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Forum di Myst

 
« Dobbiamo ubbidire gli ordini, anche quando sono puttanate. Sono stato addestrato così. »
- Bohemond D'Arlac -
 
Il Valvassore
Guelfo da Flavigny
 
creato il: 20/05/2005   messaggi totali: 60   commenti totali: 79
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30 Settembre 517
Lunedì 19 Maggio 2008

Aspetto che il sonno mi strappi a questa nottata di penose amarezze. Penso a Lord Graham, a quanto avrebbe sofferto per lo spettacolo ignobile che è stato dato, per l'entusiasmo con cui sua figlia si è rotolata nel fango pur di umiliare pubblicamente il suo promesso fedifrago. Torno con la mente ad un pomeriggio di sette anni fa; si era eppena concluso uno dei miei primi allenamenti di scherma, ed io, frustrato dalla facilità con cui il maestro d'armi aveva avuto ragione dei miei patetici assalti, gettai in terra la spada, e mi misi ad accusare il mio avversario di aver combattuto slealmente.
Graham Dillon mi venne incontro, cupo in viso come mai più avrei avuto la sfortuna di vederlo, e pose fine alle mie escandescenze con l'unico schiaffo che da lui ho ricevuto. "Bada bene, Guelfo, -mi disse con un filo di voce- nella vita conoscerai molte sconfitte. Ed ogni volta, sarai chiamato a fare una scelta. Potrai fare ciò che hai fatto oggi, lasciare che il risentimento si impadronisca di te e ti renda vile e meschino. O puoi far sì che gli avversi rovesci non ti portino via il bene più prezioso, ciò che distingue gli uomini dalle bestie: la dignità, Guelfo, la dignità. Fila nella tua stanza, ora, e rifletti sulla delusione che mi hai appena dato."

Molte volte mi sono sforzato di rispettare il suo ammonimento, l'ultima nel cortile di Enfer, soverchiato dalla scherma formidabile di quel Dallah... l'umiliazione che mi ha inferto è stata insopportabile, eppure sono certo che nel non guastargli il meritato trionfo ho saputo preservare quel poco che restava del mio onore.

Desiree ora dorme, sfinita dal torrente di lacrime, dagli strepiti con cui ha scelto di dare pubblica testimonianza del suo dramma. La debolezza non è una sventura che ci tocca in sorte. Come mi insegnò Lord Dillon, la debolezza è una scelta. Non dubito della genuinità della sua disperazione, perchè ora che ha ceduto alla tentazione di usare come un'arma il torto subìto , ora che ha avuto la sua piccola vendetta ( nella forma di una confessione che, manco a dirlo, ha preteso avvenisse al cospetto della povera Solice e di noialtri al gran completo), ora che si è fatta vegliare come una bimba in preda alla più feroce delle febbri... ora non le resta niente. E' sola, Desiree, con la donna che ha scelto di essere.

Che dire poi di Loic, che nel bel mezzo del trambusto di cui è il vero responsabile trova il coraggio di venirmi a rinfacciare le mie mancanze di fratello, raccomandandomi di mostrare maggiore premura nei confronti della donna la cui fedeltà tante volte ha sprezzantemente messo in dubbio, e che poi ha finito lui stesso per oltraggiare? La cosa esilarante è che, a modo suo, sta cercando di rimediare: sentirlo così, tutto serio e compunto, a dispensare la sua "saggezza" da osteria a noialtri sprovveduti persino in un frangente come questo mi ha fatto più tenerezza che rabbia.
Persino al cospetto di Pyros, quando gli sarà chiesto conto dei suoi peccati, il nostro Loic troverà il tempo di spiegare al Dio un paio di questioni teologiche che forse Gli sfuggono. Speriamo solo che la Sua indulgenza non sia minore della nostra.

No, non posso certo dirmi dispiaciuto della fine di questa relazione. Certo non ha fatto sì che i due amanti crescessero in virtù. Eccolo qui, il moralista che avrebbe dovuto salvare mia sorella dalla perdizione, consegnato alla storia come uno squallido adultero... eccola qui, la donna d'intelletto che avrebbe dovuto dirozzare il suo rude spasimante, con che naturalezza si abbandona a scene indegne di una fantesca, strappandosi i capelli e battendosi il petto come neppure sulla tomba del padre seppe fare! E non mi commuove certo la sofferenza di maniera di Julie, che non ha mancato di versare qualche lacrima sulle sventure di Desiree. Magari avesse dimostrato la stessa emozione nell'affrontare il cugino colto in flagranza di adulterio, magari gli avesse opposto un po' di rabbia, un po' di sconforto, un po' di riprovazione per la viltà del suo tradimento. Se davvero le fosse importato di questo guazzabuglio, avrebbe pianto allora e non stasera.

Ce l'ho con tutti, stanotte, e specialmente con me stesso. Non aver capito quanto per Solice fosse inconcepibile la situazione in cui è piombata. Si immaginava di trovarci affranti per la scomparsa di Padre Grimaud, stanchi ma orgogliosi per le molte battaglie combattute e vinte, impazienti di ascoltare il racconto della sua sfida al mostruoso Hlogast, preoccupati per l'importante azione a cui stiamo per prendere parte. E certamente l'esasperazione e il sarcasmo con cui ho dato sfogo ai miei crucci non l'ha aiutata ad affrontare questi momenti di follia, anzi, io stesso ho contribuito a rabbuiarla ulteriormente. Quando l'abbiamo conosciuta ci guardava con occhi pieni di ammirazione. Stasera nei suoi occhi c'erano sconcerto, smarrimento, delusione e tristezza... domattina le parlerò: dopo tutto il coraggio e la forza di cui è stata capace in questi mesi, dopo la saggezza, quella vera, con cui è riuscita a guidarci e sostenerci, certo non si merita di essere ripagata in questo modo.









scritto da Guelfo da Flavigny , 14:32 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
28 Settembre 517
Giovedì 8 Maggio 2008

...

E' una strada difficile, la nostra. Quando l'abbiamo imboccata, più di un anno fa, eravamo entusiasti, agguerriti, pieni di speranza. Credevamo di poter combattere questa battaglia senza mai perdere il sorriso. Pensavamo che in fondo fosse un gioco, non molto diverso da quelli che un tempo si facevano sulla collina di Patrick: quante volte abbiamo dato la caccia agli orchi e ai folletti rintanati nel vecchio mulino, quanti spaventi abbiamo preso, quante risate ci hanno tolto il fiato...ed ogni volta, al calar del sole, non vedevamo l'ora di tornare a casa, stanchi e felici, e gli affettuosi rimbrotti degli adulti erano per noi una musica dolcissima.

Ci siamo illusi che quella magia vivesse ancora una volta, che potessimo riprendercela con la forza dai malvagi che ce l'avevano portata via. Che sciocchi siamo stati.

E' notte fonda, ormai, e non c'è nessuna casa a cui fare ritorno. Cominciamo a domandarci se abbia davvero senso attardarsi a giocare nel buio. Se lo è chiesto Desireè, fragile e spaurita come non l'ho mai vista in tanti anni. Se lo è chiesto Julie, convinta che la luce di un servitore di Pyros possa rendere la tenebra meno spaventosa.
Se lo è chiesto Loic. All'alba della nostra missione più pericolosa, eccolo che cerca quella casa perduta tra le braccia di una ragazzina che potrebbe ritrovarsi vedova prima ancora di averlo sposato. Non vuole sentire ragioni, è troppo infelice, troppo solo. Se fosse accaduto il mese scorso ora sarei infuriato con lui, e lo avrei travolto con il consueto torrente di improperi e di accuse. Ma dopo aver rivisto Nailah, anche io mi sono chiesto che senso abbia attardarsi a giocare nel buio.

Capisco fin troppo bene i tormenti del povero Loic, ora, e prego gli Dei che, superata quest'ultima prova, egli sia saggio abbastanza da abbandonare una volta per tutte il nostro gioco folle: è un fardello troppo grave persino per spalle ampie e forti come le sue, e finirà per consumarlo come fece con il nostro Abel.

Quanto a me... io giocherò fino in fondo. Non per coraggio, non per caparbietà, non per Fede. C'è in palio la MIA vendetta, e non ci sarà mai casa per me fintanto che io non l'abbia ottenuta.
scritto da Guelfo da Flavigny , 15:11 | permalink | markup wiki | commenti (2)
 
21 Settembre 517
Mercoledì 30 Aprile 2008

Sir Bruno Malade ha preso il posto che fu di Padre Richard Grimaud. Ora mi spiego gran parte dell'insofferenza mostrata da Quart mentre ci spiegava chi fosse l'uomo che avremmo dovuto salvare da Tallad e i suoi scagnozzi: deve essere stato difficile per il nostro Paladino accettare che un tipo come Bruno si facesse carico di responsabiltà così enormi. Credo, tuttavia, di averci visto giusto: bonario, svagato e petulante sì, ma anche in grado di prendere decisioni gravi rapidamente e senza ripensamenti, così come di bilanciare la sua capricciosa ostinazione con una curiosità viva, quasi spavalda. Così diverso da Lord Dillon, eppure così simile per acume e amor di scienza. I due giorni di studio trascorsi ad Enfer mi hanno riportato alla mente le ore che tanto detestai e che più tardi ebbi a rimpiangere, in cui il mentore mio con paziente affetto si adoperava per l'istruzione del suo svogliato pupillo. Ora più che mai sono convinto che quest'uomo eccentrico e scostante saprà colmare il vuoto spaventoso lasciato da Grimaud, che Kayah lo abbia in gloria, e malgrado le diffidenze che molti sembrano nutrire, condurci a nuove ed importanti vittorie.

Ho parlato con Loic di una questione che per troppo tempo mi sono astenuto dal render nota al resto dei compagni, e che giorno dopo giorno diventava un fardello sempre più grave. Non è stato ne' semplice, ne' tantomeno piacevole rivelargli l'esistenza della mappa che Eric così gelosamente (e così sconsideratamente) custodisce, e su cui malgrado gli accordi presi si è ben guardato dal ragguagliarmi. Forse non ha capito, Eric, quanto mi costasse tenere gli altri all'oscuro di un fatto potenzialmente grave e pericoloso, che si trattava di un tradimento della loro fiducia, a cui sarei stato disposto a piegarmi solo in presenza di forti rassicurazioni. Certamente le risposte evasive e quasi infastidite che mi ha dato quando gli ho chiesto delucidazioni sulle sue escursioni tra le rovine di Craon non hanno fatto altro che aumentare la mia preoccupazione. Spero che Frate Erwin, che i Navar si accingono a consultare e che mi riprometto di interpellare io stesso, sappia portare un po' di luce in una questione così tenebrosa.

Ora, però, ad altro si rivolgono i miei pensieri, ad un incontro che in queste settimane di prove e difficoltà ho a lungo desiderato, e che finalmente sta per avere luogo. Pochi istanti ancora, Nailah, e potrò rivederti.
scritto da Guelfo da Flavigny , 03:08 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
settembre 517
Domenica 30 Marzo 2008

Dannazione!

Ci sono andati giù pesanti, a Chalard. Proprio mentre cominciavamo ad illuderci di averle messe alle corde, di aver sventato i loro disegni criminali, le Falangi dell'Ordine Nero ci hanno infitto un colpo mortale. Con Padre Grimaud assassinato, è imperativo proteggere Sir Bruno e le informazioni che possiede. E non c'è un secondo da perdere, visto il vantaggio che i sicari di Albert Keitel hanno su di noi. Vorrei avere il tempo per festeggiare l'eroica impresa compiuta dai fratelli Navar, per assicurarmi che Nailah stia bene (Jacob grazie agli Dei è salvo, così come Quentin e tutti i ragazzi del Collegio), per abbandonarmi a rinnovati propositi di vendetta nei confronti dell'infame Shaft... vorrei avere il tempo per preoccuparmi di Solice e delle peregrinazioni oniriche che l'attendono, della povera Desireè che mi sembra sempre più smarrita. Ma no, Quart ci ha scaraventati nell'ennesima azione disperata, e per quanto Karen stia dando prova di un'abilità impressionante quasi quanto la sua bellezza le nostre possibilità di successo restano pressochè inesistenti. E come se non bastasse, ora a rallentarci ci si mette anche un signorotto orbo e vanaglorioso, e con lui quel buffone petulante che si ritrova per scherano. E se al primo non posso certo impedire l'esercizio delle sue prerogative nobiliari, messer Dallah non vede l'ora di ricevere una solenne ripassata: non sarò certo io a negargliela.

So che potrebbe rivelarsi un ulteriore contrattempo di cui certo non abbiamo il minimo bisogno, e devo ammettere che più ci penso e più mi convinco che la mia sfida sia stata assai poco saggia e certamente irresponsabile: quando si ha a che fare con uomini ottusi e prepotenti, non è ascoltando l'orgoglio che si impedisce loro di nuocere ai nostri scopi. Eppure le parole beffarde e villane che questo Dallah ha avuto l'ardire di rivolgere a Karen, la scortesia che ha adoperato nei confronti suoi e di Julie...sono mancanze su cui un gentiluomo non può transigere. Se per ricevere le dovute scuse ci sarà bisogno di pungolarlo generosamente con la spada, così sia!


scritto da Guelfo da Flavigny , 21:45 | permalink | markup wiki | commenti (1)
 
26 Agosto 517
Sabato 1 Marzo 2008

Sorpresa

Mi sono accorto che stava accadendo qualcosa di inaspettato non appena ho visto Nicolas con un sorriso di genuina soddisfazione stampato sul volto, di quelli che solo una notte di sani vecchi bagordi ameriti può lasciare sul mio. "Hai capito il paladino..." ho subito pensato, provando ad immaginare che cosa mai avesse potuto combinare. E invece.

Non penso che sia stata la mia sfuriata dell'altra mattina ad aprire una breccia nella scorza di Loic; tante volte ci ho provato, altrettante ho fallito, quasi sempre peggiorando la situazione. Le carte in tavola le ha cambiate, seppur involontariamente, Desiree: deve essere stato assai difficile e penoso per Loic scoprire che il sentire dell'amata è così diverso da come lui lo immaginava. Difficile e penoso, sì, come coraggiosa e piena di dignità la sua reazione. Ho ascoltato con incredulità le parole del mio compagno, le ho indagate per capire quanto fossero sincere, quanto fossero sentite. Mi parlava, Loic, con voce meccanica e sofferente, certo per dissimulare le tensioni sotterranee del suo animo. Presto ho capito, malgrado i miei sospetti, che non erano rabbia o sconforto a turbarlo (di cui sarebbe poi caduta preda Desiree, costretta ad una notte di frenetica veglia tra fornelli e alambicchi per placare la sua frustrazione).

Determinazione.

Così forte e...lucida da mettermi a disagio, da impedirmi di rispondere se non con un vaniloquio tortuoso e imbarazzato. Più tardi, di fronte alle mia insistenza nel proposito di partire con lui ed Eric e di affrontare al loro fianco i sicari di Wilhelm, è riuscito a mutare il mio consiglio con parole di grande saggezza, ricordandomi che è nel fare la Volontà degli Dei che sta la chiave dei nostri successi.

Ci ha pensato su molto, in questi due giorni. Forse ha capito di essere chiamato, così come lo siamo noi, a qualcosa di infinitamente più importante di una vita serena pur trascorsa in onestà e rettitudine, di una vecchiaia resa dolce dalle consolazioni della famiglia. Il nostro destino è assai più amaro e incerto, ma al tempo stesso quanto più nobile e grande!

Troppo lontano ancora è il giorno in cui potremo finalmente riposarci dalle fatiche della Lotta, e concederci uno scampolo di felicità. E per quanto siamo tentati di costruire oggi le fondamenta di quella felicità futura, non dobbiamo mai dimenticarci di quanto questo lavoro possa essere duro e rischioso; di quanta pazienza, di quanta premura ci siano richieste. Virtù da gentiluomo, le più difficili da esercitare, e di cui io stesso troppe volte mi sono dimostrato carente.





scritto da Guelfo da Flavigny , 15:52 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
25 Agosto 517
Venerdì 29 Febbraio 2008

Lettera ad Andrè Navon

Sir Andrè Navon,

E' con cuore pieno di speranza che mi rivolgo a Voi in questo momento cruciale. Mi rincresce di dover affidare una richiesta così delicata a queste poche righe, ma è per motivi estremamente gravi ed urgenti che mi trovo nell'impossibilità di parlarVi di persona. Confido altresì che le parole di lady Solice, Custode del Tempio di Pyros, e di Sir Nicolas, Custode del Tempio di Kayah, vi aiutino a comprendere le ragioni per cui abbiamo deciso di invocare il Vostro aiuto ancora una volta.

Gli uomini e le donne al seguito di lady Solice e Sir Nicolas sono scampati al diabolico supplizio che il loro Signore, Lord Wilhelm Keitel, giustiziato secondo la Volontà degli Dei e per mia mano poche ore fa, per troppo tempo ha inflitto loro. A lungo, troppo a lungo, Wilhelm Keitel Ë stato libero di dedicarsi all'adorazione della Tenebra e al perseguimento di ricerche magiche proibite, offrendo i suoi sudditi in sacrificio ad un diabolico Araldo di Dei il cui nome non può essere pronunciato. Non pago, ha cercato di diffondere la stessa pratica blasfema nella Città di Laon, a tal scopo cospirando con quei malfattori suoi sodali che, sia resa lode agli Dei, sono ora sottoposti all'inflessibile giudizio dell'Inquisizione.

Ciò che ora Vi chiedo, ben consapevole della gravità di un simile onere, è di dare ricetto a questi sfortunati, di lasciare che questa gente onesta e operosa serva Voi, un Cavaliere degno di tal rango, e che sotto di Voi ritrovi quella pace e quella speranza di cui con sacrilega efferatezza fu privata. Qualora accettaste, non mancheremmo di contribuire n modo sostanziale alle spese di cui Vi fareste carico: un congruo anticipo sulle decime dei vostri "nuovi" sudditi ed una sovvenzione adeguata per la costruzione dei loro alloggi sono il minimo che postremmo fare per ripagarVi di tanta generosità.

Non Vi nascondo, ad ogni modo, che al di là dell'onere materiale vi siano altre questioni cui dovete essere a conoscenza prima di prendere la Vostra decisione: questi uomini e queste donne sono legati di diritto alla tenuta del deposto Wilhelm Keitel da un vincolo di servitù, e per quanto sia alquanto improbabile che qualcuno venga a chiederVi conto di ciò, comprendo che possa essere per Voi motivo di inquietudine. In secondo luogo, esiste la possibilità (in fede mia assai remota) che tra costoro ci sia qualcuno che porti con se' gli echi delle tribolazioni a cui fu sottoposto, e che possa dunque manifestare episodi di sonnambulismo o peggio ancora cadere in preda a raptus. Se anche così fosse, questa gente è tristemente abituata a gestire simili situazioni e dunque sa come impedire che queste crisi costituiscano un pericolo per la vittima o per chi le sta accanto e tal proposito Vi invito a consultare il loro anziano, Franz. Finchè il passare del tempo non confermerà l'inconsistenza di questo sospetto, ritengo sconsigliabile far alloggiare i nuovi venuti a stretto contatto con gli abitanti delle Vostre terre.

Molto avete fatto per assisterci: l'incursione alle Parole d'Oro, che pure Vi è costata una dura quanto ingiusta reprimenda del Vostro Barone: se gli Dei vorranno sarà fatta giustizia di colei che ha così vilmente tradito la Sua fiducia abbandonandosi ad ambizioni traditrici e, ho motivo di temere, parricide; avete poi offerto protezione ad un testimone della trama che si ordiva a danno del Barone e del popolo Suo, preservandolo dalla disperazione dei colpevoli, disposti a tutto pur di allontanare da se' la pesante scure della Giustizia.

Molto avete fatto, senza nulla ricevere in cambio. Se l'impresa che i miei compagni ed io ci accingiamo a compiere dovesse avere un esito felice, sappiate che saremmo finalmente in condizione di sdebitarci. Ma sono affari ancora troppo incerti e soprattuto troppo grandi perchè questa mia mano li verghi sulla carta. Sarò ben lieto di discorrerne con Voi da uomo a uomo, per ora Vi basti sapere che sarebbe per me un piacere far sì che i Vostri meriti trovino il riconoscimento che a cui giustamente ambite, e che in quest'ora magnifica e terribile in cui i traditori vengono smascherati la Vostra fedeltà sia doppiamente messa in luce.

In fede,

Guelfo da Flavigny.
scritto da Guelfo da Flavigny , 22:01 | permalink | markup wiki | commenti (2)
 
24 Agosto 517
Sabato 23 Febbraio 2008

Incomprensibile

Un momento prima si dimostra lucido e competente al punto di indurre Wilhelm Keitel alla cooperazione, risultato che non avremmo mai potuto raggiungere senza di lui. Subito dopo però ci sbatte in faccia tutto il suo egoismo, tutta la sua arroganza. E allora esplodo, e le mie parole si fanno via via più dure e sprezzanti, piene di rabbia e di amarezza. Quello che stiamo facendo sembra avere alcun valore per lui. La nostra battaglia non sembra più essere la sua. Ora che abbiamo espugnato le Parole d'Oro grazie al coraggio e alla generosità dei sudditi di Lord Wilhelm, ora che su di noi incombe la responsabilità di impedire all'odiato Lord Albert di coronare le sue ambizioni fratricide, a cosa pensa lui?

Ad Andrè Navon.

L'imbarazzo dei miei compagni non fa che accrescere la mia irritazione, il mio sconcerto. Eric si affretta a precisare che non condivide affatto la decisione del fratello, ma per quieto vivere si guarda bene dal porre il suo veto. Nicolas ascolta in silenzio, teme che un suo pronunciamento esacerberebbe ancor di più l'animo di Loic. Persino Solice non si oppone a quest'assurdità, presumo per le stesse ragioni. E poi c'è Desiree.
Desiree che si sente in colpa perchè molti feriti hanno bisogno delle sue cure. Desiree che con rammarico deve rinunciare all'opportunità di studiare il Miele Nero e gli apparati alchemici di Wilhelm. Desiree che, ancora convalescente per la brutta ferita infertagli neppure un giorno fa, teme i pericoli del viaggio in cui Loic si è messo in testa di trascinarla. Anche Desiree tace, dissimula il suo rimorso, la sua frustrazione, la sua paura.

Eric, Nicolas, Solice, Desiree. Eccoli qui, quattro ostaggi di un bambinone capriccioso.

Ma io no. Quello che dobbiamo fare è troppo importante, quello che gli Dei si aspettano da noi è troppo grande. Ci vado pesante, nella speranza che a prenderlo di petto finalmente Loic si renda conto di aver superato ogni limite. Speranza vana. Dopo avermi rivolto le solite, patetiche minacce si chiude in un silenzio ostinato. La spunterà anche stavolta, gli ostaggi sono rimasti remissivi, ma credo che questa lite abbia infine aperto gli occhi a chi per troppo tempo li aveva tenuti chiusi. E non permetterò che sia troppo tardi, parteciperò anch'io al salvataggio di Lord Anthony, sarò pronto a compensare le intemperanze di quel grosso imbecille, dovessi rimetterci il collo.










scritto da Guelfo da Flavigny , 16:42 | permalink | markup wiki | commenti (6)
 
24 Agosto 517
Domenica 17 Febbraio 2008

Il giorno più lungo

E' finita. Il tentativo di fuga di Bob DelMontesque è stato sventato dal rapido intervento dei Navar e di Solice, e la sua morte sugella la conclusione di questa nostra impresa. Posso dirmi molto fortunato: dalla facilità con cui ha avuto ragione di Vladimir, Yoshua e Yesso deduco che gli sarebbe bastato un colpo di mazzafrusto per spedirmi all'altro mondo. Ma anche questo ultimo pericolo è alle spalle, ormai, e non mi resta che sdraiarmi presso il fuoco dell'accampamento a contemplare la tenebra che incombe su queste terre sventurate.

Una moltitudine di pensieri affolla la mia mente stremata dalle fatiche di questa grandiosa e interminabile giornata. Lord Graham Dillon è in parte vendicato, e devo rendere grazie a Loic ed agli altri compagni per avermi accordato il privilegio di giustiziare personalmente l' ispiratore del suo assassinio. Confido che Albert Keitel riconosca il sudario in cui l'empio zio è stato avvolto. E' il mio guanto di sfida. E' la sua sentenza di morte. Voglio che impari ad odiarmi come io lo odio. Che abbia ben chiara l'infamia di cui dovrà rendere conto.

Sir Killian si è dato una morte onorevole, rinunciando alla tentazione di farsi scudo con degli innocenti e ritardare la sua punizione. Questa scelta, devo ammetterlo, mi ha sconcertato. Se la dottrina dell'Ordine Nero non attecchisce solo presso spiriti oltremodo malvagi e delittuosi, se riesce sviare anche uomini che conoscono l'onore... tutto il sangue che abbiamo versato ha un sapore ben più amaro, non è solo il premio alle nostre fatiche di giusti, ma è anche un prezzo. L'ennesimo che gli Dei ci chiamano a pagare perchè sia fatta la loro Volontà.

Lo studio di Wilhelm celava molti segreti. I suoi carteggi, che provano oltre ogni dubbio la sua macchinazione fratricida e da cui apprendiamo notizie nuove ed inquietanti. Il diario in cui con grande zelo annotava i progressi e i fallimenti dell'oscena ricerca condotta a danno dei suoi sudditi e nel più totale disprezzo dei dettami della Chiesa. I tomi di scienza arcana, che mi sforzerò di esaminare con la massima cura.

E il Logaeth.

E' solo un frammento, neppure la metà di una pagina, eppure quando l'ho estratto dal vano nascosto in cui Wilhelm si era premurato di riporlo tremavo di spavento ed eccitazione. Il segreto dei segreti, la pietra angolare dell'Ordine Nero, la sapienza che menti Oscure e incommensurabili sussurrarono all'orecchio di Rudolph Glauer. Nelle mie mani. Scruto l'impenetrabile oscurità del cielo notturno e ho quasi l'impressione che il mondo si sia capovolto e che, schiacciato sulla sua volta da leggi nuove e bizzarre, mi trovi piuttosto a rimirare un Abisso.
E allora fantastico sulle meraviglie indicibili e orrende, sulle rivelazioni disumane di cui questo testo è la chiave, mentre il sonno giunge a intorpidirmi le membra.
scritto da Guelfo da Flavigny , 14:07 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
23 Agosto 517
Lunedì 11 Febbraio 2008

Ieri e oggi

L'arrogante proclama di Wilhelm Keitel, le sue parole sprezzanti, la sicurezza con cui si è illuso di poterci schiacciare. Proprio come suo nipote quella tremenda mattina di dieci anni fa. Allora, da bambino spaurito qual'ero, non potei fare altro che starmene rintanato dietro ad una finestra socchiusa, con il pugno serrato attorno ad una pietra e il cuore pieno di rabbia e paura. Fecero scempio del mio avo, che Kayah lo abbia in gloria, e solo allora trovai la forza di scagliare quella pietra. Malgrado non potessi vedere il mio bersaglio fu un lancio inaspettatamente preciso e il cavallo di Albert nitrì di dolore.

Sono passati dieci anni. Eccomi qui, sdraiato sul tetto di una casupola, stremato e dolorante, ad aspettare che quel vecchio bastardo borioso venga più vicino. La gente del villaggio lo copre di insulti, danno fondo ai polmoni per farsi coraggio ora che il loro Signore è arrivato a chiedere conto della loro disobbedienza. Rispetto al tetro silenzio che c'era a Caen, questa sì che è musica. Sono pieni di entusiasmo, persino fantasiosi... ma comunque troppo ingenui per pungerlo a dovere. Ci vorrebbe bisogno di qualcosa di più "personale", qualcosa che lo faccia arrabbiare sul serio.

E' buffo come la cattiva reputazione di una figlia possa condurre un uomo alla rovina. Mi bastano poche parole, colorite quanto serve, per avere la sua piena attenzione. Mi lancia una sfida a cui rispondo poco cavallerescamente. Lasciando da parte ogni cautela decide di venire a prendermi. Da qui non riesco a vederlo, ma posso sentire gli zoccoli dei cavalli sullo sterrato. Dovrò farmelo bastare.
Rinnova la sua sfida, e grazie alla sua voce ora so dove invocare la mia trappola magica. "Fer Kor, coglione!" gli grido, rilasciando il poco potere che mi resta.

Lanciare alla cieca dev'essere la mia specialità: passano pochi istanti ed ecco la rete viscosa piombare addosso a Lord Keitel e al suo cavallo, immobilizzandoli. Stavolta non è una semplice pietra scagliata da un bambino spaventato. Quella, Wilhelm, è la tua bara.
scritto da Guelfo da Flavigny , 23:59 | permalink | markup wiki | commenti (1)
 
23 Agosto 517
Lunedì 28 Gennaio 2008

Vendetta

Nicolas si è appena scontrato con Loic e dall'espressione sconcertata sul volto deduco che ne sia uscito sconfitto. Solice si affretta a prendere il suo posto. Sembra ottenere, non senza fatica, risultati migliori. Sorrido. Apparentemente ho molto più in comune con i due Paladini che con i ragazzi di Caen. Loic, Eric, Julie... partecipano alla lotta senza soffermarsi sulle implicazioni più sottili, non si curano del quadro generale, di prospettive più ampie rispetto alla necessità o agli impulsi del momento.

Apparentemente.

Nicolas e Solice si affannano a tributare i giusti onori funebri a due vili e ipocriti bastardi. Perchè lo fanno? Per pietà? Per giustizia? Perchè quel sangue è il primo a macchiare le loro mani, e dunque per imbarazzo, per rimorso...per paura? Quando lo stendardo immacolato della Fede infine si tinge di vermiglio, sì è disposti a seguirlo con la stessa devozione? Si è disposti a portarlo con la stessa fierezza?
Stendardi non più immacolati, mantelli ancora candidi...

...candidi quanto marci e luridi furono i cuori di chi li ha portati: spacciano per purezza, onore e orgoglio quel che in realtà è solo lebbra, crudeltà e vergogna. Loic li avrebbe resi dei sudari di gran lunga più appropriati. Noi che abbiamo conosciuto il loro vero volto, noi che per dieci lunghi anni abbiamo atteso la nostra vendetta, noi sappiamo vederli per quello che sono. E li sapremo PUNIRE.

Ho ancora con me il vessillo che Lord Albert Keitel lasciò a Flavigny. Presto, molto presto, farò in modo che possa riprenderselo.


scritto da Guelfo da Flavigny , 22:57 | permalink | markup wiki | commenti (4)
 
23 Agosto 517
Mercoledì 16 Gennaio 2008

L'Eroe

Eccoci qui, esausti, feriti, coi nervi a pezzi per l'incessante minaccia che grava su di noi, per l'Orrore diabolico di cui i disgraziati che siamo venuti a salvare sono divenuti incolpevoli araldi. Eccoci qui, ad apprendere da due miserabili scherani che il nostro Loic è caduto in mano al nemico. Cosa lo avrà mai spinto ad agire in modo così sconsiderato, così temerario? Possibile che le parole che gli ho rivolto a Laon abbiano a tal punto ferito il suo orgoglio da indurlo a voler dimostrare il suo valore ad ogni costo? Possibile che la reazione di Desireè lo abbia fatto sentire ancora più incompreso? In questo momento di sconforto guardo Solice, serena, accordare misericordia ai nostri prigionieri. Provo rabbia, rabbia perchè stiamo perdendo tempo. Rabbia perchè uno dei due ha crudelmente aggredito mia sorella, rabbia perchè Loic dovrebbe essere qui a fargliela pagare e invece non c'è, prigioniero o forse...forse... Ma c'è qualcosa negli occhi di quella ragazza, una scintilla di speranza che riesco a intravedere nonostante la rabbia, la paura, il rimorso.
Mi rincuora. Vada come vada, faremo quello che siamo venuti a fare, ancora una volta, a maggior gloria degli Dei.
E Loic, se speri di varcare da solo le soglie dell'oltretomba, fiero in volto come ogni eroe caduto in battaglia... ti sbagli di grosso. Ti riporterò, ti riporteremo indietro, o insieme a te raggiungeremo Abel in seno a Kayah.
scritto da Guelfo da Flavigny , 01:29 | permalink | markup wiki | commenti (2)