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Forum di Myst

 
« Io speso quasi tutto per arrivare qui, ma qui piano di rifacimento, io cambia legge e io risolve problema soldi e continua viaggio »
- Aiden Marnach -
 
Solice Kenson
Cronache della Campagna di Caen
Solice Kenson
"Voi avete coraggio e siete molto convincente: ma non appena sarete chiamata a combattere, al primo combattimento che possa realmente definirsi tale, voi morirete. E non parlo di scontri confusi o ingarbugliati, dove nessuno capisce fino in fondo quello che sta facendo o magari ha meno voglia di uccidervi che di portare la pelle a casa. Parlo di uno scontro vero, in cui affronterete una persona con le vostre sole forze. Beh, è giunto il momento che qualcuno che vi vuole bene vi dica che queste forze non basteranno proprio contro nessuno".
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28 maggio 519
Lunedì 24 Ottobre 2011

Scacco al Re

Il rumore sordo della pesante sbarra di ferro rimbomba giù dalle scale, confermandoci che è tutto vero: siamo agli arresti. L'oltraggio mi brucia più di quanto pensassi: se il seme della follia è presente solo occasionalmente nel sangue dei Keitel, lo stesso non può dirsi del germe della fellonìa. Percorro a ritroso le radici della mia famiglia, alla ricerca dell'ultimo arresto documentato. La mia memoria sprofonda in epoche ancestrali, quando Makàr Kenson fu imprigionato a Craòn a seguito di un duello in locanda finito male: in quell'occasione venne picchiato duramente da alcune guardie che, mancando di riconoscerlo, non credettero alle sue parole. Una volta libero Makàr cercò e ottenne soddisfazione presso le famiglie di quelle guardie, cedendo il barlume di ragione che forse poteva avere in favore della più assurda, violenta e ingiustificabile fiaccola del torto. Il pensiero che mio padre possa anche solo per un istante vedermi come l'epigono più prossimo di un tale masnadiero colma il mio cuore di vergogna.

Devo fare del mio meglio per non pensarci, ora che siamo prossimi all'epilogo finale. Lord Albert è caduto, i ragazzi di Caen sono riusciti a fare giustizia del sangue versato dai loro cari. Sir Clark LeNoire è stato raggiunto dalla Luce di Pyros e ha intrapreso il difficile cammino dell'espiazione: un miracolo, non ci sono altre parole per definirlo, che si ricorda ciò che è accaduto a Lady Emanuelle Beart. Ai nostri nemici non resta che raccogliersi intorno al loro Re d'Armi: Daeron Vypern, l'ultima grande personalità dell'Ordine Nero di Amer.

La luce del tramonto filtra dalle grate della cella, dividendo il pavimento in tasselli di luce. Le loro forme regolari mi ricordano un gioco che mio padre e mio fratello chiamano ''Shatranji'', nel quale due eserciti vengono mossi con l'obiettivo di catturare il sovrano avversario. Delle loro partite non mi resta che un ricordo, una frase ricorrente che era solita preludere alla vittoria e che adesso mi sembra particolarmente appropriata.

...

Più ci penso, più suona bene.


Finestra della Prigione
scritto da Solice Kenson , 17:41 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
3 gennaio 519
Venerdì 6 Maggio 2011

La giostra nella neve

Il ballo, poi tre giorni di torneo intervallati da pranzi, cene e altri giochi di piazza; poi la firma del trattato, e infine il giorno delle nozze. La clessidra è ferma a metà, bloccata dal freddo di questo gelido pomeriggio innevato che sembra non finire mai. Di tanto in tanto gli zoccoli dei cavalli incontrano piccole lastre di ghiaccio, frandumandole con un rumore secco che arriva fino alle tribune. Fino a questo momento nessun incidente ha funestato il Torneo, ma adesso il cielo mette davvero paura. E' forse il caso di interrompere la giostra? Rivolgo uno sguardo in direzione di mio padre: no, non lo permetterebbe mai. Gli astanti intorno a me sono eccitati, attratti dal fascino delle manovre rischiose e delle cariche avventate tanto quanto lo sono i cavalieri.

Il giorno delle nozze di mia sorella conoscerò il nome del fidanzato che mio padre ha scelto per me: l'ufficializzazione formale dipenderà dalla mia accettazione, ma stavolta la promessa che ci siamo scambiati è molto precisa: lui mi farà partire ancora una volta come paladina, e io farò tutto ciò che mi chiederà. Un giuramento che rende felici entrambi, e che sancisce qualcosa di inevitabile: ma non per questo mi fa meno paura. Il 6 gennaio, ancora una volta: una data segnata da infauste ricorrenze che in questi ultimi anni ho imparato a temere. Coincidenze, continuano a ripetermi tutti: persino il Vescovo. Eppure...

D'un tratto la lancia di Malaki colpisce l'armatura di sir Gregor Reel, rovesciandolo al suolo. Tutti intorno a me si alzano in piedi gridando a gran voce il nome del cavaliere... ed io con loro: in un istante l'emozione della giostra si riversa nel mio sangue divorando ogni paura e proiettandomi verso l'alto, le mani levate al cielo insieme a quelle di mio padre, di Ryan e di Amy, di Rosalie e di Karl. "Questa non gli è piaciuta affatto, ve lo dico io!", tuona Lord Konon Desyenne all'indirizzo del povero sir Gregor, intento a rialzarsi dall'interno di un cumulo di neve.

E se avessero tutti ragione? Forse i miei timori sono infondati, forse mi preoccupo troppo. Magari non sono nè il ghiaccio nè i numeri del calendario a farmi realmente paura, quanto piuttosto il cambiamento che mi attende all'orizzonte. Se è davvero così devo fare il possibile per non pensarci, tenendo la mente occupata altrove: non posso permettermi di avere paura, adesso. L'arrivo degli ospiti e l'incarico formale datomi da Rosalie richiedono tutta la mia attenzione: Maestra di Cerimonie, addirittura... insieme a Amy Ripley, la sposa di mio fratello, e Arlyn. Abbiamo trascorso molto tempo insieme, documentandoci sulle regole da seguire per rendere omaggio ai nostri ospiti. Io, in particolare, mi sono occupata di perfezionare la mia conoscenza delle convenzioni in uso in terra di Delos e presso le comunità Naniche del Dominio. Le regole dei Nani sono semplici e spartane, e ricordano molto le convenzioni in uso a Greyhaven: quelle di Delos, invece, sono complesse e sfaccettate, al punto da sembrare in taluni casi persino contraddittorie: ma una lettura attenta chiarisce quanto in realtà non lo siano affatto. Si dice che basti l'istinto per conquistare un Greyhavenese, e che la lealtà e l'onore siano tutto ciò che serve per farsi rispettare da un Nano: ma per impressionare un Deliota occorre aver passato del tempo a studiare.

Non mi aspettavo di incontrare il Tassiarca Basilios Fokas: non era presente in nessuna delle due delegazioni di Delos giunte a Valamer con l'inizio del nuovo anno, e capitanate rispettivamente dal Panipersebasto Thomàs Raoùl e da Isaàc Anghelos. E' comparso all'improvviso, al centro del grande salone: stupito quanto me, ma solo per un istante.

"Posso leggere il disappunto nei vostri occhi: credetemi, mi dispiace molto".

"Voi... Confesso che sono... sorpreso". Il suo Greyhaven era corretto, ma nascondeva totalmente le sue emozioni: se fosse adirato o offeso, oltre che sorpreso, non mi era dato sapere.

"Sono mortificata".

"Perché voi... non avete parlato? Questo non capisco. Sarebbe stato tutto più facile... più rapido".

"Sono davvero mortificata".

"Voi... non siate mortificata. Non dovete".

"Vi ringrazio molto. Non so cosa dire...".

"Non dovete dire nulla, se non volete. Ma potete dire qualsiasi cosa: io ascolterò. Volete ballare?"

Così ho danzato con Basilios Fokas, Tassiarca di Kastòria. E tra un passo di danza e l'altro una voce dentro di me continuava a rivolgermi le stesse domande: aveva per caso parlato con il Marchese? O forse lo avrebbe fatto di lì a poco? E se...

Stupida, stupida ansia, allontanati da me e lascia in pace i miei pensieri: non ho tempo per te in queste lunghe notti. Che la preghiera mi aiuti a ritrovare la concentrazione, a rivolgere la mia attenzione sui due compiti che ho: provvedere alle necessità degli ospiti e vegliare su mia sorella. Maestra di Cerimonia e Paladina di Pyros. Il vescovo ha ragione, Rosalie: non dobbiamo temere nè numeri nè date, se Pyros è con noi. E io sarò sempre insieme a te, nelle feste, nei balli e di fianco all'altare. Oggi mi hai mostrato il vestito che indosserai: nero come la notte, come le mie peggiori paure. E' davvero così forte il tuo bisogno di allontanarti da Pyros? Quante ferite nascondi sotto queste tue provocazioni?

Cavallo nella neve
scritto da Solice Kenson , 03:16 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
31 dicembre 518
Martedì 26 Aprile 2011

Il Giorno del Fato

Anche oggi dal cielo cade la neve. La osservo al di là della finestra chiusa mentre veste del suo manto candido gli alberi del giardino di mio padre, mentre tenta di aggrapparsi agli spioventi tetti di stoffa cerata raccolti sotto le mura del castello di Valamer. Le prime tende sono comparse una settimana fa, in conseguenza dell'arrivo dei primi ospiti; da quel giorno ho visto il loro numero aumentare ogni mattina. L'altro ieri, a cavallo, ho accompagnato mio fratello Karl a vederle da lontano: la neve non ci ha impedito di distinguere l'azzurro di Amer, il nero di Keib, l'argento e l'oro di Delos, il rosso di Krandamer. Come tuoni di una tempesta fragorosa le annunciazioni del loro arrivo si sono susseguite giorno dopo giorno, abbattendosi sul nostro palazzo e riverberando il loro eco sulla città intera. Un rumore così assordante da travolgere persino la Festa della Rinascita, costretta a concedere gran parte della sua sacralità in favore di un incontenibile tripudio di eccitazione ed euforia.

Del resto, come poteva essere altrimenti? Molti degli inviti mandati da Rosalie avevano l'aspetto di una formalità, di quelle che nella maggior parte dei casi si risolvono in una lettera di congratulazioni e nella partecipazione di alcuni familiari: era stato così anche per il matrimonio di Ryan. Questa volta, invece, avevano risposto in tanti: il Barone di Keib, il Barone di Annecy… persino il giovane Duca di Krandamer avrebbe effettuato la sua prima visita a Beid per ricevere, a fianco di mio padre, gli illustri ospiti di Delos: avrebbe visitato la città insieme ai suoi uomini e dignitari, sarebbe stato ospitato nel castello di Valamer, avrebbe dormito a palazzo sotto il nostro stesso tetto. Nessuno, proprio nessuno poteva aspettarsi tuoni del genere.

Nessuno che non avesse visto, soltanto pochi giorni prima, il balenio di fulmini minacciosi nel cielo.

[...]

"Voi non capite, Padre... io ho giurato di fronte agli Dei. Ho fatto un voto, ho preso un impegno…"

"Siete voi a sorprendermi, Solice: eppure queste cose dovreste saperle molto meglio di me. E di certo l'esperienza a Delos deve avervi offuscato la ragione, sia pure per un solo istante, poiché altrimenti non ho dubbi che sareste voi stessa a rivolgermi queste parole. Sapete per certo infatti, figliuola mia, che Pyros, come tutti gli Dei, gradisce i sacrifici, l'offerte, quando le facciamo del nostro. E' il cuore che vuole, è la volontà: ma voi non potevate offrirgli la volontà d'un altro, al quale v'eravate già obbligata. Lo ricordate, vero?"

"Voi conoscete gli obblighi che ho preso, Padre. Li avete accettati, e ad essi avete acconsentito. Ve ne prego, non venite meno alla vostra decisione".

"Si, l'ho fatto: ho acconsentito di consegnarti nelle mani della Chiesa della Luce poiché della sua autorità mi fido, come delle sue decisioni. E voi avete fede nella Chiesa, vero figlia mia?"

"Io..."

"Tu hai fiducia nella Chiesa, vero figlia mia?"

"Si, Padre: io ho fede in Pyros, e nella sua Chiesa".

"E di certo sapete anche che Pyros ha dato alla sua Chiesa l'autorità di rimettere e di ritenere, secondo che torni in maggior bene, i debiti e gli obblighi che gli uomini possono aver contratti con Lui?"

"Padre, vi imploro: non fatelo… non chiedetemi questo."

"Figlia mia... abbiamo parlato abbastanza. Leggo nei vostri occhi la stanchezza provocata da questo fardello che da troppo tempo portate, e del quale io stesso ho contribuito a gravarvi. Presto avrete la possibilità di rimettere il vostro voto nelle mani del Vescovo, che saprà consigliarvi al meglio. Confido che, dopo esservi con lui confidata e quando egli avrà sciolto tutti i vostri dubbi, saprete prendere la decisione giusta in merito a questa faccenda".

[...]

Questo è stato il primo fulmine, apparso nel cielo del diciotto dicembre scorso. La risoluzione di una vita intera cancellata da poche, irremovibili parole. Sapevo, temevo che sarebbe successo: mio padre conosce il diritto canonico meglio di me, e il Vescovo lo avrebbe ascoltato. Ma è forse un lutto annunciato per questo meno triste, meno doloroso?

Il Vescovo è giunto a palazzo tre giorni dopo: avrebbe celebrato lui, di lì a poco, la Festa della Rinascita nella città di Beid. Pyros mi è testimone di quanto lo abbia implorato di aiutarmi a conservare la mia decisione: gli ho confidato il mio desiderio di seguire le orme di Santa Chiara, il progetto che avevo di recarmi a Sanpeccato e dedicare la mia vita alla professione di fede. Al termine delle mie parole mi ha preso le mani, facendomi alzare e guardandomi negli occhi: "non devi piangere", mi ha detto, "perché Pyros è dentro di te, e questo non cambierà mai: anche se non metterai più quella cappa e non impugnerai più quella spada, Lui resterà lì. Devi avere fede e andare avanti: non dove tu senti di voler fuggire, ma dove Lui ti ha posto, dove vuole che tu stia. Santa Chiara è forse fuggita dal suo destino? Questo è il tuo posto, ed è qui che combatterai".

Neppure dopo quella conversazione ho voluto rassegnarmi: ho pensato, che Pyros mi perdoni, che il Vescovo volesse compiacere mio padre. Soltanto pochi giorni prima mio fratello Ryan mi aveva parlato di un grande progetto, una cattedrale che mio padre si sarebbe impegnato a costruire. Il dubbio e il sospetto si sono fatti strada dentro di me, privandomi del sonno e contaminando le mie preghiere. Con la mente infestata da questi sospetti mi sono recata da Padre Barkev, il Prevosto della Chiesa di Pyros di Beid, nel quale ripongo da sempre la massima fiducia: a lui ho rivolto le mie domande, espresso i miei dubbi, opposto le mie ragioni... Ricevendo le medesime risposte, le stesse rassicurazioni. La Chiesa era con mio Padre, io stessa ne facevo parte grazie a una sua decisione: col mio voto, anche se in buona fede, avevo impegnato una cosa che non mi apparteneva: me stessa, il mio sangue. Per questo dovevo rimetterlo, con la benedizione di mio Padre e della Chiesa della Luce. Questo era ciò che mi veniva chiesto. Questo era ciò che dovevo fare: senza indugio, senza spendere altro tempo nell’incertezza. Non tra un numero indefinito di giorni ma nel corso di quelli immediatamente successivi, dove il Fato aveva incastonato il momento più perfetto ed opportuno.

La Festa della Rinascita.

Nei giorni successivi la volontà di reagire alla decisione presa da mio Padre nei riguardi del mio voto si è affievolita fino a sparire. Le parole di Padre Barkev, l'euforia di Rosalie e l'accrescersi dei preparativi per il suo imminente matrimonio... ogni cosa intorno a me copriva di vergogna e imbarazzo ogni pensiero legato a una vita lontana dalla famiglia e dai miei doveri. Il mio voto era stato descritto come una fuga, svuotato di ogni forza, di ogni significato. Non mi restava che rimetterlo nelle mani del Vescovo, lasciando che la Festa della Rinascita restituisse ancora una volta la mia mente a Beid.

Il secondo fulmine è apparso il ventitreesimo giorno di dicembre, quando mi sono recata nuovamente da mio Padre per comunicargli la mia decisione: in quella circostanza abbiamo parlato del mio futuro come Soldato di Pyros.

[…]


"Eravamo d’accordo sul fatto che avreste concluso la vostra esperienza quest’anno. Lo ricordate, vero?"

"Si, Padre."

"Eppure, voi volete continuare. Non è forse vero?"

"E' così."

"Farò in modo che possiate continuare, allora. Alle mie regole."

"Non ho mai infranto alcuna vostra regola, lo sapete."

"Lo so: ma ora sarà diverso: nei prossimi giorni avrò bisogno di mia figlia, qui a palazzo. Potrò contare su di voi? Farete quello che vi chiederò?"


[…]

La Festa della Rinascita ha avuto inizio poche ore dopo il mio si. Il Vescovo con i suoi attendenti e gli invitati in arrivo, le tavolate cittadine illuminate a giorno e quelle imbandite da servitori e camerieri, la mensa del popolo e gli assaggi dei cuochi, le funzioni religiose e i discorsi notturni di Yera e di Rosalie sugli invitati, l’acqua e il vino, le preghiere e i pettegolezzi licenziosi. Tutto mischiato, come le note dello strumento di un musicista distratto, incerto, confuso: non faccio che ascoltarle da giorni, cercando invano di comprenderne la melodia. E’ questa la Rinascita a cui mi sono votata?

Basta pensare, non ho più tempo. Devo prepararmi… e assicurarmi che sia tutto in ordine. Stasera c’è il Ballo, dove faremo la conoscenza dei nostri invitati.

Perché hai scelto proprio queste ricorrenze, Rosalie? L’inizio dei festeggiamenti nel Giorno del Fato, il giorno delle nozze il sei di gennaio… Sono date funestate dai cattivi auspici. A volte vorrei davvero che tu non sentissi l’impulso di giocare col fuoco.
scritto da Solice Kenson , 15:06 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
5 novembre 518
Sabato 22 Gennaio 2011

Sessantaoredivegliaepreghiera

Il Corno sono stata contenta di averlo ritrovato perché Guelfo ci teneva tanto, adesso però credo di averlo perduto, Guelfo non lo trovo più, ah lo hai preso tu ecco perché. Il Corno mi mette paura, la stessa che ho provato nel tempio di Pyros contaminato da Shasda dove non sono riuscita a pregare bene, non ci sono riuscita perché c'erano le ghirlande di foglie di mirto ma io le ho tolte perché Oulpianos diceva che il mirto è meglio se lo lasci sulla pianta di mirto e non ci fai le ghirlande di foglie per poi appenderle nel tempio di Pyros, no. Inadeguato. Il vino a terra, ho pulito dove c'era il vino a terra e poi ci ha anche piovuto sopra ma sempre si sentiva odore di vino. Inadeguato. Mi dispiace Pyros se sono andata via ma non riuscivo a fare niente di buono lì dentro anche se ce l'ho messa tutta sentivo di non essere abbastanza forte e poi avevo paura che quel posto cominciasse a fare del male ai miei compagni come è successo con Skilipotis a cui Heloira stava facendo sognare Julie. Inadeguato. Per questo ho deciso di andare via ma poi è venuto a piovere allora ho fatto aspettare tutti ma siccome il tempio non mi faceva dormire e sembrava malsano, mi dispiace Pyros se sono andata via ma non riuscivo a fare niente di buono lì dentro anche se ce l'ho messa tutta... Ho perso il filo.

E' colpa mia se l'assassino che era andato in letargo dentro alla grotta si è svegliato, ho voluto io controllare se si poteva stare lì perché il tempio non mi faceva dormire e faceva sognare Julie a Skilipotis e quindi avevo paura che anche altri cominciassero a stare male, così siamo andati nella grotta e l'abbiamo svegliato. Si muoveva nella notte e io sapevo che era lui ma ho pensato che al buio non mi avrebbe potuta colpire e volevo chiedergli perché ce l'aveva con noi e se davvero è l'uomo al servizio dell'Heresioptis di cui ci aveva parlato Athanassios Korais, mi viene da piangere se penso che potrebbe essere al suo servizio perché significa che l'Heresioptis mi ha usata e presa in giro per tutto questo tempo, che la persona che ha dato da bere e da mangiare e un tetto sotto al quale dormire a me e ai miei compagni è un nemico della fede che ha giurato di proteggere e io non ci posso fare nulla, anzi mi sono pure inginocchiata a baciargli l'anello e questa cosa, questo sospetto mi fa stare male, mi fa stare proprio malissimo più di quanto possano immaginare i miei compagni al punto che se ci penso impazzisco.

Aspetta Eric, perché sei qui con me, tu devi fare il turno di guardia con Julie, io lo faccio insieme a Gar-Kan-Tun così mi impratis... così mi impartisc...così faccio pratica con la lingua dei Nani, ricordo a Beid quando ho studiato la lingua dei Nani e poi a Foucault e poi ancora a Beid. Guelfo, non trovo più il Corno credo di averlo perduto, eppure sapevo che era li da qualche parte e ricordo distintamente l'albero sotto il quale l'avevo messo, si riconosceva perché aveva il Corno ai suoi piedi dentro un sacco ma adesso gli alberi mi sembrano tutti uguali... ah lo hai preso tu, ecco perché.

Sono stanca ma non posso dormire perché Desiree mi ha detto si puoi ma in realtà era no, non puoi. Sento la sabbia negli occhi, credo che siano rossi, devo avere un aspetto orribile, mio padre il Marchese mi odierebbe per questo, non vorrebbe più avere niente a che fare con me. Sir Juste mi guarda divertito ogni volta che apro bocca, forse sto dicendo cose senza senso, devo smetterla di parlare, dare risposte semplici, cenni con il capo e suoni con la bocca. Hmm-hmm, si, no, forse. Non devo cedere ora, non dopo che ho vinto, me l'ha detto anche il Demone con le corna di muflone che ho vinto e anche se adesso sento che tutte le tenebre vogliono uccidermi so che non devo avere paura, per farmi coraggio penso a una frase che veniva citata spesso a Foucault: le tenebre dimorano nel sonno della ragione, la verità splende nella veglia della preghiera. Ragione, verità, veglia e preghiera, ragione, verità, veglia e preghiera, ragione, verità, veglia, preghiera, ragione, vrità, veglia preghiera, ragione , veirtà, veglia, preghiera, ragione, vreità vgleia prghghiera, ragione , veriàt, veglia, preghiera raghge vghgh vegghgh prghiaaaa, veglia e preghiera, veglia e preghiera, veglia e preghiera, veglia e preghiera, veglia e preghiera, veglia, preghiera, veglia, preghiera, veglia, preghiera, veglia, preghirea, veglia, preghiear, veglia, prghiera, veglia, preghirea, veeglia, preghiera, veglia, preghiera, veglia, preghiera, veglia,pregjhiera,vegker,pregi,veglia,preg,evlgia,preguera, veglia, preghiera, veglia, preghiera, veglia, preghiera, veglia,preghiera,veglia,preghiega, veglia,preghiera,veglia,pregheira, veglia, preghirea, veglia, preghiera, veglia, preghiera, veglia, preghiera...

...

Quanto... tempo.. stiamo camminando? ore... giorni? Non c'è piu luce... ora di campo? Dèi, vi prego... campo..., si, campo... campo! Mangiare... no, grazie, credo che mi metterò subito a dormire. Posso, vero Desiree? Hai detto ancora si ma in realtà era no, ma sai che ti dico Desi, stavolta ti prendo in parola, he he he... Turni di guardia... si... io lo faccio insieme a Gar-Kan-Tun, così mi impras... chitis... ctisco con la lingua dei Nani. Certo che ce la faccio, certo. Il secondo, si, faccio il secondo turno. Svegliatemi per il secondo.

zzzzZzzzZzzZzzZzzz....

Solice Kenson - Sleepy (Blog)
scritto da Solice , 04:21 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
20 ottobre 518
Domenica 28 Novembre 2010

Certezze e Paure

Micol Semeyr, Roland, Marc Sand: questi i tre nomi che ci separano dal compimento della nostra impresa. Nei prossimi giorni andremo a cercarli, forti delle informazioni che l'Heresioptis ha estorto a Gad Gronegin; con l'aiuto degli Dei li sconfiggeremo, liberando Arlyn Farrell e mantenendo così la promessa fatta a Eugene. La cattura di Micol Semeyr le impedirà di portare avanti qualsiasi patto stipulato con il Demone che la sta ingannando, costringendo quest'ultimo a tornare nel regno dei morti. Questo è ciò che siamo chiamati a fare, e questo è quello che faremo. Il Metropolita crede nelle nostre forze, e parlerà di questa battaglia al Patriarca di Turn in persona. Non posso immaginare un onore più grande, una manifestazione più concreta della benevolenza divina. Per questo, quando scenderemo in battaglia, non saremo soli: per questo, alla fine, noi prevarremo.

La lettera di Lady Beart giunge a trenta giorni di distanza dalla mia risposta, ricordandomi la lunga strada che ci separa da Greyhaven. L'inchiostro che la descrive disegna sulla pergamena il volto dell'assassino di Ludmilla: Lady Carmen Navon, la sorella del suo promesso sposo, infettata nel cuore e nell'animo dal veleno che scorre nelle vene di Imielle l'ancella... Imielle Klein.

La luce della verità emanata dagli atroci resoconti di Emanuelle Beart splende, pallida e fredda, pagina dopo pagina. Oh Dei, quanto avrei voluto che vi fossero altre spiegazioni! Non c'è frase che non confermi le paure peggiori, non c'è parola che non faccia scorrere un brivido lungo la schiena. Imielle Klein... nata dal più atroce e sacrilego degli atti, vissuta nel peccato, cresciuta come una serpe velenosa in seno alla famiglia che ha avuto la sventura di prenderla con se: questo è dunque il volto che ha oggi la Dama Azzurra, questo è il tumore che da anni affligge Laon e che ora minaccia Luceen. Ora abbiamo l'occasione di fermarla, se Lady Beart è disposta ad aiutarci: mi chiedo se davvero avrà il coraggio di ripetere tutto quanto al cospetto dell'austero tribunale dell'inquisizione: ''Amica, maestra, amante e corruttrice''. Prima sua, poi di Lady Carmen Navon... tradendo la sua fiducia.

Ma c'è un'altra cosa che non posso fare a meno di chiedermi, alla quale non riesco a non pensare: è davvero il pentimento che la spinge a parlare contro Imielle? E se fosse invece il rancore, la rabbia... la gelosia?

Sto facendo la cosa giusta a fidarmi di te, Emanuelle? Posso davvero sperare di poterti recuperare, o confermerai ancora una volta le mie peggiori paure?

Solice Kenson - Immagine 12
scritto da Solice Kenson , 06:13 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
9 ottobre 518
Lunedì 25 Ottobre 2010

Vele spiegate e stelle lontane

Se tu sei la mia stella
io sarò per te il cielo
per cullarti e nasconderti dentro al mio cuore
fino a quando di notte mostrerai il tuo splendore
E vivrò per vedere la tua luce
Io vivo per vedere la tua luce

Fino a quando vorrai separarti da me
Per volare lontano verso un altro universo
Con un cielo più grande e un nome diverso
E lasciando soltanto il ricordo di te...

Se tu sei la mia nave
io sarò per te il mare
un oceano di blu per tenerti per mano
che sale e che scende e respira per te
E vivrò per renderti libero
Io vivo per renderti libero

Fino a quando vorrai dispiegare le vele
per partire per sempre seguendo il tramonto
verso terre lontane, lontano da me
E lasciando soltanto il ricordo di te...

Se tu sei la mia stella
io sarò per te il cielo
per cullarti e nasconderti dentro al mio cuore
fino a quando di notte mostrerai il tuo splendore
E vivrò per vedere la tua luce
Io vivo per vedere la tua luce

Fino a quando vorrai separarti da me
Per volare lontano verso un altro universo
Con un cielo più grande e un nome diverso
E lasciando soltanto il ricordo di te...

E lasciando soltanto il ricordo di te...


(melodia e testo liberamente ispirati alla canzone Boats and Birds di Gregory and the Hawk: http://www.youtube.com/watch?v=aRPyoPGO2vo&feature=related )

Strana e malinconica sensazione è quella che si prova ascoltando i propri pensieri e sentimenti cantati da un'altra persona. Di quale significato le hai rivestite, Jean de Clignancourt? Certo non potevi pensare all'amore con cui un padre e una madre crescono i propri figli fino a quando non li vedono spiccare il volo per indossare le vesti della Luce: il Marchese mio padre, e mia madre. Forse conosci qualcuno che, assumendo un ruolo analogo a quello della Chiesa, ha aiutato queste ragazze a volare lontano... Verso cieli dal colore invitante, che nascondono però il baratro della perdizione e lo spettro della morte. O magari sei tu stesso a svolgere questo compito, da solo o aiutando qualcuno a farlo. Molto presto verremo a farti queste domande: e quando avverà, capirò se ci hai mentito per paura o per nascondere la verità.

Ma non posso pensare a questo, adesso: non fino a quando Guelfo non sarà libero dal giogo di questa assurda e incomprensibile presenza oscura che non recede neppure di fronte alla preghiera. Ti prego, Dio del Sole che vince la notte, dimmi cosa devo fare per liberarlo per sempre da questa maledizione: farò qualsiasi cosa. Io so che il suo cuore è buono, e sento che grande è la sua fede nel tuo operato: ma le sue ferite sono gravi, e il dolore che questo demonio gli infligge lo mette a dura prova... Nondimeno, quando gli ho chiesto di pregare e di ignorare le mendaci condizioni imposte da quella creatura della Tenebra, ha trovato la forza di affidarsi ancora una volta alla tua misericordia.

E' davvero questo il tuo disegno per lui, nonostante egli abbia offerto a Reyks tutto quello che ha? Ti prego, non chiedergli altro. Interrompi la sua agonia, lenisci il suo dolore, allevia le sue ferite. Consentigli di poter rinnovare la sua fede in te. Non possiamo farcela, senza di lui... Io non posso farcela, senza di lui.


Alba del Sangue - Immagine
scritto da Solice , 03:31 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
28 Settembre 518
Giovedì 30 Settembre 2010

Autunno


Se guardo i tuoi occhi
Vedo l'amore che riposa
cullato dal pianto del mio liuto

Se guardo i miei stivali
vedo polvere e fango
bagnati dal pianto del mio liuto

Non so perché
nessuno ascolta
le mute parole del nostro amore

Non so perché
fa così male
trovare la forza nel nostro cuore

Se guardo là fuori
Vedo il mondo che gira
spinto dal pianto del mio liuto

Da tutti i miei sbagli
ho imparato qualcosa
o è solo il pianto del mio liuto?

Non so cos'è
questa nebbia oscura
questa paura...

Non so perché
nulla è cambiato
anche se abbiamo tentato

Se guardo i tuoi occhi
Vedo l'amore che riposa
cullato dal pianto del mio liuto

Se guardo i tuoi occhi
...
vedo le lacrime del mio liuto



(base: while my guitar gently weeps - http://www.youtube.com/watch?v=r0c4diG79vA - testo liberamente ispirato)


Suonare mi calma, mi aiuta a pensare. Le corde affondano nelle dita, abituate a serrarsi attorno a ben altri strumenti. Inutilmente, nella maggior parte dei casi. Ma stavolta, se di imperizia si tratta, la colpa non è della mia inabilità con la spada. Eppure sto sbagliando qualcosa, di questo ne sono certa. La disfatta di oggi ne è la prova definitiva: le alleanze che ho stretto non sono efficaci, le mie intuizioni sono sbagliate, le idee che ho avuto non stanno funzionando. A tratti sembra che i nostri avversari riescano a leggerci nel pensiero: quando li affrontiamo sembrano invincibili, ogni tentativo di contrastarli ci rende più deboli, più feriti... Che siano già riusciti a entrare nelle grazie della loro Divinità Oscura? Il pensiero mi attanaglia da quando mi sono svegliata di soprassalto nel nostro campo poche ore fa, fuggendo da un incubo che è poi diventato realtà.

Sono sola, in questo momento: Desiree sta medicando la ferita di Julie; poco fa abbiamo bendato insieme quella di Eric: Guelfo e Loic stanno riposando, anche loro feriti gravemente. Sento un fortissimo bisogno di piangere, di abbandonarmi all'idea che la missione sia ormai compromessa e che le nostre speranze stiano svanendo a poco a poco, come il calore dell'estate cede al vento freddo d'autunno. Avverto la Disperazione in procinto di stringermi tra le sue braccia, promettendomi un conforto liberatorio al punto da sembrare reale...

... No, devo resistere: è davvero l'ultima cosa di cui i miei compagni hanno bisogno. Devo, al contrario, raccogliere nuovamente le forze: ricominciare da capo, salvando tutto ciò che abbiamo costruito finora e che non è stato ridotto in frantumi. La fede in Pyros, che ha salvato Guelfo dalla morte dandoci prova della sua benevolenza; il sostegno del Metropolita, di cui possiamo davvero fidarci; e la consapevolezza nelle nostre forze, la determinazione che più e più volte ha reso possibile l'impossibile portandoci alla vittoria finale. Di questo i nostri nemici hanno paura, ed è ciò che davvero puntano a uccidere, corrompere o divorare. Ma non ci riusciranno, non finché avremo vita. Forse in questo momento non posso vedere il disegno degli Dei, ma i Maestri mi hanno insegnato che la vera fede splende soltanto di notte, quando chi prega è smarrito e il suo sguardo si trova lontano dalla luce. Cureremo le nostre ferite, stringeremo nuove alleanze... e riusciremo a rimetterci in piedi: la Rosa non sarà divorata dalla locusta: tornerà a fiorire, dovesse farlo nel cuore della notte.

Rosa Bianca nella notte - Immagine
scritto da Solice , 03:01 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
10 settembre 518
Venerdì 11 Giugno 2010

Futuri diafani

Trattengo il fiato, incapace di formulare altre parole. Reclino il viso, inchinandomi al cospetto della reverenda madre delle Sorelle Senza Nome che si accinge a congedarsi da noi. Il mio sguardo segue dal basso i contorni della sua sagoma che incede lentamente verso la porta dove la attende padre Orthagoras.

Silenzio.

Mi concentro, cercando di mettere a fuoco il tuo respiro. Anche tu trattieni il fiato, forse. Ma la tua mano stringe ancora la mia ed è calda, forte... vitale. Ce l'hai fatta, amico mio: hai affrontato la prova più difficile della tua vita superandola con la sola forza della fede.

Respiro, lasciando che la tensione esca finalmente dai polmoni. Hai gli occhi chiusi: va bene così. Dormi, riposa: Reyks ti restituirà presto le forze. Ti lascio la mano, mi alzo in piedi cercando di non svegliarti. Poi il pensiero torna indietro a pochi istanti fa, all'onore che mi hai concesso consentendomi di essere presente a sentire le tue confessioni, propositi e rinunce. E' la seconda volta che riesci a farmi piangere, sai? Senza saperlo, abbiamo rinunciato entrambi alla stessa cosa. E solo gli Dei sanno quanto è stato, quanto sarà difficile per entrambi. Non immagini neppure quanto mi terrorizzi il pensiero di dover tornare a Beid, la reazione che avrà mio padre quando gli dirò che non tornerò indietro come gli avevo promesso... e che nessun altro, all'infuori di Pyros, mi prenderà mai come sua sposa.

Mi allontano, facendo attenzione a non fare rumore: raggiungo la porta, la chiudo. Vado a pregare, ma tornerò presto.

Questa esperienza cambierà per sempre il nostro futuro: ma mentre ripetevo la tua rinuncia ho capito che lo cambierà allo stesso modo, e che la nuova direzione è quella giusta. Non ci resta che seguirla... ovunque ci porterà.
scritto da Solice Foucault , 17:08 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
4 settembre 518
Venerdì 4 Giugno 2010

Dentro l'Impero

I giorni scorrono veloci qui a Delos, risucchiati dal tempo come granelli di sabbia all'interno di una clessidra che non possiamo vedere. Quanto tempo ci resta prima che l'oscuro disegno di August Bertrand venga trasposto in realtà dai nostri nemici? Il loro sinistro operato si sta dipanando di fronte ai nostri occhi: il corpo straziato della povera Marie di Baran, i sacrilegi compiuti nei santuari di Ilmarinen e di Pyros, il furto di una antica salma dal più importante luogo di culto di Poldorion. Tasselli misteriosi di un antico e perverso rituale che per quanto mi sforzi non riesco a comprendere nè, purtroppo, a prevedere.

Cosa mi manca? La mia mente fino ad ora non mi ha mai tradita: l'amore per i libri, lo studio e la conoscenza sono da sempre l'unica spada su cui posso contare, la forza che il mio braccio non possiede. Eppure tutti gli studi e le ricerche che ho effettuato nel corso degli ultimi mesi non riescono a orientare i miei passi, non incontrando altro che corrispondenze indirette con quanto sta succedendo. In questo momento una parte di me vorrebbe avere il coraggio e la lucidità di Oulpianòs, che si dimostrò in grado di spingere le sue intuizioni al di là degli schemi convenzionali: in questo modo, forse, potrei riuscire a trovare il collegamento tra i Luoghi Impuri e l'antico culto di Kalina, così come egli scoprì per primo i legami che univano quest'ultima con Heloira e con Shasda.

Ma il sentiero tracciato dalle orme di Oulpianòs è irto di insidie: le sue convinzioni lo hanno talvolta spinto lontano dalle posizioni ortodosse della chiesa, eventualità che ha finito per compromettere la loro stessa validità dogmatica. E' un rischio che non posso permettermi di correre: Pyros non poteva mostrarmi il cammino con maggior chiarezza, quando ha voluto affidarmi ancora una volta la custodia della reliquia di Sant'Agapitos. Se sono stata inviata a Delos non è stato per contrappormi alla Tradizione ma per cercare ogni risposta, ogni Verità all'interno di essa, mettendo la mia spada e la mia fede al servizio delle istituzioni presenti.

Parlerò con i Sacerdoti di Kastoria, nella speranza che la mia acerba conoscenza della lingua sia sufficiente: consegnerò la reliquia nelle mani del Metropolita e, se mi sarà consentito, mi inginocchierò di fronte a lui, nella speranza che possa dissetare la mia sete di conoscenza e fornirci le armi necessarie per combattere il Male che abbiamo inseguito fino alla sua dimora.

Vorrei avere il potere di fermare il trascorrere delle notti, in modo da essere certa di poter vedere la fine di questa storia insieme ai miei compagni: il mio tempo si sta esaurendo, e stavolta la clessidra è ben visibile ai miei occhi. Sedici giorni, poi non mi resterà che sperare... Fino al matrimonio di Rosalie, magari. Oh Dei, sono così pochi! Ma no, non c'è spazio adesso per questi pensieri, non con l'enormità di ciò che è in gioco. Questo è quello che mi direbbe Guelfo. Non pensarci. No.
scritto da Solice Kenson , 03:46 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
16 luglio 518
Mercoledì 10 Marzo 2010

Lettera ad Halbedel


Stanco viandante che aneli ristoro
ferma il destriero e ascolta il mio canto
bevi alla fonte di argento e di oro
delle mie labbra, e restami accanto.

Triste fattore che attendi la pioggia
volgi le spalle all'ingrato raccolto
segui il mio sguardo e spandi i tuoi semi
su un'altra terra che porta il mio volto.

Sposo infelice che senti la morte
di quel legame sancito e sincero
prendimi come tua nuova consorte
donami quello che conta davvero.

Non vi sia stolto, meschino o brigante
che non s'inebri della mia parola
che si risparmi dal farmi da amante
che mi costringa a restare da sola.

Scendi mio principe dal tuo cavallo
stringi la mano di fango coperta
prendimi in braccio, portami al ballo
salvami dalla mia vita deserta

nulla m'importa del tuo lignaggio
finché i miei passi il tuo scettro conduce
come falena intraprendo il mio viaggio
volo nell'ombra, ma cerco la luce.


Lady Emanuelle Beart,
Il vincolo del silenzio sulle vostre azioni imposto dall'Abate non mi impedisce di scrivervi. Di certo penserete che queste mie parole siano dettate dal disprezzo, o dall'impotenza nei confronti di una situazione che vi consente ancora di agire.

Vi sbagliate: non provo disprezzo per voi, soltanto pietà.

Al termine del nostro ultimo incontro mi avete salutata augurandovi che avrei acquisito più esperienza del mondo e delle umane tentazioni, auspicando che questa conoscenza mi avrebbe resa più misericordiosa. Pochi giorni dopo ho incontrato la vostra storia nelle parole di una ragazzina: grande è stato il mio sconforto nell'apprendere che non vi eravate fatta scrupolo alcuno nel metterla a parte di quell'oscuro verbo. Cosa vi a spinto a farlo, Emanuelle? Le vostre umane tentazioni sono diventate così forti da costringervi a spargere le parole senza riguardo alcuno, come l'oste di una mescita cieca e scellerata?

Le vostre parole, e in modo ancor maggiore le vostre azioni, mi hanno portata ad approfondire l'oggetto dei miei studi. Ho letto l'operato delle persone che diffondono la parola velenosa della Dea del Tradimento, ho costretto i miei occhi a leggere la vuota empietà dei loro rituali. Quale ottusa bramosia di potere, quale meschina soddisfazione è quella che traspare da quelle pagine! Cosa ha da offrirvi una simile abberrazione, Emanuelle? Come avete fatto a ridurvi così? Cosa vi ha spinto ad abbandonare il rispetto per voi stessa e per quello che ancora rappresentate per abbracciare un siffatto esecrabile culto, indegno del vostro stesso sangue? Perché avete ceduto alle vuote lusinghe di una Divinità che non vi merita?

No, io non posso provare alcun disprezzo per voi: è evidente che siete stata raggirata, convinta a intraprendere azioni che vi allontanano da ciò che realmente siete. Il vostro sangue è stato avvelenato da un siero subdolo e meschino, che voi stessa contribuite oggi a diffondere. Non permettete che vi facciano questo, Emanuelle: non fatevi trascinare nel fango insieme a loro, non un giorno di più. Non umiliatevi come la protagonista della canzone, ma più di ogni altra cosa non siatene la vittima. Abbandonate questa follia che non vi appartiene e vi garantisco che non avrete soltanto la mia misericordia, ma quella degli Dei.

S.
scritto da Solice , 12:50 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
3 luglio 518
Sabato 13 Febbraio 2010

La Cima del Tramonto


Il vento delle Allston soffia forte, questa notte: lo sento sulle guance e sulla fronte, freddo come il cielo privo di luna che mi sovrasta, immemore dell'arrivo dell'estate.

"Non tutti sono così fortunati da poterlo ascoltare", disse una volta Ryan. "E' necessario nascere in una casa molto alta, o sulla cima di una picco..."

"...O sapersi arrampicare su un albero sufficientemente antico", aveva aggiunto Rosalie. I nostri sguardi, spinti dalle sue parole, si posarono sui massicci tronchi della foresta di Veremar, ambiziosamente protesi verso cieli lontani. "O magari... semplicemente... avere le ali". Anche quella volta era un giorno d'estate, ma sulla balconata dove stavamo faceva ancora freddo.

Osservo dall'alto le campagne di Chalard, illuminata dalle poche luci ancora accese a quest'ora di notte. Le conto mentre scompaiono una ad una, vinte dal sonno. Il vento delle Allston sorvola le loro teste, portando con sè l'aria dei grandi ghiacciai. Quante, tra quelle luci, sono consapevoli della sua esistenza? Quante hanno avuto modo di sentire la sua aria fredda sul viso?

E' per questo che mi hai scelta: è per questo che sono qui.

Accorgermi della sua presenza; osservare la direzione del suo soffio; ascoltare il suo sibilo; resistere al suo freddo; descrivere la sua forza.

Questi sono i compiti che mi hai affidato, da svolgere con il tuo aiuto. Non è forse così?

Se è così... Se è ancora così... ti scongiuro, aiutami a farlo.

Aiutami, perché non sono in grado di accorgermi della sua presenza: come posso farlo, se il suo soffio riesce a insinuarsi persino tra le case che io stessa ho costruito? Come posso illudermi di esserne capace, se non riesco a vederlo neppure tra le persone che ho tenuto io stessa per mano nel vano tentativo le portarle, una ad una, lontano da lui?

Aiutami, perché non sono in grado di osservare la direzione del suo soffio: le mie scelte hanno contribuito a spingere i miei compagni lontano dal loro nemico e adesso egli è tornato a macchiarsi le mani di sangue innocente. Ma come possono i miei occhi anticipare le sue mosse, se persino con le gambe ferite egli corre più veloce di noi?

Aiutami, perché non sono in grado di ascoltare il suo sibilo: come posso dare credito ai discorsi dei miei nemici, se essi sono così crudeli e spietati? Come posso attribuire dignità alle loro idee, quando ogni parola ha l'aspetto di una grossolana bestemmia o della più sfrontata delle menzogne? Come posso farlo, se il mio compito è al tempo stesso quello di difendere la verità?

Aiutami, perché non sono in grado di resistere al suo freddo: come posso sopportare la violenza di questo scontro, il prezzo delle scelte da compiere a seguito di ogni battaglia, il peso delle morti che siamo costretti ad amministrare? La consapevolezza di essere nel giusto non è sufficiente a giustificare molte delle azioni di cui sono stata autrice e testimone, nè potrà esserlo in futuro.

Aiutami, perché non sono in grado di descrivere la sua forza: come possono le mie parole contenere alcuna verità se il loro significato viene continuamente frainteso? Come posso anche solo pensare di aver compreso chi abbiamo di fronte, se ogni mio tentativo viene accolto da sguardi sorpresi e sbalorditi? Perché, se davvero il mio posto è con i miei compagni, non riesco a trovare le giuste parole per comunicare con loro?

Bernadette è morta, uccisa dalla mia disattenzione: come Nickel, come chissà quanti altri. Guelfo ha ragione: la responsabilità di quanto accaduto non ricade su nessuno di loro: ricade su di me. Sono stata io a non aver protetto la sorella di Padre Quart, ad aver chiesto aiuto al suo sposo senza curarmi di avvertire entrambi... Fa parte dei miei compiti, dei motivi della mia presenza. Dove sei quando mi capitano queste cose? Perché, in quei momenti difficili, non riesco a sentire il tuo calore? Un anno fa, in cima alla Torre delle Termiti, non ho esitato a gettarmi verso l'ignoto perché sapevo che tu mi avresti salvata. Da quel giorno continuo a farlo, sempre confidando nel tuo arrivo. Anche adesso, mentre ti parlo, sono in cima a una torre: se mi gettassi di sotto, adesso, verresti ancora a salvarmi? E' così che mi sento, ora: sono giorni che precipito, aspettando il tuo abbraccio. Mi manchi, mi manchi da morire. Ti prego, torna ad aiutarmi... torna da me. Tra non molto potrebbe accadere qualcosa di... qualcosa che mi costringerà a separarmi da te. Per favore, non essere tu ad abbandonarmi: non lasciarmi sola.

Non me la sento di tornare di sotto: Diana capirà. Resterò qui ad aspettarti, in cima alla torre. Con il tuo aiuto mi abituerò a questo vento freddo, accorgendomi della sua presenza; con il tuo aiuto chiuderò gli occhi, osservando con il pensiero la direzione del suo soffio; con il tuo aiuto mi addormenterò, ascoltando il suo sibilo; e lo farò avvolta nel tuo mantello, così da resistere al suo freddo; e infine, nei miei sogni, cercherò le parole adatte a descrivere la sua forza. Dormirò qui fino all'arrivo dei tuoi primi raggi, fino a quando non sentirò il tuo calore, fino a quando non ti vedrò nuovamente di fronte a me.



Alba sul Monastero

scritto da Solice Kenson , 04:39 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
28 giugno 518
Martedì 2 Febbraio 2010

La via del ritorno

Rosalie si sposa: a separarla dal lieto evento c'è soltanto una manciata di mesi, al termine di un fidanzamento di cui ero a conoscenza grazie a una lettera risalente ormai a molto tempo fa.

"Avrei voluto dirtelo di persona, ma..."

Non ha avuto bisogno di completare la frase: non è facile parlarmi, incontrarmi, nè per lei nè per i miei fratelli. Per questo, quando mi ha chiesto se sarei venuta e se le avrei fatto da damigella, ho letto nei suoi occhi la paura che non avrei accettato. Non preoccuparti, Rosalie: non mancherò al tuo matrimonio per niente al mondo, sarò la tua damigella.

L'inaspettato incontro con i miei familiari, il matrimonio di Saskia, il fidanzamento di Rosalie: eventi che rapiscono i miei pensieri e che li portano a Beid, alla mia casa... a mio padre. Devo prepararmi ad essere forte, a saper accettare il mio destino, qualunque esso sia. Lo stesso destino che ha fatto incrociare la nostra strada con quella di Arlyn: così simile a me, così diversa... e poi, ancora, così simile. Il suo cuore l'ha portata in quel rifugio nascosto, il mio tra le mura di un monastero. Entrambe ricordiamo la strada di casa dove entrambe, alla fine, faremo ritorno. Ho guardato negli occhi quella ragazza, senza trovare traccia dell'infausta influenza dei Klein. Cosa farai, Arlyn, quando scoprirai la verità sulla tua matrigna? Forse non abbiamo il diritto di dirtelo... quel che è certo è che, purtroppo, ne abbiamo il dovere.

Vi prego, Dèi, consentitemi ancora di aiutare i miei compagni: aiutate le nostre menti a comprendere la sciarada che nasconde la verità e mostrateci la strada che conduce a Dorian, vanificando i rapimenti e i ricatti dei nostri nemici. Teneteci al riparo dalle profferte dei falsi alleati, e aiutateci a compiere la vostra Volontà.

scritto da Solice Kenson , 02:42 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
14 giugno 518
Lunedì 14 Dicembre 2009

Gli Angeli della Morte

Rivolgo a te le mie preghiere, Santa Chiara, affinché tu possa salvare la vita di Elias: proteggilo come hai saputo fare con me nel momento del bisogno, e donagli la forza per guarire e per poter combattere ancora nel tuo nome, a difesa dei deboli e degli oppressi. Perdonaci per il sangue che abbiamo versato, e dona ai nostri cuori la capacità di distinguere il bene dal male e di perdonare i nemici che rinnegano la tenebra.

...

Ricordo ancora la prima volta in cui sentii parlare degli Angeli Neri. A distanza di molti anni la loro descrizione popola ancora la mia mente come un'immagine dipinta dalle parole di mio padre il Marchese. Ricordo che faceva freddo, quel giorno: l'autunno avrebbe di lì a poco lasciato il posto all'inverno, e nostro fratello Patrick era in procinto di partire per il Monastero di Foucault.

Il Marchese parlava, senza guardarci negli occhi: il suo sguardo era rivolto fuori dalla finestra, in direzione di Chalard. Per prima cosa parlò del loro mantello, così nero da poter assorbire la luce del sole; descrisse dettagliatamente l'imponente armatura, soffermandosi in particolare sull'elmo, che copriva il loro sguardo celando al loro avversario ogni traccia della loro espressione; ma soprattutto ci parlò dell'Angelo della Morte: questo è il nome che diede alla nera effigie impressa sui loro scudi. "La sua forma è la stessa che adorna gli scudi e gli stendardi dei Paladini di Dytros: ma il suo colore è diverso, così come l'espressione del suo volto..."
"L'Angelo della Giustizia", esclamò Patrick. Io e Ryan ci guardammo, poi volgemmo all'unisono lo sguardo verso nostro padre.
Il Marchese non reagì, incurante dell'interruzione. Riprese invece, lentamente, a parlare: "no, figlio mio: il volto dell'Angelo della Giustizia, azzurro come il cielo che circonda il sole di Pyros, è quello che tu stesso porterai al termine del tuo addestramento. Quello che accompagna in battaglia quei cavalieri, invece", concluse poi, volgendo lo sguardo a Nord, "è l'Angelo Nero, l'Angelo della Morte".

Fu soltanto molti anni dopo, a Foucault, che riuscii a comprendere il significato delle parole pronunciate quel giorno da mio padre: nel cammino che seguiamo e che ci porta a confrontarci con il male, la giustizia di Dytros è spesso inevitabilmente portatrice di morte: di fronte a noi c'è un'ombra nera, che parte dai nostri nemici per poi stagliarsi sopra ai loro soldati, alle loro guardie, ai loro uomini. Il mio scopo, il nostro scopo è quello di dissiparla, liberando chi si ritrova prigioniero nella sua oscurità con la luce o, sempre più spesso, con la spada, trovandosi la luce di fronte a un nero manto impenetrabile: portiamo la Giustizia, portiamo la Morte.

... E mi vergogno di me stessa, perché non posso accettarlo.
scritto da Solice , 04:38 | permalink | markup wiki | commenti (1)
 
20 maggio 518
Mercoledì 21 Ottobre 2009

il Mostro

E' notte. Mi trovo nella torre della Chiesa del Sole Nero, salendo uno ad uno gli scalini che portano all'ultimo piano. Avverto sotto alle piante dei piedi il freddo umido del sangue, che ricopre le scale come un tappeto leggero: è il sangue di una delle sue vittime, e proviene dal punto verso cui sono diretta.
D'un tratto, non so come, mi ritrovo in cima alla torre: la mano sinistra è stretta attorno alla sottile balaustra di ferro che circonda il terrazzo del campanile, separandomi dal vuoto; la destra, tremante dal freddo, si avvinghia al manico della spada. Sento l'aria della notte sul viso, gelida. Ho paura ad alzare gli occhi perché so già cosa c'è sopra di me: lo faccio lo stesso sperando di sbagliarmi, ma non è mai così. E' lì, enorme e nero: a volte si libra nell'aria, più spesso si nasconde tra le tegole del tetto: quasi sempre ha l'aspetto di un gigantesco ragno, con zampe lunghe che arrivano a pochi centimetri da me.

E' in quel momento che Kayah giunge a soccorrermi, interrompendo il mio incubo e ridandomi il respiro. Apro gli occhi, cerco la lanterna, mi alzo in piedi. Rammento le parole di Padre Gabriel: certi sogni, come le ferite, hanno bisogno di tempo per scomparire. Benedico il posto in cui mi trovo, sia esso una tenda, accampamento, rovina o locanda devastata: qualsiasi cosa sembra meravigliosa rispetto alla cima di quella torre. Ringrazio gli Dei per la fortuna che ho avuto. Poi, mentre verso l'acqua per lavarmi via la notte e la paura di dosso, ripenso a chi non ha avuto quella stessa sorte, quella stessa fortuna. Nickel, Padre Grimaud, Matt Lain, e tutti quelli del cui amore il mostro ha privato questo mondo.

Oggi quelle persone hanno avuto giustizia: il mostro è stato ucciso, non avrà modo di fare altre vittime. E il merito di questo risultato è dei miei compagni, ai quali mi sento legata da un debito di riconoscenza sempre più grande: di Guelfo, che ha teso una trappola dalla quale il mostro non è riuscito a uscire; di Eric, che è riuscito a resistere alle sue malìe fino a potergli sferrare il colpo mortale; di Loic, che lo ha affrontato a viso aperto e senza alcuna paura, fornendo a Eric l'arma necessaria per ucciderlo; di Elias e Desiree, che hanno catturato la sua pericolosa complice; di Youri, che ci ha protetti dal suo veleno rischiando di morire.

Loic mi ha chiesto se possiamo essere contenti di questo risultato: è una domanda a cui è spesso difficile rispondere, poiché il dolore e il rancore spingono tutti noi a provare nei confronti di queste persone un senso di vendetta capace di offuscare persino la giustizia di Dytros. Eppure, mai come in questo caso essa risulta chiara e visibile, corroborata dalle prove certe che ci hanno rivelato il mostro nascosto dalle fattezze di quest'uomo, dai delitti commessi a Laon e a Chalard ai suoi attacchi omicidi di queste ultime ore. Mai come in questo caso possiamo dunque essere fieri di quanto abbiamo fatto, poiché oggi abbiamo portato a quel mostro la giustizia di Dytros, impedendogli per sempre di comprometterla ancora. Per Nickel, per Padre Grimaud, per Matt Lain e per tutte le altre vittime che non conosciamo.
scritto da Solice , 02:57 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
19 maggio 518
Domenica 18 Ottobre 2009

A Lynn

Cara Lynn,

Nel luogo dove sono nata si dice che la luce riflessa dal diamante sia in grado di indicare la retta via: una stella in grado di ricordarci la preziosità di quello che siamo, un faro in grado di illuminare e tracciare il destino di chi osserva la direzione dei suoi raggi con la necessaria umiltà. Questi, Lynn, sono i raggi che state dimenticando di osservare, rapita come siete dallo splendore della pietra che li sprigiona e dal significato terreno di cui la vanità umana l'ha futilmente rivestita.

E' davvero questo, Lynn, il sentiero che avete intenzione di seguire? Non vi rendete conto che la strada che state percorrendo a passo sempre più veloce vi allontana non soltanto dalle vostre origini ma anche e soprattutto dalla nobiltà più grande e importante di tutte, quella data dalla bontà e dalla generosità del vostro animo? Grande è la tristezza che provo nel leggere le vostre parole: quando dite di non capire il significato della mia lettera so che mentite a voi stessa, perché il dolore provato da vostro padre, ancor più della scia di sangue e di morte che si sta consumando intorno a voi e di cui prima o poi perderete il controllo, non può essere celato ai vostri occhi neppure dall'abbaglio di un diamante splendente. No, Lynn, voi avete compreso benissimo il significato delle mie parole: so di aver commesso un terribile errore, ma credo fortemente che voi possediate la forza per impedire che questo vi tolga definitivamente tutto quanto di vero, bello e sincero avete ancora dentro di voi. Potete ancora farcela, Lynn: è vero, forse non avete bisogno del mio aiuto, ma se lo vorrete sarò comunque pronta ad ascoltarvi.

La scelta, così come la responsabilità delle vostre azioni e le conseguenze che esse porteranno, spetta unicamente a voi. E non temete, quella collana resterà vostra indipendentemente dalla decisione che prenderete: spendere la vita circondandovi di false e effimere luci prive di calore, o correre ad abbracciare nuovamente chi non ha mai smesso neanche per un istante di volervi bene.
scritto da Solice , 02:35 | permalink | markup wiki | commenti (1)
 
15 maggio 518
Venerdì 25 Settembre 2009

Perché?

Osservo la mano muoversi sconnessa sul foglio, dissociata dalla mente che non riesce ancora a credere alle parole di Lady Lucille. Segni d'inchiostro che si accavallano gli uni sugli altri, fondendosi a formare mille varianti di un'unica, singola parola.

Perché? Cosa è successo? Quale oscura e sciagurata catena di eventi devono aver messo in moto le mie azioni? Vorrei avere più tempo per cercare tutte le risposte che non verranno, per comprendere dove ho sbagliato e come porre rimedio. E' evidente che la collana, il dono con cui ho tentato di ripagare il torto da noi compiuto ai danni di quella ragazza e di suo padre, ha ottenuto l'effetto opposto: quel gioiello deve aver generato invidia, competizione... e forse persino le morti di cui mi ha parlato Lucille. Come ho potuto non pensarci? E soprattutto, come posso rimediare?

Cara Lynn,

ti ricordi di me? Sono... la ragazza della collana.
Sono appena tornata ad Achenar, e soltanto ora ho avuto modo di apprendere quello che ti è successo.

Voglio dirti che mi dispiace davvero tanto, e farti sapere che, se c'è un modo per poter rimediare o se hai bisogno di aiuto, puoi contare su di me.
Ti lascio questo recapito, nel caso tu volessi comunicare con me.
Tieni duro... e ricorda sempre quello che sei.

Che il calore di Pyros possa riscaldare il tuo cuore, e la sua luce illuminare la tua strada.

Solice


scritto da Solice , 21:34 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
9 maggio 518
Domenica 21 Giugno 2009

Appunti di viaggio

Rivedere i miei compagni sani e salvi è stato un vero sollievo. Eric, Loic e Guelfo sono carichi di nuove cicatrici e di racconti avventurosi: spero di non averli tediati con tutte le mie domande su Gornak, la città dove è nata mia madre e dove io non sono mai stata. La piazza dove suo padre la portava sempre da piccola, la selva del Grande Fuso e le sue misteriose creature di pietra... Racconti che riempiono ancora i miei ricordi, indelebili come l'inchiostro di questa penna d'oca. Non sono la sola a non essere andata con loro: anche Desiree è stata chiamata a svolgere un altro compito, a seguito del ripristino degli antichi privilegi territoriali che il Ducato ha concesso ai legittimi eredi del dominus di Flavigny. Dopo questi mesi in loro compagnia so per certo che mai traguardo fu più meritato: nè le tragedie nè le disavventure subite sono riuscite a compromettere l'onestà dei loro cuori e la fedeltà alla causa della luce.

Vedere Desiree con indosso la mia armatura mi ha colpita: credo che si stia esercitando a portarla insieme alla spada e all'arco. Sono sollevata al pensiero che, se vorrà continuare a far uso del formidabile coraggio di cui è dotata e che ha sovente determinato l'esito degli scontri che abbiamo sostenuto, sarà in grado di farlo in modo più protetto: e sono felice che abbia scelto di adoperare proprio quella che per molti mesi è stata la mia armatura, nella speranza che possa renderla meno vulnerabile.

E io, quanto sono vulnerabile? La mia vecchia armatura non mi manca, ma non posso dire lo stesso dell'abito da Paladina. Ho preso la decisione di privarmene per ripristinare un equilibrio spezzato dalle azioni di Lady Beart: lei ha saputo tramutare il suo abito in un'arma subdola e affilata, io ho fatto del mio uno scudo nel tentativo di spezzarne la lama. E' una scelta che non rimpiango, e nel mio cuore sono certa che Pyros ha compreso il significato del mio gesto. E' stata la cosa giusta, solo... non credevo che ne avrei sentito così tanto la mancanza. Quella donna mi spaventa, è come se avesse il potere di corrompere tutto quello con cui viene a contatto. Non riesco a togliermi dalla testa il pensiero che possa essere coinvolta in qualche modo con la morte di Ludmilla, e la consapevolezza che si trovi a così poca distanza da Luceen... No, non voglio pensarci: ora lì ci sono Frate Erwin, Nicolas e Karen, non può succedere nient'altro di grave. E il mio posto è qui, con i miei compagni... dobbiamo concentrarci su questo nuovo incarico, e risolvere il problema che ci è stato affidato.

Vorrei soltanto che anche Julie fosse qui: mi manca davvero tanto.
scritto da Solice , 07:04 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
14 febbraio 518
Venerdì 27 Febbraio 2009

A Guelfo

Caro Guelfo,

Sono passati più di tre mesi dalla nostra ultima conversazione: ricordo ancora molto bene quel giorno in cui tu, vedendomi triste e preoccupata, cercasti di farmi coraggio dicendomi che se c'era una persona che poteva prendere il posto di Abel quella ero io: e che la consapevolezza di questo bastava a renderti tranquillo.

Ogni giorno queste tue parole mi danno la speranza di poterci riuscire: più volte, di fronte ai dubbi e alle difficoltà in cui ci siamo imbattuti, ho smesso di interrogarmi su cosa avrebbe fatto Abel, cercando quella forza in me stessa, nel mio carattere e nelle mie convinzioni... e credo di averla trovata, Guelfo: grazie a lei sono riuscita a rialzarmi, con il suo aiuto ho vinto il mio primo vero scontro. E' lei che mi spinge a rivolgermi in modo diverso ai nostri compagni, nella speranza che le mie parole possano risultare più utili ed efficaci della spada che porto al fianco. So che c'è ancora molto lavoro da fare e sono consapevole di essere soltanto all'inizio di un viaggio lungo e difficile. Eppure, nonostante le ardue scelte che siamo tutti chiamati a fare, le parole che mi dicesti quel giorno riescono ancora a infondermi sicurezza e coraggio: per questo ti ringrazio.

In queste settimane abbiamo combattuto duramente, scontrandoci con nemici crudeli e agguerriti: Eric e Loic sono sopravvissuti a gravi ferite che devono aver reso ancora più dure per loro le mie scelte di coscienza e di fede. Vorrei tanto che fosse possibile fare la cosa giusta senza che questa debba privare un soldato dei suoi valori, un perseguitato della sua giustizia, un combattente della sua missione: prego affinché gli Dei possano indicarmi la via per raggiungere questo invisibile sentiero.

Julie e Desiree stanno bene: gli ultimi avvenimenti hanno costituito una dura prova anche per loro, ma non si sono mai date per vinte. Se siamo vivi è anche grazie al loro instancabile coraggio.

Spero che tu stia bene: vorrei poterti rivedere presto, così da raccontarti tutto quello che non è entrato in questo foglio.

Manchi molto a ciascuno di noi.
scritto da Solice , 01:25 | permalink | markup wiki | commenti (1)
 
14 febbraio 518
Mercoledì 18 Febbraio 2009

A Marielle

Cara Marielle, carissimi amici e fratelli di Luceen,

perdonatemi se trovo soltanto adesso il momento per scrivervi. Nè i giorni passati nè la lontananza hanno spento in me il ricordo di Luceen, del calore del vostro affetto e dei momenti passati insieme a voi. Momenti di paura, quando non eravamo che foglie leggere spinte dalla volontà degli Dei; momenti di preghiera, quando sentivamo che quel forte vento ci spingeva verso la medesima direzione, mantenendoci uniti e stretti gli uni agli altri come la comunità che siamo e siete diventati; momenti di gioia, quando abbiamo potuto fermarci a contemplare quello che avevamo costruito, trovando la forza di ricominciare a vivere.

Affido a queste parole il compito di comunicarvi quanto mi mancate. Se chiudo gli occhi posso scorgere ancora i vostri volti: il tuo, quello di Josuha e di Yesso, di Franz, Paul, Tobias, Boris e Vladimir, e ancora quello di Martha, Alain, Tony e tutti gli altri: sopra di voi riesco a scorgere il profilo delle case ormai ultimate, dipinto da un'orizzonte invaso dalla luce del sole. E' così che vi immagino ed è così che vi ricorderò sempre, fino a quando non riuscirò a tornare nuovamente da voi.

Il luogo in cui mi trovo è freddo e a tratti ostile: molte cose funzionano in modo diverso, spingendo la mia mente e la mia spada a operare scelte in grado di gettarmi a lungo nel dubbio e nell'incertezza. Spesso, in preda alla paura e al disagio, mi trovo a sperare che questa mia esperienza possa terminare presto, lasciandomi libera di poter volgere nuovamente i passi verso il luogo che vorrei tanto poter chiamare casa. Ma poi, quando le mie mani si incontrano nella preghiera, capisco che il nostro compito è quello di seguire il volere degli Dei senza affrettarsi a cercare le loro ricompense; ed è proprio la vostra presenza, la vostra esistenza, il più grande dei regali. Non importa quanto saremo lontani fino a quando verremo illuminati dal medesimo sole, spinti dallo stesso vento.

Ti prego di porgere i miei saluti a Padre Erwin: sono certa che la sua presenza è di grande aiuto per tutti voi: e ti imploro inoltre, quando e se ne avrai la possibilità, di portare i miei ringraziamenti a sir André Navon e a sua sorella Carmen per l'accoglienza e gli aiuti ricevuti. Se vorrai scrivermi, loro sanno come contattarmi.

Siete tutti nelle mie preghiere, ogni giorno.
scritto da Solice , 11:00 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
23 gennaio 518
Sabato 31 Gennaio 2009

Non un altro giorno.

Sulla cima della collina su cui ci troviamo c'è un melo. I bambini del villaggio sono soliti incontrarsi sotto i suoi rami, dove i più grandi spiegano ai più piccoli le regole dei giochi.

"Quando arriveranno le mele? Mi mancano le mele", ha chiesto oggi pomeriggio uno di loro, osservando con malinconia i rami secchi.
"In primavera", ha risposto uno dei bambini più grandi.
"Quanto ci vuole per la primavera?" ha continuato il primo, con espressione delusa.
"Non lo so proprio", ha concluso il secondo, alzando le spalle: "Prova a tornare domani".

Un altro piano di morte si è appena concluso: abbiamo ucciso una persona, abbiamo dato un esempio. Il "lavoro fatto apposta per noi" è stato compiuto in modo esemplare, e un altro nemico della Chiesa ha raccolto quello che ha sempre seminato: la paura, la morte improvvisa, la sofferenza... tutto grazie a noi. Non ho mai visto Eric così ferito: lui e suo fratello hanno corso dei rischi enormi per svolgere questo compito. Ammiro il loro coraggio cercando di non pensare a cosa sarebbe successo se non fossero tornati, se quel lugubre corno suonato poco dopo li avesse portati via per sempre a Julie, a Desiree... e a me.

A Foucault mi hanno insegnato a rispettare gli ordini impartiti dai miei superiori. Il precettore che seguiva il mio percorso spirituale mi aveva messa in guardia: "alcuni di loro non ti piaceranno, altri non sarai in grado di comprenderli: ma se uscirai di qui da Paladina sarà per eseguirli, dal primo all'ultimo".

Ho sempre creduto che, in assenza della spada, la mia fede fosse sufficientemente forte per rendermi degna di questo mantello: mai come oggi, all'alba del secondo assassinio a cui ho preso parte, mi sento inadeguata. E' davvero questo che gli Dei si aspettano da me? E' veramente compito di questo gruppo quello di togliere la vita a chi non può altrimenti essere giustiziato, sostituendo il nostro giudizio a quello degli Dei?

Io non credo che sia così. Non voglio, non posso credere che sia così: e la prossima volta, che gli Dei possano perdonarmi, saprò trovare le parole per chiedere a sir Bruno, a sir Tennebaum o a chiunque altro di ascoltarmi.

C'è una scala di corda all'interno della canonica dove siamo ospitati: la prenderò stanotte, e con un pò di fortuna troverò anche delle mele: questo inverno non durerà un altro giorno, domani sarà primavera.

Mele
scritto da Solice Kenson , 03:53 | permalink | markup wiki | commenti (0)
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