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« Se Gargutz, il dio potente, avesse un volto, sarebbe il volto del mio Anacarsi »
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Vodan Thorn
Tempi Cupi
Vodan Thorn
Mai fidarsi di un cuoco magro.
creato il: 08/02/2013   messaggi totali: 23   commenti totali: 28
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Scritto il 25/04/2016 · 21 di 23 (mostra altri)
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9 luglio 517
Lunedì 25 Aprile 2016

Riportando tutto a casa



Le macabre guglie della Stretta Osservanza scompaiono dietro le nostre spalle mentre ci allontaniamo. Nessuno ha voglia di parlare molto. Persino i cavalli tengono la bocca chiusa, intenti come e più di noi a scrutare la nebbia che ci circonda: una coltre bassa e pesante di fumo bianco che sembra essere appena uscita dal terreno. Ogni tanto il vuoto del paesaggio si interrompe, lasciando intravedere qualcosa: alberi scheletrici, sagome indistinte che vagano in cerca di cibo, qualche rovina bruciata o distrutta, probabilmente infestata.

Difficile credere che qualcuno abbia mai vissuto da queste parti. Pensare che qualcuno tornerà mai a farlo lo è, se possibile, ancora di più.

D'un tratto avverto un fastidio familiare: schiaffoni di sabbia ci sferzano la faccia, costringendoci ad alzare il bavero dei mantelli. In condizioni normali avrei fatto volentieri a meno di questo bentornato, non dissimile da quello che ricevevo da mia madre le volte che rincasavo a notte fonda: eppure, viste le circostanze, viene voglia di accettarlo quasi di buon grado. Niente paura, vento del cazzo, stiamo tutti bene.

Ma è davvero così? Non saprei dirlo. I volti dei miei compagni scompaiono rapidamente alla mia vista, nascosti dalla stoffa. E' stata una missione come un'altra, in fondo. Gente da ammazzare, informazioni da recuperare, stronzate da evitare: talvolta, perché no, anche qualche poveraccio che è valsa la pena di salvare.

Eppure, al tempo stesso, non lo è stata. I nostri obiettivi sono morti, ma erano pesci piccoli in un mare freddo, agitato e pieno di squali. Abbiamo scelto di farci coinvolgere, cosa che ci ha permesso di vedere bene questi bestioni dallo sguardo cattivo che nuotavano appena sopra le nostre teste. La realtà è che prima o poi ce ne saremmo accorti, anche se ci fossimo fatti i cazzi nostri fin dall'inizio: certe cose non puoi non vederle, anche se ti sforzi al massimo.

Abbiamo provato ad abbatterli, questi squali: i più deboli sono caduti, altri sono riusciti a scappare, continuando a mietere vittime. Il risultato è che la loro fame, così come la nostra, è cresciuta anziché diminuire, provocando un gran numero di morti senza che nessuno sia riuscito realmente a prevalere. Colin la vede come una tragedia inutile, un massacro fine a se stesso che forse, tutto sommato, si poteva evitare: per me, più semplicemente, è una cosa inevitabile, una conseguenza naturale di quello che oggi esiste in questo angolo di mondo. Non so se dipende dal fatto che sono uno squalo anch'io, oppure perché non mi piace sentirli che mi nuotano sopra la testa, o magari tutt'e due le cose. Chi se ne frega del perché, funziona così e basta. Il fatto che questa gente abbia ammazzato un branco di preti, si sia data un pugno di regole e abbia tirato su una palizzata sfruttando l'indolenza della maggior parte dei loro concittadini non li legittima in alcun modo, né mi fa passare la voglia di farli fuori tutti. Anzi.

A questo proposito, una cosa è certa: senza il valore e il coraggio miei compagni, anche quel "poco" che abbiamo ottenuto sarebbe stato impossibile. Non solo hanno avuto il mio stesso impulso, ma si sono battuti come dei leoni in ogni circostanza. Spero che Barun scherzasse quando mi ha detto che questa sarebbe stata la mia ultima missione con loro: rimpiangerò di certo la forza di Sven, la spada di Bohemond, le riflessioni di Colin e, che la Nagath possa cavarmi gli occhi se mento, persino il bastone del prete. Tutto quello che abbiamo fatto insieme ha funzionato alla grande, anche quando non ci avrebbe scommesso nessuno. "Forse non è questo il momento giusto per affrontarlo": quando Bohemond mi ha detto questa frase, entrambi pensavamo che dietro a quella maschera si nascondesse Caister. La mia freccia non era d'accordo e lui si è fidato, un istante dopo era di fianco a me con la spada in pugno insieme a Sven. Non sarà facile mantenere questo livello. Spero che mi manderanno da qualche parte da solo, se non altro non sarò costretto a fare confronti impietosi. Mi auguro che questa non sarà l'ultima volta che oltrepasserò quel ponte: comincio ad avere fin troppi conti in sospeso su questa sponda del fiume.



Poco fa sono andato a salutare Ardee. Spero che quello che le ho detto a proposito dei Risvegliati le faccia venire qualche dubbio. Le auguro di uscire viva dalla Tomba della Regina, magari a mani vuote. Prima o poi ci rivedremo, forse persino a Ghaan, ma temo che non sarà la rimpatriata che immagina lei. Cominciamo ad essere lontani, neanche la torre di Madreselva si vede più. Chissà se quella notte è esistita davvero o se me la sono sognata: è stato quattro giorni, tre scontri e almeno dieci morti fa.

Corte di Madreselva - Immagine

La Pipa Horrenda, la Lanterna di Arrok, la Mosca Zirconata, l'Anello di Melkor, un discreto mucchio di monete d'oro e d'argento: questi i tesori che abbiamo recuperato e che riporteremo a casa. E non vorrei che, nascosta in qualche zaino, vi fosse anche la testa rinsecchita del prete di Aràk: ammetto di averne perso le tracce, spero che qualcuno abbia pensato bene di seppellirla.

Avrei preferito di gran lunga staccare la testa di quella zoccoletta di Carnage: un vero peccato non essere riusciti ad entrare in quella casa. Cosa sarebbe successo, se avessimo tentato? Alcuni di noi sarebbero morti, questo è poco ma sicuro. Caister non se ne sarebbe mai andato da solo, l'ombra di Morte che segue ogni suo passo non lo avrebbe permesso. Meglio non pensarci: ci saranno altre occasioni. O perlomeno altri squali.

Anche questa è fatta. Avanti i prossimi, finché ce n'è.


scritto da Vodan Thorn , 15:36 | permalink | markup wiki | commenti (1)
Scritto il 25/04/2016 · 21 di 23 (mostra altri)
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