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Bohemond D'Arlac - Elenco versioni

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Bohemond D'Arlac - versione del 05/03/2009, 16:34

[personaggio]
Bohemond D'Arlac è uno dei personaggi della Campagna di Uryen

L'infanzia e l'adolescenza a Naent

I D'Arlac

Bohemond è il secondogenito di Rogeir, cavaliere del Barone di Aurillac e Dominus della signoria di Naent, una landa collinosa ai margini della Bosco di Vallon. Malgrado la limitata estensione territoriale della Signoria, la famiglia D'Arlac è tra le più antiche della Baronia, e gode di un certo prestigio: il nome gentilizio pare sia una contrazione di De Aurillac, quasi a rimarcare la secolare fedeltà alla corona che generazioni di D'Arlac hanno dimostrato servendo come cavalieri del Barone.

L'infanzia vivace

Bohemond crebbe nel maniero avito e ricevette un'educazione marziale che, seppur confacente alle sue inclinazioni, egli mal sopportò per via del temperamento scostante e avventato. L'impertinenza e la sventatezza del ragazzo si erano concretizzate sin dall'infanzia in piccole disobbedienze e nell'entusiastica partecipazione ad ogni genere di scorribanda coi suoi coetanei, fossero essi aristocratici o popolani.

La cacciata da Naent

Il Dominus, per quanto irritato dalla sua condotta, non si trovò ad avere veri grattacapi fino a quando Bohemond, a suo dire per difendere l'onore della figlia d'un bottegaio della città baronale, finì coinvolto in un duello con Dyre Eredyan, figlio minore del Signore di Redlush. Entrambi i contendenti rimasero seriamente feriti e Rogeir, un po' perchè definitivamente esasperato dalle continue intemperanze del figlio, un po' perchè desideroso di soffocare sul nascere uno scandalo che avrebbe potuto rivelarsi assai pericoloso (tanto più in considerazione dell' influenza che Duncan Eredyan già allora godeva a corte), decise di allontanarlo da casa.

La veste bianca

Nel 506 Bohemond venne così avviato alla carriera ecclesiastica. Appena quindicenne, prese la Veste Bianca presso la Fortezza Bianca di Achenar. Rogeir potè dirsi doppiamente soddisfatto di come aveva gestito la questione: finalmente il riottoso carattere di Bohemond sarebbe stato raddrizzato, nientemeno che dalla rigida disciplina della Regola di Dytros; il prestigio dei D'Arlac, oltretutto, si sarebbe di certo accresciuto con l'ingresso di un Paladino nella stirpe. Era in ogni caso essenziale che il piccolo piantagrane se ne rimanesse lontano da Naent il più a lungo possibile, consentendo all'anziano e avveduto genitore di ricucire lo strappo con gli Eredyan.

Il duro impatto con Achenar

Le prime difficoltà e la conferma della veste

I primi anni ad Achenar furono estremamente difficili per Bohemond. Egli aveva accettato la decisione paterna quasi per sfida, ritenendo di poter dimostrare che nessuna punizione, per quanto dura, lo avrebbe piegato, e che anzi, l'investitura a paladino sarebbe stata una vera e propria rivalsa su coloro che l'avevano scacciato. La vita noiosa e spartana del Tempio, la durezza dell'addestramento, l'implacabile severità dei superiori si rivelarono però assai meno sopportabili di quanto il giovane adepto aveva immaginato: fu più volte punito per le proprie insubordinazioni, e finì per essere considerato con disprezzo anche delle altre reclute, con cui non aveva mai legato. A rendere ancor più penosi quei giorni contribuì la sostanziale freddezza dimostrata da Roegir, dalla madre Brigitte e dal fratello Vincent, con cui Bohemond intrattenne una corrispondenza via via più saltuaria, e che in una sola occasione sarebbero venuti a visitarlo, in occasione della sua investitura a Custode del Tempio. Non gli fu fatto mistero in quella circostanza che le nove benedizioni gli sarebbero sì state concesse, ma non certo per quei meriti che egli non si era curato di acquisire, ma piuttosto in virtù di una cospicua elemosina con cui Rogeir D’Arlac aveva beneficiato la Fortezza.

La doppia vita

Raramente aveva modo di distrarsi. Le già rare licenze che venivano concesse ai novizi erano rese ancor più infrequenti dalle consegne punitive in cui Bohemond incorreva periodicamente, ma al ragazzo non mancava una buona dose di scaltrezza; di tanto in tanto gli riuscì di eludere la sorveglianza dei Paladini e di approfittare clandestinamente degli svaghi spensierati delle taverne. Seppe accattivarsi le simpatie degli occasionali compagni di bisboccia, e in particolare di Roland Montaine, scapestrato cadetto dell’Accademia della Spada, che finì per schiudergli le porte della Casa del Sole Nascente e degli illeciti piaceri che qui si potevano assaporare. E così, per circa tre anni, il ragazzo rimase sospeso tra una vita e l’altra, e tanto più amara e ripugnante gli sembrò la cattività tra le mura della Fortezza a confronto della libertà chiassosa e piena d’avventure che lo aspettava nei vicoli di Achenar.

I nodi vengono al pettine

Rimase adepto assai più a lungo dell’anno che tradizionalmente impiegano i giovani Custodi del Tempio a ricevere il titolo di Soldato della Fede. Sebbene si riconoscesse pienamente in quegli ideali di giustizia, onore e coraggio che costituiscono il fulcro della Regola di Dytros, il ragazzo, continuava a rifiutare istintivamente l’idea che essi andassero perseguiti attraverso una Regola che imponeva obbedienza cieca e assoluta ai superiori, che reprimeva ogni iniziativa personale e che pretendeva di scandire la vita secondo una routine inflessibile e sempre uguale a se stessa. Malgrado le pressioni dei D’Arlac, che mai avrebbero tollerato un simile disonore, l’eventualità che Bohemond fosse costretto al congedo tramite rinuncia o che peggio ancora fosse sancito il suo allontanamento si faceva sempre più vicina: il Guardiano del Tempio Sir Hannibal Dolor, responsabile dell’amministrazione degli uomini in forza al ricetto, si era ormai convinto che l’adepto non fosse più recuperabile e che la sua rimozione era stata fin troppo a lungo posticipata.

La conversione

Il distaccamento presso il Sanatorio

Nella primavera del 510, mentre alla Fortezza si decideva del suo destino, Bohemond fu provvisoriamente distaccato presso il Sanatorio di Achenar. Qui ebbe modo di stringere amicizia con Padre Rostand, guaritore consacrato a Reyks, che si guadagnò subito la sua simpatia grazie ai modi affabili e spontanei, e alla capacità di coniugare una fortissima spiritualità con il pragmatismo tipico di chi esercita l'arte medica. L'attempato sacerdote era stato informato delle difficoltà del giovane e della probabile futura interruzione della sua carriera ecclesiastica, e su richiesta informale dello stesso Sir Hannibal si era convinto dell'opportunità di un ultimo tentativo di conversione.

Il legame con Padre Rostand

Bohemond, pur digiuno della scienza dei cerusici, fu progressivamente coinvolto nella cura di malati e feriti affinchè prendesse piena consapevolezza del legame indissolubile che unisce la Giustizia di Dytros alla Misericordia di Reyks; si rese presto conto che Rostand e gli altri discepoli non indagavano solo i mali del corpo, ma anche quelli dello spirito dei tanti che ogni giorno venivano a chiedere soccorso. Il paladino imparò qui a scrutare nel cuore e nella mente degli uomini, e divenne più pacato e riflessivo. Malgrado Rostand evitasse deliberatamente di vincolarlo, Bohemond si sentì progressivamente meno attratto dalle baldorie in città sorprendendosi a preferire piuttosto le conversazioni serali con il Sacerdote, che molto gli insegnò sugli Dei e sugli uomini.

La guarigione di Roland Montaine

Sul finire di luglio giunsero al Sanatorio alcuni dei suoi vecchi compari; portavano a braccio Roland, rimasto gravemente ferito nell'ennesimo duello. L'esperto cerusico Alec Talbot si rese subito conto che le condizioni dello spadaccino erano disperate, e interpellò Padre Rostand, che sulle prime non volle saperne: la pratica dei duelli, così in voga tra i giovani di Achenar, è una barbarie duramente condannata dalla Chiesa, e Reyks non concede mai il dono della guarigione a chi in così poco conto tiene tanto la propria e l'altrui vita. Roland era stato per molto tempo l'unico vero amico che Bohemond avesse avuto ad Achenar, e il Paladino scongiurò a più riprese il guaritore affinchè intervenisse, arrivando ad impegnarsi con un voto solenne pur di convincerlo. Avrebbe definitivamente messo da parte l'orgoglio e l'irrequietezza, si sarebbe dedicato a servire Dytros e della sua Regola con l'umiltà e l'obbedienza che tanto gli avevano fatto difetto. Padre Rostand ne fu solo in parte soddisfatto; egli ammonì che se mai Reyks avesse avuto clemenza del cadetto questi avrebbe dovuto abbandonare la dissolutezza e perseguire la virtù, e che la responsabilità di vigilare sulla sua conversione sarebbe toccata proprio a chi con tanta veemenza aveva interceduto per lui. Bohemond acconsentì, e lo scapestrato Roland ricevette la benedizione di Reyks. Una settimana più tardi potè lasciare il Sanatorio, claudicante ma vivo.

Il destino di Roland

Roland Montaine non si riprese mai completamente e dovette abbandonare l'Accademia della Spada. Affrontò un periodo di grave crisi personale, e prese a trascorrere le sue giornate nell'ozio, trascinandosi senza pace dall'osteria al bordello, in preda all'abbrutimento e alla disperazione. Bohemond se ne avvide, e in virtù dell'amicizia che li legava e del solenne impegno preso al cospetto di Padre Roland, si adoperò per rimetterlo in sesto coinvolgendo nell'impresa i più assennati tra i compagni delle baldorie passate. A più riprese dovettero andarlo a strappare dalle braccia di una prostituta alla Casa del Sole Nascente, o sollevarlo di peso dal tavolo di una taverna. Diseredato dalla famiglia, solo e infermo, Roland trovò nuovamente asilo al Sanatorio, e qui dopo una lunga convalescenza recuperò un po' di lucidità. Malgrado le prove che corpo e spirito avevano dovuto sopportare, era rimasto svelto di mano e di pensiero: divenne assistente cerusico sotto la supervisione di Alec Talbot, e presto scoprì di poter ricucire le budella con la stessa perizia con cui tempo addietro le aveva sparpagliate nell'oscurità degli angiporti.

Il ritorno alla Fortezza Bianca

Nel dicembre 510 Bohemond fu richiamato al servizio presso la Fortezza Bianca, e dovette rispondere a Sir Hannibal Dolor dei nove mesi trascorsi presso il Sanatorio e del suo futuro come Paladino di Dytros. Positivamente impressionato dalla relazione che Padre Rostand aveva fatto sul recupero del giovane, e dal nuovo spirito con cui questi si era impegnato a servire Dytros, il Guardiano del Tempio dispose che Bohemond fosse nuovamente accolto tra i Paladini e riprendesse il suo addestramento. La sua disponibilità fu ben ripagata: Bohemond si rivelò finalmente scrupoloso nell'adempimento delle consegne, ossequioso nei confronti dei superiori, e mansueto in quelli dei suoi pari. Si mise presto in evidenza come combattente valido e versatile, e portò a termine con successo i primi incarichi sul campo che gli furono affidati. Molti però continuavano a guardarlo con diffidenza, memori delle intemperanze passate e delle indebite ingerenze dei D'Arlac, e malgrado il suo cambiamento Bohemond continuava a mettere a disagio gli altri Paladini del ricetto; per quanto devoto e leale, rimaneva un tipo spigoloso e un po' spaccone, dalle amicizie discutibili, apparentemente a suo agio anche nei contesti più moralmente degradati, sbrigativo e persino truce nell'affrontare i nemici della Chiesa.

Il distaccamento ad Ammerung

Bohemond restò ad Achenar fino al 514. Fugato ogni dubbio sulle sue qualità personali e sulla genuinità della vocazione, giunse anche per lui il momento di essere messo alla prova in vista della nomina a Custode della Fede. Per impedire la recrudescenza di quei sospetti che l'intervento paterno aveva alimentato all'epoca della sua investitura a Custode del Tempio, Bohemond chiese di venire assegnato ad una nuova Casa Fortezza, ed esser lì valutato di modo che l'esito imparziale del giudizio fosse per tutti inoppugnabile. L'inusuale richiesta fu accolta, e Bohemond entrò al servizio di Valdemar Stoltz, Capitano del Tempio del Valore Inesausto presso la città di Ammerung, nel Ducato di Surok.
Il Capitano era stato informato delle tormentate vicende del giovane amerita, e per farsi un'idea della sua vera tempra fece in modo che prendesse subito parte a missioni impegnative e rischiose. Bohemond rimase colpito dalla peculiarità dell'operato dei Paladini di Dytros nei demani comitali del Ducato di Surok, dove ad essi venivano attribuiti la responsabilità, il rango e le funzioni di ufficiali della Guardia Civica. Al Soldato della Fede fu affidato il comando di una pattuglia con il grado di Caporale, e si vide impegnato dapprima nella difesa del contado di Ammerung dalle razzie dei disertori e degli sbandati della Guerra Nordro-elsenorita, e successivamente nella loro cattura.

La missione nel Corno del Tramonto

Alla fine del 515, con la fine della Guerra delle Lande e con l'ufficializzazione del Grande Tributo, il Ducato di Surok aveva ricevuto dal Ducato di Feith piena potestà sulla vasta penisola nota come il Corno del Tramonto. Si trattava di un regione aspra e difficile da domare, martoriata da secoli di guerre e in cui l'eco del dominio pagano dei Khanast faceva ancora fatica ad acquietarsi. Con la Guerra Nordro-Elsenorita e quella delle Lande appena terminate e con un ancor più impegnativo conflitto a Benson già all'orizzonte, il Ducato aveva poche risorse per pacificare e ricivilizzare quelle terre, e la Chiesa stessa, che mai era riuscita a radicarvisi a fondo, non poteva contare che su pochi uomini per evangelizzarle; si aveva inoltre ragione di temere che molte delle autorità incaricate di riportare l'ordine nel Corno mal sopportassero eventuali interventi della Chiesa, ritenendola un intralcio al loro operato e soprattutto alle loro ambizioni. Notizie confuse ed inquietanti giungevano da nord, e di molti ecclesiastici un tempo attivi nei dintorni di Feith pareva essersi perduta ogni traccia. Soddisfatto per i servigi resi al Tempio, Valdemar subordinò la nomina di Bohemond a Custode della Fede all'esecuzione di un'ultimo incarico, assai delicato e pericoloso: penetrare in incognito nel Margraviato di Feidelm, raggiungere il porto fortificato di Uryen, e da qui carpire informazioni sull'effettiva gravità degli eventi che continuavano a funestare entrambe le sponde del Traunne.



Inventario

  • Pipa in avorio rinvenuta nel monastero della Stretta Osservanza di Aràk
  • Scudo nero recante l'effige dell'Angelo di Dytros. In origine uno scudo dell'Esercito di Ghaan, è stato requisito come bottino di guerra nell'autunno del 517 e ridecorato poco dopo a Skogen.
  • "Annie", spada ad una mano forgiata ad Angvard dal Sergente dell'Esercito di Uryen Stern Rock con l'acciaio delle daghe gemelle di Joad Kempf. Il nome della spada è un omaggio alla generosità e alla forza d'animo dimostrate da Annie Volvert durante il suo servizio nel XXXIIIesimo Plotone.
  • "Jaegerin",
  • "Jaegerin", spada ad una mano acquisita nell'Antico Cimitero di Cantor in circostanze misteriose, come narrato nella cronaca In Absentia.
Creata il 05/03/2009 da Starless (95 voci inserite). Ultima modifica il 28/05/2021.
6315 visite dal 05/03/2009, 16:34 (ultima visita il 27/03/2024, 06:24) - ID univoco: 1925 [copia negli appunti]