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Cronache della Campagna di Caen

"Voi avete coraggio e siete molto convincente: ma non appena sarete chiamata a combattere, al primo combattimento che possa realmente definirsi tale, voi morirete. E non parlo di scontri confusi o ingarbugliati, dove nessuno capisce fino in fondo quello che sta facendo o magari ha meno voglia di uccidervi che di portare la pelle a casa. Parlo di uno scontro vero, in cui affronterete una persona con le vostre sole forze. Beh, è giunto il momento che qualcuno che vi vuole bene vi dica che queste forze non basteranno proprio contro nessuno".
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14 febbraio 518
Mercoledì 18 Febbraio 2009
A Marielle
Cara Marielle, carissimi amici e fratelli di Luceen,
perdonatemi se trovo soltanto adesso il momento per scrivervi. Nè i giorni passati nè la lontananza hanno spento in me il ricordo di Luceen, del calore del vostro affetto e dei momenti passati insieme a voi. Momenti di paura, quando non eravamo che foglie leggere spinte dalla volontà degli Dei; momenti di preghiera, quando sentivamo che quel forte vento ci spingeva verso la medesima direzione, mantenendoci uniti e stretti gli uni agli altri come la comunità che siamo e siete diventati; momenti di gioia, quando abbiamo potuto fermarci a contemplare quello che avevamo costruito, trovando la forza di ricominciare a vivere.
Affido a queste parole il compito di comunicarvi quanto mi mancate. Se chiudo gli occhi posso scorgere ancora i vostri volti: il tuo, quello di Josuha e di Yesso, di Franz, Paul, Tobias, Boris e Vladimir, e ancora quello di Martha, Alain, Tony e tutti gli altri: sopra di voi riesco a scorgere il profilo delle case ormai ultimate, dipinto da un'orizzonte invaso dalla luce del sole. E' così che vi immagino ed è così che vi ricorderò sempre, fino a quando non riuscirò a tornare nuovamente da voi.
Il luogo in cui mi trovo è freddo e a tratti ostile: molte cose funzionano in modo diverso, spingendo la mia mente e la mia spada a operare scelte in grado di gettarmi a lungo nel dubbio e nell'incertezza. Spesso, in preda alla paura e al disagio, mi trovo a sperare che questa mia esperienza possa terminare presto, lasciandomi libera di poter volgere nuovamente i passi verso il luogo che vorrei tanto poter chiamare casa. Ma poi, quando le mie mani si incontrano nella preghiera, capisco che il nostro compito è quello di seguire il volere degli Dei senza affrettarsi a cercare le loro ricompense; ed è proprio la vostra presenza, la vostra esistenza, il più grande dei regali. Non importa quanto saremo lontani fino a quando verremo illuminati dal medesimo sole, spinti dallo stesso vento.
Ti prego di porgere i miei saluti a Padre Erwin: sono certa che la sua presenza è di grande aiuto per tutti voi: e ti imploro inoltre, quando e se ne avrai la possibilità, di portare i miei ringraziamenti a sir André Navon e a sua sorella Carmen per l'accoglienza e gli aiuti ricevuti. Se vorrai scrivermi, loro sanno come contattarmi.
Siete tutti nelle mie preghiere, ogni giorno.
perdonatemi se trovo soltanto adesso il momento per scrivervi. Nè i giorni passati nè la lontananza hanno spento in me il ricordo di Luceen, del calore del vostro affetto e dei momenti passati insieme a voi. Momenti di paura, quando non eravamo che foglie leggere spinte dalla volontà degli Dei; momenti di preghiera, quando sentivamo che quel forte vento ci spingeva verso la medesima direzione, mantenendoci uniti e stretti gli uni agli altri come la comunità che siamo e siete diventati; momenti di gioia, quando abbiamo potuto fermarci a contemplare quello che avevamo costruito, trovando la forza di ricominciare a vivere.
Affido a queste parole il compito di comunicarvi quanto mi mancate. Se chiudo gli occhi posso scorgere ancora i vostri volti: il tuo, quello di Josuha e di Yesso, di Franz, Paul, Tobias, Boris e Vladimir, e ancora quello di Martha, Alain, Tony e tutti gli altri: sopra di voi riesco a scorgere il profilo delle case ormai ultimate, dipinto da un'orizzonte invaso dalla luce del sole. E' così che vi immagino ed è così che vi ricorderò sempre, fino a quando non riuscirò a tornare nuovamente da voi.
Il luogo in cui mi trovo è freddo e a tratti ostile: molte cose funzionano in modo diverso, spingendo la mia mente e la mia spada a operare scelte in grado di gettarmi a lungo nel dubbio e nell'incertezza. Spesso, in preda alla paura e al disagio, mi trovo a sperare che questa mia esperienza possa terminare presto, lasciandomi libera di poter volgere nuovamente i passi verso il luogo che vorrei tanto poter chiamare casa. Ma poi, quando le mie mani si incontrano nella preghiera, capisco che il nostro compito è quello di seguire il volere degli Dei senza affrettarsi a cercare le loro ricompense; ed è proprio la vostra presenza, la vostra esistenza, il più grande dei regali. Non importa quanto saremo lontani fino a quando verremo illuminati dal medesimo sole, spinti dallo stesso vento.
Ti prego di porgere i miei saluti a Padre Erwin: sono certa che la sua presenza è di grande aiuto per tutti voi: e ti imploro inoltre, quando e se ne avrai la possibilità, di portare i miei ringraziamenti a sir André Navon e a sua sorella Carmen per l'accoglienza e gli aiuti ricevuti. Se vorrai scrivermi, loro sanno come contattarmi.
Siete tutti nelle mie preghiere, ogni giorno.