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Julie la Piattola
Julie Modane
 
creato il: 20/05/2005   messaggi totali: 139   commenti totali: 110
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6 settembre 518
Venerdì 11 Giugno 2010

Nessuna trattativa con gli spettri.

Come ogni sera, arriva il momento di mettersi a letto.
Scambio uno sguardo con Guelfo, tra di noi non c'è bisogno di parlare. Leggo nei suoi occhi preoccupazione per me, senso di colpa e grande affetto: non temere, amico mio, so cosa devo fare. Solice è stata chiara, sta tranquillo, sono preparata.

Nessuna trattativa.
Non si tratta coi fantasmi, con le visioni. Non si rivolge la parola alla mia ombra cattiva, Micol Semeyr. Non si accetta niente da lei e da nessun altro.
Potrà farmi vedere ogni disgrazia, ogni morte, tradimento e sofferenza, ma non devo spaventarmi, non devo cedere. Può frugare nella mia testa alla ricerca di immagini e ricordi che mi fanno male, ma sono soltanto visioni, niente di più. E io devo continuare a dire di no.
No.
La risposta a qualsiasi offerta sarà solo e soltanto NO.

Anche davanti al guerriero colossale con le corna da muflone devo rimanere muta.
Non lo devo guardare, non lo devo considerare, non devo rivolgergli la parola nè accettare accordi. Potrà promettermi grandi cose, offrire il suo aiuto contro i nostri nemici, ma... i nemici dei miei nemici NON E' ASSOLUTAMENTE DETTO che siano miei amici, tutt'altro. Ha ragione Solice, è così, e non dobbiamo cercare la strada più facile. Dobbiamo cercare la strada più giusta.

"E cosa devo fare se mi appare di nuovo, se mi spaventa, se cerca di costringermi?"

"Prega", ha risposto la mia amica. Pregare, ecco la strada più giusta. Guelfo è ancora in vita per volontà degli Dei. E' Pyros, e il Santo Aiosapipos, che ci proteggono e ci assistono in questo viaggio. Solo a loro dobbiamo chiedere aiuto, con umiltà e speranza.

E così... è ora di andare a letto, di dormire.
Mi stendo, chiudo gli occhi, mi concentro su quell'unica semplice parola, che per chiunque mi appaia in sogno è la risposta giusta che devo dare: NO.

No.

... no....
..

.... no.

Non è semplice tenere a freno la fantasia, mentre cerchi di addormentarti e non sai cosa ti attende al di là del confine del sonno. Torneranno stanotte? Rivedrò il guerriero muflone? Oppure Micol? O chi altri?

E' Micol a inquietarmi. Micol con le mie vesti, con i miei capelli, talmente simile a me, nella figura, da sembrare la mia immagine riflessa in uno specchio appannato.
Ed è cattiva. Cattivissima. Di una cattiveria incomprensibile, distruttiva, assassina. A che scopo vuole portare avanti quelle ricerche? Per quale ragione desidera così tanto scatenare un finimondo?

Sembra esserci un misterioso legame tra me e lei: a volte riesco ad accorgermi quando mi trovo in luoghi dove anche lei è stata, dove ha pregato e commesso sacrilegi.
Non soltanto voglio fermarla, ed impedirle di perseverare nei suoi terribili intenti. Voglio anche vederla in faccia, vedere se davvero è "lei", se mi assomiglia così tanto, se potremmo essere scambiate per sorelle.
Voglio capire se c'è una predestinazione tra di noi, se la sua magia e la mia strana risonanza con il potere magico hanno un legame.

... la curiosità.... ecco un'altra arma dei nostri nemici. Ha ragione Solice, sono insidiosi. Devo imparare a resistere anche alla curiosità, oltre che alla paura. Non bisogna dare mai il fianco.

Che gli Dei mi aiutino.... che gli Dei ci aiutino tutti.


scritto da Julie , 14:02 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
30 agosto 518
Martedì 18 Maggio 2010

Tu-tum
Tu-tum
Tu-tum
...
Sento il mio cuore che batte.
Tu-tum.
Ci poso la mano sopra. E' regolare e lento, silenzioso. Non sono io a decidere il suo ritmo, non sono io a scegliere quando lasciarlo correre o quando farlo sussultare. Sia che io dorma che io sia sveglia, lui batte incessantemente, senza che io quasi me ne accorga.
Il cuore.
Si dice "ti amo con tutto il cuore"... "ti regalo il mio cuore"... ma in realtà che cos'è un cuore? E' davvero lì che vivono i nostri sentimenti? E' in questo piccolo organo che si annida l'anima di una persona?
Forse sì.
Forse è per questo che "loro" lo vogliono.

Il simbolo che Solice ha associato ai nostri nemici, ai seguaci della dea Heloira, è un cuore trafitto da un pugnale. Con quel simbolo al collo la giovane Lys di Enlart ha trovato la morte, tanti anni fa. Ed è lo stesso simbolo che Lady Nadia Klein ha nascosto all'Eremo della Quercia.
Il cuore trafitto dalle spine era sulla seta che Lady Emanuelle Beart ha donato ad una bambina innocente in pellegrinaggio al Monastero di Halbedel con i suoi genitori.
Quando la povera Ludmilla è stata assassinata, le hanno squarciato il petto e strappato via il cuore. E anche la poveretta che ritrovammo nel casino di caccia di Turgot, anche lei era senza più il cuore. Era stato Marc Sand a portarglielo via.

Adesso Marie, la ragazzina scomparsa dal villaggio di Baran.
Ritrovata qui, a giorni e giorni di cammino dalla sua casa, con cuore strappato via dal petto. Abbandonata alle intemperie, buttata via al margine di una strada. Prego che almeno la sua morte sia stata veloce... e non il culmine di una lunga agonia.
Penso a suo padre, pover'uomo piegato dal dolore, e alla giovane madre ammalata. Alle brave persone del villaggio, che aspettano con la speranza che si fa sempre più fragile di rivedere Marie in vita.

Perchè?

Tu-tum
Tu-tum
Tu-tum

Il cuore di una vittima innocente è il requisito per compiere rituali blasfemi. I devoti di Heloira lo divorano per ottenere la grazia della loro dea pagana. I seguaci dei Luoghi Impuri invece lo nascondono nelle chiese per sconsacrarle, lo impiegano nelle loro evocazioni, sempre con lo scopo di ingraziarsi chissà quali oscure entità.

Cosa vogliono fare Marc Sand e Micol Semeyr? Cercano il santuario di Heloira e intanto percorrono la via segnata dai Luoghi Impuri? A che scopo? Cosa vogliono ottenere.... non capisco....
Sir Bruno ha parlato di un piano talmente enorme, nella sua gravità, che se fosse portato a termine cambierebbe tutto. Il mondo intero cambierebbe faccia.

Ho paura.
Sento il mio cuore che continua a battere e penso che è affidato a lui, e al cuore dei miei compagni, il compito sproporzionato di fermare tutto questo orrore.
Come faremo?
Ci aiuteranno gli Dei della Luce ad orientarci in mezzo alla tenebra in cui stiamo avanzando a tentoni? Mi sento cieca e indifesa in mezzo a pareti sconosciute, scalza sulle rocce, con la pelle nuda esposta ad un vento gelido.
Per fortuna c'è Solice che ci dà coraggio, e la reliquia di Aiosapipos a proteggerci.
Non dobbiamo perdere la Speranza.

Tu-tum.

Anche se non è semplice.





scritto da Julie , 15:55 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
2 giugno 518
Venerdì 29 Gennaio 2010

... non sono... l'unica...

Nicole. Rosalie. Deneve. E quante altre ancora? I nomi che ho visto di sfuggita tra le carte di Net hanno i vostri stessi occhi, i vostri stessi volti. La stessa impenetrabile prigione di dolore e di violenza.
Mi sono illusa oggi di poter fare qualcosa, di riuscire ad oltrepassare il muro che nemmeno l'amore di un padre e la sua disperazione in tanto tempo erano riusciti a valicare. Ho pensato "sono una ragazza come lei, forse mi sentirà più vicina... forse è anche questa prigionia ad inasprirla, forse se insisto a farle capire di non avere paura mi accetterà..."
Che sciocca che sono stata. Ingenua, ottimista.

Mi ha spinta a terra, mi ha morsa, afferrato i capelli e picchiato, picchiato finchè quel pover'uomo di suo padre non me l'ha strappata di dosso. E in tutto ciò rideva in modo crudele e disperato, ferendosi a sua volta sulla pietra, spezzandosi le unghie nel legno, furiosa come un animale.
Ho pensato "gli animali a volte mordono perchè hanno paura, perchè sentono la tua paura, mordono perchè vogliono sentirsi sicuri e imparare a fidarsi di te". E all'inizio ho provato a non difendermi, come se fosse stata uno scoiattolo diffidente che assaggia il territorio mordendoti un dito.
Che sciocca che sono stata. Ingenua, ottimista.

Eppure prego gli Dei tutti che nemmeno il dolore di oggi mi disilluda. Prego gli Dei di non impararla, questa amara lezione, di darmi la fede e l'incoscienza di insistere e di continuare a sperare che esista una via di uscita da questo incubo.

Ci sono cose peggiori della morte. Esiste l'inferno in vita, peggiore di ogni inferno ghiacciato di cui potevano parlarci i nostri sacerdoti. Che cos'è l'inferno se non un luogo in cui sei solo, mortalmente ed eternamente solo? In cui non sei più nemmeno te stesso, perchè il tuo cuore è prigioniero, la tua anima sprofondata in chissà che abisso di disperazione...

Non sei l'unica, Nicole. Non sei l'unica, Rosalie, non sei l'unica, Deneve. Vittime dello stesso carnefice, innocenti e trasformate dal dolore e da chissà che altro.
Non siete le uniche ma non siete sole.
Illusione o verità, speranza o fede?
Troveremo chi vi ha fatto questo. Vendicheremo il vostro dolore. Dobbiamo farlo. Che gli dei ci aiutino... ma dobbiamo farlo.

Chiudo gli occhi a fatica, stanotte, anche se la giornata è stata estenuante. Nella penombra vedo la tua cella, Nicole, le piume sparse a terra, le schegge di legno, il mio e il tuo sangue sotto le tue unghie e per terra. E vedo anche gli occhi smarriti di Deneve, che ha freddo e chiede che sia chiusa la porta, ancora e ancora. E vedo il collo di Rosalie, i segni di denti così poco umani, cicatrici tanto difficili da scomparire.
... ma non solo.
...
Vedo anche te, te che sei tra le sue mani adesso, innocente vittima. Te che non hai ancora un nome, non hai ancora un volto e che piangi e implori... proprio adesso, in questo momento, mentre senti la tua anima che sprofonda, il tuo cuore si spezza...
A casa ti stanno cercando, sono preoccupati, e ignorano in quali mani malefiche tu ti trovi in questo momento.
Perchè lo sento con tanta sicurezza? Perchè riesco quasi a sentire la tua voce, il tuo grido disperato? Adesso sei nelle sue mani. Proprio ora.
Come Deneve, come Rosalie, come Nicole prima di te..... tra le spire di Amon.

Basta. Pietà, basta. Sento il tuo grido disperato, la tua voce che si fa sempre più flebile mentre sprofondi in un pozzo nero, senza fondo. E scavi nell'oscurità, seppellendo il tuo cuore per difenderlo.
Come posso dormire, sapendo che sei nelle sue mani? Come posso trovare pace?

Questo è il momento di pregare. Piangere e pregare. Ma domani sarà il momento di rimboccarsi le maniche sul serio. Sono ingenua e illusa e ottimista? Grazie agli Dei sì. E ti verrò a salvare. E insieme manderemo all'inferno Amon e tutti i bastardi come lui.


Julie Modane - giugno 518
scritto da Julie , 00:40 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
7 maggio 518
Martedì 17 Novembre 2009

Da Bob il Triste

"Qual è la mia stanza?"
"Allora, prendi quella porta, troverai una botola e delle scale che scendono, e lì di sotto..."
Mi stavo iniziando seriamente a preoccupare, quando Bob il triste e suo cugino sono scoppiati a ridere e, tra le risate, mi hanno indicato la mia vera stanza, questa dove mi trovo ora, al piano di sopra della locanda del paese. Una stanza normalissima, con una finestra sulla piazzetta. La gente qui mi sembra allegra e cordiale, a dispetto dei soprannomi!
Sono arrivata a Loraine stamattina, dopo un buon viaggio in compagnia di Lucius e di due pie donne che si sono tanto preoccupate per me. Anche troppo forse... ma a fin di bene, le brave Rosanne e Maria. Loic sarebbe contento di sapere che c'erano loro a vigilare su di me e sulla mia virtù!

Che solitudine però adesso... Mi sono sentita proprio sola, sola solissimissima, mentre vedevo la carovana che si allontanava lungo la strada, lasciandomi qui a Loraine. Saluti, baci e abbracci, e improvvisamente mi sono ritrovata nella solitudine più totale, senza conoscere nessuno, senza neppure saper bene cosa fare.

La prima emozione è stata lo smarrimento. Mi sono detta "oddei, e adesso?"...
Poi ho provato un certo fastidio, a causa di un chiacchierone locale che è venuto subito ad attaccare bottone, senza nemmeno darmi il tempo di respirare e di guardarmi intorno in pace. Dopodichè, quando finalmente ho incontrato il mio contatto nella locanda, ho scoperto di chi si trattasse e ottenuto le informazioni sulla missione, ho inziato a metabolizzare questa cosa incredibile e fantastica:

sono sola, e sto facendo una missione per la Rosa Bianca.
Io, l'inutile, innocua Julie... la "ragazzina" a cui nessuno darebbe grande credito... proprio io sto qui per un incarico importante senza cugini, senza compagni, senza nessuno. Senza nemmeno Lucius. E con tutto il bene che gli voglio..... wow, mi piace essere così sola.

Il mio contatto, Net, è stato rapido, professionale. Mi ha dato le prime indicazioni, e domani ci rivedremo perchè così mi mostrerà la casa dell'agguato.
E' molto cambiato, da un anno a questa parte. Barba lunga, aspetto dimesso... ma ha lo stesso sguardo di allora, la stessa determinatezza, lo stesso coraggio e la stessa disperazione. Mi ha fatto pensare a Valerie, e al prezzo che hanno certe scelte. Nei suoi occhi c'è tutto il peso di quel dolore, il prezzo pagato.

E intanto Lucius torna a Rigel, dove incontrerà suo fratello. Lucas, segnato anche lui dalla stessa tragedia. Chissà cosa è rimasto nei suoi occhi, quale traccia indelebile. Valerie era il Coraggio... e andare avanti dopo che il coraggio si è tolto la vita... beh, richiede molto, molto coraggio.

Anche io avrò bisogno di coraggio, nei prossimi giorni.
Non ho un incarico difficile o particolarmente rischioso, tutt'altro. Ma ho una responsabilità, c'è gente che conta sul mio aiuto, e voglio ad ogni costo far bene.
Per adesso mi godo la solitudine. Una condizione che non provavo da molto tempo e che mi mette addosso una grande energia e voglia di fare. Mentre camminavo tutta sola per Loraine, guardandomi intorno, studiando le strade.... sentivo il silenzio intorno a me, la "libertà". Potrei scomparire nel nulla e nessuno mi troverebbe più. Nessuno mi sorveglia, nessuno mi vede, nessuno mi controlla. Sono io, e io soltanto: Julie.


scritto da Julie , 11:54 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
18 aprile 518
Sabato 23 Maggio 2009

... un piano non così ben congegnato.

Quattro morti. Quattro mercenari, gente che non c'entrava niente con l'Ordine Nero. Sono morti senza sapere il perchè, ma tutti e quattro porteranno il mio nome nella tomba.
Il primo, la guardia della locanda. "Mi scusi, può aprirmi la porta che devo andare in bagno?". Poveraccio. Che morte assurda.
"Aiuto, c'è un animale qua dentro!".
"Sarà uno scarafaggio...."
"No no, è grosso...."
Eh, era grosso davvero, altro che.
Gli altri tre sono caduti mentre Loic li accompagnava nell'aldilà gridando "Sono gelooooooso!". Mentre fuggivamo potevo ancora sentire i loro lamenti. "Era solo un complimento, soltanto qualche complimento...."
E' terribile, ma è giusto così. E' giusto che io senta questo rimorso così forte, che mi senta così colpevole per quanto accaduto. Che quei quattro poveracci maledicano proprio me, mentre lasciano questo mondo. Perchè in fin dei conti è colpa mia.
Eric l'aveva detto che gli sembrava impossibile fare un lavoro pulito, e anche Loic aveva previsto che le probabilità che ci scappasse il morto erano molto alte. Ma io, cieca e stupidamente ottimista, ero convinta che saremmo riusciti a evitarlo.
Una botta in testa qui, fai svenire quello lì, blocchiamo dentro la stanza quei tre là.... facile, no? Macchè. Al dunque è impossibile fare davvero in silenzio. I miei cugini e Guelfo sono stati bravi ed efficienti come sempre, e hanno fatto anche relativamente piano, non potevano fare meglio di così. E allora... perchè è andata così storta?
Vorrei che Solice fosse qui con me: mi manca sempre tantissimo, ma specialmente sento la sua mancanza in un momento difficile come questo. Adesso non soltanto mi manca l'amica più cara, ma mi manca anche la sua prospettiva sulle cose, il suo modo di capire le situazioni, e di risolverle nel modo più onesto e giusto possibile.
Mi manca la Paladina, oltre che l'amica. Spero che, dovunque sia, preghi per noi. E spero che gli Dei ci perdonino per il massacro di stanotte.




scritto da Julie , 08:05 | permalink | markup wiki | commenti (1)
 
14 febbraio 518
Venerdì 13 Febbraio 2009

mare freddo e montagne lontane.

Non è una stupida prova di coraggio. Lo so che può sembrarlo, ma non lo è.
"Non sarà facile, stai già tremando al solo pensiero..."
Sto tremando, ma non è per il freddo che tremo. Non sento freddo. E non voglio mancare all'appuntamento.
Sfilo gli stivali, davanti agli occhi stupefatti dei miei compagni, e a piedi nudi entro per qualche passo nel mare. Aghi sottili si conficcano nella mia pelle, chiudo gli occhi. No, non sento freddo.
E improvvisamente si fa silenzio.
Tutto intorno a me, ogni cosa, tace: meno il mare. Scompare la città, svaniscono le voci. C'è il mare scuro, invernale, che sembra fatto di metallo. Il vento, qualche gabbiano.
Socchiudo gli occhi, inspiro, poi mi volto lentamente. Mi pare di scorgere la vetta di una montagna lontana. Un vessillo rosso che sventola.
"...e saprai che sono li', a guardarti... lontana"
Pensavo che avrei trovato la forza di alzare un braccio per salutare l'orizzonte invisibile, quella montagna che riempie gli occhi della mia fantasia. Ma non ce la faccio. Sono investita da un'ondata di calore, arretro di un passo, quasi temo di scivolare nell'acqua. Mi brucia la faccia, mi scoppia il cuore.

Mare a Surok



scritto da Julie , 10:30 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
12 gennaio 518
Domenica 11 Gennaio 2009

"... proprio su misura per voi".

Sir Tannebaum ci ha affidato un lavoro. Un lavoro "proprio su misura per noi".
Dobbiamo presentarci in una corte popolata da delinquenti ed eliminare un vecchio sicario sessantenne, incendiario e assassino, coi suoi scagnozzi.
Loic è tutto felice, non sta nella pelle e non vede l'ora di partire. Eric sembra abbia altro per la testa, mentre leggo in Solice una evidente preoccupazione, anche perchè non abbiamo nessunissima copertura legale, andiamo lì senza che nè la legge nè la chiesa ci abbiano autorizzato.
Non discuto sull'opportunità o meno di eliminare questo pericoloso criminale. Se Sir Tannebaum ritiene che vada ucciso avrà le sue ragioni. Ma, ecco... mi inquieta un po' pensare che consideri questo un lavoro "proprio su misura per noi".
E che siamo?
Siamo pure noi dei sicari? O cosa di diverso?
Sicari "buoni" forse?
Mah, è davvero una strana situazione, e non mi piace.
Ci penso e ci ripenso, e fatico a dormire. Mi rigiro nel letto e non riesco a prendere sonno.
Eppure stanotte, dopo molte notti, dormo in un bel letto soffice, in una stanza comoda e calda. Fuori dalle finestre sento il vento freddo che soffia, e che mi fa apparire ancora più piacevole il tepore di queste coperte.
Domattina affiderò la lettera per Lucius a Sir Tannebaum, la lettera stropicciata che ho scritto di ritorno dal Meistwode e che mi sono portata addosso in tutte queste peripezie. Avevo pensato di aggiungere qualcosa, di scrivere qualche riga in più, ma non l'ho fatto. Stanotte tengo il foglio sotto il cuscino, spero di sognare qualcosa di bello e che un'ombra dei miei sogni si incolli a questo foglio e raggiunga il suo destinatario. Ma il sonno tarda ad arrivare, accidenti, e non riesco nemmeno a fissare la mente su qualcosa di piacevole. Lucius è lontanissimo adesso, così come Chalard, Amer, la mia "casa". Non riesco a togliermi dalla testa altri pensieri, a togliermi dalla testa questo posto in cui ci troviamo, con tutte le sue contraddizioni.
E' davvero un gelido inverno.

Julie pensierosa (blog)
scritto da Julie , 20:30 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
5 gennaio 518
Venerdì 26 Dicembre 2008

La crudeltà

Questi giorni nella baita sono stati molto pesanti. La presenza silenziosa di Orson, il prigioniero, emanava un continuo disagio, anche se ho sempre fatto del mio meglio per non guardarlo, non rivolgergli la parola, non trovarmi mai vicino a lui.
Le sue mani hanno seviziato e ucciso innumerevoli fanciulle, colpevoli di essere incappate in "incontri sfortunati". Lo ammette con spavalderia davanti a Solice, che pure fatica a non mostrare tutto il suo sgomento.
Orson è un mostro.
Spero che sia messo a morte il prima possibile, anche se per adesso si fa scudo di informazioni che conosce a proposito di un soggetto a quanto pare persino peggiore di lui, il "mastino di Azathoth". Queste sue conoscenze lo tengono al riparo da una morte immediata, ma sono sicura che sia lui che il suo degno amico finiranno presto all'Inferno, per mano di chi amministra con sapienza la giustizia.
Questo però mi fa pensare ad un'altra cosa che ha reso faticoso il soggiorno nella baita, e successivamente qui a Manselle.
Loic ha ragione a dire che Orson meriti la morte, ha ragione a dire che meriterebbe persino peggio della morte (ma cosa c'è di peggio di ciò che lo aspetta al di là della morte, l'Inferno ghiacciato?). Ma a volte ho paura che si lasci contagiare dalla crudeltà del suo nemico, e che indugi davvero troppo nelle torture.
Ha molte attenuanti mio cugino, c'è da riconoscerlo. Orson lo ha ferito gravissimamente sul campo, ha rischiato di ucciderlo, arrecandogli sofferenze inumane. Poi Loic è un cavaliere a cui ribolle il sangue davanti a chi osa toccare donne innocenti. E Orson è quanto di più meschino e crudele si possa immaginare.
Per questo ho fatto finta di non capire, di non vedere, di non sentire tante cose.
Però sono preoccupata. Non per Orson o chi per lui, che merita qualsiasi cosa e anche peggio. Sono preoccupata per Loic, perchè non voglio che la crudeltà lo accechi. Per il bene che gli voglio, l'immenso bene che gli voglio, è terribile vederlo così desideroso di sangue e di dolore. Può arrecare morte e sofferenza, se è per una giusta causa, ma io prego gli Dei che questo continui ad arrecare a Loic un po' di rammarico, il rammarico che qualcuno sia così "perduto" da aver bisogno di lui. Prego gli Dei che Loic non inizi mai e poi mai a provare piacere nel causare dolore, nemmeno a chi se lo merita.
scritto da Julie , 08:51 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
13 dicembre 517
Sabato 8 Novembre 2008

La febbre dei morti

... è una maledizione che colpisce chi non porta ai defunti il dovuto rispetto. Così mi ha detto Naavi, raccontando la triste sorte della figlia di Sir Murray.

Eppure Naavi stessa si fa calare ogni giorno in queste oscure catacombe, dove riposano - o almeno si spera!- esseri pericolosi anche dopo morti. Mi chiedo perchè lo faccia. Pare sia un debito di riconoscenza... verso il "committente", questo misterioso Donnie da cui lei stessa ci suggerisce di fuggire, e che invece Eric insiste tanto ad incontrare.

Non capisco.

Non capisco, eppure vedo nei tronchi malati degli alberi, negli occhi cerchiati dall'insonnia di Solice, nella cattiveria che alberga tra queste persone, nella rabbia che rende folli lupi e altri animali, vedo che c'è qualcosa di davvero sbagliato in questo posto.
Il Meistwode... così immenso... e così malato.
Era malato a Nur-Had-Dun... dove il Vallo è crollato in maggio. Era malato a Caen, popolato di cinghiali deformi e mostruosi. Ed è malato qui, in questo posto che nemmeno so come si chiami, dove non c'è nebbia ma è tutto lostesso velato da una disperazione insopportabile.

Qui sotto giacciono esseri che nessuno dovrebbe liberare. La loro "febbre" fa marcire gli alberi, fa ammalare i lupi di rabbia, li fa ricoprire di pustole. Forse è la loro "febbre" a far sì che anche l'animo delle persone che vivono in questi paraggi sia cattivo. Il villaggio più vicino è popolato di banditi, ci ha detto Bohr, gente da evitare assolutamente. E' tutto sbagliato. I bruti che abbiamo incontrato alla Cetra sono guardie civiche, il prete di Pyros è un contaballe ubriacone, i nuovi morti vengono gettati in fosse comuni senza una preghiera... e i vecchi morti disturbati nelle loro catacombe.

Non capisco.

Ieri sera uno dei nostri "amici" ha provato a colpirmi con un fendente di spada. Senza un chi va là, senza guardare a chi fossimo. Ringrazio gli Dei di aver avuto la prontezza di evitarlo. Tutti possono sbagliare, magari era spaventato, magari non immaginava potessero esserci degli "amici" fuori a quell'ora, non voglio giudicarlo solo per questo. Ma subito dopo.... subito dopo non mi ha NEANCHE chiesto scusa. Anzi, ha continuato a guardarmi con occhi sprezzanti, quasi deluso per non avermi presa.
E questo non glie lo perdono. Non l'ho detto a Loic perchè non voglio che la tensione cresca ancora, è già abbastanza alta. Ma dentro di me vedo sempre più chiaramente che dobbiamo andarcene da qui, e di corsa.

Eric vuole chiedere a Ransom il permesso per allontanarci dal campo. Dice che è una questione di correttezza, visto l'impegno che abbiamo preso con lui, ed ha anche ragione. Ma se ci dice di no che facciamo?
Io qui non ci voglio rimanere, c'è una pessima aria e secondo me può solo peggiorare. E' vero che la via del ritorno non è facile, tra lupi rabbiosi, banditi, il freddo e le difficoltà della foresta... ma restare qui è ancora peggio.

C'è poi un altro problema: Naavi.
Lei è una brava persona, non è giusto che resti qui. Non è giusto che resti qui a calarsi in quelle gallerie, a sfidare l'ira dei morti per conto di persone che si nascondono agli occhi della Chiesa. Lei stessa mi ha parlato dei Murray come di profanatori di tombe. E nella sua voce c'era sdegno.
Come mai si presta ad un lavoro simile? Quale immenso debito dovrà saldare con questo Donnie?
Io voglio aiutarla.
Sono in debito verso di lei per quel che mi ha detto, e anche per quel che ha suggerito a tutti noi oggi stesso. Di andare via, prima che sia troppo tardi.
"E tu?" le ho chiesto, senza avere il coraggio di formulare per esteso la mia paura. Ci ha suggerito di fuggire prima di restare bloccati qui. Bloccati qui... come lei, forse.
Lei mi ha detto che intende rimanere, e non ho saputo insistere. Ma come possiamo fuggire e lasciarla qui? Come potrò mai saldare il mio debito nei suoi confronti, se non ci rivedremo mai più?
Tenendo segreta la sua identità, e convincendo i miei compagni a fare altrettanto. D'accordo. Ma vorrei sul serio poter fare di più per lei. Vorrei darle la possibilità di cambiare il guidizio che ha sulla Chiesa, ad esempio, mostrarle quanto sia luminosa la strada degli uomini che scelgono la Fede. Ma non sarà facile, non credo che potrò convincerla a venire con noi.

Tutto si deciderà nelle prossime ore, probabilmente domattina presto. Speriamo bene.

La febbre dei morti - Immagine (blog)
scritto da Julie , 14:30 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
18 novembre 517
Giovedì 25 Settembre 2008

Autunno

"E tu? Non mi sembri capace di combattere". Direi proprio di no, sir Tannembaun. Cercherò di fare comunque del mio meglio.... per quello che vale.
Per quello che vale.
Mi affaccio dalla finestra della mia nuova stanza. Colline a perdita d'occhio, verdissime sotto un cielo basso che minaccia pioggia. Surok, l'autunno. L'aria è fredda, in lontananza scorgo la spianata dove i miei compagni si stanno esercitando con le armi. Se mi concentro, riesco a sentire il rumore dei loro colpi, portato dal vento.
Io sto qui.
Non so combattere, non ha senso che mi unisca a loro. Sto qui nella stanza a giocherellare coi birilli, a farli volteggiare in aria per riprenderli al volo. A volte cadono, ma sto diventando brava.
Per quello che vale.
Abbiamo tutti i lussi, qui. Un letto soffice - troppo soffice - di quelli che sembra ti vogliano catturare. Quiete, pulizia, spazio. Le stanze sono una per ciascuno, le notti sembreranno lunghe. E' un lusso, una cosa di cui dovrei essere contenta: eppure preferirei dormire ascoltando il respiro quieto delle mie amiche che riposano, e non il silenzio della solitudine.
Chissà se anche a Chalard è arrivato l'autunno, se il cielo è così basso, se il vento ha questo stesso odore di pioggia. Chissà se ci daranno un incarico che ci porterà fino al mare, se potrò bagnare i piedi nell'acqua salata, se vedrò la mia pelle farsi bianchissima e grinzosa per il freddo. Chissà se torneremo presto a casa.
Siamo qui, per ora. Devo pensare a questo: Julie, non pensare alla tua casa!
I nostri ospiti sono gentili, stasera siamo invitati a cenare insieme a loro. I nipoti di sir Tannenbaun sembrano simpatici, in particolare quello piccolo, un bambino sugli otto anni.
Lo addestrano a combattere sin da ora... probabilmente per lui è soltanto un gioco. Chissà, forse non è così diverso dal crescere in una caserma, sempre in mezzo alle armi, ai combattimenti, ad un addestramento continuo. Chissà se gli piacciono le cacce al tesoro, se costruisce rifugi segreti, se ha tempo e spazio per sognare.
Non vedo l'ora di rendermi utile.
Eppure questo momento di tregua da tutto - da tutto veramente - mi ci voleva. Un momento per stare da sola, per pensare, per riordinare le tantissime cose che mi vorticano nella testa.
Per quello che vale, farò del mio meglio. In tutto quanto, sempre.
scritto da Julie , 13:43 | permalink | markup wiki | commenti (0)
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