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Kailah Morstan
diario di viaggio
Kailah Morstan
 
creato il: 13/01/2012   messaggi totali: 84   commenti totali: 91
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16 novembre 516
Lunedì 24 Marzo 2014

I paurosi muoiono mille volte

Mi suonano ancora nelle orecchie le parole di Stefen: "denunciatemi pure, tanto non abbiamo speranza".
Ci conosciamo appena, eppure ha trovato il coraggio di fare affermazioni così gravi, esponendosi al rischio molto concreto che qualcuno di noi lo denunci al Tenente Werber.
Ha proposto di uccidere il Tenente, di attaccare l'isolotto del Sibilo senza di lui e di riferire, una volta tornati a Uryen, che Kain Werber sarebbe morto per mano nordra. E' la cosa più assurda che io abbia sentito da mesi a questa parte, da quando sono entrata nell'Esercito.

E' vero che ci aspetta una missione rischiosa, "spericolata" a dir poco, ed è vero pure che io stessa ho percepito nel Tenente un atteggiamento un po' semplicistico, come se volesse minimizzare i rischi e spingerci a spada tratta contro il nemico, senza definire un piano d'uscita sufficientemente solido.
Ma è vero pure che il Tenente sarà lì a rischiare la vita insieme a noi.
Se il Capitano Barun ci ha assegnati al suo comando, vuol dire che il Tenente Werber gode della sua stima e Barun ritiene che sia in grado di gestire questa missione e di tornare vittorioso.

I Nordri che andiamo a affrontare sono i responsabili della caduta della Torre Due, assassini crudeli e predoni insaziabili. Finchè non riusciremo a ricacciare in mare gli invasori, per queste terre non ci sarà pace. Dobbiamo correre qualche rischio? Lo correremo: siamo soldati, siamo qui per questo.
Io sono convinta che quando il Tenente ci conoscerà abbastanza e inizierà a fidarsi di noi, sarà anche più aperto ad accettare le nostre proposte per rendere meno rischioso il piano... ammesso che lui stesso non abbia già pensato a qualcosa che non ci ha ancora detto. In fondo ha insistito più volte a dirci di non preoccuparci, di stare tranquilli, che ci pensa lui.
Forse, se minimizza così i rischi e glissa sulle modalità di fuga, è perchè tra noi tutti l'unico che conosce un po' meglio è proprio Stefen, che già prima di partire era animato dal pessimismo, partendo prevenuto sugli esiti della missione. Probabilmente ci considera quindi tutti dei vigliacchi: sta a noi convincerlo del contrario.

Da ragazzina, mi colpì molto uno spettacolo che mio zio Karol ci portò a vedere ad Ammerung: la tragica storia del Granduca Goran Zeumann e del tradimento di suo fratello, l'infido Silen. Era l'epoca del Conte Elfo e quell'opera teatrale, che parlava tra le altre cose della nascita dei Protettorati elfici, era rappresentata spesso e con successo, soprattutto nel Corno del Tramonto. Ricordo che era una compagnia di Lagos a metterla in scena, si chiamavano "gli Angeli del Tuono", ed erano molto bravi.

La storia era divisa in due parti.
All'inizio si raccontavano le gesta politiche e militari del Granduca Goran, uomo saldo e coraggioso, che grazie alle sue doti era riuscito a conquistare la fiducia degli Elfi di Lankbow e ottenere il loro aiuto nella lotta contro i Nordri e i Nomadi, popoli delle steppe. Già come sottotraccia si intuiva che la sua consorte, dama di incredibile bellezza (e nell'opera teatrale interpretata da un'attrice incantevole), era al contrario una persona doppia e infida, e che tramava in segreto assieme al giovane amante, il fratello del Granduca, Silen Zeumann.
E' una storia accaduta realmente, anche se penso in parte romanzata. Nella seconda parte della storia il Granduca muore, assassinato forse durante un viaggio, e Silen, con la complicità della meravigliosa vedova, fa uccidere l'unico figlio del Granduca, per prendere il potere.
I due, sul finale, vengono smascherati e condannati a morte, e la dinastia degli Zeumann si estingue con loro.

Era uno spettacolo emozionante e gli attori erano talmente bravi che, persino quando a morire furono finalmente i due malvagi traditori, a molti scappò una lacrima. A me piacque soprattutto il personaggio del Granduca Goran, un uomo orgoglioso e intelligente, di profonda saggezza e grande coraggio.
Quando stava per mettersi in viaggio, il viaggio in cui poi incontrerà la morte, un suo consigliere gli suggerì di aspettare, perchè i pericoli lungo il cammino sarebbero stati molti e sarebbe stato opportuno attendere una scorta più nutrita. Ma il Granduca aveva fretta, sapeva di non poter lasciare per troppo tempo la Capitale incustodita, e decise di partire.

"I paurosi muoiono mille volte prima della loro morte, ma l'uomo di coraggio non assapora la morte che una volta", così rispose il Granduca Goran al consigliere, "la morte è conclusione necessaria: verrà quando vorrà."

Tra la rappresentazione scenica e la vita reale ci sono molte differenze, quel che suona perfetto in un'opera di finzione non è necessariamente giusto nella realtà. Ma io credo che ci sia un'autentica saggezza in questa affermazione. Mi basta guardare gli occhi stralunati di Stefen per capire che la paura, la mancanza di fiducia nei comandanti, il disfattismo... sono minacce più serie persino rispetto alle armi dei nemici.

Nessuno di noi vuole morire, nessuno di noi vuole sottovalutare i pericoli che ci aspettano. Ma Stefen, col suo atteggiamento cospiratorio e maldicente, mina dall'interno la nostra forza, ci indebolisce. Non è questo ciò di cui c'è bisogno in un esercito.
Stefen è partito perdente già dalla Rocca di Tramontana, suggestionato dalle leggende e dai pettegolezzi sul conto del Tenente Werber. Già prima di allontanarci di un metro da Uryen aveva "deciso" che sarebbe finita male. E questo suo convincimento è la cosa peggiore che ci potesse capitare: perchè adesso abbiamo due cose di cui preoccuparci: i Nordri... e lui.

Come reagirà, quando le cose diventeranno pericolose sul serio? Quanto ci possiamo fidare di lui?
scritto da Kailah , 14:27 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
7 ottobre 516
Lunedì 3 Febbraio 2014

Futuro corrotto e prigioniero



Mi chiedo quante volte Mirai abbia provato ad uccidere il demone immortale che la perseguitava, prima di arrendersi a lui. L'ha presa per sfinimento? Ha fatto leva sul suo dolore, sulla solitudine che si è abbattuta su di lei dopo la morte del marito?
Oppure forse Mirai era già pronta, forse non aspettava semplicemente altro.

Questo è un po' il mio dubbio, ed è un dubbio morale, più che pratico. Nella pratica invece cambia poco: l'esperienza di Cynthia ci insegna che non esiste speranza, non esiste futuro per Mirai.

E' Mirai a non esistere più, in un certo senso. La ragazza antipatica e viziata, permalosa e imprevedibile non esiste più. Al suo posto c'è qualcosa di ulteriore e non più troppo umano.

Dust ha cambiato voce, quando l'ha percepita. Non l'avevo mai sentito così allarmato, "forse è meglio se torniamo indietro". Come in una galleria piena di ragni, come su un torrente tra i sassi insidiosi. Dietrofront, niente panico. Passo svelto e testa bassa.

Mirai. Siamo riusciti ad arrivare fin qui, ce n'è voluta, ma adesso è il momento di andarcene. In fretta, senza correre. Che tanto "se ci vuole pigliare ci piglia".
Rapidi, rapidi...

Alma Mater, aspettaci.
Non riesco a ricordare posto al mondo più accogliente.

Ho anche due tre cose da chiedere ad Annie, ed una da dirle a mia volta che forse la interesserà.

Mirai - in lontananza (blog)
scritto da Kailah , 23:49 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
6 ottobre 516
Venerdì 24 Gennaio 2014

L'incomprensibile grevità del prete

Mah. Non è che ci sia molto da dire, salvo manifestare una certa perplessità.
Uno si aspetta da un prete di Kayah un po' di compostezza, di elementare decoro.

Siamo tutti tesi, preoccupati, e la permanenza nelle celle di Skogen senza cibo nè acqua certo non ha giovato al nostro autocontrollo. Sono la prima a capirlo, nessuno di noi è al meglio, questo un po' giustifica certe bizzarrie.

Ma nel momento in cui riusciamo con fatica a trovare un accordo con Zodd, sinceramente non mi spiego che bisogno avesse Padre Engelhaft di mettersi a fare pesanti commenti sui "bastoni" ed esprimere dubbi sulla virilità del nostro interlocutore.

Non è la prima volta che noto una certa malizia nel nostro amico prete, ma mai si era spinto a fare simili discorsi in modo tanto aperto e temerario.
Zodd ha raccolto la provocazione, dichiarando che, senza niente di personale, mi avrebbe dimostrato di essere un uomo ancora nel pieno del vigore, in modo che potessi testimoniarne presso Engelhaft.

Molte grazie, proprio.

Fortunatamente era un bluff, e al dunque non mi ha toccata. Ma di questo devo ringraziare solo il fatto che Zodd è meno ignobile di quanto appaia, certo non il tatto o la lungimiranza del buon Engelhaft.

Quando sono tornata mi aspettavo almeno mille scuse da parte sua, immaginavo che avrebbe chiesto se stavo bene, se Zodd mi avesse torto un capello... niente. Pensavo di doverlo tranquillizzare del fatto che non era accaduto niente di spiacevole, e invece lui non mi ha rivolto neanche la parola, se non per mostrarsi piccato, quasi offeso.

Incomprensibile, davvero.
Non è il caso di portare rancore, visto che alla fine tutto si è risolto senza danno, ma certo un po' la curiosità ti viene di capire cosa passi nella testa di un prete di Kayah quando si mette a fare simili discorsi, quando si ingarella con gente tipo Zodd, quando si lascia andare a battute triviali e offensive.

Normalmente sono abituata a dare per scontato che Padre Engelhaft, in quanto sacerdote dell'Ordine di Kayah, sia al di sopra di certe pulsioni umane. Questo lo renderebbe il compagno di viaggio ideale, distaccato e non invadente.

Evidentemente così non è, e ciò a cui ha rinunciato nella pratica gli popola comunque la mente e la fantasia.
Devo tenerlo presente, quando ci sarà da scegliere turni di guardia, divisioni nelle stanze delle locande e in generale quando bisognerà amministrare la faticosa intimità del viaggio insieme.

Zodd non mi ha toccata, ma questa esperienza nelle prigioni di Skogen, la concreta possibilità di finire nel Castello di Seta o tra le sue spiacevoli braccia, mi ha comunque lasciato un po' di amaro in bocca. Sono rischi di cui sono consapevole, e certamente non è che la vita quieta nel castello di mio padre non ne presentasse di analoghi, ma mi è dispiaciuto il fatto che sia stato proprio uno dei miei compagni, e per futili motivi, a mettermi più a repentaglio.

Vabbè, è andata così. Spero che Engelhaft si sia reso conto di avere sbagliato... anche se non lo ammetterà mai.

scritto da Kailah , 15:14 | permalink | markup wiki | commenti (2)
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