarà consentito, mi inginocchierò di fronte a lui, nella speranza che possa dissetare la mia sete di conoscenza e fornirci le armi necessarie per combattere il Male che abbiamo inseguito fino alla sua dimora.

Vorrei avere il potere di fermare il trascorrere delle notti, in modo da essere certa di poter vedere la fine di questa storia insieme ai miei compagni: il mio tempo si sta esaurendo, e stavolta la clessidra è ben visibile ai miei occhi. Sedici giorni, poi non mi resterà che sperare... Fino al matrimonio di Rosalie, magari. Oh Dei, sono così pochi! Ma no, non c'è spazio adesso per questi pensieri, non con l'enormità di ciò che è in gioco. Questo è quello che mi direbbe Guelfo. Non pensarci. No.
scritto da Solice Kenson , 03:46 | permalink | markup wiki | commenti (0)
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