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Julie la Piattola
Julie Modane
 
creato il: 20/05/2005   messaggi totali: 139   commenti totali: 110
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26 giugno 517
Sabato 9 Giugno 2007

La taverna senza tempo

"Evaso" dall'ospedale dei Guaritori, Lucius mi porta in giro per Beid.
Si orienta peggio di me, è distratto, cerca qualcosa che neanche sa cosa sia. Musica, mi dice.
Musica? penso. Non credevo gli piacesse la musica!
A un certo punto indica una porta socchiusa, senza insegne, che conduce a uno scantinato.
Mi guarda.
"Andiamo!" fa. Io lo seguo.
Tanti anni fa doveva essere una taverna. Tavoli, un bancone, sgabelli accatastati... cianfrusaglie alle pareti, polvere e ragnatele.
Sorrido incuriosita, resto lì a guardarmi intorno.
Lui prende un tavolo e lo trascina al centro della sala, mi fa sedere... "prego, accomodatevi".
E' un gioco, lui chiede cosa desideri, va al bancone, fa finta di frugare lì dietro.
"Ora ti diro' una cosa alla quale non crederai", dice. "Un paio di volte... ma solo un paio... ho fatto il cameriere in una locanda, a Rigel"
Mi racconta come questa cosa abbia dato di che ridire al suo vecchio capitano. E' possibile conciliare aspetti tanto diversi della propria indole?
Io credo di sì.
Ed è quello che gli dico.
Dolcissimo, impacciato e timido, mi bacia.

Restiamo così a lungo, abbracciati. Quando infine lui parla mi sento percorrere da una scossa. Paura? Emozione? Amore?
Sospiro.
Devo dirglielo.
"Ho prestato un giuramento... davanti agli dei, riguardo quello che voglio e devo fare... posso legare il mio cuore a una persona, ma non posso fermarmi, non posso abbandonare la mia battaglia".
Mi guarda, poi annuisce. Con un sorriso.
"Non preoccuparti."

Quando lasciamo la taverna è passato molto tempo, il sole sta tramontando.
Lo accompagno all'ospedale, lo saluto, torno a Palazzo.

Resto sola, penso.

Un Paladino.
Non posso credere che sia tutto vero. Che sia successo a me.
Ma Lucius è un Paladino profondamente, in ogni momento. E' un Paladino mentre mi abbraccia, mentre combatte, mentre prega e mentre scherza insieme a me.
Si può essere tutte queste cose insieme?
Io credo di sì. Credo che lui ne sia capace.

Sono io quella spaventata.
So già che piangerò, e non sarò abbastanza forte. Non ho la sua Fede, sono solo una giramondo che cerca di rendersi utile in una battaglia tanto più grande di lei.
Le nostre strade presto si allontaneranno, ma se Pyros vorrà si ritroveranno ancora, e ancora. E ancora.
Ma sei pazza Julie? Legare il tuo cuore ad un Paladino.

Sarò anche pazza, ma sono felice.

scritto da Julie , 21:53 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
22 giugno 517
Venerdì 8 Giugno 2007

Arrivano i nostri!

Ci troviamo finalmente coi due scrigni in mano. Stanchi, feriti, doloranti, ma soddisfatti sul serio.
Ed è già ora di muoversi. Si iniziano a sentire scricchiolii, rombi sommessi, qualcosa di strano aleggia nell'aria.
Il primo a passare il cunicolo è Eric, il "coraggio". Di coraggio ne ha bisogno, perchè subito viene attaccato da un gigantesco uomo nero. Dietro c'è un arciere che ferisce Loic mentre supera i detriti.
Eric stacca una porta per difendersi, combatte e manda a terra il suo avversario. Aveva un giavellotto nella schiena: si odono corni in lontananza, Jen ci dice che c'è gente che combatte.
Mentre attraversiamo di nuovo il corridoio delle celle, e gli odiosi ragni ci assalgono, getto un ultimo sguardo alla stanza buia in cui avevo sognato di morire.
E' un addio.
Non credevo che il peso di quella visione fosse così grave, me ne accorgo soltanto adesso che mi abbandona, e che mi sento libera e leggera.
Non morirò qui. Non così.
Sorrido, mi stringo nel mantello.
Qualcuno ha pregato per me, ne sono sicura.
Ma il percorso per la salvezza è ancora difficile. Ci aspetta ancora il Jack di Picche, quell'orribile essere scimmiesco che avevo pedinato una notte di tanto tempo fa... solo poche settimane che mi sembrano anni.
Piomba su Solice, la ferisce, fugge. Ma poi torna, e Guelfo e Loic riescono a ferirlo, Quixote lo uccide.
Ci sono arcieri, Eric li mette in fuga, ma prima riescono a ferire ancora la povera Jen.
Ma i corni continuano a suonare, arrivano i nostri.
Malaki, il fratello maggiore di Jen, è il primo che ci viene incontro. E' un tipo dalla faccia simpatica, anzianotto e bonario. Prima se la prende un po' con Guelfo, che ha le mani avvolte dalle fiamme per un incantesimo, poi però ci tranquillizza, ci soccorre insieme ai suoi uomini, ci racconta quel che è successo a Beid dopo la nostra partenza.
Guardo l'alba, finalmente il sole del 22 giugno è sorto.
Ed abbiamo fatto quello che dovevamo fare.

scritto da Julie , 09:53 | permalink | markup wiki | commenti (1)
 
21 giugno 517
Lunedì 28 Maggio 2007

"Esci dalla stanza"

Jen.
Una persona coraggiosa.

Passiamo la notte ad esplorare il santuario sotterraneo, le stanze in rovina in cui molti di noi hanno sognato di trovare la morte.
E' il 21 giugno, la data così attesa, la conclusione di tutto il viaggio. E stanza dopo stanza ci rendiamo conto che gli ambienti visti in sogno hanno conosciuto il passaggio di molti anni, e che altri corpi senza vita giacciono là dove sognavamo di morire noi.
Ormai solo le bestie popolano questi ambienti, ragni, topi, un orso che ha trovato una sala dove scavarsi una tana. Ma non sono loro la minaccia peggiore: ci sono molte trappole, ancora funzionanti.

Per liberare una scala invasa dai detriti servono degli attrezzi, che si trovano in un magazzino a cui è parzialmente franato il soffitto, in testa a un poveraccio che sta morto stecchito a terra.
Io e Jen ci arrampichiamo sui detriti e raggiungiamo la parte di pavimento sgombra, dove iniziamo a raccogliere gli attrezzi.
Ma improvvisamente sento Jen che mi chiama.
"Ho calpestato qualcosa", dice.
Un lastrone di pietra ha fatto "clic", quando ci ha messo il piede sopra. Ora resta abbassato, si alzerà appena lei si sposta. Facendo forse scattare la trappola.
Guardo indietro, al soffitto caduto, e poi guardo in alto, al soffitto che ci cadrà in testa fra poco.

"Esci dalla stanza", mi dice Jen.
Nemmeno trema la sua voce.
Io resto lì, le dico di non muoversi, avverto gli altri. Loic suggerisce di mettere qualcosa di pesante sul lastrone di pietra, in modo che Jen possa allontanarsi senza pericolo.
Trascino due grossi secchi pieni di carbone, Jen li mette ai suoi piedi.
"Ora esci", insiste.
Mi sposto qualche metro verso la porta, là dove il soffitto è già franato. Loic mi viene accanto, anche lui arrampicandosi tra le pietre.
Jen si prepara a saltare verso di noi. Io mormoro in silenzio una preghiera.
Il silenzio è assoluto.

"Clic"
Jen salta. Il soffitto della stanza cade di botto, sollevando un gran polverone, pietre che schizzano come proiettili, in un tonfo assordante.
Riapro gli occhi. Jen non è riuscita ad arrivare in salvo. Sento un brivido, ma subito riconosco la sua voce, un lamento di dolore.
E' viva, penso. Siano ringraziati gli dei.
Le pietre l'hanno colpita ad una gamba e ad un braccio, ma riusciamo a tirarla fuori dalla stanza e Desiree si prende cura di lei.
"Niente di rotto per fortuna".
Jen si siede e riprende fiato. Non dice nulla.
La guardo ammirata.
Jen è proprio una ragazza coraggiosa.

scritto da Julie , 10:07 | permalink | markup wiki | commenti (0)
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