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- Engelhaft Todenehmer -
 
La cerca di Bohemond
Bohemond D'Arlac
"Tu fai parte dei Primi, Bohemond, non dimenticarlo mai."
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Scritto il 21/02/2023 · 20 di 27 (mostra altri)
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10 Aprile 518
Martedì 21 Febbraio 2023

Horrenda



Il giorno sacro a Dytros è infine giunto. Nella manciata di giorni trascorsi qui a Ghaan abbiamo fatto quel che potevamo per realizzare il disegno mistico di Madre Magdalene: non ci resta che attendere che la celebrazione, per quanto miseramente propiziata, abbia luogo.

Per ingannare un po' il tempo lustro di malavoglia la Pipa Horrenda. Ancora non mi capacito di come si possa intagliare con tanta perizia qualcosa di così egregiamente imbecille. Di solito avere per le mani questo insensato attrezzo mi calma i nervi, strappandomi un sorriso anche nelle situazioni più tese. Non oggi...oggi penso a quanto in parti uguali mirabolante e idiota deve apparire la nostra impresa agli occhi dei nemici, e mi pare di risentire la prosopopea canzonatoria di Mastro Billund su quanto effimeri siano i nostri successi.

La verità è che abbiamo sparso una magra semente su un campo spaccato dall'arsura e brulicante di passeri affamati, e ora siamo in ginocchio ad implorarli di non divorare l'ultima speranza di raccolto che ci resta.

Siamo giunti a Ghaan al termine di un viaggio insidioso e sfiancante per ricongiungerci a quel che resta dei nostri commilitoni di Uryen e di Angvard. Ad attenderci non abbiamo certo trovato un esercito di conquistatori: della forza possente partita da Angvard mesi or sono non restano che poche manciate di sopravvissuti esausti e spauriti...invasori per Ghaan, disertori per le loro terre d'origine, banditi traditori per la legge del Duca.

Che ne è dell'indomito Capitano Marvin Barun dalla scorza di pietra e dalla voce di tuono? Un tronco marcio divorato dalle piaghe, il petto un tempo possente squassato da rantoli sanguinolenti. Che ne è della splendida Dama che a cavallo di un drago dalle scaglie lucenti ha guidato questa spedizione sventurata? Che ne è della sua promessa di vittoria e di giustizia? Sprofondate entrambe in una prigione tenebrosa da cui non sembra poterci essere scampo. Che ne è degli eroi di Uryen e di Angvard, che con un'ultima carica gloriosa attraverso l'Altopiano del Tuono avrebbero dovuto porre fine una volta per tutte ad una guerra fratricida e diabolica? Rintanati come topi in trappola entro mura ostili, inchiodati in una landa mortifera che la Carminia ha trasformato in un paesaggio da incubo, senza più neppure una patria a cui fare ritorno, alla mercé di un nemico astuto, paziente e implacabile che li tiene stretti nella sua morsa come questo grottesco pugno d'avorio intarsiato fa col fornello al suo interno.

E poi c'è questo presentimento sinistro che da stamattina ammorba l'aria come una cappa pestifera rendendomi penoso il respiro. Questa notte accadrà qualcosa di terribile. Non importa quanto sciocco possa apparire loro il nostro tentativo di riportare, anche solo per un momento, il nome di Dytros sulle labbra e nei cuori di genti che da generazioni lo hanno relegato all'oblio, o peggio, ne conservano un ricordo distorto di usurpazione e tradimento... i nemici più mortali della pace che stiamo provando a costruire non resteranno a guardare. Uno di loro, l'Innalzato cui Ayza attribuisce il nome di Sami l'Orbo, già una volta è emerso dalle tenebre per dispensare morte. Mi domando quanti come lui sono rimasti in agguato qui a Ghaan... e quanti si raduneranno stanotte per trasformare questo giorno consacrato al Dio che più disprezzano in un carnevale di sangue e terrore.

D'un tratto non riesco più a sopportare la vista dello sgorbio che tengo tra le dita e alzo lo sguardo. I miei occhi incrociano quelli di Kailah. E' di buon umore, al contrario di me. Del resto lei è così, la prospettiva di festeggiamenti spensierati, di musica, di vino e di risate in compagnia degli amici è sufficiente a scacciare ogni ombra dal suo viso. "Dove stai andando?" le chiedo, pensando dentro di me che dietro ad ogni circostanza in cui ci perdiamo d'occhio può nascondersi un pericolo. Soprattutto oggi. "Salgo un momento da Giada..." mi risponde sgattaiolando via senza darmi occasione di replicare. Poco male, senza di lei che si lamenta posso farmi due boccate in santa pace. Carico il tabacco, aziono l'acciarino, inspiro lasciando che il fumo dolciastro mi invada il palato.

Me ne resto così per chissà quanto, cercando di rallentare i pensieri che si rincorrono.

"Quella roba puzza come la merda secca di cavallo che i Songkhram usano per accendere i fuochi dei loro accampamenti, te l'ho mai detto?" borbotta ad un certo punto Sven, intento ad affilare la lama del suo pugnale.

"Ogni tanto sarebbe bello se sul tuo mantello si sentisse l'odore dell'incenso, invece di quella porcheria da frequentatore di postriboli" gli fa eco Engelhaft mentre solleva il breviario che stava consultando e lo sventola teatralmente per respingere il fetore.

"Va bene, va bene...vado a farmi un giro, ho capito" sbuffo, alzandomi dal tavolo. "Tanto tra poco dovremo muoverci in ogni caso." E così faccio per scendere in strada. Sul pianerottolo mi imbatto in Skald Jotnar che sta per imboccare le scale. Ha stampato sul volto il solito mezzo sorriso insopportabile di quelli della sua gente, lo stesso che immagineresti sul muso di una faina che sta spiando di soppiatto un pollaio incustodito. Mi guarda un momento e si fa serio. "Tutto bene?", gli dico. Fa un passo verso di me e si mette a studiare con occhio esperto la pipa che stringo tra i denti. "Quello zanna di hrosshvalr. Preziosa." "Ti piace? L'intarsio è molto ben fat..." Lui scuote la testa e mi interrompe. "Tu sembra trúður. Buffo. Triste. Io guarda te e no sa se ridere o piangere." Dal piano di sopra arriva l'eco di risate femminili. "Loro ride" aggiunge "...forse te visto." Dannato figlio di puttana, ci mancavi solo tu oggi.

scritto da Bohemond D’Arlac , 00:42 | permalink | markup wiki | commenti (0)
Scritto il 21/02/2023 · 20 di 27 (mostra altri)
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