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Forum di Myst

 
« Arrendetevi e morirete! »
- Terenz Lost -
 
Il fondo del barile
Grom
 
creato il: 07/04/2007   messaggi totali: 36   commenti totali: 30
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12 febbraio 519
Lunedì 27 Giugno 2011

... l'ultimo sguardo.

Non hai nemmeno alzato gli occhi mentre ti passavo davanti. Non mi hai neppure guardata.
Bel fratello che sei.
Forse è perchè ti vergogni, perchè sai che è colpa tua, che è tutta colpa tua.
Fino all'ultimo giorno, è sempre stata tutta colpa tua.

Le prigioni del Castello del Leone sono scavate nella roccia della collina, accessibili solo per una scaletta stretta e scivolosa sotto la Torre della Guardia.
La prima volta che sono scesa a far visita a mio fratello, al mattino del 16, lui stava camminando avanti e indietro nella sua cella.
Mi ha vista subito.
"Carmen! Che sta succedendo! Fammi uscire da qui!"
"Con calma, Andrè... con calma"
Sono rimasta in piedi a poca distanza dalla grata metallica della sua cella a osservarlo.
"Perchè sei venuto a farmi visita, proprio oggi? Dopo aver rifiutato così tanti inviti..."
"Cosa sta succedendo in città? Perchè il Barone ha bloccato le porte?"
Scuoto il capo. "Non è stato il Barone a chiudere le porte, ma la Guardia Civica".
"La Guardia Civica? Ma che dici... non capisco... per quale ragione avrebbe dovuto...". Ma subito si interrompe, pensa a qualcosa, poi mi guarda. "Cosa è successo, Carmen? Dimmi la verità".
C'è qualcosa nel suo sguardo che mi incute timore. Non è il solito Andrè: è come se in lui vivesse adesso una consapevolezza nuova. Che abbia finalmente capito?
Lascio che un brivido di incertezza e di speranza mi percorra la schiena, poi scuoto il capo.
"Non sei venuto per me, quindi?"
"Basta con questi giochetti, Carmen, fammi uscire da qui".
"E se ti faccio uscire tu che cosa farai?" Mi avvicino alle sbarre, gli sorrido.

"Fammi uscire da qui, e ti prenderò con me, torneremo insieme alla Torre di Navon, io e te soltanto, e poi..."

La sua voce irritata spezza il mio sogno: "fammi uscire da qui. Ho delle cose importanti che mi aspettano."
"Risposta sbagliata, fratello mio. Tornerò presto".

Incurante dei suoi richiami, torno alle scale e salgo di sopra, nelle mie stanze, col cuore pesante.
Mi chiedo cosa abbia scoperto su di me, quanto avanti siano andate le sue indagini interiori.
Fino a che punto si è spinta la tua determinazione di toccare la verità?
La verità sono io, non hai che da allungare una mano.

Passano giorni convulsi e sanguinosi, seguo gli eventi dal Castello. La rivolta della Cattedrale del Sole Nero, l'arrivo dell'Inquisizione, l'assedio del nostro stesso Castello.
Il Barone è sempre più confuso, si rifugia in me cercando una guida, un conforto. Ed io lo rassicuro, andrà tutto bene.
Ma ogni giorno percorro silenziosamente le scalette scivolose fino alle prigioni, e resto in attesa di una rassicurazione a mia volta. Andrà tutto bene?

Mio fratello non si accorge di me, resto indietro, lo spio dalla cella adiacente. Lo guardo mentre cammina avanti e indietro, mentre siede con la testa tra le mani, mentre prega.
Prego anche io, a mio modo, insieme a lui. Invoco il suo nome come una liberazione, come l'unica via di fuga dalle pareti di pietra che imprigionano entrambi.
"Andrè... Andrè..."

... ed ecco che lui mormora qualcosa, tra le labbra secche per la sete. Un nome.... il.... il mio nome?

"Ludmilla...".

Una pugnalata al cuore non avrebbe potuto arrecarmi più dolore.
Abbraccia tuo nipote, stupido di un Andrè, abbraccialo e forse sentirai ancora battere il cuore di quella bigotta. Piangi adesso?

Sento la tensione nel tuo respiro, così vicino a me oltre la parete fredda. Ludmilla, Ludmilla, chiami ancora, e poi.... e poi Carmen.
Ho un tuffo, un brivido. Carmen...

"Carmen! Scendi giù! Vieni Carmen! Carmeeeen!! Guardieee! Chiamatemi mia sorellaaa!"
Grida ancora, grida forte, ignaro che tutte le guardie del castello sono sugli spalti e aspettano da un momento all'altro l'attacco dell'esercito del Duca.

Aspetto qualche istante, poi esco dalle ombre e mi paleso a lui.

"Carmen"
Mi guarda incredulo, forse pensa di sognare. "Sei tu?"
Avanzo, annuisco, appoggio le mani sulle sbarre.
"Carmen..."
Si alza in piedi velocemente e viene a toccarmi le mani.
Andrè... erano anni che non sentivo le tue mani sulle mie. Stringi, stringi forte.

"Andiamocene, Carmen.... fuggiamo a Navon... nella nostra torre..."

Ma di nuovo mi ferisce. Aggancia i miei occhi con i suoi, stringe le mani sulle mie mani e mi fissa, spiritato.
"Sei stata tu. Sei stata tu, Carmen? Sei stata tu ad ucciderla? Devi dirmelo!"

Provo a ritrarre le mani, ma la sua stretta è troppo forte.
"Andrè, io..."
"Sei stata tu? Dimmi che non è vero, se ne hai il coraggio."

Resto in silenzio a guardarlo, mentre gli occhi mi si riempiono di lacrime.
"L'ho fatto... per te" mormoro tra le labbra.
Lui non mi sente e continua a fissarmi. Quanto è diverso adesso dall'Andrè che ho sempre adorato. Scavato, stanco, duro. Le mani stringono talmente sulle mie, schiacciandole contro le sbarre della cella, che sento il ferro freddo che mi penetra nella pelle, nelle ossa.
"Sei... un mostro".
Chiudo gli occhi.
ti amo... ti amo... ti amo...

Dall'alto si sente un tonfo tremendo, un suono sordo di qualcosa che viene scagliato con violenza sulle mura. L'attacco è iniziato.

"Che coraggio hai, Andrè, a chiamarmi mostro! Tu che mi hai abbandonata sulla via della rovina e che hai preferito a me quattro baracche popolate da villici. Per anni sei stato il mio maestro in tutto e ora di colpo inizi a fare il sant'uomo? Con che coraggio, eh?"
"Sei pazza, Carmen! Cosa c'entrano le nostre ragazzate con... tutto questo. Fammi uscire, arrenditi... e qualsiasi cosa stia succedendo a questo castello, forse non è ancora troppo tardi per rimediare..."
Un altro tonfo dall'alto fa tremare la roccia.
"Non c'è più tempo, Andrè. E' tutto finito".
Mio fratello mi guarda con gli occhi spalancati e furibondi. "Fammi uscire ti ho detto!"
Scuoto il capo e mi chino a baciargli le mani, strette sulle mie. Subito le ritrae, liberandomi.
Arretro di un passo massaggiandomi i polsi dolenti.

"Vattene allora, sparisci dalla mia vista, mi disgusti".

Mi disgusti.

Saranno queste le ultime parole che sentirò pronunciare da mio fratello?

A giorni di distanza, caduto il Castello, sono io prigioniera dell'Inquisizione. La rabbia e il rimpianto si alternano nel mio cuore, e mi domando se i doni che la Dea mi ha promesso saranno sufficienti a tirarmi fuori dai guai. Inizio purtroppo a dubitarne.
La morte sulla pubblica piazza, ecco cosa mi attende. E mi chiedo... anche allora Andrè distoglierà lo sguardo? Anche allora resterà in disparte, lontano, e farà finta di non sentire le mie grida disperate?

Oppure finalmente si renderà conto di cosa ha perduto, e piangerà insieme a me?

scritto da Lady Carmen Navon , 15:38 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
10 novembre 518
Sabato 12 Febbraio 2011

Confusione e dubbi

Se il Santuario è di una dea della natura selvaggia, dell'istinto e del piacere, perché il 1 di novembre? Quando mai poi le feste del Signore dei Corvi hanno portato bene agli Evocatori? Non mi sono mai fidata di certe storie. Il Dio Antico, infuriato, non può essere veramente benevolo verso i nostri tentativi. Prova invidia e odio per noi. E fastidio. Ne sono sicura. Il 6 di gennaio avremmo avuto la protezione di Lei. Tutto sarebbe stato più semplice. Tutto avrebbe avuto successo. E Lei avremmo richiamato per prima, con sicurezza, su questa Sarakon ingrigita e ignorante......
Ma Sand non poteva aspettare. Diceva che io non comprendevo. Lui anziano, io giovane e inesperta. Questa collazione io l'ho fatta al meglio. Tra i Luoghi Impuri e le Antiche Religioni. Ma, insisto, bisognava rispettare le feste della Dea che è non è lecito nominare. Lui aveva fretta, una fretta del diavolo, una fretta pazza, perché c'erano cose più grandi di noi all'opera. Impossessarsi del Santuario prima degli altri e fare tutto quello che serviva. Accelerare le pratiche di Bertrand. Stringere ogni tempo.
E non sono stata brava forse? Capire i Luoghi Impuri è forse facile? Discernere l'esegesi degli scolii nel commentario? Imparare a memoria e mettere in pratica senza errori? "Basta la minima imprecisione..." recitava quella chiosa, malevola.
Maestro mio, forse ci siamo sottovalutati a vicenda.... A te chi ci fosse dietro allo Schermo forse non interessava nulla: uno degli Antichi vale l'altro. Eppure non è così. L'ho sempre pensato e sentito. La Grande Dea si poteva piegare con gli artifizi dell'Evocazione, sedurla e farsi sedurre. Lei e le sue pàredre. Ma quell'oscuro Demone che ci tormentava........no. Era in agguato, aspettava l'occasione propizia e noi gliela abbiamo data. "Va' avanti", avresti detto. "Non ti spaventare come una bambina. Ogni meta è quella vittoriosa. La palingenesi è domani. I deboli saranno rovesciati. I forti, finalmente, vinceranno". Ed io, Maestro Sand, io, sono veramente tra i forti?
"La benedizione di un immenso Yoki", come tu la chiamavi, con ammirazione e (lo so) con invidia, mi sarebbe bastata per sopravvivere e per trionfare il giorno della palingenesi? Sfidando e piegando quel Demone violento e inquieto, ne ho dubitato. Forse, Maestro Sand, è perché tu con Costoro non ti sei mai veramente confrontato? Una filosofia senza esperienza quante probabilità ha di essere fallace? Lui diceva di essere il Signore di questa Terra, di poterla calcare con i suoi piedi di bronzo. Lui sì che aveva un immenso Yoki. E mi disprezzava, come tu Maestro Sand disprezzi, disprezzavi, i deboli. Lui che era immensamente più forte di te, di me, di noi.
Oggi Lui mi ha legata a sé, mi fa dimenticare le feste della Grande Dea, mi desidera, perché desidera la chiave che ho, la chiave che aprirà la sua porta. Mi ha graziata. Mi ha beneficata. Mi ha salvata da morte sicura. Perché mi vuole viva. Lui sa che in questo tempo, per lui un attimo della Sua esistenza immortale, io, io sola forse, ho la chiave. Perché Lui vuole tornare. Ma a fare che? Questo non mi è dato saperlo. E troppa potenza mi incute timore. Questo grande e feroce potere attenua la forza della sua blandizie...fino al nulla. Oltre le Sue stesse aspettative, sa incutere solo paura.
E, poi, quanto male. Quanto orrore. Perché? Ragazze innocenti e morti estratti dalle tombe. Se ha un senso, tutto è lecito. Ma ha un senso? E poi? Se non avesse senso? Se non avesse avuto senso? Avremmo richiamato Lui, il Signore di quella terra, come si chiamava. Il Grande Fabbro. Avrebbe calcato la terra. Evocato da un sacrificio. E che sacrificio.... "Quando giungerai al lembo estremo della tua pazienza e della tua arte involuta, della mia arte involuta; quando dalle infinite trasparenze del velo scorgerai le fattezze dell'Ombra, un'ultima impurità ti squarcerà quella debole placenta e il feto della tua creazione investirà il mondo inferiore. Sangue consacrato inumidirà il ritorto tessuto. L'Occhio Malevolo si volgerà verso il tuo Luogo. Gratitudine e benevolenza....". Con la nota dell'anonimo commentatore: "un consacrato alla Luce; un sacerdote o un paladino. Ma beneficato dalla Fede. Non una veste senza sostanza. Con questo inumidirai il Luogo, sì da renderlo impuro". "Là dove c'è forza dell'evocando e sostanza del contaminabile", ancora Bertrand con la sua prosa sorprendente. La forza della Dea e la sostanza di Pyros, il contaminabile. Il Santuario di Oulpianòs e l'opera benemerita dei Turniani con i loro templi dappertutto. Così adatti per quello che dovevo fare io.....
Ma il consacrato.....
Rimasti soli, chi poteva essere? Quella ragazza.... Non meritava di morire. No. Ma che potevamo fare? A quel punto. Se si è salvata e sono in fondo contenta, questo che vuol dire? Non lo so. Non lo so. Mi sento tanto sola.

Roland, dove sei? Con quel tuo buon senso, solo offuscato dall'amore. Dove sei? Mi manchi. Forse solo tu potresti ora riportarmi sulla retta via. Retta via. Che cos'è? Se la sarà cavata la mia ingenua controfigura? O Dei. Che faccio? Invoco gli Dei? Povera me. Da chi andrò?
Le Locuste mi aspettano...... Ereditare il ruolo di Marc Sand. Il mio sogno. Ma ha senso? Ha avuto senso? Non lo so. Non lo so.
Roland, dove sei? Ci sarai ancora?
Non lo so....
scritto da Micol Semeyr , 20:16 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
8 novembre 518
Lunedì 31 Gennaio 2011

Paura di morire

E' apparsa come una ninfa delle poesie del passato, una Driade tra gli alberi, mentre scrutavo il mio dovere. L'ennesimo dono. Sangue e piacere e vittoria. Folle che sono stato. O Tuo umile servitore? Non potevo fallire. Non potevo rinunciare. L'ho ghermita. Ma lo stregone...... Lo sapevo che sarebbe stato lui a farmi assaporare il sapore della sconfitta. L'ho capito quando ha creato la nube. Troppo vicina. Dannazione, troppo vicina. Per quanto lontano io possa colpire. Gli stregoni mi fanno paura. Non ho vergogna. La paura aiuta a sopravvivere. Anche alle Sorgenti del Tibur. Oh Dèi. Finché si combattono da soli....... Quando ho sentito le rune, un brivido mi è corso sulla schiena. E se ora potesse colpirmi? E se ora non fosse una semplice nube? Infatti..... Uno, due secondi per riflettere. La grotta del vecchio orso. Proteggimi, mia Signora dei boschi e delle foreste! Secondi per correre. Secondi per staccare. Oh, Dea, l'orrore e il dolore. Ho bevuto la mia bile, il mio sangue. La mia gamba.... Cani, poteste morire tutti di stenti. Non so come ho fatto a uscire da lì. Per più di un attimo ho pensato che dovessi morire. La Driade psicopompa mi conduceva alla morte, sinuosa, nel peccato. Bellezza, debolezza e sangue. L'ultimo piacere prima del colpo fatale. Mi hanno braccato come una lepre ferita. Annusando il mio dolore, il puzzo del cuoio che bruciava, come io stesso sarei bruciato. Le frecce proibite. I Denti del Serpente. Ne dovrò rendere conto. Ma la vita, la mia vita, va salvata, ad ogni costo......

Affanno. Mi inseguono ancora? Sì, certo. Assassini. Cani. Loro non sanno che cosa sia la paura e la prudenza. Si giocano il tutto per tutto. Preferiscono morire che restare invendicati. Quanto orrore dovrai ancora sopportare, o mia Signora? Mentre contaminano i tuoi sacri anfratti con le loro evocazioni oscure e le loro volgari benedizioni?
scritto da Gil-Palantir , 01:43 | permalink | markup wiki | commenti (2)
 
12 ottobre 518 p.F.
Domenica 7 Novembre 2010

Eccola la bestia maledetta che scaglia ancora il suo martello. Per l'ultima volta su di me. Per fortuna. Colpisci, bastardo, ed evitami così l'umiliazione di sorbire la pietà e la giustizia di quella stolta imbelle che veste gli abiti di Pyros. Non sai il favore che mi fai e non sai che è il favore che cerco. Ma tu sei forza bruta e non puoi capire. Sei come me, in fondo. Neanche io posso capire, ma più agevolmente di altri posso uccidere. E ho ucciso. Come te. Ecco, sento che arriva, dentro questa oscura melassa mortifera che mi ha gettato addosso lo stregone. Abbiamo eccitato la vostra ira con l'odio. E anche se mi sai impotente, non esiterai a colpirmi. E ne godo......Tutto svanisce ormai. La mia sconfitta è amara, ma la mia causa vincerà, lo sento, lo sento ora più che mai. Il vostro mondo si disperderà nell'oblio. Come i miei occhi adesso, per la fine che merito, dentro questa ragnatela che copre almeno la mia vergogna. La vergogna di non aver bevuto il vostro sangue fino all'ultimo sorso, quando ne ho avuto la possibilità........
scritto da Fabius Alguerre , 01:17 | permalink | markup wiki | commenti (1)
 
10 agosto 518
Giovedì 1 Aprile 2010

Per Lady Solice Foucault

Al castello del Leone
Stanco e triste era il Barone
Perchè aimè la sua consorte
Era a un passo dalla morte.

Magro e smunto era il suo volto
In preghiera ormai raccolto
Finchè un'Azzurra Dama
Lieta fece il suo proclama:

"Di tuo figlio il puro cuore
Donami senza timore
Vita lunga e giovinezza
Ti darà la mia carezza"

"No, giammai, strega crudele
Non berrò il tuo nero miele"
Disse fiera la morente
"Che ti venga un accidente!"

La Dama volse lo sguardo
Sul principino testardo
E tosto il brutto male
Lo ridusse a un vegetale.

"Di tua figlia adesso il cuore
Donami senza pudore
Se non vuoi che la sua vita
Sia da subito sfiorita"

"No di nuovo, odiosa bestia
Via da me la tua molestia
Meglio morta che violata
La mia figlia sfortunata"

Ma la bimba di nascosto
Pregò che a qualunque costo
Le venisse risparmiato
Questo calice dannato.

La Dama udì il suo pianto
E le si sedette accanto
Ebbra di compiacimento
Nel placare quel tormento.

"Il tesoro tuo più bello
Guarirà da ogni flagello
Se mi fai il dono fatale:
La tua anima immortale"

"L'anima e il cuore innocente
il mio corpo e la mia mente
Ti affido e ti consegno
Come eterno e sacro pegno"

Notte scende sul castello
Morte coglie il suo balzello
La promessa è stabilita
Ed il prezzo è la mia vita.
scritto da Lady Emanuelle Beart , 14:33 | permalink | markup wiki | commenti (0)
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