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La Confraternita della Rosa Bianca
Karen Gordon Gabriel
 
creato il: 20/07/2005   messaggi totali: 32   commenti totali: 47
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29 maggio 519
Giovedì 3 Novembre 2011

il Dio della Solitudine...

Il freddo che si insinua attraverso le fenditure di queste vecchie pietre, l'affievolirsi del chiarore delle torce, sono cupi testimoni di una percezione che vorrei rifiutare con ogni forza.
Lui è qui.
Lo sento, eppure rinnego questo atroce occhio ulteriore, non voglio questo potere. Ma Lui è qui, finalmente nemico dichiarato, vicino come mai in passato.
E' qui attraverso il suo volgare emissario umano, vissuto, morto e rinato troppe volte.

Basta, basta. Fate tacere il canto dei corvi. Fate tacere il grido delle anime strappate, degli occhi strappati, del sangue, del silenzio....
Le porte sono aperte. Una corrente impetuosa trascina verso l'oscurità. Le porte sono spalancate, fauci di ghiaccio si schiudono solennemente.

E' per questo che sono sopravvissuto a tanta devastazione? E' per questo che la mia anima si è lacerata ed una luce disperata si è fatta largo nelle tenebre che da anni imprigionavano il mio intelletto?
Posso sentirlo che si avvicina.
Non ho un Dio da pregare, stanotte. Ho solo un Dio da combattere e da distruggere.
Un Dio da uccidere.

scritto da Clark LeNoire , 11:59 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
3 novembre 518
Mercoledì 19 Gennaio 2011

Rapporto del Soldato della Fede Nicolas Long

Sono arrivato ad Halbedel nel primo pomeriggio insieme a Frate Erwin, e subito abbiamo potuto verificare che le condizioni della prigioniera sono piuttosto gravi.
Lady Emanuelle Beart è prostrata nel fisico, ma sembra che il suo animo sia pieno di coraggio: ci ha ricevuti nella sua cella, debolissima e incapace di alzarsi dal letto, con il volto segnato da un pallore mortale. Ha chinato il capo davanti a Frate Erwin, rispettosamente, e ci ha ringraziati per essere accorsi così in fretta.

Le parole dell'Abate Padre Cornelius erano state molto chiare al riguardo: lady Beart è stata avvelenata, la notizia della sua volontà di convertirsi deve essere trapelata e, se le sue affermazioni sono fondate, ha nemici davvero molto potenti.
L'Abate ci ha chiesto di rimanere qui ad Halbedel per i prossimi dieci giorni, o fino a quando arrivi da Amer la scorta per accompagnare Lady Emanuelle Beart al sicuro a Sanpeccato.

Lasciare Luceen in questo momento di difficoltà è stata una scelta sofferta.
E' dal giorno della festa di Reyks, da quando abbiamo ritrovato uno dei paesani, Yesso Bravo, gravemente ferito da una balestrata presso il Prato di Neve, che Luceen è tormentata da una banda di briganti.
Sono guidati da una donna, Martha Trouville, originaria delle Parole d'Oro come gran parte degli abitanti di Luceen. Sembra che sia mossa dal personale risentimento nei confronti del Dominus di Luceen, Sir Andrè Navon.
Dopo il ferimento di Yesso Bravo, il 16 ottobre è stata attaccata una carovana di merci provenienti da Laon. Due uomini sono morti, altri tre rimasti feriti. Qualche giorno dopo, il 25 ottobre, Martha e i suoi uomini hanno assalito alcune donne di Luceen che si trovavano presso il ruscello per il bucato. Marielle Brò e altre due sue compaesane hanno subito violenza e sono state abbandonate ferite e piangenti ai margini della radura.
In seguito a questo episodio abbiamo organizzato una battuta per il bosco di Navon e le colline circostanti, con l'aiuto di molti uomini di Luceen, alla ricerca dei colpevoli. Abbiamo trovato un accampamento abbandonato di recente, ma di Martha Trouville e dei suoi complici nessuna traccia.

Proprio ad interrompere le ricerche è arrivato l'appello accorato ed urgente dell'Abate di Halbedel: Lady Emanuelle Beart avvelenata, un traditore all'interno dello stesso Monastero, massima necessità di avere un aiuto per assicurare la sua protezione. Abbiamo affidato a Sir Andrè Navon le ricerche dei briganti e siamo corsi qui. Sarebbe tuttavia molto utile se venisse inviato qualche rinforzo a Luceen, sia come aiuto materiale, sia come sostegno spirituale per Sir Navon, molto stanco nel corpo e nell'animo.

Emanuelle Beart - Immagine 4



scritto da Nicolas Long , 22:29 | permalink | markup wiki | commenti (2)
 
25 Febbraio 518
Mercoledì 4 Marzo 2009

Lettera a Sir Bruno Malade

Data ad Albiach il 25 di Febbraio dell'anno degli Dei 518

Sir Malade,

ci sentiamo in dovere di ragguagliarvi sugli ultimi quanto spiacevoli sviluppi dell'incarico da voi affidato a Lady Solice Kenson e a messer Eric Navar.
Come preannunciatovi nella nostra precedente missiva, la ricerca che avete loro commissionato circa l'oscuro manufatto noto come "Pfhaegal" ha finito per suscitare l'interesse e la preoccupazione dell'Inquisizione e del Collegio dell'Arcana Sapienza, interesse e preoccupazione che si sono concretizzati nell'inchiesta condotta da Padre Baruch Tirpiz nel feudo soggetto alla nostra amministrazione.
Se da una parte possiamo sentirmci sollevati nell'annunciarvi che l'Inquisitore ha riconosciuto la sostanziale innocenza dei vostri uomini, risparmiando loro la pena di ulteriori e più pressanti interrogatori o peggio ancora di una messa in stato d'accusa, dall'altra è con estremo rammarico che dobbiamo farvi presente la situazione di grave difficoltà in cui ora siamo venuti a trovarci.
Padre Baruch non è rimasto granchè soddisfatto delle spiegazioni che siamo stati costretti a fornire, e ci ha preannunciato che in futuro la nostra posizione sarà scrupolosamente vagliata. E' un' attenzione che, capite bene, non solo non desideriamo, ma che può rivelarsi estremamente controproducente per la nostra comune causa, compromettendo i frutti di anni di leale collaborazione con i summenzionati istituti.
A questo proposito, vi citeremo il significativo avvertimento informale giuntoci al termine dell'inchiesta da parte di lady Lucinde Soern, Uditrice del Collegio dell'Arcana Sapienza, ed amica della Causa. In un breve colloquio privato ella ci ha fatto presente che: "Sarebbe davvero un peccato, alla luce di questo incidente, se i miei superiori dovessero riconsiderare l'utilità del contributo discreto ma prezioso che la vostra associazione ha così generosamente fornito allo sforzo ducale contro le macchinazioni degli eretici. Vi siete interessati ad un ambito che non vi compete, e lo avete fatto con una rimarchevole mancanza di circospezione e di cognizione di causa. Non costringeteci a volgere lo sguardo dove fino ad ora non abbiamo avuto interesse ad indagare."

Vi invitiamo pertanto a riconsiderare la leggerezza con cui avete gestito questo affare, mandando i vostri uomini allo sbaraglio e mettendo noi in gravissimo imbarazzo. Cogliamo poi l'occasione per porvi le nostre scuse per aver, pressati dalle circostanze, visionato la vostra corrispondenza con Messer Eric Navar: si è rivelato necessario ed utile per scongiurare che la vicenda si concludesse con esiti ancor più sfavorevoli.

Confidando che sappiate ritrovare quella lucida abnegazione rispetto alle necessità della Causa che fece di vostro padre un amico ed un esempio insostituibile, vi inviamo i nostri saluti.

Sir Jacob Tennenbaum.

Hate Mail Immagine 1
scritto da Jacob Tennenbaum , 12:16 | permalink | markup wiki | commenti (4)
 
24 agosto 517
Venerdì 22 Febbraio 2008

la Regola di Kayah

Non è facile di solito da spiegare.
Ero da poco entrato al Monastero, appena un ragazzino, quando Sir Arles chiamò tutte noi vesti bianche e ci fece un discorso che lì per lì mi sembrò insieme semplice e misterioso. Semplice nella sua forma, misterioso perchè circondato da un alone di gravità e di importanza che allora non riuscivo proprio a comprendere.
"Nella nostra rinuncia risiede la nostra forza", ci disse. "La Regola di Kayah ci impone di astenerci dalla ricerca delle soddisfazioni terrene: un sacrificio alto da pagare in cambio però di una libertà incommensurabile".

Libertà incommensurabile.

Mi colpì molto il fatto che proprio nella rinuncia trovasse il fondamento la nostra libertà. E ci ho ripensato a lungo, molte volte, nelle notti difficili, nei momenti di dubbio e di debolezza che negli anni successivi hanno visitato la mia mente.

Oggi, mentre guardo dalla distanza i miei compagni di viaggio, riesco finalmente a sentire questa forza, questa libertà.
Per quanto bello e benedetto dagli Dei, il legame tra un uomo e una donna non è adatto a chi sceglie di seguire un percorso come il nostro. E' una debolezza che ti priva della libertà e della lucidità necessaria per affrontare battaglie importanti. Tanto più se la persona amata è vicina nel momento della difficoltà.
La consolazione, il conforto, la felicità non sono forza. Sono prigione.

La rinuncia è libertà.
scritto da Nicolas , 02:29 | permalink | markup wiki | commenti (2)
 
23 agosto 517
Lunedì 28 Gennaio 2008

L'esecuzione.

Quando decisi di prendere i voti da Paladino, sapevo che prima o poi mi sarei macchiato le mani di sangue. Combattere con ogni mezzo le forze delle Tenebre, impugnare le armi, combattere, uccidere, fa parte dei doveri dell'Ordine: arrivi ad abituarti all'idea che presto o tardi succederà anche a te.

Oggi, per la prima volta, ho tolto la vita ad un uomo, Sir Enrique Grognard.
Prigioniero, disarmato, arreso ma non pentito. In mancanza della possibilità di portarlo al giudizio dell'Inquisizione per i suoi crimini, mi sono assunto la responsabilità di ucciderlo.

Cosa provo?
Non saprei dirlo.
Non sono pentito di ciò che ho fatto. So di aver fatto la cosa giusta. Ma durante il combattimento contro di lui mi sono reso conto di essergli di molto inferiore, era uno spadaccino veramente abile. Non sarei mai riuscito a colpirlo sul campo. Non potendolo fare in battaglia, ho ucciso un uomo inerme. Se lo meritava, d'accordo. Ma era inerme.

Padre Quart invece ha risparmiato la vita di Pedro Larsac. Dopo mille ripensamenti, ha scelto la strada della misericordia. Io ho deciso per la morte.
La nostra situazione è disperata, ma anche quella in cui ci trovavamo giorni fa ad Anthien lo era. Eppure Padre Quart, Frate Erwin, hanno deciso che Pedro Larsac vivesse. E gli Dei hanno in seguito dimostrato che quella era la cosa giusta da fare.
Ho sempre considerato il mio superiore un coraggioso, ma nello stesso tempo un uomo che ha il vizio di camminare sul filo della spada. Stavolta mi ci sento io pericolosamente in bilico tra bene e male, tra la legittimità e l'abuso. Che avrebbe fatto Padre Quart al mio posto?

Ho il conforto di Solice.
Leggo nei suoi occhi un tormento simile al mio davanti alle difficili scelte che stiamo assumendo. Era disposta ad impugnare la spada per togliere la vita ad un altro dei prigionieri, dei molti prigionieri che stiamo uccidendo. Ma l'ho fermata. Non abbiamo bisogno di questo genere di conferme. Che almeno per il momento le sue mani restino immacolate.

Poi c'è Loic.
Lui mi spaventa. L'ho dovuto fermare mentre stava per pisciare sui mantelli bianchi dei due Maestri del Vento che abbiamo ucciso. Senza rispetto per i morti, senza pudore, senza umiltà. Anzi è salito in cattedra a spiegarmi i principi della cavalleria e dell'onore, e se non fosse stato per l'intervento di Solice non so dove saremmo arrivati.
Trabocca di odio, un odio irrefrenabile e ridondante. E' impulsivo, infantile e crea sempre un sacco di guai. Per esempio, nessuno di noi ha avuto il tempo di domandarglielo: cosa gli è passato per la testa quando si è tuffato a bomba addosso alla carovana, per sfidare a duello Sir Brian?

Sembra un secolo che ci troviamo qui alle Parole d'Oro. Sembra che abbiamo fatto chissà quanto... ma siamo soltanto all'inizio. La torre è lì, Lord Wilhelm e i suoi sono ancora al sicuro al loro posto. C'è molto ancora da fare.
Prego gli Dei che ci mantengano lucidi fino alla fine.
scritto da Nicolas Long , 13:52 | permalink | markup wiki | commenti (2)
 
22 agosto 517
Lunedì 7 Gennaio 2008

"Liberami..."

Non so per quanto tempo ancora la benevolenza di Kayah proteggerà il nostro rifugio sotterraneo, nè fino a che punto le mie forze saranno in grado di sostenere questo peso. Arriverà mai il mattino? E quanti, quanti sono questi pazzi sperduti che continuano ad attaccarci?

Stringo la mano della moribonda mentre il suo sangue, goccia a goccia, si disperde sul pavimento.
Poco fa, davanti a Solice, sembrava tornata in sè, ma adesso nel suo sguardo leggo solo deliquio e disperata follia. Cerco di infonderle coraggio, ma sento di non esserne all'altezza.

"Parli come Padre Quart". Così mi ha detto Guelfo prima di allontanarsi con gli altri.
A cose normali non ne sarei stato contento... ma forse adesso comincio a capire il mio superiore.
Adesso che porto sulle spalle un peso che non sono in grado di sostenere, che devo prendere decisioni impossibili, mettendo a rischio la vita stessa dei compagni. Adesso che mi trovo faccia a faccia con la morte, la dannazione e la follia.
Padre Quart mi aveva avvisato che sarebbe stata dura, ma è molto diversa da come me l'aspettavo.

"Liberami..."
Così ha mormorato questa poveretta nel breve istante di lucidità. Liberami da questa grata... da questa prigione... da che cosa? Liberami da questa vita?
Che cosa ti ha portata a finire così, agonizzante sul pavimento di una grotta, con un braccio incastrato tra vecchie ferraglie turniane? A finire pazza, sola, assetata di sangue e nello stesso tempo così fragile e impotente? Mentre parlavi con Solice eri lontanissima, sperduta chissà dove. Come possiamo aiutarti?
Forse è soltanto nella pace di Kayah che troverai la tua liberazione. O forse no, forse ancora c'è un legame tra la tua anima e questo mondo, e potrai tornare tra di noi, guarire, vivere.

Prego Kayah, è tutto quello che posso fare.
scritto da Nicolas Long , 11:22 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
11 agosto 517
Lunedì 5 Novembre 2007

Mentre ti sorreggo il capo, su questo carro traballante, vedo soltanto un'immagine. Di tanti anni insieme, soltanto uno sguardo. Lo sguardo che avevi il giorno in cui mi rasai il capo per la prima volta.
Eravamo in locanda ad Achenar, avevo da poco visto mio padre, e come sempre avevamo litigato. Mi accogliesti nella stanza in silenzio, e non parlasti nemmeno dopo che ebbi chiesto all'oste dell'acqua, uno specchio ed un rasoio.
Immobile, silenziosa. Terribilmente consapevole.
Ti ho fatto del male molte volte, ma mai come allora.

Non morire, Karen. Ti prego.
scritto da Lorenzo Quart , 23:00 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
11 agosto 517
Sabato 20 Ottobre 2007

Poco fa mi sono specchiato negli occhi di Solice, e quello che ho visto non mi è piaciuto.
Il mio esempio, l'atteggiamento troppo aggressivo che ho deciso di adottare, sono secondo lei la causa dell'efferatezza di Loic e di suo fratello Eric. Probabilmente ha ragione. Ho dunque trasformato gente innocente in assassini senza scrupoli?
Non è questo che ho giurato davanti alla Dea il giorno in cui ho assunto i miei voti.

"Lorenzo, non fare cazzate..." anche Erwin, che mi conosce bene, sa che finisco sempre per farne.
Ne sto per fare una, molto grossa, questa sera. Ed ho rischiato di farne un'altra poco fa: quando stavo per porre fine alla vita di Pedro Larsac.
Quel viscido per il momento vivrà, perchè non è mio il diritto di decidere se e quando meriti di essere giustiziato. Ma quanti altri rischieranno la vita stasera, nel tentativo di liberare Erwin? Ed è devozione alla causa o soltanto il mio sentimento di amicizia, a spingermi su questo pericoloso sentiero?

Anche stamattina, e non per la prima volta, ho sporcato di sangue la Rosa. Ma mi chiedo come si faccia a combattere una guerra giusta senza sacrificare qualcosa.
Metto tutto sul piatto della bilancia, compresa la mia Fede. E forse è troppo, forse anche questa è una cazzata, come direbbe Erwin.

Ma lo voglio salvare, e lo salverò.
scritto da Lorenzo Quart , 10:13 | permalink | markup wiki | commenti (21)
 
10 agosto 517
Lunedì 15 Ottobre 2007

Il prigioniero e l'incappucciato.

I segreti di Lady Solice iniziano a svelarsi. Ma più comprendo quello che succede, più profonde sono le domande che si presentano alla mia mente. Ho preso gravi decisioni sulla base di pochissime informazioni, e l'unica cosa di cui sono assolutamente certo è che sto facendo la cosa giusta.
L'incappucciato mi ha detto di chiamarsi Lorenzo. È un uomo di chiesa, e non credo proprio che sia un prete. Arriviamo alla torre, lì insceniamo la pantomima del palafreniere e del cavaliere furibondo per il furto dei suoi cavalli, e dopo un po' di storie ci fanno passare.
"Non vi azzardate a seguirci" dico con tutta l'arroganza di cui sono capace, "pretendo di interrogare personalmente il sospetto".
Balon Gaunt, capo della sorveglianza, ci scruta in cagnesco mentre saliamo le scale fino al secondo piano, alla cella del prigioniero. È lui stesso a custodire la chiave, apre e ci fa entrare. Alle nostre spalle sento il chiavistello che viene richiuso.
E se decidesse di non farci più uscire? È un pensiero di un attimo, poi gli occhi si abituano alla penombra e scorgo la sagoma del prigioniero, su cui si posa il chiarore della luna che filtra dall'unica feritoia della cella.
Siede a terra, con le spalle poggiate al muro, tra la paglia e pesanti catene alle braccia che gli impediscono di stare coricato. Ha la barba di qualche settimana e i capelli molto corti, sembra assopito.
Lorenzo, accanto a me, resta immobile a osservarlo.
Poi gli si avvicina e si inginocchia accanto a lui.
"Erwin", lo chiama.
Il prigioniero si scuote, apre gli occhi. "Che ci fai qui" domanda a bassa voce.
"Posso stare poco tempo, ho bisogno di parlarti".
Arretro fino a poggiare le spalle sulla porta, lontano da loro. Mi sento terribilmente di troppo, eppure non posso andarmene. Parlano per diversi minuti, a bassa voce. Non li ascolto, concentrandomi sulla cella, sul raggio insolitamente brillante della luna, sui passi dei sorveglianti fuori dalla porta.
Il rumore delle catene richiama la mia attenzione nuovamente su di loro. Il prigioniero solleva con fatica la mano incatenata, e la poggia sul capo dell'altro, benedicendolo.
"Kayah è con te"
"È anche con te, e lo sarà sempre, qualunque cosa accada", risponde l'altro.
Poi i due si stringono le mani e Lorenzo si alza in piedi, per poi venire verso la porta.
"Lorenzo, non fare cazzate"
"Se me lo dici tu..." risponde lui, tirandosi il cappuccio sul capo.
Bussiamo alla cella, ci vengono ad aprire. Di nuovo quell'odioso carceriere ci squadra, poi mi fa, con aria sprezzante: "l'avete trovato il vostro ladro di cavalli?"
"Non sono certo affari vostri", rispondo, "per quanto forse di ladri di cavalli ve ne intendete...".
Usciamo, saliamo a cavallo e ci dirigiamo senza parlare verso fuori città.
scritto da Sir Steven DeRavin , 14:16 | permalink | markup wiki | commenti (1)
 
5 agosto 517
Martedì 25 Settembre 2007

Ad Anthien

Passando da Nekkar, ieri, Padre Quart è andato dritto a casa di una donna che non conoscevo. Si chiama Karen, si sono parlati 5 minuti, lei ha riempito lo zaino ed è venuta con noi.
Qui ad Anthien alloggiamo in una locanda fuori città, ma presto domattina io parto alla volta di Laon, dove proverò a contattare la Paladina Solice e i suoi compagni. Karen e Padre Quart, insieme a Youri che abbiamo raccolto a Chalard, invece svolgeranno qualche indagine qui per capire se sia vera la notizia della cattura di Frate Erwin.
scritto da Nicolas Long , 10:22 | permalink | markup wiki | commenti (0)
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