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Bohemond D'Arlac
"Tu fai parte dei Primi, Bohemond, non dimenticarlo mai."
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Scritto il 26/02/2023 · 21 di 27 (mostra altri)
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10 Aprile 518
Domenica 26 Febbraio 2023

Billund



Finora tutto liscio a dispetto delle mie preoccupazioni. La piccola folla che siamo riusciti a portare in piazza si è rivelata pacifica e ben disposta, molto più di fosse lecito sperare. Gli oratori improvvisati hanno avuto la loro tribuna, hanno detto quello che dovevano per poi venirsene giù dal palco, senza incidenti e senza che le loro parole accendessero entusiasmi pericolosi. Mille cose potevano andare storte e invece niente, solo qualche mugugno isolato, più che comprensibile in una città occupata da un esercito nemico e costretta alle privazioni di un assedio.

E' arrivato quindi il momento di Mastro Billund.

Mi ci è voluto un bel po' di pelo sullo stomaco, non lo nego, per trattare con questo erudito sprezzante, caustico e sfrontatamente senzadio: a sentire i miei compagni ed in particolare Engelhaft non avrei mai dovuto concedere alcun credito ad un trombone del genere né tantomeno alla consorteria che rappresenta. Sarò uno sprovveduto ma tendo a dare il beneficio del dubbio a chi non fa nulla per apparire migliore di com'é: se c'è una cosa che le taverne malfamate di Achenar mi hanno insegnato è che sarà sempre il biscazziere più affabile e gioviale, quello che ti ha pagato da bere e ora ti sta seduto accanto e brinda alle tue mani fortunate (e di tanto in tanto adocchia con discrezione il tuo borsello, ma tu sei troppo ciucco per accorgertene) a piantarti un coltello tra le scapole non appena sarai uscito nel vicolo a pisciare.

Quanto alle Genti di Ghaan, con chi altri negoziare questa pace? Chi altri avrebbe potuto stringere la mano che Yara, con il suo azzardo disperato, è venuta qui a tendere? Non certo gli Eredi dell'Avamposto, che hanno trascinato il loro popolo in questo conflitto infernale stringendo patti indicibili e macchiandosi di ogni genere di nefandezza pur di riprendersi la Sacra, consumati dall'odio e dall'ambizione. Non potrà mai esserci pace con costoro, né perdono.

Se penso alle Genti, invece, mi tornano in mente gli uomini e le donne di Ghaan con cui, pur nemici, siamo venuti a patti. Ardee e il suo plotone, al cui fianco ci siamo battuti per difendere Madreselva dai tagliagole della Lega del Torto; Dan Bucky, che per primo ci ha aperto gli occhi su cosa stava davvero succedendo a Ghaan, sulla natura degli Innalzati e delle forze demoniache che li generano, su quali fossero realmente gli oscuri disegni di Aghvan l'Invitto; Darkhan, Khzar, Ayza, che si sarebbero rivelati cruciali per l'abbattimento di Estov Ghaan e senza i quali non saremmo mai riusciti a recuperare Madre Magdalene e Padre Klaus Fedmann; il caporale Gron e i suoi commilitoni, che di fatto ci hanno consentito di ricongiungerci ai nostri compagni prestando fede alla parola data. Ripenso poi a quella sventurata di Jamie Mourne, alla sconcertante innocenza dei pensieri rimasti intrappolati nel suo diario, a come persino dopo la morte il suo spirito ha combattuto per porre un argine all'orrore provocato dagli esperimenti di Geinsberg, Messer Raemon e Vorkhan...a come in quelle pagine Manuel Raven viene dipinto con una luce assai meno sinistra di quanto avremmo potuto immaginare.

In un modo o nell'altro se oggi siamo qui è anche grazie ad ognuno di loro.

Ma ecco, Billund sta per parlare. Osserva gli astanti con la sua solita supponenza mentre si schiarisce la voce. Prima di iniziare mi dedica un'occhiata e sospira. "Speriamo solo che Crystal sia all'altezza dell'introduzione che le sto per fare." Rimane una testa di cazzo fatta e finita, di quelle che fanno di tutto per andarti di traverso finché non si sentono soddisfatte del rispetto gli mostri... e non lo sono mai, vista l'immensa considerazione che hanno di sé.

In due parole, è Damon Dust.

E come il nostro mascalzone preferito (cui siamo debitori della pelle ormai non so più quante volte), alla prova dei fatti Mastro Billund non delude: ecco che si impadronisce del palco col piglio dell'affabulatore navigato e cattura l'attenzione di tutti, popolani e soldati, ghaanesi e stranieri. La folla ascolta in silenzio la rievocazione appassionata, seppur condita da un'abbondante dose di ironia spaccona, delle gesta degli eroi dei Cinque Lustri di Tenebra e di quelli del tempo che seguì.

Storie di onore, di lealtà e di coraggio, certo, di cavalieri valorosi e di nobili signori che per più di vent'anni difesero e guidarono l'Avamposto attraverso i pericoli di una landa selvaggia nuovamente dominata dalle tribù sanguinarie del Khanast di Feith... ma il racconto di Billund abbraccia soprattutto l'epopea dei poveri diavoli che versarono sangue e sudore sotto gli stendardi dei baroni, dei loro figli e nipoti che finita la guerra contro il Khanast si mischiarono con i nemici superstiti e si fecero un solo popolo.

Piccoli eroi delle più disparate ed umili provenienze che dovettero imparare a riconoscersi reciprocamente, a stringere alleanze e ad onorarle. Con la tenacia dei pionieri costoro riuscirono strappare, generazione dopo generazione, brandelli di pace ad un destino che pareva aver condannato questa terra a secoli di discordia e di violenze. E ci riuscirono di volta in volta con l'ingegno, con la testardaggine, con la generosità o talvolta solo per uno sfacciato colpo di fortuna. Le parole di Billund sono come pennellate, e tutti noi restiamo rapiti dal suo incantesimo, e ci sembra di averli proprio qui davanti ai nostri occhi, questi meticci coriacei e ammaccatti, sudici eppure fieri come granduchi, mentre si vantano nella loro lingua bastarda di imprese roboanti ed incredibili.

Ci sembra di vederli perché in fondo siamo anche noi quegli uomini e quelle donne, non importa se siamo figli di Ghaan, di Angvard, di Uryen o se siamo giunti da lontano in questa frontiera infestata di demoni e di spettri. Come gli eroi plebei di Ghaan siamo partiti da Greyhaven, da Surok, da Gulas, da Amer, persino da Elsenor e da Norsyd. Come loro ci siamo affrontati da nemici, ci siamo conosciuti, ci siamo rispettati ed ora ci siamo radunati nel giorno consacrato a Dytros per chiedere la Sua benedizione sul più sacro dei patti: una pace di giustizia per coloro che sono qui oggi e per coloro che verranno domani.
scritto da Bohemond D'Arlac , 17:04 | permalink | markup wiki | commenti (0)
Scritto il 26/02/2023 · 21 di 27 (mostra altri)
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