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Il diario della Campagna di Leben
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creato il: 30/05/2005   messaggi totali: 40   commenti totali: 6
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12 settembre 626
Domenica 25 Settembre 2005

Grande misericordia ha Loth per noi poveri villici!

Grazie alla benevola cura di Loth, mia moglie, io e il nostro bambino siamo riusciti a metterci in salvo all'interno del castello di Melsa.

Loth ci è venuto in soccorso tramite l'intervento di quattro uomini d'arme, che mentre venivamo inseguiti e attaccati dai soldati lealisti, sono arrivato e in men che non si dica li hanno uccisi tutti e quattro.

Ci hanno poi interrogati, chiedendoci cosa avessimo visto per il contado, e noi abbiamo raccontato la terribile verità: villaggi saccheggiati dai lealisti, e un'invasione di topi che hanno contagiato con una pestilenza i vili soldati nemici. Il contagio rischia di spargersi anche tra noi brava gente!

I quattro uomini del vassallo di Melsa ci hanno raccomandato cautela, nell'entrare nel castello, temendoci forse infetti. Ma grazie a Loth sono piuttosto ottimista: non ci avrebbe certo salvati da tante peripezie per poi condannarci ad una morte lenta di malattia!

Mentre avanzavamo in fretta verso la fortezza, abbiamo visto i quattro che raggiungevano le chiuse del torrente e le aprivano. Attraverso questo espediente il castello di Melsa sarà protetto da un fossato pieno d'acqua. Speriamo che tenga lontani tanto i nemici quanto le malattie!

Sia sempre lode a Loth.
scritto da Il povero villico salvato con la sua famiglia , 09:30 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
12 settembre 626
Sabato 24 Settembre 2005

Stregonerie per combattere le streghe

A tratti interessante la nottata che prelude al 12 settembre.

I miei compagni sembrano aver incastrato il traditore lealista che s'era infiltrato alla corte del vassallo Filibert Dresner. Quest'ultimo lo ha imprigionato e nel tardo pomeriggio dell'11 mi ha chiesto di interrogarlo. Sinceramente mi sembra di essere utilizzato per masioni esterne alla mia professione quando mi chiedono di ammorbidire persone non implicate con la stregoneria ... in ogni modo eseguo gli ordini di un mio superiore.

Giunto alla cella trovo l'uomo ormai in fin di vita: respiro affannato e battito rallentato. Ha in mano un bicchiere vuoto con tracce di camelia, zolfo e albero della morte. Il secondino dice di avergli portato acqua della fonte, ma di aver poi perso di vista il prigioniero. Mi chiedo come si verrà a capo di questa faccenda se continuiamo ad avere a che fare con gente di così bassa levatura.

Sul vestito del prigioniero trovo tracce di polvere nera: estratti dell'albero della morte ad una successiva analisi. Nel mentre spira. Il capitano delle guardie è solo in grado di prendere atto dell'accaduto. Pare che il prigioniero fosse stato perquisito prima di entrare in cella ed è noto che servono grandi quantità di albero della morte per causare il decesso. Che qualche serva del demonio sia penetrata nella cella? La cosa potrebbe non stupirmi.

Successivamente vengo a sapere che cadavere e secondino sono scomparsi. Non commenterò questo evento.

Tornando nel mio alloggio incrocio una giovane con un cesto di noci verdi e fresche. Dice che è una serva del Vassallo e che sta consegnado la cesta su richiesta esplicità del suo padrone. Lo sguardo della giovane mi ricorda quello della strega Tesi (giustiziata la scorsa notte).

Dopo aver sistemato le mie cose in camera vado dal Vassallo a fare rapporto dell'accaduto nelle prigioni. Lo trovo a cena con la signora Lena e padre Berthold. Il Vassallo non è per nulla turbato dalla morte del prigioniero, anzi ne sembra sollevato.

Gli ho anche chiesto della serva e del cesto di noci. Mi ha fatto notare che lui ha solo inservienti di sesso maschile. Molto interessante notare come un infiltrata possa penetrare con questa facilità fino alla mensa del Vassallo. Ancora più interessante è accorgersi che l'uomo non prende alcun provvedimento per l'accaduto.

Padre Berthold va a benedire le noci, mentre io mi reco da Mildred. Lei sembra migliorare fisicamente, mentre Martha pare scomparsa. Per un istante riconosco lo sguardo della finta serva negli occhi di Mildred. Lei nega di avere altri parenti oltre alle sorelle streghe ormai defunte. Molti eventi oscuri si verificano all'interno dell'inettitudine di questo castello.

Mentre tornavo sereno in camera alla ricerca di un po' di riposo incontro padre Berthold che asserisce di aver avuto una visione delle streghe. Pare che le defunte si siano redente e gli abbiano mostrato dove si trova l'antidoto all'invasione dei topi che hanno realizzato prima di morire. Gli altri membri del nostro gruppo sono tornati dalla caccia ai lealisti e sostengono che i topi e l'esercito stiano arrivando in città. Padre Berthold insiste per andare a Melsa a prendere l'antidoto. E' più paradossale la strega che prepara l'antidoto al suo maleficio o il sacerdote che le dà ascolto?

Nella notte con padre Berthold, la signora Lena e Gert dal Pozzo andiamo a Melsa. Tutt'attorno i topi scorrazzano, ma non si avvicinano a noi. Il sacerdote ha con se noci benedette e il suo bastone è unto con olio di noce.

Sullo sfondo della luna scorgo quattro streghe sulle loro scope che volano via dalla città. C'è ancora molto lavoro da fare.

A Melsa troviamo una lunga lettera delle streghe (spero di portla leggere al più presto) e l'antidoto. Dopo una patetica caccia al topo, somministriamo all'animale la stregoneria ... tutti gli altri topi velocemente muoiono attorno a noi.

Rimaniamo a dormire a Melsa in un luogo riparato (i topi morti che ricoprono le strade della città saranno un grave problema al risveglio).
scritto da Mastro Abbot Vaughn , 13:00 | permalink | markup wiki | commenti (1)
 
11 settembre 626
Venerdì 29 Luglio 2005

Un'impudenza mai vista!

Hanno distrutto la mia famiglia, la mia casa, il mio orto e persino i miei pomodorini... e adesso si stupiscono che io mi rifiuti di aiutarle nelle loro porcherie blasfeme!
Tante me ne sarei aspettate, ma mai che la vecchia Eusebia chiedesse a me e a Padre Berthold di aiutarla. Finchè era un sogno... ma questo pomeriggio ce l'ha chiesto personalmente, con un'aria saccente e volgare, alludendo alla mia innocenza e al fatto di conoscere molte cose di me. Come osa!

Oltretutto il suo "piano", se così lo vogliamo chiamare, per fermare l'epidemia pestilenziale portata dai topi, è delirante.
Con la genialità tipica delle creature della sua schiatta, ha pensato bene di chiedere a Padre Berthold di sottoporsi ad un rituale stregonesco per essere trasportato chissà dove, e qui uccidere un serpente e prendergli il veleno. Poi, con questo veleno, io l'avrei dovuta aiutare - come, non so - a preparare una pozione con cui contaminare le acque della diga, con cui riempire il fossato del castello.
Così, oltre alla pestilenza, ci saremmo trovati pure con le acque avvelenate, la terra contaminata, e soprattutto con la nostra personale coscienza da buttare alle ortiche.

Neanche c'è da dire come le abbiamo risposto... ma mi chiedo come possa aver pensato, anche solo per un momento, che avremmo detto di sì.

Ho domandato a Padre Berthold se avesse intenzione di condannare immediatamente a morte Eusebia, ma lui ha preferito prima informare il vassallo. E così, quando è tornato poi a prenderla perchè fosse messa ai ferri, la vecchia era scomparsa, insieme ad una sua complice.

Tutto cio' aggiunge preoccupazioni a preoccupazioni: abbiamo già da pensare agli invasori, alla pestilenza e ai topi, non ci voleva la ulteriore minaccia di due vecchie streghe pazze a piede libero.
Non avendo altro da fare, e nell'impossibilità attuale di lasciare il castello, mi organizzo con un po' di provviste per evitare il più possibile la folla e il rischio del prossimo contagio. Che altro fare?
La mia anima è rivolta a Loth nella preghiera.
scritto da Lena Vonnegut , 11:33 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
11 settembre 626
Giovedì 28 Luglio 2005

sogni e tradimenti...

Castello del Vassallo Filibert Dresner

Traditori infiltrati nel castello. Infingardi lealisti hanno approfittato della buona fede del mio Vassallo per spargere il seme del tradimento tra queste mura.
E' una benedizione di Loth che i miei compagni l'abbiano messo in guardia e che i malviventi siano stati assicurati chi alle cure di Mastro Abbot e chi direttamente all'oltretomba.

Ma l'atmosfera e' gravida di oscuri presagi, ed io stessa, mentre riposavo in una stanza del castello, sono stata visitata da un sogno inquietante.

Insieme a me era Padre Berthold, e ci trovavamo in un bel bosco, davanti ad un grande albero di noce. C'era una vecchia, su una sedia a dondolo, che lavorava a maglia.
La vecchia dice che ci stava aspettando, e che il suo nome è Eusebia. Siamo nel limbo, a suo dire, un luogo dove magia e religione si incontrano e non si fanno la guerra.
Quietamente ci dice che qualcuno vicino a noi desidera che sia fermato l'oscuro maleficio che sta per causare una invasione dei topi.
"Chi siete?" le chiede Padre Berthold.
"Sono una strega", rispone lei.
Spiega poi di essere una strega bianca, e di aver bisogno di aiuto per scacciare l'incantesimo in atto, e uccidere i topi.

Sarebbe gentile da parte sua, ma... vuole qualcosa in cambio.
Domanda che non ci siano più persecuzioni contro le sue sorelle, in questa città. Curiosa richiesta, oltretutto, visto che ormai Melsa, grazie alle sue amichette, è ridotta a un cumulo di macerie.
Ad ogni modo Padre Berthold risponde che non smetteremo mai di fare la guerra alle streghe.

Eusebia dice che si troverà stanotte all'accampamento, e che per trovarla dovremo domandare a Mildred o Martha le quali, ci tiene a dirci, non sono streghe.
Le faremo sapere.

Al risveglio ero confusa e con un forte mal di testa, e ho persino avuto la mezza idea di andare a confidare questo sogno a Padre Berthold, per sentire un suo giudizio. Poi però, riflettendoci con un minimo di calma, ho capito che è meglio lasciar perdere.
Ammesso che sia vero, che questa Eusebia abbia voluto mandarci un messaggio e che sia disposta ad aiutarci, mi sembra ancor più ignobile da parte sua che osi dettare condizioni.
Se veramente sa fare qualcosa per difenderci dalla pestilenza in arrivo, che lo faccia. Ma certo non ha diritto di avanzare richieste. Come se non fosse nell'interesse anche suo, di evitare questa sciagura!

Sono sdegnata.
scritto da Lena Vonnegut , 10:53 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
11 Settembre 626
Martedì 19 Luglio 2005

Sporcarsi le mani

E' così dannatamente semplice che quasi non se ne accorgono: un attimo prima sono lì, in piedi davanti a te, e pochi istanti dopo i loro occhi si chiudono, le gambe diventano molli e cadono in terra come pesanti sacchi di grano. Erano diversi mesi che non mi capitava di farlo, e adesso è successo tre volte in due giorni. Forse è davvero l'inizio di un nuovo ciclo, come mi aveva gridato dietro quella vecchia mendicante il giorno del mio arrivo a Melsa.

E dire che all'inizio sembrava tutto fuorché una città interessante. Ho passato una settimana a sorbirmi lunghi ed estenuanti interrogatori, nella vana speranza di apprendere qualcosa di interessante da potermi rivendere per qualcosa di più di semplice denaro... Perché quando sei stato in prigione capisci che c'é qualcosa di ben più importante dei soldi, e se non lo capisci sei un completo idiota. Nel corso di quella settimana ho pedinato il torturatore e l'inquisitore del posto senza scoprire niente di interessante, se si esclude una dubbia relazione amorosa, troppo malcelata per valere realmente qualcosa.

Le cose hanno cominciato a ingarbugliarsi in concomitanza con l'arrivo di alcune mie vecchie conoscenze in città: Till il cacciatore e padre Berthold, presto rivelatisi due ottimi clienti per le informazioni che di lì a poco mi sarebbero capitate sottomano. La sera stessa del loro arrivo mi trovavo sulla soglia della sala delle torture, e all'uscita del torturatore decisi di seguirlo, assecondando uno strano presentimento che avevo in testa. Mai scommessa fu più vinta: dopo aver camminato per oltre un'ora all'interno della foresta che circonda la città, vidi con i miei occhi il torturatore sparire, come risucchiato da una forza misteriosa. Ricordo ancora il mio stupore nell'appoggiarmi incredulo ad uno di quegli alberi, solo per ritrovarmi la mano lorda di un liquame scuro che poi scoprii ricoprire tutta la radura circostante.

Un ulteriore sguardo al luogo della sparizione rivelò inoltre un coltello, poi rivelatosi appartenere con tutta probabilita' al torturatore stesso. Forte di quella prova, tornai a Melsa con una storia da raccontare.

Di comune accordo con Till e con padre Berthold, decisi di cominciare a tenere d'occhio l'inquisitore di Melsa, tale Dominique LaRoche: grande fu la mia sorpresa nel vederlo recarsi nella foresta, a poca distanza dal luogo della "sparizione", a conferire con un losco individuo la cui identità mi era ignota. Seguire anche lui fu un gioco da ragazzi, e mi portò a scoprire l'esistenza di un accampamento militare situato nel folto della foresta. Al suo interno una serie di soldati, armati di tutto punto, discuteva animatamente attorno a dei carteggi misteriosi. Non fu difficile sfruttare a mio vantaggio la stupidità che spesso contraddistingue gli uomini d'armi: fu così che riuscii a impadronirmi di una mappa e di una lettera, prima di dileguarmi rapidamente verso la città.

Mai avrei immaginato di trovarmi testimone degli eventi che accaddero nel corso della giornata seguente: un forte e freddo vento, sollevatosi a seguito di un processo per stregoneria, ben presto si tramutò in una vera e propria tempesta: la furia degli elementi si scatenò sulla città, provocando danni incredibili agli edifici e costringendo tutti, me compreso, a rifugiarsi nelle cantine e nei seminterrati. Nel corso di tale ricovero forzato ebbi modo di fare la conoscenza dell'amabile lady Lena, del prode sir Loras e del misterioso Mastro Abbot. La tempesta sovrannaturale durò fino all'alba del giorno successivo, la cui data coincide con quella delle presenti righe.

Di buon mattino, mentre la popolazione di Melsa seguiva padre Berthold in direzione del castello del Feudatario, presi la decisione di recarmi con Till nei pressi dell'accampamento nella foresta. Fu lì che incontrammo quei due briganti: bastò poco per aver ragione di loro. Ulteriori ricerche all'interno della foresta ci portarono alla cattura di due sentinelle. Interrogarle non si rivelò cosa da poco: ben presto la situazione rese necessario l'intervento di Mastro Abbot, di certo l'uomo più indicato per estorcer loro preziose informazioni. Ben presto i due finiscono per confessare quel poco che hanno da dire: la faccenda diventa sempre più ingarbugliata.

Poco dopo, riuniti con il resto della popolazione, veniamo distratti da delle strane noci rosse: seguendo la pista indicata da quegli strani frutti ci imbattiamo in un albero di noce profanato e, a quanto sembra, contaminato dalle streghe. Padre Berthold è lesto a dar fuoco alla pianta sacrilega, e poco dopo fa la loro comparsa un manipolo di uomini e donne, che si rivelano presto essere delle streghe con i loro compagni stregoni.

Fortunatamente i miei coltelli funzionano a dovere, ed in breve tempo riesco a mandare al diavolo due dei loro: padre Berthold si scaglia contro quella che sembra essere la loro capa, mentre la sua guardia del corpo, che se non ho capito male si chiama Gert, ne abbatte un terzo. Ben presto le streghe superstiti se la danno a gambe, lasciando a mastro Abbot l'onere e l'onore di interrogare una delle ferite. La strega rivela che il 12 settembre la città di Melsa subirà una invasione di uomini e di topi. E' con queste nuove informazioni che ci rechiamo dal vassallo, dove però ci aspetta una brutta sorpresa.
scritto da Shane Vogler , 02:04 | permalink | markup wiki | commenti (0)
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