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Jana Weiser
 
creato il: 03/08/2007   messaggi totali: 81   commenti totali: 80
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Martedì 10 Giugno 2008

Tre stelle

La prima stella è l'arroganza.
La seconda stella è la viltà.
La terza stella è la lascivia.

Eccole le tre stelle dei nobili. Ecco le tre stelle di Sir Lee.
Sono contento che quel buzzurro amico di Sir Anderson oggi me l'abbia ricordato. E' importante ogni tanto ripensarci, scrostare le cicatrici, alimentare l'astio che il tempo tenderebbe a placare.
Mia figlia è stata umiliata e ferita, ha concesso la sua fiducia ad un uomo che non la meritava, e continua a pagare ogni giorno per il suo errore. Non si lamenta, non piange mai, lavora con dedizione e riserva ai suoi familiari un affetto inesauribile. Eppure i suoi occhi oggi, quando quell'uomo enorme e arrogante l'ha offesa, non sono riusciti a nascondere il dolore che prova, il rimpianto.

Prego gli Dei che Lynn trovi presto un brav'uomo onesto disposto a sposarla. Un uomo che cancelli dal suo viso la tristezza, che riconosca in lei la persona buona e generosa che è, e che non la tradisca, non la abbandoni, non le faccia mancare nulla.

Ma prego anche che questi nobilotti vili e fanfaroni conoscano le lacrime, conoscano il dolore e la solitudine, sappiano cosa vuol dire vedere una persona cara che soffre e non poter fare nulla per aiutarla.

Prego che la scontino, che paghino per quel che hanno fatto a noi, povera gente onesta.

Accidenti a loro. Prego che la paghino con tutti gli interessi.

Tre Stelle - Immagine 1

scritto da Mastro Luke , 11:27 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
2 ottobre 517
Sabato 24 Maggio 2008

dimenticare

Dovrei essere felice, sollevato, dovrei sentirmi finalmente libero - e soltanto libero - da un incubo durato più di un anno.
L'odore di quel vento, il colore del cielo tanto denso da confondersi con l'acqua, i riflessi della sua luce innaturale e senza origine... sbiadiscono poco a poco nella mia mente. Ne sono fuori adesso.
Grazie agli Dei che ci hanno protetto, grazie al coraggio di Solice, grazie alle preghiere di Padre Vulcano, è tutto finito bene. Non resta che consegnare questi schizzi, tutti i disegni che ho fatto per conto dell'Inquisizione, e metterci una pietra sopra, tornare a Laon, alla mia vita.
Avevo seppellito qualcosa del mio cuore in quella valle malsana, e quel pezzetto di cuore è stato trovato, scavato, tirato fuori e bruciato. Non esiste più adesso e non ho più alcun legame con quel luogo.

Eppure stamattina mi sono svegliato col sapore del sangue in bocca, e subito mi sono tornate in mente immagini feroci e morbose che avrei voluto cancellare.
Forse è stata la visita, ieri, di Solice, a risvegliarmi simili ricordi. Ho riconosciuto il gusto del sangue ed il cuore ha iniziato a battermi all'impazzata, e soltanto dopo qualche momento ho capito che mi ero semplicemente morso il labbro, e che il sangue che sentivo era il mio.
Che gli dei mi perdonino...
E poi ci sono queste poche note che mi perseguitano. Sottili, simili a campanellini. Non so perchè, ma sento che riguardano Solice, che riguardano quel "mondo", la mia valle dove non tornerò più.

Non posso continuare a macerarmi nella nostalgia di un luogo che per me non esiste più. Non posso indugiare in ricordi malsani e alimentare la fiamma più oscura della mia anima. Sono un uomo libero, e da uomo libero devo vivere.
Perchè la parola "libero" somiglia così tanto alla parola "solo"?


scritto da Benton , 07:36 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
20 settembre 517
Mercoledì 30 Aprile 2008

Vittoria

Ho vinto la battaglia incominciata a giugno a seguito del mio ritorno: le settimane di silenzio in cui nessuno voleva e poteva parlarmi non sono che un ricordo lontano che presto non esisterà più: quell'esperienza giace sepolta in un baule che nessuno avrà il coraggio di riaprire, lo stesso in cui ho chiuso la mia esperienza di veste bianca. E' uno scrigno piccolo e sigillato, dove l'aria è poca e ben presto comincerà a mancare: in quel preciso istante i miei ricordi cominceranno ad annaspare lentamente, alla ricerca disperata di quella parte di me stessa che non c'è più. E io sarò lì, fuori dallo scrigno, a sentirli morire.

Ho vinto la stanza che un tempo fu di mia madre e di lei sola: il monastero è stato il luogo in cui lei ha voluto mandarmi con tanta veemenza, forse per tenermi al di fuori degli ambienti di palazzo: ora lei è morta, e io sono qui nel letto che occupò quando venne per la prima volta a Beid e successivamente quando si ammalò: le mani strette attorno alle coperte un tempo sue e adesso mie, la testa appena posata sul suo guanciale un tempo suo... adesso mio. Se mai stanotte sognerò qualcosa, spero di sognare di essere lei.

Ho vinto, e stavolta lontana dal monastero, la sfida con la Verità. Ricordo vagamente una filastrocca che parlava del silenzio paragonandolo all'oro. Yera si sbagliava, se sei nata nel posto giusto può essere molto meno caro: è una lezione che ha imparato il viandante sorpreso tra Beid e Chalard dagli uomini di sir Thomas pochi giorni prima del Palio, che tra un bicchiere di vino e l'altro raccontava di aver sentito una storia che riguardava me, la figlia maggiore di Elias Kenson. Quando è stato condotto a palazzo mio padre ha voluto mostrarmelo prima di infliggergli cinquanta frustate: quando l'ho guardato negli occhi ho provato pietà per lui, pensando al dolore che avrebbe provato. Mi sbagliavo: le frustate non portano dolore, portano la morte. Alla ventesima è caduto in terra, alla trentesima la sua schiena era poco più che una soffice spugna di sangue. Alla trentaquattresima mio fratello Ryan ha detto che erano sufficienti, ma ormai non c'era più nulla da fare per quel disgraziato: da quel giorno è calato il Silenzio, che dura tutt'ora. Con un pò di fortuna non ce ne saranno altri: la notizia dell'esecuzione ha fatto il giro della marca, e chiunque abbia sentito quella storia ora sa che è stata punita come è costume fare con le molte altre calunnie che i popolani invidiosi narrano sul conto dei nobili.

Ho vinto il cuore di sir Thomas. Il nostro fidanzamento è stato annunciato oggi stesso, nel giorno del compleanno di mia sorella che non è qui: una ricorrenza che mio padre ha voluto a tutti i costi onorare, forse aspettandosi che lei sarebbe tornata per l'occasione. Si sbaglia: Solice ha scelto di condurre altrove la sua vita, lontana dalla sua famiglia e dalla sua casa. Dove sarai ora, piccoletta? Scommetto che non ti sei neppure ricordata di che giorno è oggi... Ah, e spero che tu non me ne voglia a male: lo so che ti piaceva ma diciamocelo francamente, se aspettava te stava fresco.

Dimenticare non è stato facile, tornare a vivere non è stato facile. Finalmente quei morsi sono scomparsi del tutto, finalmente il disgusto di essere stata il suo... pasto... è stato dimenticato: di quell'esperienza non mi resta che un nome che ho deciso di non pronunciare più fino a quando non lo vedrò ancora: e quel giorno, fosse anch'egli la mano sinistra di Azatoth, io lo saprò punire per quello che mi ha fatto: e adesso, finalmente, comincio ad avere i mezzi per farlo.

Ho vinto.

Rosalie Lambert - Immagine 3
scritto da Rosalie , 04:49 | permalink | markup wiki | commenti (2)
 
17 settembre 517
Venerdì 18 Aprile 2008

Il mistero del panettone

Mia sorella ultimamente è un poco strana.

Da quando sono venuti i soldati viene qui quasi giorno con la scusa di portare dolci e torte di pane, e anche se non me lo dice io lo so che viene per me, per assicurarsi che io stia bene e che non mi succeda nulla. Ma cosa dovrebbe succedermi? Gliel'avrò detto almeno dieci volte che io i soldati manco li ho visti...

...Anche se non è poi così tanto vero che non li ho visti: il giorno in cui ci hanno attaccati io ero con Quentin e Janis a cercare i vermi, nel cortile: Quentin è un vero mago a trovarli, i vermi. E' uno di quelli che sa leggere e scrivere meglio, e conosce anche un sacco di cose. Quando andrò via di qui penso che lo porterò con me, uno con le sue doti potrebbe farmi comodo. Janis invece non è tanto sveglio ma corre veloce... non quanto me, ma veloce. Quando Rebecca scopre che siamo usciti e ci insegue per il cortile io e Janis corriamo più veloce di tutti, mentre Quentin spesso resta indietro e quando finalmente arriva si butta per terra e sembra che sta per morire, e gli esce della bavetta schifosa dalla bocca e dal naso. Rebecca dice che non sta tanto bene e che deve fare delle inalazioni tutti i giorni dispari ma per me è una cazzata, perché dopo qualche minuto si alza e sta meglio di noialtri messi insieme.

Insomma quel giorno c'era pochissima gente al collegio perché era morto un sacerdote importante, e così eravamo riusciti a tornare in cortile prima di cena: ci trovavamo a metà strada sul muretto che porta alla tana dei vermi... no, non sono vermi sono LOMBRICHI, così ha detto Quentin una volta... quando sentiamo rumore di zoccoli che si avvicinano. Io ho capito subito che doveva trattarsi di cavalieri e l'ho detto a Janis, che è subito corso ad arrampicarsi sul muretto: "sei uno stupido", gli ho urlato: "se li vedi in faccia poi t'ammazzano". Ho detto quella cosa perché mia sorella una mi ha spiegato che se qualcuno ha una spada o un'arma di quel tipo è sempre molto, molto meglio non vederlo mai in faccia. Così si evitano guai inutili.

"Hanno tutti l'elmo" aveva urlato Janis, ancora affannato per l'arrampicata. "Che ti strilli? Sei scemo?" gli ho risposto io. Gli ho urlato contro, a quel cretino, ma ero felice per lui: se Janis non era riuscito a vederli in faccia, forse non l'avrebbero ammazzato. E così è stato: quei mentecatti hanno ammazzato un sacco di Paladini, ma Janis quella sera stessa era seduto alla mensa a mangiarsi le uova con la pancetta. Così sono salito pure io su quel muretto, e ho dato un'occhiata a quella gente, alle loro armature per vedere se erano simili a quelle dei soldati di Rigel. Niente di più diverso, mai visti prima.

... Forse mia sorella mi chiede tante volte la stessa cosa perché si rende conto che non le ho detto tutto quanto, e che in fondo su quel muretto ci sono salito pure io. Ma il mio compito è di proteggerla, certe cose è meglio che lei non le sappia altrimenti poi si preoccupa e fa un casino come quella volta a Rigel in cui mescolò il vino con l'aceto e perse il lavoro e ci toccò mangiare biscotti secchi per giorni e giorni.

Un'altra cosa che ho detto un pò diversa a mia sorella, e anche a Guelfo quando è venuto a trovarmi, è che se torneranno me ne starò buono... Non è esattamente così che andrà. Ne ho già parlato con Quentin e Janis, e anche con Leo e Patrick: abbiamo rimediato dei manici di scopa e anche qualche coltello di stagno e la prossima volta non ce ne staremo certo con le mani in mano, ma aiuteremo i Paladini. Ovviamente è importante non fare casino, quindi ho dato anche delle cariche a ciascuno di noi: io sono il Guardiano del Tempio, mentre Janis, Leo e Patrick sono i tre Custodi: ho anche nominato una Custode femmina, Rita, che viene spesso a giocare con noi e che anche se è piena di buona volontà finisce per starci sempre tra i piedi. Quentin invece non ha proprio voluto partecipare a questa cosa, ha detto che secondo lui potrebbe persino essere una mezza bestemmia... ma secondo me no.

... Ma non è questa la cosa più strana che ha fatto mia sorella. Quello che mi ha sorpreso è come ha reagito quando le ho detto che Guelfo è passato a trovarmi. All'inizio è stata contenta, quasi raggiante, ma mano a mano che le ho raccontato com'era andata ha cominciato a fare domande sempre più strane. Me lo ha anche chiesto tre o quattro volte di raccontarle come era andata, e ogni volta che glielo ripetevo ricominciava a farmi domande strane, al punto che ho pensato che potesse essere preoccupata per Guelfo e i suoi compagni. Allora le ho spiegato che Guelfo è un eroe, che il suo lavoro è di dare la caccia ai cavalieri rinnegati come quelli che ci hanno attaccati... ma lei era ancora piuttosto agitata, a tratti sembrava persino triste. Le ho chiesto se era preoccupata e mi ha detto di no, ma era chiaro che mentiva: allora le ho chiesto se era innamorata di Guelfo e a quel punto lei è scoppiata a ridere, si è messa a dire che questa cosa non stava nè in cielo nè in terra e mi ha fatto giurare che non avrei mai più detto una cosa del genere! Si è agitata così tanto che mi sono messo a ridere anche io, e ho pensato che era davvero bello ridere insieme così dopo tanto tempo: purtroppo poco dopo siamo tornati seri, anche perché è passato in lontananza Padre Horace e una veste bianca ci ha detto di fare silenzio per rispetto ai morti.

Nailah mi ha anche chiesto tre o quattro volte se il panettone a Guelfo gli era piaciuto, e io ho detto di si, che gli era piaciuto, e ogni volta lei commentava che era ben strano che gli fosse piaciuto tanto perché quel panettone era vecchio almeno di due giorni, e io a ripetergli che SI GLI ERA PIACIUTO QUEL CAVOLO DI PANETT...

da quel giorno Nailah passa tutte le mattine, e ogni volta ci porta un panettone nuovo di zecca. Per me gatta ci cova. Staremo a vedere.

Jacob - Immagine 1
scritto da Jacob , 02:47 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
11 settembre 517
Giovedì 27 Marzo 2008

La casa dei fantasmi

"Non ce l'hai il coraggio di scendere in cantina", mi dice. Guardo Carmen e sorrido.
"Sei tu quella che non ne ha il coraggio. Guardami, sto andando."
Ha otto anni, porta le trecce ed è già abbastanza orgogliosa da venirmi dietro, o troppo paurosa per restare fuori da sola tra le sterpaglie.
Oltrepassiamo la porta sfasciata, dentro la casa dei fantasmi è tutto buio. Pezzi di mobili, un gran puzzo di animali selvatici, ragnatele.
Silenzio.
"Hai sentito?" le faccio. Lei annuisce. "Veniva da sotto...." mi si fa più vicina. "Sono loro? Sono i ''fantasmi''?"
"Non lo so. Potrebbe essere l'uomo senza testa.... o la donna senza cuore"
"O tutti e due?"
"O tutti e due", annuisco, e muovo qualche passo verso le scale che portano alla cantina della casa abbandonata.
Nella penombra sento la mano di Carmen che trova la mia e la stringe forte, ricambio la stretta. "Non avere paura, ci sono io a proteggerti". So che è così, e che lei mi crede. I fantasmi che ci aspettano tra le ombre della vecchia casa non possono farci del male, se restiamo insieme.

Adesso che questi cinquanta disperati si aggirano smarriti tra i ruderi, dopo tanti anni sento ancora la stretta della mano di mia sorella nella mia, e vedo nei loro occhi lo stesso stupore, la stessa sua paura davanti all'ignoto. Ma vedo anche la stessa fiducia.
"Ci sono io a proteggerti", le dissi. E a proteggere tutti loro?
Mi sto infilando in un casino enorme.

Eppure ho la strana sensazione che sia più semplice ora proteggere queste persone da chi dà loro la caccia, cavalieri spietati, assassini e nobili satanisti, che non proteggere la mia Carmen da sè stessa.
Parlando col mio buon amico Guelfo mi sono sentito finalmente compreso in queste mie preoccupazioni, lui che ancora più di me deve gestire un difficile rapporto con sua sorella, Desiree. Il fatto che ella abbia deciso di restare qui alla torre mi preoccupa, e la sua amicizia con Carmen mi preoccupa ancora di più... Mi costruirà un laboratorio alchemico in casa, per meglio giocare con gli elementi della natura e i sentimenti delle persone.
Naturalmente ho detto di sì. Sono io l'uomo senza testa.

Poi c'è Solice. La principessa vestita di rosso che si rimbocca le maniche e scava a mani nude tra le erbacce per indicare agli sfollati dove piantare le assi da risistemare. Coi capelli biondissimi legati, gli occhi semplici e infantili, ed un ascendente spaventoso su questa gente. Mi costruirà una cattedrale in casa. E come sempre non dirò di no. Ma almeno lei non è la donna senza cuore.
La guardo con la stessa ammirazione di questi villici. Il loro rispetto si fa distanza, autorità, ed ammanta questa ragazza di un'aura che la porta su un piano diverso dalle altre donne. Se stringessi la sua mano per guidarla nella cantina buia di questi ruderi, lo farei soltanto per proteggerla, come fosse ancora la bambina di otto anni che rimpiango tanto.

Il nostro fantasma è il tempo che passa e che ci rende diversi, ci fa dimenticare quello che siamo.
Ma mentre questa gente si affaccenda intorno alla casa dei fantasmi, mi sento di nuovo tornare un bambino, respiro il loro entusiasmo e la loro paura, il coraggio enorme che dimostrano nel voler ricominciare da capo una nuova vita.
Ha ragione Guelfo, mi distraggo un attimo e mi ritroverò a cavalcioni di qualche asse con un martello in mano ad inchiodare.

... sono proprio io l'uomo senza testa.



scritto da Sir Andrè Navon , 07:33 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
26 agosto 517
Sabato 16 Febbraio 2008

Luce di notte

Notte. Dimora delle stelle e dei segreti, manto in cui la ragione accetta di farsi avvolgere dai sogni, deponendo le armi e arrendendosi ad essi.

Non sono parole mie. Ricordo di averle lette da qualche parte: ora mi sono tornate in testa e, a quanto pare, non se ne andranno per un bel pò.

Conosco il calore del sole da quando ho memoria, dal giorno in cui mi legarono a una sedia: sopravvivere, vivere, proteggere la vita. Ho imparato a guardarlo negli occhi, a trovare la forza nei suoi raggi: a seguirlo senza sosta, trovandolo di giorno, cercandolo di notte. "Lontano dalla luce è l'ineffabile splendore", recitava la scritta sulla porta dell'alba. Stando a quanto ci ha detto una volta sir Marcus quella scritta è scomparsa oltre cento anni fa, ma io sono certo di averla vista quel giorno: non sapevo leggere, non ancora, ma ricordo distintamente il grigio di quei caratteri sul bianco del marmo immacolato della fortezza.

Quella scritta scomparve per volere di alcuni sacerdoti, preoccupati che la popolazione si fermasse al significato letterale di quella frase: "il nostro coraggio è nel sole e la nostra forza è nei suoi raggi", ci spiegò una volta sir Marcus, riferendosi proprio a quelle parole, "ma ciò che ci rende soldati della fede è la capacità di onorare le nostre vesti anche nelle notti senza luna e senza stelle, di trovare il nostro sole nell'oscurità più totale".

A sir Marcus quella frase piace, da anni intende rimettere quelle lettere al loro posto: ma ancora non lo ha fatto. Ammetto di aver sempre pensato che, se fossi vissuto cento anni fa, avrei fatto parte di quella popolazione che ha tirato un sospiro di sollievo vedendo sparire quelle parole così spaventose; e ammetto anche di aver sempre creduto di non essere in grado di vedere il sole di notte.

Fino a stanotte.

E' per questo che non riesco a chiudere gli occhi? Sapevo da tempo che era lì, ho cominciato a capirlo dal primo giorno in cui ho visto i suoi primi raggi: ma era giorno allora, e non era facile distinguerli. Poi d'un tratto fu notte: ricordo di aver sentito per la prima volta l'esigenza di cercare il suo bagliore, di avvicinarmi al suo calore: a Beid, nella taverna senza tempo. Fu lì, lontano dalla luce, che mi accorsi per la prima volta del suo ineffabile splendore. Poi fu ancora il sole, di giorno, e ancora una volta, di notte, a Rigel: un'altro sole? No, lo stesso: il medesimo giuramento, il medesimo impegno. La stessa battaglia, la stessa vita, mai realmente lontane perché mai realmente divise. Eppure non ho alzato lo sguardo, non ho avuto il coraggio di guardare negli occhi quella luce, spaventato come un bambino seduto su una sedia di fronte a caratteri sconosciuti, terrorizzato all'idea di scoprire che non avrei saputo decifrarla, che potesse rivelarsi a me ignota.

Fino a stanotte.

Pochi istanti fa ho rivolto i miei occhi verso quel sole: è per questo che non vogliono più chiudersi? Si, è per questo. E' per via del fatto che per la prima volta mi sento davvero felice, perché ora so di non essermi sbagliato. Il sole è più grande ora, più completo: è una luce che splende di notte, all'ombra di una candela che si spegne: posso sentirla vicino, ascoltare i battiti del suo cuore. Posso vivere dentro di lei e a lei posso arrendermi, trovando nella resa il coraggio e la forza che mi serve per amarla.

Non sarà facile, questo lo so. Ma ho preso la mia decisione e non ho intenzione di tirarmi indietro: quei caratteri misteriosi ora hanno un senso, ed è ciò che rende la mia fiamma eterna e immortale. Per questo stanotte non posso dormire: per questo, ora che ho trovato il mio sole, vorrei che questa notte non finisse mai.

Lucius Mahen (Blog)
scritto da Lucius Mahen , 05:52 | permalink | markup wiki | commenti (4)
 
23 agosto 517
Lunedì 11 Febbraio 2008

Santa Chiara e la rivolta

Brutto figlio di puttana, adesso lo sai come ci si sente a strisciare nel fango.
Questo è per mia sorella, mia madre, per tutte le persone che soffrono e muoiono a causa tua, a causa vostra.
E' stata Santa Chiara ad armare il mio braccio, a guidare questa freccia su di te e ad abbatterti. Non abbastanza in fretta da impedirti di colpire con la tua stregoneria i miei amici, Paul e Alain, Franzo e il Paladino. Ma abbastanza perchè tu non lo faccia mai più, e finisca di pronunciare le tue rune all'inferno.

E' la rivolta.
Yesso non ha perso tempo e anche Lord Wilhelm è caduto, e ora è prigioniero in attesa di essere giustiziato. I Maestri del Vento, uno dopo l'altro, stanno cadendo e moriranno tutti. Sta succedendo tutto così in fretta.
Siamo euforici, sconvolti, feriti e spaventati. Ma il coraggio che la Paladina ci ha portato, la memoria di tempi antichi in cui i nostri padri hanno alzato la testa davanti alla minaccia e all'ingiustizia, ci guida sulla retta via.

Solice è poco più che una bambina, avrà l'età di Marielle, e c'è qualcosa nei suoi occhi che me la ricorda. Forse la consapevolezza di avere visto troppe cose, troppo presto. Troppo giovane.
Cosa c'è di così spaventoso in quella valle? Tante volte ho pregato di poterci entrare anche io, per non lasciarti sola e spaventata, sorellina mia.
Ma adesso c'è Solice con noi, ed è anche lì con te, Marielle. Sarà lei a prenderti per mano e a guidarti fuori da quella valle di tenebra. Ho quasi paura ad accogliere la sottile speranza di non essere condannato a perderti... eppure la speranza mi travolge, adesso che verso il sangue dei nostri aguzzini, che trovo il coraggio di chiamarli finalmente con il loro nome.

Alziamo le falci, i forconi, le spade e le reti da pesca. Tutto in mano nostra diventerà un'arma. Adesso ci aspetta la torre, e non c'è niente che ci potrà fermare. Saremo liberi e lontani di qui, in un posto migliore dove ricominciare. Tra meno di un mese sarà la festa di Santa Chiara, e chissà dove saremo allora... Forse saremo tutti morti, nella pace di Kayah. O forse davvero riusciremo a realizzare il sogno, trovare una nuova casa, una nuova vita. In entrambi i casi staremo meglio di adesso: non abbiamo niente da perdere, fuorchè le nostre catene... e abbiamo un mondo da guadagnare.

Forza, andiamo!!!





scritto da Joshua Brò , 10:46 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
13 agosto 517
Mercoledì 21 Novembre 2007

La bella e la bestia

Finalmente inizio a capire.
Quanto folle devo essere sembrato nel mio tentativo di manifestare l'amore che provo per lei! Quanto sgraziato... e offensivo! Dopo quello che la poverina ha passato...
Adesso che ho parlato con suo fratello, tutte le stranezze del comportamento di Desiree, che mi sembravano soltanto vezzi stravaganti e seducenti, assumono un significato ben preciso: una disperata richiesta d'aiuto, sia pure mascherata dall'orgoglio e dalla profonda dignità che la contraddistingue.

Povera Desiree... non conosco i dettagli della tua "tragedia", nè so chi siano stati quei cattivi consiglieri che ti hanno fatto credere di essere perduta, e di non aver più diritto ad aspirare ad un matrimonio di rango.
Per timore di restare sola e derelitta, hai accettato di fidanzarti con quell'uomo che, a detta persino di un suo caro amico, è un "bambinone violento e irrascibile".

Come è possibile? Come può una donna stupenda come Desiree arrivare a credersi destinata ad una vita di rassegnazione?
Non posso sopportare che una principessa simile venga sfiorata dalle grosse e incolte mani di un uomo come Loic. E il solo pensiero che un giorno possa egli aspirare a dividere con lei il talamo nuziale mi riempie di disgusto.

Per fortuna suo fratello si rende conto del disastro incombente, e mi pare intenzionato a porvi rimedio. Spero che ci riesca, e nel frattempo farò del mio meglio per diventare all'altezza di chiedere la sua mano.
Mi rendo conto di non essere nobile, e che sarei per questo motivo io stesso un ripiego: ma un ripiego che si giustificherebbe nell'amore che le porto, e che spero un giorno lei ricambierà.
scritto da Peoh Blood , 11:54 | permalink | markup wiki | commenti (2)
 
7 agosto 517
Lunedì 17 Settembre 2007

il deficiente

Troppo deficiente anche per giocare a carte.
Sto qui che me lo guardo, con quel sorrisetto stampato in faccia, gli occhi persi chissà dove.
E questo sarebbe uno stregone? Ah, fossero tutti così il mondo sarebbe un posto migliore.

E' da ieri sera che 'sto scemo continua a chiamarmi "caro desy".
Mi fa ridere perchè lui e Peoh si sono presi una cotta per la stessa tipa, quella brunetta saputella che è venuta qui giù un paio di volte. Non so chi dei due sia più cretino.
Questo per lo meno è un demente, ma Peoh... bah. Non lo so dove ce l'abbia la testa.

Quel tizio grosso, che è sceso giù con la brunetta, è il suo fidanzato. Me l'ha detto pure a me, lo dice a tutti... poveraccio, cerca di marcare il territorio. Mi sembra un tipo a posto. Peccato che è ferito perchè una bel giro di braccio di ferro con uno come lui lo farei volentieri. Penso che potrebbe anche darmi del filo da torcere.

Ma Peoh, che zompetta intorno alla sua ragazza, con tutti i capelli al vento e sorrisi a cinquanta denti... secondo me finirà per farsi molto molto male. Fosse la prima volta... beh, peggio per lui, chi cerca trova! Avesse almeno il buon gusto di non andarlo a raccontare a destra e sinistra.

Hei, Deficiente, sai giocare a rubamazzetto?

"Si Si Caro Desy!"

... che palle.

Simon DeTop - Immagine 1
scritto da Il Vecchio Simon , 10:57 | permalink | markup wiki | commenti (1)
 
4 agosto 517
Lunedì 3 Settembre 2007

Evvai!!!!

Hanno detto di sì!
Sono troppo fichi, tocca ammetterlo. Hanno catturato il Monaco, sgominato una banda di avvelenatori, e adesso parlano da pari a pari con il Capitano delle Guardie e con Padre Gabriel. Sono coinvolti in un giro grosso davvero, anche se non riesco bene ancora a inquadrarlo. Qualcosa di serio bolle in pentola, roba che coinvolge personaggi potenti. Non siamo solo noi poveracci a fare i delinquenti: anche gente di grosso calibro ne fa di tutti i colori. E nel loro caso ci godo che qualcuno li mandi alla forca.
...
Lo so... se non fosse per colpa loro mio padre starebbe ancora qui con me. E invece morirà... o forse no. Forse combattendo al loro fianco potrò rendermi preziosa, e guadagnare meriti che saranno valutati con benevolenza da chi dovrà decidere il destino di papà.

Solice poi... è davvero dolce. Si preoccupa per me come se fossi sua sorella, mentre io le volevo solo sparare un dardo di balestra in testa e toglierla di mezzo. Forse è questo che insegnano ai Paladini. A essere un po' fessacchiotti, ma buoni e coraggiosi. Lei è così, e mi piace molto.

Guelfo è parecchio carino.
Ha l'aria da delinquente navigato, non so, un po' uno che "ha fatto la bella vita...". Non mi stupirei se fosse un mezzo baro, un contaballe, oltre che - nientemeno che - uno stregone. Credo che mi veda solo come una bambina... ma se non fosse per lui credo che Solice non avrebbe acconsentito, stasera.

Con gli altri ci ho parlato poco. Ci sono quei due marcantoni enormi che mi intimoriscono non poco, dai quali cercherò di restare alla larga. E poi Julie, che tutto sommato mi pare simpatica. Desiree è gentile, ha curato mio padre quando era ferito e rischiava la vita...
Insomma non è male, come gente.

Chi l'avrebbe mai detto?

Comunque non posso deluderli. Hanno fiducia in me e dovrò farmi valere.

Nickel - Immagine 1
scritto da Nickel , 15:23 | permalink | markup wiki | commenti (0)
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