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Kailah Morstan
diario di viaggio
Kailah Morstan
 
creato il: 13/01/2012   messaggi totali: 84   commenti totali: 91
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16 marzo 517
Venerdì 12 Dicembre 2014

Il coraggio degli altri



"Fuori, presto! Si salvi chi può!"

Panico. Paura. Corpi che si accalcano, fretta, frenesia. Spintoni, grida.

"Sta per crollare! Crolla! Presto!!!"

Una bambina sfugge di mano alla madre, nella calca impazzita che si precipita alle porte, e resta a piangere indietro, confusa, travolta dalla folla.
La madre grida il suo nome, ma la sua voce si perde tra le urla.

"Aiuto, mamma! Mamma..."

...

E' buio, le travi del soffitto brillano di rosso per il fuoco che sta divorando il tetto della chiesa. Le ombre si agitano, confondono le direzioni, gli occhi bruciano per il fumo.

La bambina cade a terra, spinta dalla folla, le ginocchia si graffiano e iniziano a sanguinare. I palmi delle mani strusciano tra le schegge.
Qualcosa scricchiola, in alto. O in basso?

La voce della madre è distante, indistinguibile. Ovunque sono grida e pianti.

La bambina trema, il mondo intorno a lei sembra chiudersi in una stretta mortale. Le ombre si fanno affilate, gambe, piedi che scalciano, spinte e grida. L'aria è densa, soffocante.

Una paura profonda cresce dentro di lei, la solitudine, l'abbandono, l'orrore del buio e della morte.

"Come ti chiami"

...

Un uomo grande, forte, col viso annerito dal fumo, si avvicina e le tende la mano.

"Come ti chiami?"

"Kail... Kailah...."

"Dammi la mano, Kailah, non avere paura".

...

Non aspetta di essere ubbidito. Allunga il braccio e stringe la sua mano enorme su quella sottile della bambina. La sua presa è sicura, la costringe ad alzarsi, si china per guardarla negli occhi.

"Vieni con me, ti porto fuori".

La bambina annuisce. Rinvigorita dal calore della stretta dell'uomo sulla sua mano, sente tornare il coraggio.

Il coraggio si irradia dal contatto con la mano dello sconosciuto, penetra nelle vene e scioglie il ghiaccio del terrore, la paralisi indotta dalla paura.

Uno sguardo deciso, una voce salda, una mano forte.

Il braccio possente del Sergente Rock che spinge sulla palizzata per sostenere il peso dell'orda dei Risvegliati.

La voce sprezzante di Vodan che sfida il Kraighar. "Vediamo quanto sei veloce"

Sven che con la spada fa a pezzi un Risvegliato dopo l'altro, Engelhaft che nel momento della Preghiera emana un'autorevolezza inaspettata, e persino senza armi in mano trasmette la sicurezza di essere un vero testimone della Luce.

L'ingegno di Colin, la folle e spavalda sicurezza di Saul, che persino di fronte al Kraighar riesce a tenergli testa fino alla morte.

Eccolo, il coraggio degli altri.
Il coraggio che scioglie il gelo della paura dal mio cuore, il coraggio che è di esempio e di guida.

Mentre fissavo lo sguardo assassino del Kraighar attraverso la barricata, inebetita, pietrificata, incapace di respirare, sentivo i suoi occhi che si posavano su di me, sul martello che stringevo in pugno, sul mio pallore, sulla mia paura.

"Ma da che ca//o di circo sei uscito".

Oh, se vorrei avere un simile sangue freddo. Le parole di Rock mi sembravano lontanissime, nell'interminabile istante in cui io e il Kraighar ci siamo fissati in silenzio. Dove possa aver trovato la prontezza di spirito di rivolgerglisi così... per me è un vero mistero.

Poi Engelhaft ha invocato la dea Kayah, e qualcosa è cambiato.

Una mano calda e sicura, uno sguardo impavido, una voce amica.

Il coraggio degli altri viene in soccorso quando il nostro sembra vacillare. E' l'arco che si tende più di quanto non pensavi che potesse tendersi, una freccia scoccata oltre un fiume di notte. E' un centro insperato, è un esempio, un modello.

E' qualcosa di simile alla magia, alla scintilla di vita e di calore che risveglia chi è svenuto. Energia che passa da un corpo all'altro.

La notte è sempre più buia, ma insieme troveremo la forza di vincere.
scritto da Kailah , 14:07 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
11 marzo 517
Mercoledì 5 Novembre 2014

Gli spettri di Armaan



"Una vecchia storia che si racconta per tenere i marmocchi a casa la notte del Giorno senza Nome".


Probabilmente sarebbe meglio raccontare storie meno paurose ai bambini. Gli orrori che esistono sono già sufficienti, senza bisogno di inventarne altri per il gusto di farlo. Diamo caramelle ai bambini, raccontiamo loro di principi e di ranocchi, di fate e di tesori ai piedi degli arcobaleni. Ma niente mostri, per favore. Niente mostri!

I nemici e le ombre si nutrono della nostra paura, la alimentano e se ne fanno scudo: più siamo spaventati e più loro sono forti.
Elmi antichi con corna e pennacchi, pelli di animali, mascheroni spaventosi... a che altro servono se non a apparire più minacciosi e indebolire la risolutezza dei nemici?

Questo poveraccio ha descritto il Kraighar che si è malauguratamente trovato davanti come un guerriero talmente oscuro che la luce stessa sembrava evitarlo. Un individuo fortissimo - e questo temo sia vero - ammantato di tenebra.

Magia? E' questo il suo trucco? Maghi più bravi di me sono in grado di manipolare la luce e le ombre, generando illusioni sorprendenti e spaventose. La tenebra di cui era ammantato il Kraighar forse era frutto di un incantesimo.

Il che sarebbe compatibile anche con quel che è successo alla grata ai piedi della torre.
Non sono riuscita a cogliere nessuna traccia di Potere Magico lì intorno, ma non sono così brava, non ancora. E poi erano passate molte ore, è facile che qualsiasi segno di magia sia nel frattempo svanito.

Non faccio queste riflessioni per sminuire la pericolosità dei Kraighar, tutt'altro: se fosse uno stregone non ci sarebbe proprio da ridere. Però no, non si sopporta questo fatto che si metta l'elmo cornuto e si ammanti di ombre.

"Vivi, e se ne hai cuore, ritrova le forze e vieni ad Uthum ad affrontarmi"

Se hai cuore... e poco cervello.

A quanto ho capito Uthum è un villaggetto sperduto nel profondo del Cariceto. Mi chiedo che razza di posto sia, se è popolato da questi Kraighar e dai loro amici.
Ma sarebbe bello davvero arrivare lì a Uthum e trovare i Kraighar in camicia da notte, prima che abbiano il tempo di mettersi l'elmo cornuto, le zanne di Croc, le pelli di orso addosso. Vederli come esseri umani normali, privi di tutto il contorno spaventoso che si sono costruiti addosso.

Il Tenente Ramsey dice una cosa sacrosanta: per quanto siano grossi, c'è sempre un modo per tirarli giu'.
A noi spetta il difficile compito di scoprire quale sia quel modo, e metterlo in pratica.

Ma voglio vedere il Kraighar in camicia da notte, scalzo e senza reagenti.

Più sei grosso e più fai rumore quando cadi.

Altro che spettri di Armaan, altro che ombre, altro che guerrieri dei tempi dei Kahan. Che poi ok, sei il figlio dei figli dei figli dei selvaggi che popolavano questi posti duecento anni fa. Bravo. Erano grossi, brutti e cattivi, mi sta bene.
Però intanto... i padri dei miei padri gli hanno spaccato i denti ai padri dei padri dei Kahan. E non voglio neanche sapere cosa hanno fatto di brutto alle madri delle loro madri.
Senza bisogno di elmi cornuti e altre stramberie pittoresche. Ma solide spade, robuste armature e un po' di sangue freddo.

Sangue freddo, ecco cosa ci serve. Basta con gli spettri riesumati dalle storie dei bambini.

Sennò poi finisce che ci suggestioniamo e facciamo brutti sogni pure noi, quando invece dormire bene è fondamentale per essere lucidi e pronti il giorno seguente.

Non vedo l'ora di ritrovarmi col mio plotone al completo, spero che oggi riusciremo a raggiungere il Sergente Rock e gli altri.

"L'anno scorso ne ha impiccati due..."

Tse. Baaz è in gamba, ma non vedo l'ora di ritornare dai miei.
scritto da Kailah , 11:30 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
9 marzo 517
Martedì 30 Settembre 2014

Maestri, Mentori e Magistri



Stringo in mano la malleveria di Magnus Bergmaar e ancora mi risuonano nelle orecchie le sue raccomandazioni: "giudizio!"

Giudizio.

Va bene, cercherò di essere pure giudiziosa.
Intanto mi fa male la testa per tutte le sere che sto passando vicino alla candela per studiare. Studiare, leggere, esercitarsi: dura la vita del mago! Studiare un sacco, e poi preoccuparsi di permessi, malleverie, autorizzazioni, inquisizione...

Per fortuna non avevo capito che questo Magnus era uno dell'Inquisizione, altrimenti sarei stata ancora più impacciata, davanti a lui.

Mi ha fatto un sacco di domande su Mastro Luger, anche se alla fine si è accontentato delle mie scarne risposte. Probabilmente è solo merito di Engelhaft, che è amico suo, altrimenti chissà quanti problemi avrebbe creato.

Lui e Mastro Luger sono molto diversi, non c'è dubbio, ma in fondo sono sempre e solo vecchi stregoni esperti che si sentono in dovere di farmi la predica.

Luger mi fa le ramanzine perchè sono poco intraprendente e non sono tornata da lui "volando", dopo aver conosciuto Dust.

Questo Magnus invece mi fa sentire a disagio perchè non ho seguito studi precisi e convenzionali (e intanto non nota il codice nascosto in questi volumi che ha sotto gli occhi da chissà quanto tempo, vabe').

A chi devo dare retta?

Per fortuna c'è Buzz Aldrin, a cui dare retta, e con un po' di fortuna presto ci sarà di nuovo anche il Sergente Rock.
Gente che ragiona in modo semplice e lineare, che dà ordini precisi, che sta al tuo fianco nel momento del bisogno e non si mette a fare discorsi troppo complicati sui massimi sistemi, facendo di tutto per farti sentire inadeguata.

Quando gli stregoni mi chiedono sui miei studi, sulle mie prospettive e i miei interessi da maga, mi mandano sempre in crisi.

Io voglio coltivare questa capacità, senza dubbio, al meglio che posso. Ma mi interessa farlo per ragioni estremamente semplici, immediate: voglio contribuire a tirare giù un Abnormis, voglio illuminare dove metto i piedi se c'è da correre in una notte senza luna, voglio poter essere di aiuto ai miei commilitoni.

Se mi azzardo a fare un piccolo passo avanti, a gettare il cuore appena oltre l'ostacolo, posso dire che mi piacerebbe mettere queste capacità, per quanto modeste, al servizio di chi cerca di contenere le minacce che arrivano da oltre il Traunne: i nemici usano armi non convenzionali e, se possiamo, è bene usarle anche noi.

Ciò detto... tocca avere pazienza con questi vecchi stregoni. Probabilmente c'è anche problema generazionale: forse ai tempi loro non si era "maghi" se non ci si dava abbastanza arie, se non si parlava forbito, se, per dire cose semplici, non si provava a renderle almeno un po' più fumose e complicate.

Adesso che le cose sono dannatamente complicate, invece, bisogna cercare di semplificare, questo penso io.
Alla domanda "chi è il tuo Mentore" mi piacerebbe poter rispondere che è il Capitano Barun. Mi ha autorizzato lui a usare la magia, no?
E io non potrei desiderare autorizzazione migliore.

Capitano Barun - Blog

scritto da Kailah , 14:54 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
1 marzo 517
Lunedì 8 Settembre 2014

... ragazze



"Sei una ragazza, non puoi capire".

Eh. Non posso capire.

Stupida, stupida ragazzetta, che non riesce ad apprezzare la solennità di un duello mortale.

Guai a chi viola le regole del combattimento, per carità. Meglio morire piuttosto!

E chi se ne importa se Sven mi ha protetto le spalle cento volte, se mi ha salvato la pelle in tante occasioni. Chi se ne importa se è un soldato formidabile e prezioso in questo esercito, in questa guerra.

Davanti al duello tutti si fermano, tutti alzano le mani. A chi tocca tocca.

Geniale.

Con la scarsità che c'è di soldati esperti, con tutti quelli che muoiono in guerra....

Non posso dare la colpa a Sven di questo duello: lui ci si è trovato tirato per i piedi, ha acconsentito a combattere per timore che altrimenti gli scagnozzi di Igor tendessero un agguato al nostro Plotone, facendo danni ancora peggiori.
Non se l'è cercata, Sven. Gli è piovuta addosso.

Che c'è di strano quindi se voglio aiutarlo? Anche Colin, il novellino, si è offerto giustamente di dare una mano.

Eppure Bohemond e Vodan mi hanno guardata malissimo quando ho accennato ai miei propositi, neanche avessi bestemmiato in Chiesa.

Vabe'.

Ironia della sorte, è andata come è andata.

La ragazza di Sven è riuscita a orchestrare l'avvelenamento dello sfidante che, dopo aver dato molto filo da torcere al nostro commilitone, alla fine è caracollato a terra steso al tappeto.

La sirena mi ha anche rassicurato, un po' tra le righe, che il veleno di per sè non è mortale, quindi a posto, è andata così, è andata bene.
Non è morto nessuno, la pagliacciata si è conclusa senza danni irreparabili.

Evviva!

Peccato solo che sia meglio non pubblicizzare come si sono svolti i fatti, e lasciare che tutti credano che sia stato il valore marziale, e non il buon senso, a prevalere.

In fondo meglio così, un grazie alle Sirene... e per stavolta è andata liscia.

Resta solo un mistero: cosa gli farà Sven alle donne! Buon per lui, se gli ha salvato la pelle.
scritto da Kailah , 14:06 | permalink | markup wiki | commenti (1)
 
21 gennaio 517
Mercoledì 9 Luglio 2014

Ghiaccio sottile



Una casetta con le finestre rivolte al mare. La neve silenziosa d'inverno, il fresco della sera estiva, il profumo delle onde.
Sogni semplici, onesti.

Quando questa guerra sarà finita...

... quando questa guerra sarà finita il fuoco arderà nel caminetto, la casa sarà calda e l'inverno resterà chiuso fuori. Forse sarà il momento di pensare ad una famiglia, al conforto delle persone care.

Perchè un giorno questa guerra finirà e ricorderemo i giorni di sangue e orrore che stiamo vivendo.
Racconteremo di queste interminabili notti gelide ai nostri nipoti.
Ma loro, cresciuti in un tempo di pace, non riusciranno a credere alle nostre parole.

I sogni sono fatti di ghiaccio sottile.

Lo stesso ghiaccio traditore che ha inghiottito davanti ai miei occhi Vince Reiner.

Non chiudere gli occhi, non ti addormentare.
Non ti addormentare. Non abbandonarti ai sogni.

Non fidarti dei sogni.

Fiume ghiacciato - panoramica
scritto da Kailah , 13:04 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
2 gennaio 517
Venerdì 20 Giugno 2014

Via!



"Kailah"
"Papà"
Silenzio.

Sento la disapprovazione, lo sguardo che studia e giudica. I suoi occhi si posano sulle mie cicatrici, sulla fronte, sul collo ancora coperto dalla crosta di sangue rappreso.
Stringo le mani a pugno, perchè non possa vedere quanto sono diventate dure. Non sono più la sua bella e delicata bambolina.
Sono un soldato adesso, appartengo all'esercito di Uryen, non a lui.

Silenzio.

Silenzio. Poi grida, minacce, ordini. Ordini che non ascolterò. Non più, non i tuoi.
Ti ho ubbidito a sufficienza, papà. Hai abusato del rispetto che ti portavo, ora basta.

Un soldato deve ubbidire ai superiori. Sanno gli Dei se rispetto i miei superiori. Dytros mi è testimone, sono pronta a dare la vita in questa guerra. E non significa essere eroi, significa solo fare la propria parte.
Ma non per te, papà: mai più chinerò il capo davanti alle tue ignobili richieste. Mai più.

Alyster Forge pure è qui a Lagos, che bella rimpatriata.

Ce l'ho con lui, certo, per una ragione proprio "epidermica", direi. Ma senz'altro ce l'ho di più con mio padre. Alla fine Alyster ha fatto quel che gli è stato concesso di fare, nè più nè meno. Mio padre... per servilismo e ambizione, ha avuto il coraggio di svendere sua figlia. Che cosa avrà ottenuto poi in cambio lo sa lui.
Spero poco. Credo poco, tutto sommato.

Sono stata fortunata ad aver potuto parlare con Enrik, sono stata fortunata a non venire riconosciuta da nessun altro. Immagino fin troppo bene come sarebbe andato un incontro con mio padre: a che scopo regalare una scenata a tutto il Palazzo della Guardia? Farsi ridere dietro, rendersi anche ridicoli.
Va che gli ho fatto un altro regalo, a quel leccapiedi di papà: gli ho risparmiato di rendersi patetico davanti a tutta Lagos.


scritto da Kailah , 13:11 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
18 dicembre 516
Martedì 27 Maggio 2014

Che bocca grande che hai...

Mentre l'Ibrido di Gran Bovaro delle Lande mi schiacciava a terra col suo peso, mentre affondava i denti affilati nella pelle del mio collo, non so se fosse più forte il dolore, la repulsione oppure la paura.
Era nauseante il fetore del suo respiro, la sua pelliccia era sporca e calda, sotto la mia schiena sentivo la neve che si scioglieva. Per fortuna è arrivato subito Sven ad aiutarmi, sennò non so come sarebbe andata a finire.
Quanto pesa un bestione del genere? Ben più di un uomo. Tant'è che il Gran Bovaro è riuscito là dove molti Risvegliati fino ad ora hanno fallito: mi ha morsa sul collo.
Credo che con questa ferita mi guarderanno con sospetto per un po', oltre il Traunne...

Ma ricordo la morale di una favola che ci raccontava Franziska, e che parlava proprio di una bambina e di un lupo feroce.
"Bada bene che dei lupi ce n'è dappertutto e di diverse specie, e i più pericolosi sono appunto quelli che hanno faccia di persone garbate e piene di complimenti e di belle maniere"

La Fiera di Lagos rischia di attirare molti lupi, anche di quelli che lasciano ferite meno vistose, ma non per questo meno profonde. Bisognerà stare attenti.
Questa è la mia prima Rinascita lontana da casa...

La ferita di Kailah
scritto da Kailah , 15:41 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
22 novembre 516
Lunedì 31 Marzo 2014

Assonanze

Testa bassa, cuore in gola. E su, e giù, a destra, a sinistra... la barchetta si agita tra le onde: sotto di me scricchiolano le vecchie assi di legno, che è tutto ciò che mi divide adesso dal gelido mare. Se ci penso mi viene da vomitare...

Il Tenente Werber rema e fischietta, camuffato da vecchio pescatore. Accanto a me, ammassati, i compagni. Sento il loro respiro, la tensione. Ci entriamo giusti giusti in questa barchetta, coperti dalle reti, pigiati gli uni agli altri.

Sento il gomito di Padre Engelhaft sulla schiena, il peso del suo braccio. Dall'altro lato non posso fare a meno di rimanere sospinta contro l'ampio ventre di Groombor, mentre il ginocchio di Stefen mi preme contro la gamba.
E per quanto la situazione sia seria, per quanto lo scontro sia imminente, non posso fare a meno di pensare agli inopportuni discorsi di oggi pomeriggio, nella capanna del pescatore.

Vediamo di uscirne vivi e vi offro un giro da Kalina la Divina quando torniamo.

Kalina... Kailah...

Concupite piuttosto le soldatesse!

Almeno tu, Kailah, in nome di Kayah te ne prego, mantieniti al di sopra di queste tentazioni.

Kailah, Kalina, Kayah... assonanze strane, contraddizioni pericolose.

La barchetta scarta lateralmente, mi sento lo stomaco sottosopra. Ed è come se le lettere del mio nome si mischiassero, davanti ai miei occhi, fondendo il nome dl Kayah, la Dea a cui i miei genitori evidentemente mi hanno voluta consacrare, al nome di Kalina la Divina.

Non mi piace il mare. Puzza, è agitato, freddo e spaventoso.
E' l'agitazione di stomaco a farmi fare questi pensieri strani, ne sono certa. L'agitazione di stomaco, unita al disagio di questa vicinanza obbligata, che il cuoio delle nostre armature non riesce a mitigare.

Kalina la Divina è quasi una figura mitica, tutti la conoscono e pochissimi hanno avuto il privilegio di vederla, di incontrarla: Engelhaft, a quanto so, è uno di loro.
Quanto dev'essere incantevole, magnetica ed irresistibile quella donna, se il sacerdote ha sentito il bisogno di mettere in guardia "almeno me" davanti alle sue seduzioni?

Mai nella vita mi è passato per la mente di frequentare un posto simile alle "Case della Gioia".
Probabilmente la volta che ci sono andata più vicina è stata a Skogen, quando grazie proprio alla diplomazia di Engelhaft ho rischiato di finire nel "Castello di Seta".
A lavorare però, non a divertirmi.
E per la verità, mentre eravamo mezzi morti nella Terra di Nessuno, senza cibo nè un riparo, ho anche pensato che in fondo al Castello di Seta sarei stata meglio, e in quel momento avrei fatto volentieri a cambio.
Ma erano pensieri dettati dalla paura, dalla disperazione, dalla febbre e dalla fame.

I pensieri che faccio ora, accucciata in questa barchetta in mezzo alle onde, mentre sento ritornarmi su tutto quel che ho mangiato da settimane a questa parte, sono dettati dalla curiosità.

Hanno un senso i nostri nomi?
Il mio so vagamente che è lo stesso di una zia morta giovane, una sorella di mio padre che non è arrivata a vent'anni. Kailah Morstan, proprio come me. E' un nome legato al culto di Kayah, di origine devozionale.

Kalina... è un nome strano, ricorda istintivamente anch'esso Kayah, ma sembra nascondere qualcosa di ulteriore, di dirompente. E' come se fosse l'opposto di Kayah, l'altra faccia della moneta. L'altro lato della Luna. Una sorta di Kayah oscura, misteriosa.

I miei commilitoni ridacchiano, pensano a questa Kalina come alla migliore prostituta del mondo, il premio di una battaglia ben combattuta, il sollievo di tante fatiche. Io sospetto che ci sia dell'altro.

Si dice che la magia provenga da Kayah, sia un suo Dono. Ma come conciliare la Kayah che invita le brave persone a sposarsi e a mettere su famiglia (e a concupire le soldatesse), con la Kayah che concede ad alcuni, casualmente, arbitrariamente, la Magia?

Sull'isola dove stiamo andando ci attende Sigrid: a quanto dicono, anche lei avrebbe ricevuto il Dono di Kayah, pur essendo pagana. C'è molto che mi sfugge, in tutto questo. Chissà che anche Kalina non possegga un simile dono.

Un movimento inatteso della barca spinge il gomito di Padre Engelhaft tra le mie scapole, la posizione è sempre più scomoda. Quanto manca all'isola del Sibilo?

Chissà cosa ci aspetta. Avremo davanti Sigrid, la "strega". Poi i suoi due fratelli... così simili a Vodan, a detta del pescatore. Con la coda dell'occhio lo vedo, Vodan, accucciato oltre Groombor. E poi il vecchio, e qualche guardia.
Siamo così simili, eppure acerrimi nemici. Abbiamo anche noi la strega, che sono io. Abbiamo Vodan, che può interpretare un principe, abbiamo il vecchio Kain... Andiamo a specchiarci nei nostri nemici, e a sconfiggerli.

Mi fa un po' impressione pensare che dovremo ammazzare Sigrid. Il "dono" di Kayah è per lei una condanna a morte, è a causa di questo dono che non possiamo permetterci di avere pietà di lei, del suo passato, del dolore che ha dovuto subire, di quello che ha scelto di infliggere ad altri.
Se mai dovessi diventare anche io più esperta in quest'arte, finirò anche io per diventare un bersaglio?
Il dono di Kayah è un dono insanguinato.

E poi c'è il dono di Kalina, il dono a cui Padre Engelhaft non vuole che io pensi, un dono a cui in effetti non ho mai pensato, almeno fino ad oggi. Cosa si nasconde dietro il misterioso potere di seduzione di quella donna? Non posso credere che sia tutto lì. Le poche esperienze che ho in questo ambito sono state oltremodo deludenti: l'amore, la sensualità sono sopravvalutati. Si riducono ad un dispendio di energie piuttosto inconcludente.
Ci dev'essere qualcosa di ulteriore, nella "magia" di Kalina. Qualcosa che abbia un senso, che regali un significato ad azioni di per sè vuote, fini a loro stesse.

Chissà... sposto il collo, sento la contrazione dei tendini. Che posizione scomoda. E quest'isoletta sembra non arrivare mai.

Kain inizia a remare più intensamente, aumenta il ritmo.
E poi, finalmente, la sua voce: "siamo arrivati, tenetevi pronti, mi sa che ci hanno già visto".

Si comincia, grazie al cielo.

Assonanze - Blog di Kailah

scritto da Kailah , 13:09 | permalink | markup wiki | commenti (1)
 
16 novembre 516
Lunedì 24 Marzo 2014

I paurosi muoiono mille volte

Mi suonano ancora nelle orecchie le parole di Stefen: "denunciatemi pure, tanto non abbiamo speranza".
Ci conosciamo appena, eppure ha trovato il coraggio di fare affermazioni così gravi, esponendosi al rischio molto concreto che qualcuno di noi lo denunci al Tenente Werber.
Ha proposto di uccidere il Tenente, di attaccare l'isolotto del Sibilo senza di lui e di riferire, una volta tornati a Uryen, che Kain Werber sarebbe morto per mano nordra. E' la cosa più assurda che io abbia sentito da mesi a questa parte, da quando sono entrata nell'Esercito.

E' vero che ci aspetta una missione rischiosa, "spericolata" a dir poco, ed è vero pure che io stessa ho percepito nel Tenente un atteggiamento un po' semplicistico, come se volesse minimizzare i rischi e spingerci a spada tratta contro il nemico, senza definire un piano d'uscita sufficientemente solido.
Ma è vero pure che il Tenente sarà lì a rischiare la vita insieme a noi.
Se il Capitano Barun ci ha assegnati al suo comando, vuol dire che il Tenente Werber gode della sua stima e Barun ritiene che sia in grado di gestire questa missione e di tornare vittorioso.

I Nordri che andiamo a affrontare sono i responsabili della caduta della Torre Due, assassini crudeli e predoni insaziabili. Finchè non riusciremo a ricacciare in mare gli invasori, per queste terre non ci sarà pace. Dobbiamo correre qualche rischio? Lo correremo: siamo soldati, siamo qui per questo.
Io sono convinta che quando il Tenente ci conoscerà abbastanza e inizierà a fidarsi di noi, sarà anche più aperto ad accettare le nostre proposte per rendere meno rischioso il piano... ammesso che lui stesso non abbia già pensato a qualcosa che non ci ha ancora detto. In fondo ha insistito più volte a dirci di non preoccuparci, di stare tranquilli, che ci pensa lui.
Forse, se minimizza così i rischi e glissa sulle modalità di fuga, è perchè tra noi tutti l'unico che conosce un po' meglio è proprio Stefen, che già prima di partire era animato dal pessimismo, partendo prevenuto sugli esiti della missione. Probabilmente ci considera quindi tutti dei vigliacchi: sta a noi convincerlo del contrario.

Da ragazzina, mi colpì molto uno spettacolo che mio zio Karol ci portò a vedere ad Ammerung: la tragica storia del Granduca Goran Zeumann e del tradimento di suo fratello, l'infido Silen. Era l'epoca del Conte Elfo e quell'opera teatrale, che parlava tra le altre cose della nascita dei Protettorati elfici, era rappresentata spesso e con successo, soprattutto nel Corno del Tramonto. Ricordo che era una compagnia di Lagos a metterla in scena, si chiamavano "gli Angeli del Tuono", ed erano molto bravi.

La storia era divisa in due parti.
All'inizio si raccontavano le gesta politiche e militari del Granduca Goran, uomo saldo e coraggioso, che grazie alle sue doti era riuscito a conquistare la fiducia degli Elfi di Lankbow e ottenere il loro aiuto nella lotta contro i Nordri e i Nomadi, popoli delle steppe. Già come sottotraccia si intuiva che la sua consorte, dama di incredibile bellezza (e nell'opera teatrale interpretata da un'attrice incantevole), era al contrario una persona doppia e infida, e che tramava in segreto assieme al giovane amante, il fratello del Granduca, Silen Zeumann.
E' una storia accaduta realmente, anche se penso in parte romanzata. Nella seconda parte della storia il Granduca muore, assassinato forse durante un viaggio, e Silen, con la complicità della meravigliosa vedova, fa uccidere l'unico figlio del Granduca, per prendere il potere.
I due, sul finale, vengono smascherati e condannati a morte, e la dinastia degli Zeumann si estingue con loro.

Era uno spettacolo emozionante e gli attori erano talmente bravi che, persino quando a morire furono finalmente i due malvagi traditori, a molti scappò una lacrima. A me piacque soprattutto il personaggio del Granduca Goran, un uomo orgoglioso e intelligente, di profonda saggezza e grande coraggio.
Quando stava per mettersi in viaggio, il viaggio in cui poi incontrerà la morte, un suo consigliere gli suggerì di aspettare, perchè i pericoli lungo il cammino sarebbero stati molti e sarebbe stato opportuno attendere una scorta più nutrita. Ma il Granduca aveva fretta, sapeva di non poter lasciare per troppo tempo la Capitale incustodita, e decise di partire.

"I paurosi muoiono mille volte prima della loro morte, ma l'uomo di coraggio non assapora la morte che una volta", così rispose il Granduca Goran al consigliere, "la morte è conclusione necessaria: verrà quando vorrà."

Tra la rappresentazione scenica e la vita reale ci sono molte differenze, quel che suona perfetto in un'opera di finzione non è necessariamente giusto nella realtà. Ma io credo che ci sia un'autentica saggezza in questa affermazione. Mi basta guardare gli occhi stralunati di Stefen per capire che la paura, la mancanza di fiducia nei comandanti, il disfattismo... sono minacce più serie persino rispetto alle armi dei nemici.

Nessuno di noi vuole morire, nessuno di noi vuole sottovalutare i pericoli che ci aspettano. Ma Stefen, col suo atteggiamento cospiratorio e maldicente, mina dall'interno la nostra forza, ci indebolisce. Non è questo ciò di cui c'è bisogno in un esercito.
Stefen è partito perdente già dalla Rocca di Tramontana, suggestionato dalle leggende e dai pettegolezzi sul conto del Tenente Werber. Già prima di allontanarci di un metro da Uryen aveva "deciso" che sarebbe finita male. E questo suo convincimento è la cosa peggiore che ci potesse capitare: perchè adesso abbiamo due cose di cui preoccuparci: i Nordri... e lui.

Come reagirà, quando le cose diventeranno pericolose sul serio? Quanto ci possiamo fidare di lui?
scritto da Kailah , 14:27 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
7 ottobre 516
Lunedì 3 Febbraio 2014

Futuro corrotto e prigioniero



Mi chiedo quante volte Mirai abbia provato ad uccidere il demone immortale che la perseguitava, prima di arrendersi a lui. L'ha presa per sfinimento? Ha fatto leva sul suo dolore, sulla solitudine che si è abbattuta su di lei dopo la morte del marito?
Oppure forse Mirai era già pronta, forse non aspettava semplicemente altro.

Questo è un po' il mio dubbio, ed è un dubbio morale, più che pratico. Nella pratica invece cambia poco: l'esperienza di Cynthia ci insegna che non esiste speranza, non esiste futuro per Mirai.

E' Mirai a non esistere più, in un certo senso. La ragazza antipatica e viziata, permalosa e imprevedibile non esiste più. Al suo posto c'è qualcosa di ulteriore e non più troppo umano.

Dust ha cambiato voce, quando l'ha percepita. Non l'avevo mai sentito così allarmato, "forse è meglio se torniamo indietro". Come in una galleria piena di ragni, come su un torrente tra i sassi insidiosi. Dietrofront, niente panico. Passo svelto e testa bassa.

Mirai. Siamo riusciti ad arrivare fin qui, ce n'è voluta, ma adesso è il momento di andarcene. In fretta, senza correre. Che tanto "se ci vuole pigliare ci piglia".
Rapidi, rapidi...

Alma Mater, aspettaci.
Non riesco a ricordare posto al mondo più accogliente.

Ho anche due tre cose da chiedere ad Annie, ed una da dirle a mia volta che forse la interesserà.

Mirai - in lontananza (blog)
scritto da Kailah , 23:49 | permalink | markup wiki | commenti (0)
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