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Ordine della Lancia d'Argento

Lancia d'Argento - StemmaL'Ordine della Lancia d'Argento è un Ordine cavalleresco nato nel Ducato di Gulas, e diffusosi nel corso degli anni in altre parti del Granducato.

L'instituzione dell'Ordine

Nella primavera del 491 il Barone Gunther D'Armagn, che da poco aveva compiuto i 45 anni ed abbandonato il comando dello Squadrone di Cavalleria di Leaf, ebbe un'idea: costituire un Ordine di Cavalieri svincolato dal Clero, che si affiancasse ai Paladini delle Chiese della Luce ma al tempo stesso si distinguesse per diversi aspetti.
D'Armagn si recò personalmente dal Granduca, e solo dopo aver ottenuto il suo permesso e la sua benedizione, iniziò a mettere in pratica la sua idea: l'Ordine della Lancia d'Argento nacque ufficialmente il 3 gennaio del 492.

Requisiti, noviziato e investitura

Sono ammessi all'Ordine solo i nobili.
Entrando nell'Ordine i Cavalieri rinunciano ad ogni diritto di proprietà privata, per tutto il tempo che vi rimarranno, come pure rinunciano a contrarre matrimonio.
A tutte le necessità e le spese provvede l'Ordine, che si sostiene tramite le ingenti donazioni che riceve dalle famiglie dei Cavalieri, che elargiscono una cifra in base alle loro possibilità nel momento in cui i loro rampolli sono ammessi al noviziato, e da altri benefattori: di contro per l'Ordine non esiste bottino di guerra, tutto viene rimesso nella mani del Granduca.
Il comando assoluto spetta normalmente al Generale dell'Ordine (in questo momento l'ormai anziano Gunther D'Armagn). Ma formalmente la sua è solo una delega ricevuta dal Granduca, il quale, in caso di necessità, ovvero ogniqulvolta lo ritenesse necessario, può subentrare al Generale nel comando.
L'Ordine, come sancito dall'Atto di Fondazione firmato dal Granduca, è esentato da ogni tipo di tassa, balzello o dazio, ed i villaggi e le città del Granducato, come pure tutti i Feudatari del Granduca, sono tenuti ad offrire ospitalità ai Cavalieri dell'Ordine e foraggio per le loro cavalcature.
L'Ordine ha un Codice d'Onore particolarmente severo e rigido, stilato dal fondatore D'Armagn e siglato dal Granduca: ogni trasgressione è punita, come misura minima, con l'espulsione.
La nobiltà è condizione necessaria ma non sufficiente per essere accettati nell'Ordine.
Sebbene non esista un limite d'età (se non quello dettato dal buonsenso e dalle circostanze) i pretendenti devono dimostrare di essere esperti cavallerizzi, e di essere abili sia nell'uso della spada che dello scudo.
Il noviziato dura un minimo di 3 anni, impiegati in buona parte nell'addestramento con la lancia da guerra: esistono delle eccezioni, come ad esempio i veterani dello Squadrone di Cavalleria di Leaf, per i quali il noviziato può essere ridotto o eliminato completamente.
Solo quando sono in grado di effettuare cariche ordinate ed precise, sia in schieramento da battaglia che da schermaglia, i novizi sono ufficialmente investiti Cavalieri dell'Ordine.
Con la nomina si acquista il titolo di Sir (e contestualmente si perdono gli altri titoli nobiliari) ed il diritto a portare il segno distintivo dell'ordine, una lancia da guerra decorata in argento.

Effettivi ed equipaggiamento

Sono, al momento, non più di 500 Cavalieri, oltre ad un centinaio di novizi.
I loro mantelli e ed i loro paramenti sono verde smeraldo, ed il loro simbolo è la punta di una lancia d'argento, che campeggia sia sullo scudo che sul fratino.
Tutti sono equipaggiati con spada e scudo, oltre ad un'altra arma da mischia a scelta, ed ovviamente la lancia da guerra.
Portano armature pesanti, di piastre, ed anche i loro cavalli da guerra sono protetti da bardature di maglia.

Organizzazione e comando

Solitamente si muovono in piccole pattuglie di 3, 6 o 12 cavalieri, a seconda delle necessità.
Quando si spostano in squadroni e devono coprire grandi distanze in fretta, sono accompagnati ognuno da uno scudiero personale, il quale ha con se due cavalli da cavalcatura, per non stancare il cavallo prima della battaglia e per muoversi più rapidamente. In questi casi, essendo numerosi, preferiscono accamparsi fuori dai centri abitati, ottenendo come al solito cibo e foraggio dalle autorità locali.
E' il cavaliere anziano ad avere il comando, e non esistono altri gradi, a parte quello, assoluto, di Generale dell'Ordine, il quale può nominare Comandante di Campo per le operazioni più complesse.
Le uniche autorità a cui fanno riferimento i Cavalieri sono il Codice dell'Ordine, il Generale, e sopra tutto il resto il Granduca: altre autorità non vengono riconosciute.

Il successo dell'Ordine

La base operativa dell'Ordine fu stabilita a Gulas, in una fortezza nelle campagne del Baronato di Odher, Feudo natale di Gunther D'Armagn.
Ma nel giro di pochi anni sono sorte altre sedi dell'Ordine, e le richieste di adesione sono aumentate esponenzialmente, al punto che molte sono le domande alle quali non si può dar seguito: il tipo di armamento ed addestramento è destinato ad una forza d'elite infatti, ad un piccolo nucleo di principi guerrieri.
L'intuizione di D'Armagn si fondava su tre presupposti:
  • L'orgoglio della nobiltà, la possibilità di aderire ad un Ordine esclusivamente nobiliare, a differenza delle Chiese, aperte ovviamente a tutti i censi. Tale prospettiva risulta appetibile soprattutto per le Casate più giovani, in particolare quelle dei Feudi del nord, alla ricerca di una ulteriore "investitura", o consolidamento del loro status.
  • La soluzione dei problemi economici di alcune grandi casate, che possono "sistemare" i loro numerosi figli maschi, in maniera dignitosa e persino onorevole. Questa seconda prospettiva attrae le Casate più antiche, che nel corso dei secoli possono aver perso potere economico.
  • La mancanza di uno strumento davvero efficace nelle mani del Granduca, per intervenire in situazioni delicate senza l'intermediazione di altri poteri, come la Chiesa o gli armati di altri feudatari. L'Ordine va a colmare questa lacuna, sebbene l'esiguità del numero possa a prima vista farlo apparire più come un simbolo.
Per questo tra i Cavalieri si possono trovare giovani rampolli delle Casate del Nord in cerca di gloria, figli cadetti di Feudatari del Sud, piccola nobiltà proveniente dall'esercito.

Le invidie

Con il successo sono aumentate anche le invidie.
Le velenose maldicenze raccontano che l'Ordine sia sempre più ricco, che in cambio della nomina di un Cavaliere le Famiglie Nobili elargiscano donazioni enormi, che i membri più anziani navighino nel lusso in deroga al loro stesso Codice.
Nonostante si tratti di una casta chiusa, sono amati dal popolo (almeno fino a quando muovendosi in massa non svuotano i loro granai), ma spesso odiati dai Feudatari, in quanto visti come simbolo, o meglio segno tangibile dell'autorità del Granduca su tutto il territorio, su tutti i Feudi e su tutti i Vassalli.
Agendo in nome della legge superiore del Granduca, agiscono al di sopra di quella dei Feudatari.
Secondo alcuni consiglieri del Granduca (inevitabilmente parenti di feudatari sparsi su tutto il territorio) sarebbero più gli attriti che creano che i problemi che risolvono.
E sebbene la Chiesa non abbia motivi per detestarli, certo non ne ha per amarli.

Voci correlate

Ducato di Gulas
Creata il 27/03/2007 da Bato (253 voci inserite). Ultima modifica il 14/06/2007.
2308 visite dal 27/03/2007, 12:27 (ultima visita il 26/04/2024, 11:32) - ID univoco: 120 [copia negli appunti]
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