Rivolgo a te le mie preghiere, dio della Verità, affinché tu assista il mio amico Loic: perdonalo per l'errore che ha commesso e donagli la forza di continuare a combattere nel tuo nome, rischiarando con la tua luce i dubbi che ora affannano il suo cuore. Aiutalo a trovare la felicità, e possano i segni della tua benevolenza ricompensarlo per le fatiche e gli sforzi che compie ogni giorno.
Mai come stanotte il suono delle mie parole sembra vano e inutile: se chiudessi gli occhi potrei vederle rimbalzare sulle pareti spoglie della stanza di Julie, per poi perdersi nei singhiozzi che la porta antistante riversa nel corridoio con la forza di un fiume in piena. Eppure mai come adesso la mente rifiuta l'idea di fermarsi, alimentata dal ricordo delle conversazioni appena concluse, e la lenta liturgia che le mie labbra continuano a ripetere non sarà sufficiente a far sì che gli Dei concedano un sonno tranquillo a molti di noi. Soltanto poche ore fa la camera nascosta da quella porta ospitava sogni, emozioni e speranze che soltanto poche ore fa mi sembravano concrete e reali... Soltanto poche ore fa, soltanto poche ore fa, soltanto poche ore fa...
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Come pioggia scrosciante le parole di Guelfo hanno spento il fuoco delle mie false certezze: è buffo pensare come quella sottile barriera di fango dorato celasse ai miei occhi ben altre mura, imponenti e formate da pietre massicce. Mura che dividono Loic da Desiree e che rendono così diversi, unici e soli molti di noi.
Le usanze di Beid descrivono il rifiuto di un regalo di compleanno come un segno di massima offesa: ma se il mio sangue mi spinge ad accettare che le tue mani mi aprano gli occhi, amico mio, vorrei tanto riuscire a dirti quanto questo dono che hai deciso di farmi mi abbia sconvolta, quanto il solo profilo dei bastioni che mi hai mostrato basti per riempirmi di terrore.
Per questo prego, per questo non dormo. Ho diciotto anni da dieci giorni ormai, sono grande... perché ho ancora così tanta paura?
