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- Bohemond D'Arlac -
 
Solice Kenson
Cronache della Campagna di Caen
Solice Kenson
"Voi avete coraggio e siete molto convincente: ma non appena sarete chiamata a combattere, al primo combattimento che possa realmente definirsi tale, voi morirete. E non parlo di scontri confusi o ingarbugliati, dove nessuno capisce fino in fondo quello che sta facendo o magari ha meno voglia di uccidervi che di portare la pelle a casa. Parlo di uno scontro vero, in cui affronterete una persona con le vostre sole forze. Beh, è giunto il momento che qualcuno che vi vuole bene vi dica che queste forze non basteranno proprio contro nessuno".
creato il: 20/05/2005   messaggi totali: 91   commenti totali: 32
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9 ottobre 518
Lunedì 25 Ottobre 2010

Vele spiegate e stelle lontane

Se tu sei la mia stella
io sarò per te il cielo
per cullarti e nasconderti dentro al mio cuore
fino a quando di notte mostrerai il tuo splendore
E vivrò per vedere la tua luce
Io vivo per vedere la tua luce

Fino a quando vorrai separarti da me
Per volare lontano verso un altro universo
Con un cielo più grande e un nome diverso
E lasciando soltanto il ricordo di te...

Se tu sei la mia nave
io sarò per te il mare
un oceano di blu per tenerti per mano
che sale e che scende e respira per te
E vivrò per renderti libero
Io vivo per renderti libero

Fino a quando vorrai dispiegare le vele
per partire per sempre seguendo il tramonto
verso terre lontane, lontano da me
E lasciando soltanto il ricordo di te...

Se tu sei la mia stella
io sarò per te il cielo
per cullarti e nasconderti dentro al mio cuore
fino a quando di notte mostrerai il tuo splendore
E vivrò per vedere la tua luce
Io vivo per vedere la tua luce

Fino a quando vorrai separarti da me
Per volare lontano verso un altro universo
Con un cielo più grande e un nome diverso
E lasciando soltanto il ricordo di te...

E lasciando soltanto il ricordo di te...


(melodia e testo liberamente ispirati alla canzone Boats and Birds di Gregory and the Hawk: http://www.youtube.com/watch?v=aRPyoPGO2vo&feature=related )

Strana e malinconica sensazione è quella che si prova ascoltando i propri pensieri e sentimenti cantati da un'altra persona. Di quale significato le hai rivestite, Jean de Clignancourt? Certo non potevi pensare all'amore con cui un padre e una madre crescono i propri figli fino a quando non li vedono spiccare il volo per indossare le vesti della Luce: il Marchese mio padre, e mia madre. Forse conosci qualcuno che, assumendo un ruolo analogo a quello della Chiesa, ha aiutato queste ragazze a volare lontano... Verso cieli dal colore invitante, che nascondono però il baratro della perdizione e lo spettro della morte. O magari sei tu stesso a svolgere questo compito, da solo o aiutando qualcuno a farlo. Molto presto verremo a farti queste domande: e quando avverà, capirò se ci hai mentito per paura o per nascondere la verità.

Ma non posso pensare a questo, adesso: non fino a quando Guelfo non sarà libero dal giogo di questa assurda e incomprensibile presenza oscura che non recede neppure di fronte alla preghiera. Ti prego, Dio del Sole che vince la notte, dimmi cosa devo fare per liberarlo per sempre da questa maledizione: farò qualsiasi cosa. Io so che il suo cuore è buono, e sento che grande è la sua fede nel tuo operato: ma le sue ferite sono gravi, e il dolore che questo demonio gli infligge lo mette a dura prova... Nondimeno, quando gli ho chiesto di pregare e di ignorare le mendaci condizioni imposte da quella creatura della Tenebra, ha trovato la forza di affidarsi ancora una volta alla tua misericordia.

E' davvero questo il tuo disegno per lui, nonostante egli abbia offerto a Reyks tutto quello che ha? Ti prego, non chiedergli altro. Interrompi la sua agonia, lenisci il suo dolore, allevia le sue ferite. Consentigli di poter rinnovare la sua fede in te. Non possiamo farcela, senza di lui... Io non posso farcela, senza di lui.


Alba del Sangue - Immagine
scritto da Solice , 03:31 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
28 Settembre 518
Giovedì 30 Settembre 2010

Autunno


Se guardo i tuoi occhi
Vedo l'amore che riposa
cullato dal pianto del mio liuto

Se guardo i miei stivali
vedo polvere e fango
bagnati dal pianto del mio liuto

Non so perché
nessuno ascolta
le mute parole del nostro amore

Non so perché
fa così male
trovare la forza nel nostro cuore

Se guardo là fuori
Vedo il mondo che gira
spinto dal pianto del mio liuto

Da tutti i miei sbagli
ho imparato qualcosa
o è solo il pianto del mio liuto?

Non so cos'è
questa nebbia oscura
questa paura...

Non so perché
nulla è cambiato
anche se abbiamo tentato

Se guardo i tuoi occhi
Vedo l'amore che riposa
cullato dal pianto del mio liuto

Se guardo i tuoi occhi
...
vedo le lacrime del mio liuto



(base: while my guitar gently weeps - http://www.youtube.com/watch?v=r0c4diG79vA - testo liberamente ispirato)


Suonare mi calma, mi aiuta a pensare. Le corde affondano nelle dita, abituate a serrarsi attorno a ben altri strumenti. Inutilmente, nella maggior parte dei casi. Ma stavolta, se di imperizia si tratta, la colpa non è della mia inabilità con la spada. Eppure sto sbagliando qualcosa, di questo ne sono certa. La disfatta di oggi ne è la prova definitiva: le alleanze che ho stretto non sono efficaci, le mie intuizioni sono sbagliate, le idee che ho avuto non stanno funzionando. A tratti sembra che i nostri avversari riescano a leggerci nel pensiero: quando li affrontiamo sembrano invincibili, ogni tentativo di contrastarli ci rende più deboli, più feriti... Che siano già riusciti a entrare nelle grazie della loro Divinità Oscura? Il pensiero mi attanaglia da quando mi sono svegliata di soprassalto nel nostro campo poche ore fa, fuggendo da un incubo che è poi diventato realtà.

Sono sola, in questo momento: Desiree sta medicando la ferita di Julie; poco fa abbiamo bendato insieme quella di Eric: Guelfo e Loic stanno riposando, anche loro feriti gravemente. Sento un fortissimo bisogno di piangere, di abbandonarmi all'idea che la missione sia ormai compromessa e che le nostre speranze stiano svanendo a poco a poco, come il calore dell'estate cede al vento freddo d'autunno. Avverto la Disperazione in procinto di stringermi tra le sue braccia, promettendomi un conforto liberatorio al punto da sembrare reale...

... No, devo resistere: è davvero l'ultima cosa di cui i miei compagni hanno bisogno. Devo, al contrario, raccogliere nuovamente le forze: ricominciare da capo, salvando tutto ciò che abbiamo costruito finora e che non è stato ridotto in frantumi. La fede in Pyros, che ha salvato Guelfo dalla morte dandoci prova della sua benevolenza; il sostegno del Metropolita, di cui possiamo davvero fidarci; e la consapevolezza nelle nostre forze, la determinazione che più e più volte ha reso possibile l'impossibile portandoci alla vittoria finale. Di questo i nostri nemici hanno paura, ed è ciò che davvero puntano a uccidere, corrompere o divorare. Ma non ci riusciranno, non finché avremo vita. Forse in questo momento non posso vedere il disegno degli Dei, ma i Maestri mi hanno insegnato che la vera fede splende soltanto di notte, quando chi prega è smarrito e il suo sguardo si trova lontano dalla luce. Cureremo le nostre ferite, stringeremo nuove alleanze... e riusciremo a rimetterci in piedi: la Rosa non sarà divorata dalla locusta: tornerà a fiorire, dovesse farlo nel cuore della notte.

Rosa Bianca nella notte - Immagine
scritto da Solice , 03:01 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
10 settembre 518
Venerdì 11 Giugno 2010

Futuri diafani

Trattengo il fiato, incapace di formulare altre parole. Reclino il viso, inchinandomi al cospetto della reverenda madre delle Sorelle Senza Nome che si accinge a congedarsi da noi. Il mio sguardo segue dal basso i contorni della sua sagoma che incede lentamente verso la porta dove la attende padre Orthagoras.

Silenzio.

Mi concentro, cercando di mettere a fuoco il tuo respiro. Anche tu trattieni il fiato, forse. Ma la tua mano stringe ancora la mia ed è calda, forte... vitale. Ce l'hai fatta, amico mio: hai affrontato la prova più difficile della tua vita superandola con la sola forza della fede.

Respiro, lasciando che la tensione esca finalmente dai polmoni. Hai gli occhi chiusi: va bene così. Dormi, riposa: Reyks ti restituirà presto le forze. Ti lascio la mano, mi alzo in piedi cercando di non svegliarti. Poi il pensiero torna indietro a pochi istanti fa, all'onore che mi hai concesso consentendomi di essere presente a sentire le tue confessioni, propositi e rinunce. E' la seconda volta che riesci a farmi piangere, sai? Senza saperlo, abbiamo rinunciato entrambi alla stessa cosa. E solo gli Dei sanno quanto è stato, quanto sarà difficile per entrambi. Non immagini neppure quanto mi terrorizzi il pensiero di dover tornare a Beid, la reazione che avrà mio padre quando gli dirò che non tornerò indietro come gli avevo promesso... e che nessun altro, all'infuori di Pyros, mi prenderà mai come sua sposa.

Mi allontano, facendo attenzione a non fare rumore: raggiungo la porta, la chiudo. Vado a pregare, ma tornerò presto.

Questa esperienza cambierà per sempre il nostro futuro: ma mentre ripetevo la tua rinuncia ho capito che lo cambierà allo stesso modo, e che la nuova direzione è quella giusta. Non ci resta che seguirla... ovunque ci porterà.
scritto da Solice Foucault , 17:08 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
4 settembre 518
Venerdì 4 Giugno 2010

Dentro l'Impero

I giorni scorrono veloci qui a Delos, risucchiati dal tempo come granelli di sabbia all'interno di una clessidra che non possiamo vedere. Quanto tempo ci resta prima che l'oscuro disegno di August Bertrand venga trasposto in realtà dai nostri nemici? Il loro sinistro operato si sta dipanando di fronte ai nostri occhi: il corpo straziato della povera Marie di Baran, i sacrilegi compiuti nei santuari di Ilmarinen e di Pyros, il furto di una antica salma dal più importante luogo di culto di Poldorion. Tasselli misteriosi di un antico e perverso rituale che per quanto mi sforzi non riesco a comprendere nè, purtroppo, a prevedere.

Cosa mi manca? La mia mente fino ad ora non mi ha mai tradita: l'amore per i libri, lo studio e la conoscenza sono da sempre l'unica spada su cui posso contare, la forza che il mio braccio non possiede. Eppure tutti gli studi e le ricerche che ho effettuato nel corso degli ultimi mesi non riescono a orientare i miei passi, non incontrando altro che corrispondenze indirette con quanto sta succedendo. In questo momento una parte di me vorrebbe avere il coraggio e la lucidità di Oulpianòs, che si dimostrò in grado di spingere le sue intuizioni al di là degli schemi convenzionali: in questo modo, forse, potrei riuscire a trovare il collegamento tra i Luoghi Impuri e l'antico culto di Kalina, così come egli scoprì per primo i legami che univano quest'ultima con Heloira e con Shasda.

Ma il sentiero tracciato dalle orme di Oulpianòs è irto di insidie: le sue convinzioni lo hanno talvolta spinto lontano dalle posizioni ortodosse della chiesa, eventualità che ha finito per compromettere la loro stessa validità dogmatica. E' un rischio che non posso permettermi di correre: Pyros non poteva mostrarmi il cammino con maggior chiarezza, quando ha voluto affidarmi ancora una volta la custodia della reliquia di Sant'Agapitos. Se sono stata inviata a Delos non è stato per contrappormi alla Tradizione ma per cercare ogni risposta, ogni Verità all'interno di essa, mettendo la mia spada e la mia fede al servizio delle istituzioni presenti.

Parlerò con i Sacerdoti di Kastoria, nella speranza che la mia acerba conoscenza della lingua sia sufficiente: consegnerò la reliquia nelle mani del Metropolita e, se mi sarà consentito, mi inginocchierò di fronte a lui, nella speranza che possa dissetare la mia sete di conoscenza e fornirci le armi necessarie per combattere il Male che abbiamo inseguito fino alla sua dimora.

Vorrei avere il potere di fermare il trascorrere delle notti, in modo da essere certa di poter vedere la fine di questa storia insieme ai miei compagni: il mio tempo si sta esaurendo, e stavolta la clessidra è ben visibile ai miei occhi. Sedici giorni, poi non mi resterà che sperare... Fino al matrimonio di Rosalie, magari. Oh Dei, sono così pochi! Ma no, non c'è spazio adesso per questi pensieri, non con l'enormità di ciò che è in gioco. Questo è quello che mi direbbe Guelfo. Non pensarci. No.
scritto da Solice Kenson , 03:46 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
16 luglio 518
Mercoledì 10 Marzo 2010

Lettera ad Halbedel


Stanco viandante che aneli ristoro
ferma il destriero e ascolta il mio canto
bevi alla fonte di argento e di oro
delle mie labbra, e restami accanto.

Triste fattore che attendi la pioggia
volgi le spalle all'ingrato raccolto
segui il mio sguardo e spandi i tuoi semi
su un'altra terra che porta il mio volto.

Sposo infelice che senti la morte
di quel legame sancito e sincero
prendimi come tua nuova consorte
donami quello che conta davvero.

Non vi sia stolto, meschino o brigante
che non s'inebri della mia parola
che si risparmi dal farmi da amante
che mi costringa a restare da sola.

Scendi mio principe dal tuo cavallo
stringi la mano di fango coperta
prendimi in braccio, portami al ballo
salvami dalla mia vita deserta

nulla m'importa del tuo lignaggio
finché i miei passi il tuo scettro conduce
come falena intraprendo il mio viaggio
volo nell'ombra, ma cerco la luce.


Lady Emanuelle Beart,
Il vincolo del silenzio sulle vostre azioni imposto dall'Abate non mi impedisce di scrivervi. Di certo penserete che queste mie parole siano dettate dal disprezzo, o dall'impotenza nei confronti di una situazione che vi consente ancora di agire.

Vi sbagliate: non provo disprezzo per voi, soltanto pietà.

Al termine del nostro ultimo incontro mi avete salutata augurandovi che avrei acquisito più esperienza del mondo e delle umane tentazioni, auspicando che questa conoscenza mi avrebbe resa più misericordiosa. Pochi giorni dopo ho incontrato la vostra storia nelle parole di una ragazzina: grande è stato il mio sconforto nell'apprendere che non vi eravate fatta scrupolo alcuno nel metterla a parte di quell'oscuro verbo. Cosa vi a spinto a farlo, Emanuelle? Le vostre umane tentazioni sono diventate così forti da costringervi a spargere le parole senza riguardo alcuno, come l'oste di una mescita cieca e scellerata?

Le vostre parole, e in modo ancor maggiore le vostre azioni, mi hanno portata ad approfondire l'oggetto dei miei studi. Ho letto l'operato delle persone che diffondono la parola velenosa della Dea del Tradimento, ho costretto i miei occhi a leggere la vuota empietà dei loro rituali. Quale ottusa bramosia di potere, quale meschina soddisfazione è quella che traspare da quelle pagine! Cosa ha da offrirvi una simile abberrazione, Emanuelle? Come avete fatto a ridurvi così? Cosa vi ha spinto ad abbandonare il rispetto per voi stessa e per quello che ancora rappresentate per abbracciare un siffatto esecrabile culto, indegno del vostro stesso sangue? Perché avete ceduto alle vuote lusinghe di una Divinità che non vi merita?

No, io non posso provare alcun disprezzo per voi: è evidente che siete stata raggirata, convinta a intraprendere azioni che vi allontanano da ciò che realmente siete. Il vostro sangue è stato avvelenato da un siero subdolo e meschino, che voi stessa contribuite oggi a diffondere. Non permettete che vi facciano questo, Emanuelle: non fatevi trascinare nel fango insieme a loro, non un giorno di più. Non umiliatevi come la protagonista della canzone, ma più di ogni altra cosa non siatene la vittima. Abbandonate questa follia che non vi appartiene e vi garantisco che non avrete soltanto la mia misericordia, ma quella degli Dei.

S.
scritto da Solice , 12:50 | permalink | markup wiki | commenti (0)
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