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« E' da quando sono uscito di galera che ho voglia di pestare un prete. »
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Kailah Morstan
diario di viaggio
Kailah Morstan
 
creato il: 13/01/2012   messaggi totali: 87   commenti totali: 91
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28 luglio 517
Martedì 14 Giugno 2016

Vecchia conoscenza

A parte lo spavento, che sorpresa!

Il "mio" Kreepar è tornato a cercarmi, lo stesso che avevo circondato di un'Aura di Magia l'anno scorso ad Alma Mater.
Sarà un caso, ma si è lanciato proprio sulla mia mano sinistra, in quel momento avvolta dalla Luce.
Poi mi ha sbattuta in terra ed ha puntato a trafiggermi il ventre... ma è meglio non pensare ad Annie e Mirai, inutile suggestionarsi.

Dopo avermi ferita, strappato l'armatura e spaventata a morte, ha evitato un paio di attacchi di Bohemond è si è dileguato, scomparendo nella notte col suo baluginio violetto.

Adesso non è il momento per fermarsi a riflettere, vista l'urgenza che abbiamo di liberare quei poveracci barricati nel fienile diroccato, e poi col mal di testa che mi perseguita faccio anche fatica a concentrarmi. Ma quel che è successo è ben strano, lascia intendere che la Magia sia qualcosa di molto più complicato e imprevedibile di quel che ci si aspetterebbe: un incantesimo innocuo, utile solo ad illuminare un oggetto, ha creato un legame tra me e il bersaglio, invertendo i nostri ruoli di cacciatore e di preda. Chissà come è successo!

Alien Sparkle - Immagine
scritto da Kailah , 12:52 | permalink | markup wiki | commenti (1)
 
19 luglio 517
Lunedì 23 Maggio 2016

La ragione

Credo di avere capito per quale motivo il Capitano Barun ci ha ordinato di incontrare il vecchio Proutzo, giù nelle segrete.
Non è per vedere "come ci ridurremmo se venissimo fatti prigionieri" dai soldati di Ghaan. Del resto, avendo Annie con noi, siamo fin troppo preparati in materia. Glie lo possiamo chiedere a lei, senza scomodare Proutzo.
Non è nemmeno per invitarci alla prudenza, a non farci catturare, a stare attenti nelle pericolose terre oltre il Traunne.

Il Capitano Barun ci ha spediti da Proutzo per farci vedere che fine si fa se si fanno discorsi pericolosi in giro.

Il morbo dei Risvegliati? Abbiamo causato noi l'epidemia, tirando focolai di infezione oltre le mura di Feith. I Ghaanesi della Valle delle Acque Amare? Brave persone, in fondo, gente ragionevole. Gli Dei li proteggono, i Risvegliati non se li mangiano....

Stiamo per farci un giro oltre il Traunne in compagnia di Logan Treize,
E' stato lui il primo a "metterci strane idee in testa", a svelarci un po' di altarini.
Il Capitano ci sta dicendo che possiamo svolgere la nostra missione con lui oltre il fiume, ma quando torneremo a Uryen dovremo evitare categoricamente di fare discorsi sediziosi o sovversivi.... altrimenti finiremo a far compagnia al buon vecchio Proutzo.
scritto da Kailah , 14:42 | permalink | markup wiki | commenti (3)
 
30 maggio 517
Venerdì 25 Settembre 2015

Il costante rimuginare sul sangue versato



Dovrei essere arrabbiata, probabilmente. Delusa, offesa. Dovrei sentirmi strumentalizzata, presa in giro e mandata a rischiare la vita alla cieca, nell'ignoranza e con l'inganno.
Barun "sapeva", Barun "era lì". Barun ha visto nascere questo male, lo ha alimentato finchè gli conveniva, finchè non è sfuggito di mano ed è diventato l'orrore di questi mesi.

Sì, dovrei essere furibonda.

Invece non riesco a provare altro che dolore, pietà, orrore per il pozzo nero di pensieri e rimorsi che devono avvelenare ogni respiro del mio Capitano.
E' facile giudicare gli eventi con il senno di poi, logorarsi su come sarebbero andate le cose se si fossero fatte scelte diverse e migliori.
Rimuginare costantemente sulle azioni e sugli errori passati, alla luce delle loro conseguenze... non riesco a immaginare condanna peggiore.

I dettagli li ignoro, non ho avuto il coraggio di domandarli al Vecchio dell'Alpe. Ma non ho ragione di dubitare delle sue parole: quest'uomo mi ispira una fiducia incondizionata. Sarà l'odore della pipa che fuma, l'aria dimessa ed attenta, o forse la sicurezza che offre la sua casa contro le intemperie e le minacce della montagna che incombe tutto intorno.

E così sono stati i nostri a scatenare questa piaga. Che gli Dei ci perdonino. Ma il mondo è troppo complicato per fermarsi ad un biasimo superficiale. Dovrei sentire altre campane, indagare le ragioni di quei momenti, comprendere con gli occhi di allora, e non di adesso, i motivi delle scelte che sono state fatte.

La mano di uno stregone ha sollevato il sigillo che aveva contenuto per secoli la furia del Morbo. Con quali parole, con quali menzogne avrà convinto il nostro esercito della bontà di una simile folle idea? Oppure era lui stesso in buona fede? Sperava di risparmiare delle vite, evitando lo strazio di un lungo e duro assedio?
Non lo so. Adesso è fin troppo facile gridare all'abominio. Guardare indietro e cercare le colpe serve solo ad avvelenarci il sangue e disperdere le energie che abbiamo, e che ci servono più che mai per affrontare il futuro.

Si poteva evitare questo disastro? Penso agli amici e i compagni che sono morti per mano dei Risvegliati: rivedo il sorriso di Boar, l'entusiasmo di Deben Bonne davanti ai miei falò truccati da un pizzico di magia, rabbrividisco alla lezione di coraggio che ci hanno lasciato Mary e Boris nel Cairn di Lamayn.

Davvero è tutto stato causato da un errore dell'uomo? I Risvegliati, la possessione di Mirai e di Cynthia, i Kreepar, la Bestia del Ponte... tutto scaturisce da un unico evento imprevedibile, che si sarebbe potuto evitare con un minimo di buon senso?

Conosco poco il Khal-Valàn, ancor meno ci capisco di teologia, ma mi chiedo se gli uomini siano a volte strumento degli Dei per il compimento di un Destino più grande di tutti noi. Oppure questa è soltanto la disperata ricerca di un alibi?

Non ha senso logorarsi ormai, inutile piangere sul sangue versato: fiumi di lacrime, oceani di dolore che dobbiamo rifuggire, altrimenti rischiamo di annegarci dentro.
L'unica strada è guardare avanti, donare fiducia a chi ha già consumato i propri sbagli ed ha diritto ad un'occasione per espiare, per curare le ferite provocate.

Voglio tornare a Uryen, tornare alla nostra difficile battaglia. Capisco che a questo punto, così avanti come siamo arrivati, è nostro dovere cercare di capire, indagare le cause, le modalità. Ma non possiamo avvelenarci il sangue nei rimorsi e nella ricerca delle colpe.
E' accaduto.
Una catastrofe inimmaginabile si è scatenata su queste terre, e noi dobbiamo contrastarla.

Anche il Vecchio dell'Alpe ha capito: le vecchie ferite che ha subito durante la guerra, le delusioni e l'esilio che gli sono stati imposti non sono sufficienti a spegnere in lui il senso della giustizia e del dovere. Come membro di una famiglia un tempo a capo di quelle terre, si sente responsabile, è disposto a fare la sua parte, anche se questo significherà abbandonare un luogo incantevole, una giovane compagna e la prospettiva di una vita di pace.
Tornerà con noi alla guerra, al sangue, al dolore.

Questa è la nostra vita, il fardello che abbiamo scelto e che ci è toccato. Rock parlava di un calcio da parte del destino, uno spintone improvviso e inaspettato che indirizza la nostra vita verso un sentiero che non avremmo immaginato fino ad un momento prima.
Ciascuno di noi ha conosciuto questo istante di rottura, ha assaporato il vento sulla vetta di uno spartiacque, ha vissuto l'attimo che divide il "prima" dal "dopo".

Le terre a nord del Traunne hanno ricevuto un calcio poderoso dal Destino. Il più grosso calcio che la storia ricordi. Nulla è più come prima.
Mano umana, mano divina, errore evitabile, ambizione smodata e folle. Colpa, responsabilità, rimorso.
Ormai siamo stati catapultati nel "dopo" ed è in questo "dopo" che dobbiamo vivere, al meglio delle nostre capacità. Per ricostruire ci vuole molto più impegno e dedizione che non per distruggere: è un processo lungo e faticoso, ma è ciò che dobbiamo fare.

Aspetto le ore che ci separano dall'alba rigirandomi nel pagliericcio vicino al fuoco, e continuo a pensare alle rivelazioni di questa sera.
Dovrei sentirmi demoralizzata, e invece mi sento più carica di buona volontà. Dovrei essere furiosa coi nostri superiori che ci hanno taciuto i loro errori, mentre provo pietà per loro e, se fatico ad addormentarmi, immagino quanto possano essere cariche di fantasmi e rimorsi le loro notti insonni.

Voglio correre a Uryen e tornare oltre il Traunne. Se davvero una mano umana ha scatenato questo disastro, saranno cento, mille, diecimila mani umane a porvi rimedio. E tra quelle innumerevoli mani.... ci saranno anche le mie.
scritto da Kailah , 23:13 | permalink | markup wiki | commenti (0)
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