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Il fondo del barile
Micol Semeyr
 
creato il: 07/04/2007   messaggi totali: 36   commenti totali: 30
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Scritto il 03/05/2016 · 29 di 36 (mostra altri)
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13 luglio 517
Martedì 3 Maggio 2016

Persone speZiali



"Vuoi stare fermo? Non riesco a fare nulla!"

"E' colpa di questa copertaccia del cazzo che avete rimediato... mi prude da matti, non è che ha le pulci?" Le lamentele di Kevan cominciano a snervarmi, persino in una situazione come questa riesce a risultare fastidioso. Quasi vorrei non averlo coinvolto, del resto con l'età che ha e la barba che si ritrova è l'unico che può farlo in modo decente.

Faccio per gridare qualche insulto, voltandomi verso quella specie di tendaggio che copre lui e Petra alla mia vista, ma Sergente è più veloce: "ce le avevi pure quando ti abbiamo raccolto, quelle! Adesso vedi di muovere il culo, che manca poco". Ben detto. Rivolgo a Sergente un silenzioso cenno di assenso mentre lo osservo chinare nuovamente la testa sul suo piatto di spinaci. Nessuno sa perché, ma è convinto che siano quelli a renderlo così forte. Del resto, con i muscoli e le braccia che si ritrova, sfido chiunque ad andare a dirgli che non è vero. Un grande soldato, Sergente: è stato lui a reclutarmi, quando ero ancora un fesso qualsiasi, uno dei tanti convinti che dopo l'ultima guerra non ci fosse niente per cui valesse la pena combattere. "Volete continuare a rotolarvi per le strade come merde di vacca secche o tornare a brandire una spada?" Eravamo in sei, quando ce lo disse. Gli abbiamo dato retta in quattro, poi Acab al campo ha scartato gli altri tre. "Non è per cattiveria, è che non sopravvivereste mai a quello che ho in mente di fare". Quel giorno, per la prima volta dopo tanto tempo, sentii di essere speciale. Anzi... speZiale.

In tutta sincerità, non avrei mai pensato di trovarmi qui adesso. Il piano che avevo in mente era un pò diverso: dire che ci stavo, prendermi la spada che mi offrivano, riempire la pancia per qualche giorno e poi fanculo al mondo: scappare verso Greyhaven, Amer, Gulas o chissà dove. Ovunque, purché non qui, lontano mille leghe da questo posto malato, infetto e governato da idioti. Poi ho conosciuto lui, Alan Cabot... Acab. Lui mi ha mostrato il suo sogno, e io ho capito che il mio posto, malgrado tutto, è ancora qui.

Fearainn en Saoirse. Terra e libertà.

L'Armata non è un esercito come tutti gli altri: non combattiamo per i capricci di un Dominus o di un Burgravio, ma per un posto in cui poter vivere liberi, con regole giuste e un destino uguale per tutti. Non abbiamo una gerarchia né una struttura rigorosa, sul campo di battaglia contiamo tutti allo stesso modo. Osservo Sergente mentre finisce di divorare gli spinaci, rovesciandosi i resti oleosi del piatto direttamente in gola. Lo chiamano così perché dice di essere stato sergente, prima della guerra: non so di che esercito, probabilmente una signoria minore degli altopiani del Tuono. Ha il dente avvelenato con Uryen, per questo ho pensato di coinvolgerlo.

"Allora, Sgombro, quando arrivano 'sti speZiali?" mi chiede mentre si pulisce le mani. "Non vedo l'ora di sgranchirmi un pò le nocche!" Risate. La locanda è bella piena, la notizia s'è diffusa parecchio. Tra le teste che si avvicendano al bancone noto Autunno, Vela, Osso, Richter, Malandrino, Asciamunito e qualche altra faccia nota. Dietro di loro, con la schiena appoggiata alla parete di legno, Beringar è intento a strimpellare qualcosa di allegro: a poca distanza da lui intravedo Greg e quella gran figa di Ceyèn: sorrido, pensando che quando verremo alle mani, e succederà di certo, col Tenente ne vedremo delle belle.

"All'ora di cena", rispondo. Spero che quei cagacazzi non mi diano buca. Spazzino mi ha detto che sono venuti a scassare la minchia anche alle porte del campo: c'è anche lui al bancone, deve aver chiesto di poter staccare prima per venire a godersi la scena. A quanto pare 'sti speZiali ci tengono davvero, a parlare con Norman. E noi li accontenteremo, altroché! Non è stato facile convincere Sergente a stare al gioco: non gli piace perdere a braccio di ferro, neanche per scherzo. Ma non fa a botte da almeno quindici giorni, quindi l'ho preso per fame.

"Ci siamo quasi, allora", esclama qualcuno: "il sole è bello che calato..."

Annuisco. Lo sguardo torna verso gli attori che ho scelto per la mia commedia improvvisata: Sergente, con i suoi bicipiti in bella vista, pronto a fare la sua figura di merda per poi rifarsi con gli interessi; Vela, che s'è vestita da zoccola proprio come le ho chiesto; l'oste, che ha una parte piccola ma fondamentale; Malandrino, al quale ho chiesto di interpretare il ruolo più difficile e divertente della serata... No, direi il secondo, ora che ci penso.

Mi giro nuovamente verso il mucchio di tende alle mie spalle: "Allora, Kevan? A che punto siamo?"

"Quasi pronti", mi risponde Petra: "vedrete che spettacolo".

A poco a poco, tutti cominciano a battere le mani e a fare coraggio al nostro stalliere: "Ke-van! Ke-van! Ke-van!"

Quando alla fine si apre il sipario, le urla si trasformano in grida, quindi in uno scroscio sguaiato di risate che sale fin quasi al cielo. Porca troia, che roba.

"Ecco a voi Norman lo stregone!" esclama Petra, raggiante alla vista degli apprezzamenti all'indirizzo della sua creazione. "Avanti, Norman, dì qualcosa!"

Kevan-Norman si aggira tra i tavoli, impartendo quelle che sembrano benedizioni e agitando le mani in modo mistico, tra lo scompisciamento generale.

"Ma che cazzo stai a fà, Kevan? Sei uno stregone, mica un prete 'mbriaco!"

"Regà, ma non ci assomiglia per niente a Norton! Sicuri che non l'hanno mai visto?"

"Norman... se chiama NORMANNN!"

"Kevan, facce 'na palla de foco!"

"... si ma non cor culo, possibilmente!"

"Bwahahahahahahhahahah!"

"Oh però cazzo, la barba è eccezionale!"

"Fate silenzio", rantolo con le lacrime agli occhi, "o ci sentiranno. Kevan, tu vai a sederti sul retro e aspetta che te li mandiamo noi: ricorda che sei un potente mago, quando ti vedi perso comincia a mormorare e cantilenare sillabe a caso. Quanto a voialtri, cercate di restare seri..."

Poco a poco, scende il silenzio. Dovrebbe essere ora, ormai: gli sguardi di tutti si fissano sulla porta, in fremente attesa di quello che succederà.

Avanti, speZiale: non deludermi.

Kevan Urich - Immagine
scritto da Sgombro , 23:33 | permalink | markup wiki | commenti (1)
Scritto il 03/05/2016 · 29 di 36 (mostra altri)
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