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Vodan Thorn
Tempi Cupi
Vodan Thorn
Mai fidarsi di un cuoco magro.
creato il: 08/02/2013   messaggi totali: 24   commenti totali: 28
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4 luglio 517
Giovedì 25 Febbraio 2016

Arcas Nàr



Stanotte per me non c'è verso di dormire. Le urla di dolore di Arthur ignorano il silenzio offerto dalla coltre di nebbia che ci circonda e si ostinano a risuonarmi dentro, mentre le immagini della sua morte atroce scorrono per l'ennesima volta davanti ai miei occhi. A Nuova Lagos correva la voce che gli Elsenoriti mangiassero gli insetti; qualcuno si spingeva addirittura oltre, sostenendo che mangiassero anche le persone. Un giorno chiesi a Branna se era vero: Arcas nàr, mi rispose. La fame non conosce vergogna. Non potevo immaginare cosa avrebbero significato per me quelle due parole di lì a poco, prima nella stiva di una nave distrutta e poi dentro le vecchie prigioni.

Da queste parti la situazione è degenerata fino a raggiungere una sorta di perverso e grottesco equilibrio: le persone mangiano gli insetti, gli insetti mangiano le persone. Niente di troppo strano, in fondo: è così anche con gli animali, alla fine penso che sia una banale questione di dimensioni e di fame. Quando ho visto Lucano e Cador venire sbranati dalle locuste non ho battuto ciglio: una parte di me era persino contenta, visto che presto o tardi avremmo dovuto ucciderli in ogni caso.

Con Arthur è stato diverso: forse perché dopo di lui sarebbe toccato a me, se Ash non fosse riuscito ad impedirlo. O magari per via della presenza di scarafaggi ancora più grossi, come la bambina bionda che osservava la scena con sguardo compiaciuto o il balordo che ha preso a far da maestro ad Ash. Gente di merda, tanto quanto chi ha consentito loro di prendere il potere. Carnage, Masnadieri, Procacciatori, SenzaOmbra... c'è differenza? Probabilmente no. Ciascuno ha armi, uomini, mezzi e cavalli che mette al servizio dell'altro in cambio di denaro, favori o altra merce di scambio. La cosa risulta evidente fin dalla prima occhiata, ma ci siamo anche imbattuti in carte e racconti che lo provano al di là di ogni ragionevole dubbio: dai riferimenti che puntano ad Alec e ai suoi uomini alle guardie del corpo di Carnage, dall'ignominia di Arrok alle scorribande di Trevor e Leith.

C'è chi, magari in buona fede, può scambiare questa serie di accordi incrociati per una spregiudicata ma necessaria strategia di sopravvivenza: un modo come un altro per restare vivi in questo lurido bordello a cielo aperto, dove gli scarafaggi sono grandi come vacche e agli uomini non resta che farsi piccoli come formiche o strisciare come vermi. Arcas nàr. Forse è questo che pensa Colin, quando dice che Alec in fondo è soltanto un povero stronzo, oppure quando sottolinea che abbiamo sconfitto queste persone fingendo di essere amici loro. A tal proposito, mi chiedo cosa avrebbe pensato se quell'idiota di Procacciatore, anziché travestirsi da donna, si fosse nascosto come si deve, costringendomi ad agire: probabilmente non avrebbe più riso alle mie battute.

Fortunatamente, chi ci ha mandato ad ammazzare questa gente la vede in modo molto diverso. Infiltrarsi, colpire, tornare. Questo ci hanno detto di fare, probabilmente a conti fatti era l'unico modo per riuscirci. Sono soddisfatto di come abbiamo condotto questa operazione: tutti i miei avversari sono caduti con l'arma in pugno, liberi di scegliere se morire sul campo o a seguito di una resa. Tutto considerato, è molto più di quanto non abbiano offerto alle loro vittime.

Non restano che due cose da fare, prima di tornare a casa.

La prima si chiama Kelly. Non ho visto da nessuna parte gli uomini di cui mi ha parlato e questo è un male, perché quello che mi ha dato è un messaggio che mi sarebbe piaciuto consegnare. Ma oggi abbiamo trovato la sua spada e qualcosa mi dice che non è una coincidenza. Per questo, prima di sterminare quel che resta dei SenzaOmbra e dei Procacciatori, sarà il caso di far loro qualche domanda. Sui SenzaOmbra posso stare tranquillo, visto che non sopravviveranno all'interrogatorio in ogni caso: per i Procacciatori la faccenda è diversa... Se gli raccontiamo troppo, potrebbero provare a fotterci urlando qualcosa di fronte ai soldati di Ghaan.

La seconda si chiama Ardee. Finora con lei ho sempre agito d'istinto ed è andata bene: non sospetta niente, ci aiuta, ci dice quello che pensa: prima o poi capirà tutto e si prenderà a schiaffi, ma quel giorno sembra essere ancora lontano. Adesso l'istinto che ho è quello di salire in camera sua e fare quello che andrebbe fatto prima che sia troppo tardi, vista l'aria che tira. Magari neanche lei riesce a dormire. I miei compagni si fiderebbero ugualmente, sapendo che ci vado a letto? Probabilmente si, ma meglio non correre rischi. Eppure sarebbe bello riuscire a strapparla via da Ghaan: la vedrei bene a Uryen, darebbe del filo da torcere persino ad Ali Shark... Se non fosse che la sbatterebbero in cella e butterebbero via la chiave.

Branna, Dina, Ardee... Prima o poi devo cominciare a farmi piacere qualcuna che non abbia come obiettivo quello di uccidere me e tutti i miei amici.

... Com'è che si chiamava la Kraighar femmina?

Ardee Drachen - Immagine (Blog)
scritto da Vodan Thorn , 04:20 | permalink | markup wiki | commenti (6)
 
1 Luglio 517
Martedì 5 Gennaio 2016

Prima Base



Eccoti di nuovo, amica mia: finalmente riusciamo a scambiare due parole come ai vecchi tempi.

Certo, non sei neanche lontanamente bella come la prima volta che ti vidi, quando le sapienti mani di Branna disegnarono le tue forme sinuose e sconosciute sul retro di una pergamena ingiallita. Ricordo lo stupore con cui osservavo quel carboncino muoversi velocemente, mentre la Morte prendeva vita sotto di lui.

Ti piace?

Cazzo, se mi piaceva: così tanto che di lì a poco quel disegno me lo ritrovai sulla schiena. Ma soprattutto, mi piaceva lei. A volte mi chiedo cosa sarebbe successo se quella notte, invece di riprodurre le tue vesti, Branna avesse disegnato un topo con una carota nel culo: me lo sarei tatuato lo stesso? No, probabilmente no. La verità è che fu amore a prima vista: in qualche modo la tua figura in quel disegno mi rappresentava, era già parte di me prima ancora di essere impressa per sempre dagli aghi.

Quella notte stessa sognai la Figlia delle Ombre, o almeno credo che fosse lei. L'avevo vista una volta sola, da molto lontano: esile e incappucciata, proprio come te. Quando chiesi a Branna se si fosse ispirata a lei per disegnarti, scosse la testa. Cominciò a parlare, mi raccontò la storia di Morrigan e della sua trina incarnazione. Non capivo una parola, inutile dirlo: eppure riuscivo lo stesso a seguirla, mi bastava guardarla negli occhi e vederli brillare mentre descriveva i miti e le leggende con cui era cresciuta. Tu, la Signora della Vita e della Morte, eri la sua preferita: una condottiera invincibile e fiera, fonte di ispirazione per i più forti tra i guerrieri di tutti i Clan. Mi spiegò che i popoli del Continente, incapaci di comprenderne le molteplici sfaccettature, avevano volutamente distorto la tua figura attribuendole un ruolo esclusivamente malvagio: l'incarnazione vivente di Shub Nagath Elemnai, Dio della Morte e Signore dei Demoni, venerato solo dagli eretici più empi e blasfemi.

Shub Niggurath.

Tale, dunque, è il volto che ti hanno dato da queste parti: una lancia che spunta da un altare sconsacrato, con la testa rinsecchita di un povero stronzo conficcata sulla punta. Perdonami, ma mi sembra assai più simile al topo con la carota nel culo che non all'effigie spettrale che porto sulla schiena. Questo simulacro non ti fa onore, amica mia: non c'è da stupirsi che la gente venga qui a fare tutt'altro.

Eppure ti è bastata una sola notte per ridare a questo luogo un senso di solennità. Da Tina ai Madrigali, dalle zoccole che sono sopravvissute ai carristi barzotti con la bombarda: tutti spacconi fino all'istante in cui devono varcare l'ingresso, poi improvvisamente il fiato e la baldanza vengono a mancare. E scende il silenzio.

Non che io faccia eccezione. Negli ultimi mesi ne ho viste tante, ma non posso negare di trovarmi di fronte all'operato di una forza superiore mentre osservo questa miriade di Kreepar che ti circondano come un mantello: ne basterebbero tre o quattro per fare a pezzi me e...

Ardee mi stringe la mano. E' tesa, ha paura: non penso che abbia idea del perché l'abbia portata qui. Probabilmente è il posto meno adatto di tutto il monastero per... A parte il cesso pieno di Kreepar dove sono crepati Cador e Lucano. Diciamo che è il posto peggiore tra quelli dove non si ha la certezza di morire divorati.

O almeno spero.

Mi guardo intorno: porca troia, quanti sono. Se soltanto qui ne sono arrivati centinaia, quanti saranno in tutto, nascosti sottoterra, nei cunicoli, lungo le strade? Diecimila, forse di più. Ardee segue il mio sguardo, senza dire una sola parola. Abbiamo parlato fin troppo, ora è il momento di starsene zitti ad ascoltare il silenzio assordante di questo posto. Non c'è dubbio, Signora della Morte: questa non può che essere una delle tue tante dimore, a dispetto di quel macabro spaventapasseri che ti hanno dedicato.

Lo osservo ancora, poi guardo Ardee: lei fa lo stesso, poi mi annuisce. Chissà che cacchio pensa che siamo venuti a fare. Te lo spiego subito, caporalessa: stiamo per prenderci gioco di questa zucca vuota che fa finta di guardarci e vedere che succede. Come dicevano ad Elsenor? is cuma liom sa diabhal: alle ombre non frega un cazzo. Il che significa che la vecchia signora non dovrebbe aversene a male, se ho capito bene come funziona. Cosa di cui dubito, peraltro. Del resto, non vedo come potrebbe andare peggio di così: se i Kreepar scenderanno a mangiarci ce ne faremo una ragione, vorrà dire che entrambi riceveremo un encomio per ammazzato un soldato nemico. In caso contrario, almeno uno di noi si sarà divertito.

E di certo l'altro non può mettersi a urlare.

Ma poi, perché mai dovresti? Sei pure più vecchia di me, se penso a come sarai tra qualche anno dovrei essere io a urlare.

Per fortuna nessuno di noi avrà mai modo di godersi la scena.

Il Bacio della Morte - Immagine
scritto da Vodan , 00:33 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
30 giugno 516
Domenica 13 Dicembre 2015

Eroi



... E con questo sono quattro. Dovrebbe essere l'ultimo, almeno per adesso. I resti della porta non si vedono neanche più, sommersi da una catasta di zampette intinte nella melma scura e circondate da una moltitudine di minuscoli insetti neri dall'aria minacciosa. Approfitto della pausa per dare un'occhiata ai miei compagni di stanza: Colin è stato colpito un paio di volte, ma a giudicare dall'espressione trasognata con cui guarda la carcassa dello stercoraro gigante che ho steso poco fa direi che l'armatura ha fatto il suo dovere. Ash se ne sta rannicchiato in un angolo con la sua solita espressione del cacchio, metà spaventata e metà compiaciuta alla vista dell'ennesimo casino: sono contento che stia bene ma in realtà non avevo dubbi, quel moccioso ci seppellirà a tutti. Li guardo e penso che dopotutto è stato un bene che la porta si aprisse verso l'esterno in modo da impedirmi di uscire: queste bestie picchiavano di brutto, se me ne fossi andato per salvare la puttana non penso che ce l'avrebbero fatta.

Chiedo ad Ash come vanno le cose nell'altra stanza, sperando che abbia tenuto l'orecchio da quelle parti come gli avevo chiesto quando gli ospiti hanno bussato. Di là erano in tre a menare, non dovrebbero aver avuto problemi. Mi dice che sono usciti, forse per venire da noi.

"Bohemond, pensa Nestor del Borgo di Volta che grigliata si farebbe adesso!"

Bohemond risponde, tutto a posto. Avverto che è ora di uscire, poi mi accingo a liberare l'ingresso: l'idea, a quanto pare, è di andare a stare da loro. Mentre ci spostiamo, la domanda è inevitabile: come se la passano i nostri amici di fronte? Alziamo gli occhi per dare un'occhiata: sulle prime non si capisce nulla, poi a un certo punto li vediamo. Uniti e compatti, impegnati in una sortita che non sembra avere altro scopo se non quello di tirare dentro un paio di disgraziati in fin di vita. E' buio e c'è casino, non si riesce a vedere molto: distinguo a malapena i capelli biondi della caporalessa, intenta a dare ordini brevi e concisi, mentre un altro dei loro brandisce quella che sembra una spada fiammeggiante.

Spada di Fuoco - Immagine

Mecojoni.

Questa scena sembra essere fatta apposta per crearci problemi: se non sapessi che è impossibile mi verrebbe da pensare che li abbiano evocati loro, questi scarafaggi, per farci vedere quanto sono bravi ed eroici. Più la guardo e più mi sembra un dipinto, di quelli che hanno una scritta sotto che riassume il senso delle immagini mostrate.

Non rompeteci il cazzo.

Questo c'è scritto. Una frase che si può leggere in due modi.

Il primo è una richiesta:
Non rompeteci il cazzo, perché siamo soldati anche noi e come tali salviamo vite tanto quanto voi. Avremo pure fatto le nostre cagate ma eseguivamo degli ordini, esattamente come voi.

Il secondo è un avvertimento:
Non rompeteci il cazzo, perché siamo ben organizzati, abbiamo una spada di fuoco e chissà, potremmo persino rompervi il culo.

Stanotte la squadra di Ghaan ha dimostrato di avere un cuore. In parte lo avevamo già capito: sono gli esseri umani più ragionevoli con cui abbiamo parlato finora, probabilmente degli eroi se paragonati al branco di masnadieri che vive da queste parti. Ci serviva una conferma del fatto che non potevamo attaccarli di sorpresa? Ora ce l'abbiamo.

Non solo: hanno anche dimostrato di valere qualcosa. Avevamo bisogno di sapere quanto sarebbe rischioso affrontarli all'ultimo sangue? Ora lo sappiamo.

Questo cambia forse qualcosa? Direi di no. Quello che dobbiamo fare non è condizionato dalla loro bravura o dal buon cuore di cui sono dotati, ma da quello che sono venuti a fare qui ed ora: se fossero in libera uscita, cosa assai improbabile, potremmo anche decidere di lasciarli stare; ma visto che con tutta probabilità eseguono gli ordini del nemico, il nostro compito è trovare il modo per ostacolarli.

Quanto alla spada di fuoco... Ho visto di peggio, e anche i miei compagni. Abbiamo pestato gente grossa, in un modo o nell'altro ce la faremo anche con questi. Il problema è restare in piedi per fare anche il resto.

Ripenso alle possibilità che abbiamo.

Seguirli senza farsi notare: ipotesi che ha ben poche speranze di riuscita: se sono in missione ci toccherà intervenire, in caso contrario potrebbero comunque sorprenderci loro. A ben vedere non sarebbe che un modo per rimandare il più a lungo possibile la scelta di una opzione realmente risolutiva, ovvero una delle successive.

Scontrarci con loro, ovvero ucciderli/farli prigionieri oppure soccombere/essere fatti prigionieri: in tutti i casi significa mandare a monte la nostra missione principale e forse anche la nostra copertura, a meno di non essere così fortunati da ucciderli tutti senza subire perdite significative. In questo ci viene più che mai in aiuto la spada fiammeggiante, fulgido esempio di come un simile lieto fine sia altamente improbabile.

Risolverla con un duello: una ipotesi affascinante, che fa tesoro dell'esperienza vissuta nel cariceto di Amedran. Ma abbiamo realmente l'autorità di negoziare un accordo di questo tipo? Possiamo impegnarci a dar via la nostra identità, nonché a mentire ai nostri superiori quando ci chiederanno cosa è successo? Per quanto l'idea possa essere buona, l'ipotesi di dover tenere la bocca chiusa con chi combatte dal mio stesso lato del campo non mi piace per niente.

Nulla di fatto, ognuno per la sua strada: loro con la missione compiuta e la nostra identità, noi con le informazioni raccolte su di loro. Non mi fa impazzire ma la preferirei al duello, se non altro non ci costringerà a mentire. Il problema è che neanche loro saranno costretti, quindi le rispettive identità saranno rivelate ai rispettivi capi: se non ricordo male ci hanno ordinato di non dire chi siamo, a differenza loro che non sembrano farne alcun mistero.

A ben vedere, ciascuna di queste opzioni rischia di portarci dritti dentro un vicolo cieco. Più ci penso più mi convinco che far capire a questi signori da che parte stiamo sia un errore. Forse dovrei dare ragione a Colin e pensare seriamente a scoparmela, quella donna. Ma non fisicamente, però: con la testa, usando il cervello. A ben vedere abbiamo già cominciato a farlo, raccontandole una storia che nel bene e nel male deve essersi bevuta, altrimenti non saremmo qui a dormire a pochi metri da loro. Dobbiamo continuare così, cercando di restare fedeli a quello che abbiamo raccontato, senza mai rivelarci. In fondo il vero scontro che dobbiamo provare a vincere è questo: riuscire ad essere più svegli di loro, più furbi, più capaci. Assodato che siamo due squadre nemiche e contrapposte, possiamo ancora dimostrare di essere più bravi di loro, magari prima ancora di sguainare le armi. Anche senza una spada di fuoco.

Come potremmo fare? Provo a buttare giù un paio di ipotesi.

O la borsa o la vita: Potremmo pensare di avvicinarli dando l'idea di volerli rapinare, costringendoli - a loro scelta - a uno scontro oppure a un duello: non sarebbe molto diverso rispetto all'ipotesi originaria, il vantaggio è che saremmo visti come briganti e non come soldati nemici. In questo modo potremmo permetterci di perdere il duello o di lasciare vivi i superstiti dello scontro. Non è poco, tutto considerato.

Reclutateci: Li seguiamo senza farci notare per quanto possibile: non appena ci notano gli diciamo che vogliamo provare ad arruolarci nell'esercito di Ghaan, chiedendo loro di metterci alla prova: in fondo siamo buoni combattenti rimasti disoccupati, e Ghaan dovrebbe avere un disperato bisogno di uomini. Se rifiutano, proveremo comunque a capire cosa sono venuti a fare e decideremo il da farsi all'impronta a seconda delle informazioni che riusciremo a recuperare: se accettano, vorrà dire che ci uniremo a loro per il viaggio di ritorno, salvo poi mollarli sul più bello... magari portandoci via l'oggetto e/o le informazioni. Anche in questo caso penseranno quasi certamente a dei briganti e la nostra identità sarà grosso modo salva.

Al momento non mi viene in mente altro. Chissà se queste idee piaceranno ai miei compagni. Ne parleremo stanotte: del resto, con tutti questi ragnetti, dubito che riusciremo a prendere sonno.

Zecca - Immagine
scritto da Vodan , 05:05 | permalink | markup wiki | commenti (5)
 
29 giugno 516
Sabato 5 Dicembre 2015

Ardee



Se Colin sapesse come sto messo sarebbe più difficile dargli a bere che voglio portarti a letto. Dina sostiene che è solo questione di tempo: "tutto guarisce, niente perduto": spero sia vero, l'ultima volta che mi ci sono messo faceva così male che per poco non ammazzavo di botte quella poveraccia di... come si chiamava? Lorna, mi pare. Lorna di Feidelm. Neanche se ne sarà accorta, pareva di colpire il sacco da allenamento della Rocca di Tramontana.

"Io non credo alle coincidenze", così mi hai detto poco fa. Neanche io: per questo non penso che la tua squadra sia qui per caso, né che la vostra missione sia diversa dalla nostra. Siete venuti a trattare con le stesse persone che a noi hanno chiesto di uccidere: gente che prospera rubando medicinali ai nostri compagni per venderli a una fiera di paese, ai quali avete chiesto aiuto per recuperare armi o informazioni da usare contro di noi. Sarebbe bello farti andare via con le mani piene e le gambe sane, ma qualcosa mi dice che non finirà così: mi sa che dovrai rinunciare a qualcosa. O magari non tornerai proprio.

Sei mai stata circondata? Sembra di no, a giudicare da come ti sei affrettata a commentare la mia ferita alla schiena. Dovresti sapere che di solito non è chi scappa che prende le sveglie, ma i poveri stronzi che restano a combattere da soli. La vicenda che hai raccontato di aver vissuto a Feith mi suona familiare. La differenza è che a voi è andata meglio: se non altro non siete stati spazzati via. Dovevate essere un bel gruppo, altrimenti non si sarebbero messi a stanarvi con il veleno. Il che ci porta al vero problema, al motivo per cui non riusciremo a farti cambiare idea. Quanta gente hai perso in quell'inferno? Quanto ti rode il culo sapere che molti di loro camminano ancora? Ho vissuto anch'io una cosa del genere. La differenza è che a voi è andata peggio: è probabile che mia madre sia morta tra le fauci di un ciccione dalla pelle scura, ma almeno non ho il dubbio che stia vagando in mezzo alla neve brancolando come una scema.

I miei compagni ti trovano la persona più ragionevole del circondario, ma a giudicare dai devòti ministri della parrocchia che ci ospita mi sembra un complimento modesto. Colin spera che riusciremo a farti aprire gli occhi, io penso che preferirai farteli strappare piuttosto che concedere il beneficio del dubbio... E proverai anche a strapparli a noi. Sven è sveglio, anche lui ha capito subito che qui si rischia di dover far fuori una intera squadra. Entrambi vorrebbero evitare il peggio.

La vedo dura.

Del resto, detto tra noi, sarebbe anche giusto. Severo, ma giusto. Devi ammettere che, risvegliati o no, avete fatto un sacco di cagate. Molte le ha ricordate Bohemond poco fa, altre vengono raccontate alla Rocca di Tramontana nelle notti di pioggia, quando a nessuno va di uscire. Saranno pure discorsi fatti ad arte per imbonire la truppa, ma noi quello siamo: truppa. Ammazzarci a vicenda è il nostro lavoro, togliervi di mezzo significa salvare vite. Sven in fondo lo sa già, a Colin basterà dire che ti faremo qualche domanda sulle porcherie che avete fatto mangiare a quella scrocchiazeppi di Annie.

Guarda il lato positivo, da queste parti coi cadaveri ci sanno fare.

Dormi bene.

Ardee Drachen - Immagine 2
scritto da Vodan , 01:38 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
1 maggio 517
Domenica 14 Giugno 2015

Fear



I sacerdoti di Nuova Lagos detestavano Beltane, per loro era una festa pagana priva di significato. L'Arrivo della Primavera per loro cadeva oltre un mese prima, durante la settimana che iniziava con le notti di Ostara e finiva con il giorno dedicato alla Dea della Natura. Mia madre, che era convinta che tutti i preti del continente venissero da Delos, attribuiva questa diversità di vedute a ragioni legate alla temperatura.

"A marzo a casa loro farà senz'altro fin troppo caldo, ma qui fa ancora un freddo del cazzo". Facile indovinare quale preferisse celebrare tra le due. Come darle torto?

A Elsenor si festeggia otto volte l'anno: Samhain, Imbolc, Beltane e Lughnashad, e poi Yule, Ostara, Litha e Mabon. Le prime quattro corrispondono ai giorni più importanti dell'anno, le altre assai meno. A Beltane si attraversano le fiamme e si diventa uomini, a Ostara accendi una candela e la guardi bruciare insieme a una donna. Durante Beltane si stringono patti e alleanze, durante Ostara al massimo ti scopi la cugina o la migliore amica con la scusa del cero. Questa è grossomodo la differenza e chiunque vivesse nell'Isola lo sapeva bene, con buona pace dei sacerdoti di Nuova Lagos.

Quando ho fatto l'attraversamento del fuoco avevo appena compiuto 18 anni. Ricordo che per impressionare Branna scelsi di uscire camminando lentamente, col risultato che il fumo quasi mi fece svenire dentro la capanna in fiamme. Chissà se qualcuno ci crepa, ogni tanto, dentro quelle capanne del cazzo: probabilmente si, l'Isola è piena di idioti spacconi che non vedono l'ora di danzare sul ciglio del burrone e non pensano che basta mettere un piede in fallo per restarci secchi. Magari la cerimonia serve proprio a questo, a togliere di mezzo chi è troppo scemo per diventare un uomo. O troppo impacciato.

Capanna in fiamme - Immagine

Uomo. Fear, nella lingua dell'Isola. Branna mi spiegò che, tra gli elfi, quella parola assume un significato molto diverso. Paura. Così viene chiamato chi attraversa il fuoco, così viene riconosciuto dal suo Clan. Da quel momento, se lo desidera, gli è concesso recarsi al Lughnashad e sostenere la Prova: ma può anche fregarsene e vivere comunque la sua vita affermandosi come combattente, soldato, avventuriero, pirata, contrabbandiere o qualsiasi altra cosa. Ma un Lupo, quello non potrà mai diventarlo: non fino a quando non sopravviverà alla Prova.

I sacerdoti di Nuova Lagos dicevano che la lingua di Elsenor non era che una perversione della lingua degli Elfi. I Clan dell'Isola, inutile dirlo, sostenevano l'esatto contrario. L'unica cosa certa è che le due lingue sono collegate tra loro. Paura, dunque. Di diventare uomini? O forse di dover scegliere se diventare Lupi? Il sergente Greg una volta ci disse che un uomo è tale in virtù delle sue paure: non esiste chi non teme nulla, solo chi non ha visto abbastanza. Per questo ci fanno passare attraverso il fuoco.

In queste ultime settimane ho visto fin troppo. La Prova che a lungo ho voluto disputare e dalla quale fui ingiustamente escluso è venuta a prendermi con la violenza di uno stupratore: prima Tarkhun, poi Taerbeck, infine un lupo gigantesco uscito da chissà dove. Roba da cagarsi sotto per tutta la vita. Eventi che si riassumono in una manciata di parole: un sacco di culo, un sacco di sfiga e un sacco di botte. Date, ma soprattutto prese. Le stesse che risuonarono durante il massacro di Nuova Lagos, poi tra gli alberi dell'isola di Cabal e quindi nei corridoi sporchi e angusti delle vecchie prigioni.

Niente di nuovo, dunque. Mi sforzo di pensarlo mentre osservo una gamba irriconoscibile, masticata fin quasi all'osso. Chissà se ho avuto davvero scelta, se ho agito d'istinto o per senso del dovere. So solo che non ho avuto alcun dubbio a spaccare quella collana, nonostante fosse un trofeo di guerra che mi ero guadagnato. A ben vedere ho distrutto metà delle cose che possiedo e neanche so bene perché l'ho fatto. E' venuto da dentro, come un colpo di tosse. L'unica cosa che ho capito è che qualcuno c'è rimasto davvero male, quindi se non altro ne è valsa la pena.

Guardiamo il lato positivo: mi resta un boccale, segno che l'ultima bevuta deve ancora venire.

Alla tua, chiacchierone... E tante grazie per lo scudo.
scritto da Vodan Thorn , 05:29 | permalink | markup wiki | commenti (3)
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