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« un'elsa rozza va benissimo per delle mani rozze »
- Lord Faradyr -
 
Kailah Morstan
diario di viaggio
Kailah Morstan
 
creato il: 13/01/2012   messaggi totali: 84   commenti totali: 91
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2 gennaio 517
Venerdì 20 Giugno 2014

Via!



"Kailah"
"Papà"
Silenzio.

Sento la disapprovazione, lo sguardo che studia e giudica. I suoi occhi si posano sulle mie cicatrici, sulla fronte, sul collo ancora coperto dalla crosta di sangue rappreso.
Stringo le mani a pugno, perchè non possa vedere quanto sono diventate dure. Non sono più la sua bella e delicata bambolina.
Sono un soldato adesso, appartengo all'esercito di Uryen, non a lui.

Silenzio.

Silenzio. Poi grida, minacce, ordini. Ordini che non ascolterò. Non più, non i tuoi.
Ti ho ubbidito a sufficienza, papà. Hai abusato del rispetto che ti portavo, ora basta.

Un soldato deve ubbidire ai superiori. Sanno gli Dei se rispetto i miei superiori. Dytros mi è testimone, sono pronta a dare la vita in questa guerra. E non significa essere eroi, significa solo fare la propria parte.
Ma non per te, papà: mai più chinerò il capo davanti alle tue ignobili richieste. Mai più.

Alyster Forge pure è qui a Lagos, che bella rimpatriata.

Ce l'ho con lui, certo, per una ragione proprio "epidermica", direi. Ma senz'altro ce l'ho di più con mio padre. Alla fine Alyster ha fatto quel che gli è stato concesso di fare, nè più nè meno. Mio padre... per servilismo e ambizione, ha avuto il coraggio di svendere sua figlia. Che cosa avrà ottenuto poi in cambio lo sa lui.
Spero poco. Credo poco, tutto sommato.

Sono stata fortunata ad aver potuto parlare con Enrik, sono stata fortunata a non venire riconosciuta da nessun altro. Immagino fin troppo bene come sarebbe andato un incontro con mio padre: a che scopo regalare una scenata a tutto il Palazzo della Guardia? Farsi ridere dietro, rendersi anche ridicoli.
Va che gli ho fatto un altro regalo, a quel leccapiedi di papà: gli ho risparmiato di rendersi patetico davanti a tutta Lagos.


scritto da Kailah , 13:11 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
18 dicembre 516
Martedì 27 Maggio 2014

Che bocca grande che hai...

Mentre l'Ibrido di Gran Bovaro delle Lande mi schiacciava a terra col suo peso, mentre affondava i denti affilati nella pelle del mio collo, non so se fosse più forte il dolore, la repulsione oppure la paura.
Era nauseante il fetore del suo respiro, la sua pelliccia era sporca e calda, sotto la mia schiena sentivo la neve che si scioglieva. Per fortuna è arrivato subito Sven ad aiutarmi, sennò non so come sarebbe andata a finire.
Quanto pesa un bestione del genere? Ben più di un uomo. Tant'è che il Gran Bovaro è riuscito là dove molti Risvegliati fino ad ora hanno fallito: mi ha morsa sul collo.
Credo che con questa ferita mi guarderanno con sospetto per un po', oltre il Traunne...

Ma ricordo la morale di una favola che ci raccontava Franziska, e che parlava proprio di una bambina e di un lupo feroce.
"Bada bene che dei lupi ce n'è dappertutto e di diverse specie, e i più pericolosi sono appunto quelli che hanno faccia di persone garbate e piene di complimenti e di belle maniere"

La Fiera di Lagos rischia di attirare molti lupi, anche di quelli che lasciano ferite meno vistose, ma non per questo meno profonde. Bisognerà stare attenti.
Questa è la mia prima Rinascita lontana da casa...

La ferita di Kailah
scritto da Kailah , 15:41 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
22 novembre 516
Lunedì 31 Marzo 2014

Assonanze

Testa bassa, cuore in gola. E su, e giù, a destra, a sinistra... la barchetta si agita tra le onde: sotto di me scricchiolano le vecchie assi di legno, che è tutto ciò che mi divide adesso dal gelido mare. Se ci penso mi viene da vomitare...

Il Tenente Werber rema e fischietta, camuffato da vecchio pescatore. Accanto a me, ammassati, i compagni. Sento il loro respiro, la tensione. Ci entriamo giusti giusti in questa barchetta, coperti dalle reti, pigiati gli uni agli altri.

Sento il gomito di Padre Engelhaft sulla schiena, il peso del suo braccio. Dall'altro lato non posso fare a meno di rimanere sospinta contro l'ampio ventre di Groombor, mentre il ginocchio di Stefen mi preme contro la gamba.
E per quanto la situazione sia seria, per quanto lo scontro sia imminente, non posso fare a meno di pensare agli inopportuni discorsi di oggi pomeriggio, nella capanna del pescatore.

Vediamo di uscirne vivi e vi offro un giro da Kalina la Divina quando torniamo.

Kalina... Kailah...

Concupite piuttosto le soldatesse!

Almeno tu, Kailah, in nome di Kayah te ne prego, mantieniti al di sopra di queste tentazioni.

Kailah, Kalina, Kayah... assonanze strane, contraddizioni pericolose.

La barchetta scarta lateralmente, mi sento lo stomaco sottosopra. Ed è come se le lettere del mio nome si mischiassero, davanti ai miei occhi, fondendo il nome dl Kayah, la Dea a cui i miei genitori evidentemente mi hanno voluta consacrare, al nome di Kalina la Divina.

Non mi piace il mare. Puzza, è agitato, freddo e spaventoso.
E' l'agitazione di stomaco a farmi fare questi pensieri strani, ne sono certa. L'agitazione di stomaco, unita al disagio di questa vicinanza obbligata, che il cuoio delle nostre armature non riesce a mitigare.

Kalina la Divina è quasi una figura mitica, tutti la conoscono e pochissimi hanno avuto il privilegio di vederla, di incontrarla: Engelhaft, a quanto so, è uno di loro.
Quanto dev'essere incantevole, magnetica ed irresistibile quella donna, se il sacerdote ha sentito il bisogno di mettere in guardia "almeno me" davanti alle sue seduzioni?

Mai nella vita mi è passato per la mente di frequentare un posto simile alle "Case della Gioia".
Probabilmente la volta che ci sono andata più vicina è stata a Skogen, quando grazie proprio alla diplomazia di Engelhaft ho rischiato di finire nel "Castello di Seta".
A lavorare però, non a divertirmi.
E per la verità, mentre eravamo mezzi morti nella Terra di Nessuno, senza cibo nè un riparo, ho anche pensato che in fondo al Castello di Seta sarei stata meglio, e in quel momento avrei fatto volentieri a cambio.
Ma erano pensieri dettati dalla paura, dalla disperazione, dalla febbre e dalla fame.

I pensieri che faccio ora, accucciata in questa barchetta in mezzo alle onde, mentre sento ritornarmi su tutto quel che ho mangiato da settimane a questa parte, sono dettati dalla curiosità.

Hanno un senso i nostri nomi?
Il mio so vagamente che è lo stesso di una zia morta giovane, una sorella di mio padre che non è arrivata a vent'anni. Kailah Morstan, proprio come me. E' un nome legato al culto di Kayah, di origine devozionale.

Kalina... è un nome strano, ricorda istintivamente anch'esso Kayah, ma sembra nascondere qualcosa di ulteriore, di dirompente. E' come se fosse l'opposto di Kayah, l'altra faccia della moneta. L'altro lato della Luna. Una sorta di Kayah oscura, misteriosa.

I miei commilitoni ridacchiano, pensano a questa Kalina come alla migliore prostituta del mondo, il premio di una battaglia ben combattuta, il sollievo di tante fatiche. Io sospetto che ci sia dell'altro.

Si dice che la magia provenga da Kayah, sia un suo Dono. Ma come conciliare la Kayah che invita le brave persone a sposarsi e a mettere su famiglia (e a concupire le soldatesse), con la Kayah che concede ad alcuni, casualmente, arbitrariamente, la Magia?

Sull'isola dove stiamo andando ci attende Sigrid: a quanto dicono, anche lei avrebbe ricevuto il Dono di Kayah, pur essendo pagana. C'è molto che mi sfugge, in tutto questo. Chissà che anche Kalina non possegga un simile dono.

Un movimento inatteso della barca spinge il gomito di Padre Engelhaft tra le mie scapole, la posizione è sempre più scomoda. Quanto manca all'isola del Sibilo?

Chissà cosa ci aspetta. Avremo davanti Sigrid, la "strega". Poi i suoi due fratelli... così simili a Vodan, a detta del pescatore. Con la coda dell'occhio lo vedo, Vodan, accucciato oltre Groombor. E poi il vecchio, e qualche guardia.
Siamo così simili, eppure acerrimi nemici. Abbiamo anche noi la strega, che sono io. Abbiamo Vodan, che può interpretare un principe, abbiamo il vecchio Kain... Andiamo a specchiarci nei nostri nemici, e a sconfiggerli.

Mi fa un po' impressione pensare che dovremo ammazzare Sigrid. Il "dono" di Kayah è per lei una condanna a morte, è a causa di questo dono che non possiamo permetterci di avere pietà di lei, del suo passato, del dolore che ha dovuto subire, di quello che ha scelto di infliggere ad altri.
Se mai dovessi diventare anche io più esperta in quest'arte, finirò anche io per diventare un bersaglio?
Il dono di Kayah è un dono insanguinato.

E poi c'è il dono di Kalina, il dono a cui Padre Engelhaft non vuole che io pensi, un dono a cui in effetti non ho mai pensato, almeno fino ad oggi. Cosa si nasconde dietro il misterioso potere di seduzione di quella donna? Non posso credere che sia tutto lì. Le poche esperienze che ho in questo ambito sono state oltremodo deludenti: l'amore, la sensualità sono sopravvalutati. Si riducono ad un dispendio di energie piuttosto inconcludente.
Ci dev'essere qualcosa di ulteriore, nella "magia" di Kalina. Qualcosa che abbia un senso, che regali un significato ad azioni di per sè vuote, fini a loro stesse.

Chissà... sposto il collo, sento la contrazione dei tendini. Che posizione scomoda. E quest'isoletta sembra non arrivare mai.

Kain inizia a remare più intensamente, aumenta il ritmo.
E poi, finalmente, la sua voce: "siamo arrivati, tenetevi pronti, mi sa che ci hanno già visto".

Si comincia, grazie al cielo.

Assonanze - Blog di Kailah

scritto da Kailah , 13:09 | permalink | markup wiki | commenti (1)
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