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13 maggio 518
Venerdì 6 Giugno 2025
Fuga dall'Asilo
Stringo in pugno la spada di Vodan. Ho le mani sudate, il fiato corto, la solita nausea che mi viene quando esagero con la magia. Oh mamma… devo respirare… devo calmarmi…
Ma ecco che siamo ai piedi delle scale, e siamo tutti vivi. Tutti vivi! Chi l'avrebbe detto?
Siano ringraziati gli Dei!
"Tocca andarsene, veloci!" ci ricorda Bohemond, non abbiamo tempo da perdere. Regina e quell'altro potrebbero arrivare da un momento all'altro.
Viene spalancata la porta e la tempesta di Morna ci sbatte addosso con violenza, pioggia, vento, tuoni e fulmini, avanziamo in fretta a testa bassa.
Si sente un gemito, c'è quel povero disgraziato che ho defenestrato dal balcone, è ancora vivo e si lamenta. Bohemond in due passi lo raggiunge e pone fine alle sue sofferenze.
Non dice niente, avanziamo, oltrepassiamo i cancelli della Rocca.
Il mio zaino pesa e tintinna, pieno di roba che ho arraffato di sopra: documenti, denaro (ebbene sì, un sacco di soldi!), gemme e gingilli magici… e soprattutto il mio lasciapassare verso il futuro, lo schifoso sangue degli antecessori che tanto fa gola al Demone amico mio.
Demone amico mio…
Quando avrò tempo di ripensarci, un giorno davanti al camino circondata dai nipotini che giocano a nascondino con lo specchietto magico, potrò raccontargli di quando ho avuto non uno, ma ben DUE Demoni che mi parlavano dentro la testa contemporaneamente.
Per una che ha sempre cercato di evitare contatti con quel genere di creature, beh, alla faccia della coerenza! Ma anche la coerenza è sopravvalutata.
Quanto spinge questo vento, che fatica camminare così… questa terribile tempesta ci protegge, è il nostro mantello di invisibilità. E che mantello!
Infilo la spada di Vodan nel fodero e penso a come ho infilato la sua sorellina nello specchietto.
Chissà se è vero che Vodan è morto, speriamo di no, speriamo che ci sia qualche altra spiegazione… in ogni caso almeno la bambina è al sicuro, e con calma in qualche maniera Morna riuscirà a aiutarla. Magari sarà pure un po' mostruosa, ma il fatto che brandisse la spada di suo fratello significa che qualcosa della sua vecchia anima sta ancora dentro di lei, qualcosa a cui Morna saprà appellarsi per curarla.
Chi invece non potrà essere curato nè salvato è, aimè, il giovane figlio di Seamus Trent. E' una brutta cosa quella che ho fatto, ne sono consapevole… molto molto brutta. I suoi lamenti terribili verranno a perseguitarmi in sogno, e me lo merito. Ma che potevo fare? Niente lacrime di coccodrillo, era una situazione estrema e ho fatto delle scelte dolorose, dovrò tenermi qualche rimorso. In due non c'entravano nello specchio e, in fondo, sono contenta che quella che porto al sicuro è la sorellina di Vodan. Almeno questo glie lo devo, al mio vecchio amico.
Parlando di vecchi amici… Garruk? Che fine ha fatto? Non lo vedo… forse sta già da Morna, forse questa pioggia ce lo nasconde e sta avanzando a poca distanza da noi… chissà se è riuscito a far secco Gadman Sherer, secondo me sì.
Abbiamo fatto un buon lavoro, mi cedono le gambe per la fatica, ma siamo riusciti a fare cose da pazzi, in quella Torre. Abbiamo tante di quelle prove delle nefandezze assurde di Orstein Bach, che sfido io il Granduca, e anche l'Imperatore di Delos, a venirci a dire qualcosa.
Avanti, ancora qualche decina di metri, Morna dovrebbe stare da queste parti…
Di sicuro la prova più grossa di tutte sta ancora lì nella Torre, ed è quella specie di bozzolo schifoso e famelico, e chiunque lo veda (e sopravviva per raccontarlo) non può aver dubbi su chi siano i buoni e i cattivi, in questa storia. Andrà gestito anche quel problema, prima o poi… non è che si possa semplicemente chiudere la porta e lasciare che il mostro resti lì a bivaccare per i fatti suoi. Per fortuna però non saremo noi a dover risolvere la faccenda, ci sarà qualche super Inquisitore capo di Engelhaft che saprà come ripulire la Torre.
Morna… eccola! Che sollievo! Via da qui, voglio asciugarmi, ho sete, e adesso che finalmente l'energia dell'azione sta scemando, ecco che mi sento addosso tutta la stanchezza di questa infinita giornata così strana che non so più neanche se è mattino, se è pomeriggio o notte, se è oggi, se è domani, non so più nulla, voglio solo sedermi e riposare!
Ma ecco che siamo ai piedi delle scale, e siamo tutti vivi. Tutti vivi! Chi l'avrebbe detto?
Siano ringraziati gli Dei!
"Tocca andarsene, veloci!" ci ricorda Bohemond, non abbiamo tempo da perdere. Regina e quell'altro potrebbero arrivare da un momento all'altro.
Viene spalancata la porta e la tempesta di Morna ci sbatte addosso con violenza, pioggia, vento, tuoni e fulmini, avanziamo in fretta a testa bassa.
Si sente un gemito, c'è quel povero disgraziato che ho defenestrato dal balcone, è ancora vivo e si lamenta. Bohemond in due passi lo raggiunge e pone fine alle sue sofferenze.
Non dice niente, avanziamo, oltrepassiamo i cancelli della Rocca.
Il mio zaino pesa e tintinna, pieno di roba che ho arraffato di sopra: documenti, denaro (ebbene sì, un sacco di soldi!), gemme e gingilli magici… e soprattutto il mio lasciapassare verso il futuro, lo schifoso sangue degli antecessori che tanto fa gola al Demone amico mio.
Demone amico mio…
Quando avrò tempo di ripensarci, un giorno davanti al camino circondata dai nipotini che giocano a nascondino con lo specchietto magico, potrò raccontargli di quando ho avuto non uno, ma ben DUE Demoni che mi parlavano dentro la testa contemporaneamente.
Per una che ha sempre cercato di evitare contatti con quel genere di creature, beh, alla faccia della coerenza! Ma anche la coerenza è sopravvalutata.
Quanto spinge questo vento, che fatica camminare così… questa terribile tempesta ci protegge, è il nostro mantello di invisibilità. E che mantello!
Infilo la spada di Vodan nel fodero e penso a come ho infilato la sua sorellina nello specchietto.
Chissà se è vero che Vodan è morto, speriamo di no, speriamo che ci sia qualche altra spiegazione… in ogni caso almeno la bambina è al sicuro, e con calma in qualche maniera Morna riuscirà a aiutarla. Magari sarà pure un po' mostruosa, ma il fatto che brandisse la spada di suo fratello significa che qualcosa della sua vecchia anima sta ancora dentro di lei, qualcosa a cui Morna saprà appellarsi per curarla.
Chi invece non potrà essere curato nè salvato è, aimè, il giovane figlio di Seamus Trent. E' una brutta cosa quella che ho fatto, ne sono consapevole… molto molto brutta. I suoi lamenti terribili verranno a perseguitarmi in sogno, e me lo merito. Ma che potevo fare? Niente lacrime di coccodrillo, era una situazione estrema e ho fatto delle scelte dolorose, dovrò tenermi qualche rimorso. In due non c'entravano nello specchio e, in fondo, sono contenta che quella che porto al sicuro è la sorellina di Vodan. Almeno questo glie lo devo, al mio vecchio amico.
Parlando di vecchi amici… Garruk? Che fine ha fatto? Non lo vedo… forse sta già da Morna, forse questa pioggia ce lo nasconde e sta avanzando a poca distanza da noi… chissà se è riuscito a far secco Gadman Sherer, secondo me sì.
Abbiamo fatto un buon lavoro, mi cedono le gambe per la fatica, ma siamo riusciti a fare cose da pazzi, in quella Torre. Abbiamo tante di quelle prove delle nefandezze assurde di Orstein Bach, che sfido io il Granduca, e anche l'Imperatore di Delos, a venirci a dire qualcosa.
Avanti, ancora qualche decina di metri, Morna dovrebbe stare da queste parti…
Di sicuro la prova più grossa di tutte sta ancora lì nella Torre, ed è quella specie di bozzolo schifoso e famelico, e chiunque lo veda (e sopravviva per raccontarlo) non può aver dubbi su chi siano i buoni e i cattivi, in questa storia. Andrà gestito anche quel problema, prima o poi… non è che si possa semplicemente chiudere la porta e lasciare che il mostro resti lì a bivaccare per i fatti suoi. Per fortuna però non saremo noi a dover risolvere la faccenda, ci sarà qualche super Inquisitore capo di Engelhaft che saprà come ripulire la Torre.
Morna… eccola! Che sollievo! Via da qui, voglio asciugarmi, ho sete, e adesso che finalmente l'energia dell'azione sta scemando, ecco che mi sento addosso tutta la stanchezza di questa infinita giornata così strana che non so più neanche se è mattino, se è pomeriggio o notte, se è oggi, se è domani, non so più nulla, voglio solo sedermi e riposare!
5 giugno 518
Venerdì 21 Giugno 2024
Capra e cavoli...
Cari amici,
come sapete sono un po' in crisi per questo dilemma di cosa fare dello specchietto magico.
E' ovvio che ci tengo alla pelle e l'idea di consegnarlo al demone per liberarmi della maledizione mi attrae moltissimo, tanto più che non c'è nessuna certezza che ad Uryen troveremo la fialetta che cerchiamo.
D'altra parte adesso ho un po' di sensi di colpa nei riguardi della persona imprigionata lì dentro, chiunque sia, e non mi piace nemmeno questo fatto di salvarmi la vita sacrificando qualcun altro.
Ma non tanto perchè potrebbe essere qualcuno di "importante", tutt'altro: chiunque sia il prigioniero, sarà un poveraccio che viene da un altro tempo, a cui sono già morte e sepolte tutte le persone care, che probabilmente parla un'altra lingua e non ha la minima idea dei nostri problemi e delle nostre priorità. Che sia una reincarnazione di Etemenanki che arriva e ci risolve tutti i problemi mi pare altamente improbabile, penso più a un povero disgraziato che si troverà in un mondo alieno, solo come un cane, spaesato e incredulo. E però.... proprio per questo mi fa pena e mi dispiace farlo pure morire per mano del demone, anche se forse la prigionia a cui è stato sottoposto è anche peggio. Non lo so, non ne ho idea.
Comunque.
Comunque avevo promesso un'idea per salvare capra e cavoli, o almeno provarci, ed eccola qua.
Non facciamo niente, per adesso. Portiamoci appresso lo specchietto, andiamo a Uryen, vediamo che succede e se riusciamo a trovare la fiala di sangue da portare al Demone. Abbiamo due mesi di tempo, tanto ma non tantissimo, abbastanza comunque per provare. E non è detto che all'ultimo io non riesca a contrattare qualche giorno in più, visto che al demone conviene che io arrivi, e non che, per una settimanella di ritardo, io muoia e lui resti senza fialetta.
Andiamo a Uryen, proviamoci, e nel frattempo lo specchietto me lo tengo in saccoccia, senza toccarlo, senza farci niente. Il prigioniero è stato lì dentro per migliaia di anni, un paio di mesi più o meno non faranno la differenza.
Dopodichè... se tutto va bene portiamo la fiala al demone e ci teniamo lo specchietto, e se possibile liberiamo il prigioniero (in condizioni di sicurezza, perchè c'è anche la possibilità che sia qualcuno molto pericoloso, in effetti). Se invece la fiala non si trova... amici miei, vi prego di non farmene una colpa ma io al demone lo specchietto glie lo vorrei proprio portare, per salvarmi la vita. E allora, sarò ipocrita, forse, ma non voglio sapere chi c'è dentro, non voglio sapere chi gli sto consegnando. Vi prego di non chiedermelo, fino ad allora non ci voglio pensare. Non voglio aggiungere sensi di colpa a sensi di colpa, cercate di capirmi.
E un'altra cosa... se all'ultimo, tra un paio di mesi, dovessi stare troppo male per arrivarci con le mie gambe, alla torre del demone... portatemici voi, aiutatemi a consegnargli l'oggetto da cui dipende la mia sopravvivenza.
Grazie, fatemi sapere cosa ne pensate!
Kailah
come sapete sono un po' in crisi per questo dilemma di cosa fare dello specchietto magico.
E' ovvio che ci tengo alla pelle e l'idea di consegnarlo al demone per liberarmi della maledizione mi attrae moltissimo, tanto più che non c'è nessuna certezza che ad Uryen troveremo la fialetta che cerchiamo.
D'altra parte adesso ho un po' di sensi di colpa nei riguardi della persona imprigionata lì dentro, chiunque sia, e non mi piace nemmeno questo fatto di salvarmi la vita sacrificando qualcun altro.
Ma non tanto perchè potrebbe essere qualcuno di "importante", tutt'altro: chiunque sia il prigioniero, sarà un poveraccio che viene da un altro tempo, a cui sono già morte e sepolte tutte le persone care, che probabilmente parla un'altra lingua e non ha la minima idea dei nostri problemi e delle nostre priorità. Che sia una reincarnazione di Etemenanki che arriva e ci risolve tutti i problemi mi pare altamente improbabile, penso più a un povero disgraziato che si troverà in un mondo alieno, solo come un cane, spaesato e incredulo. E però.... proprio per questo mi fa pena e mi dispiace farlo pure morire per mano del demone, anche se forse la prigionia a cui è stato sottoposto è anche peggio. Non lo so, non ne ho idea.
Comunque.
Comunque avevo promesso un'idea per salvare capra e cavoli, o almeno provarci, ed eccola qua.
Non facciamo niente, per adesso. Portiamoci appresso lo specchietto, andiamo a Uryen, vediamo che succede e se riusciamo a trovare la fiala di sangue da portare al Demone. Abbiamo due mesi di tempo, tanto ma non tantissimo, abbastanza comunque per provare. E non è detto che all'ultimo io non riesca a contrattare qualche giorno in più, visto che al demone conviene che io arrivi, e non che, per una settimanella di ritardo, io muoia e lui resti senza fialetta.
Andiamo a Uryen, proviamoci, e nel frattempo lo specchietto me lo tengo in saccoccia, senza toccarlo, senza farci niente. Il prigioniero è stato lì dentro per migliaia di anni, un paio di mesi più o meno non faranno la differenza.
Dopodichè... se tutto va bene portiamo la fiala al demone e ci teniamo lo specchietto, e se possibile liberiamo il prigioniero (in condizioni di sicurezza, perchè c'è anche la possibilità che sia qualcuno molto pericoloso, in effetti). Se invece la fiala non si trova... amici miei, vi prego di non farmene una colpa ma io al demone lo specchietto glie lo vorrei proprio portare, per salvarmi la vita. E allora, sarò ipocrita, forse, ma non voglio sapere chi c'è dentro, non voglio sapere chi gli sto consegnando. Vi prego di non chiedermelo, fino ad allora non ci voglio pensare. Non voglio aggiungere sensi di colpa a sensi di colpa, cercate di capirmi.
E un'altra cosa... se all'ultimo, tra un paio di mesi, dovessi stare troppo male per arrivarci con le mie gambe, alla torre del demone... portatemici voi, aiutatemi a consegnargli l'oggetto da cui dipende la mia sopravvivenza.
Grazie, fatemi sapere cosa ne pensate!
Kailah
3 aprile 518
Giovedì 7 Marzo 2024
59
Non sembrano neanche così pochi 59 giorni, a guardarli adesso, davanti a un sarcofago che imprigiona un'entità pericolosissima che non vede l'ora di uscire fuori.
E anche noi non vediamo l'ora di aprirlo, questo scrigno di pietra, e di fronteggiare qualsiasi cosa ne emergerà: mostri? tesori? una preziosissima fiala di Sangue degli Antecessori?
Sarebbe davvero troppo bello e troppo comodo se riuscissi a liberarmi della maledizione così, subito, a un tiro di freccia dalla torre del mio Demone: talmente bello che non ci spero nemmeno. Ma ogni prudenza scompare davanti alla consapevolezza che dovrò fare quel che troppi Maghi prima di me hanno fatto, quel che io pensavo di riuscire ad evitare... bramare il Sangue degli Antecessori, commerciare coi Demoni... tutto ciò che ho sempre rifiutato con tutte le mie forze. Io no, io sono una Maga diversa, non mi abbandono a certe smanie, a folli ambizioni, sto alla larga dalle entità oscure.... pratico la magia razionalmente, con moderazione.
Bello eh?
E invece eccomi qua, a trattare con un Demone, tu mi imponi questa ordalia, ma in cambio io ti vincolo ad una promessa... la promessa di tornartene agli inferni da cui provieni.... tratto col Demone e conto i giorni e i minuti che mi separano dal momento in cui inizierò a sanguinare... e per evitare tanta sofferenza son pronta a tantissimo - non a tutto, spero non proprio a tutto - ma son pronta a tantissimo pur di mettere le mani su una di quelle maledette fiale.
Persino Engelhaft ha detto che a queste condizioni è quasi accettabile quel che sto facendo... Dust mi ha messa in guardia spaventandomi a morte, Bohemond pure ha insistito che io trattassi... però in fondo al mio cuore io lo so che è sbagliato. Lo so come l'ho sempre saputo che coi Demoni non si tratta a nessun costo.
Neanche la vita? Neanche la vita. Neanche una lenta e atroce morte per dissanguamento? Neanch.... eh.... insomma. Facile dirlo, molto più difficile quando ti ci trovi.
Prego Kayah, Dea di noi poveri Maghi, che mi dia una mano a restare lucida, che mi aiuti ad affrontare anche questa prova con razionalità. Prego Kayah che mi faccia stringere la fiala del Sangue degli Antecessori senza subirne l'oscuro fascino, prego che mi dia il coraggio di custodirla e che mi accompagni fino alla Torre del mio Demone... e fuori, finalmente libera.
59 giorni non sono pochi, considerando la vita che viviamo noi soldati, eppure vedere il tempo scorrere nella clessidra fa tanta paura. Ma non ho tempo per avere paura: è il momento di profanare qualche tomba!
E anche noi non vediamo l'ora di aprirlo, questo scrigno di pietra, e di fronteggiare qualsiasi cosa ne emergerà: mostri? tesori? una preziosissima fiala di Sangue degli Antecessori?
Sarebbe davvero troppo bello e troppo comodo se riuscissi a liberarmi della maledizione così, subito, a un tiro di freccia dalla torre del mio Demone: talmente bello che non ci spero nemmeno. Ma ogni prudenza scompare davanti alla consapevolezza che dovrò fare quel che troppi Maghi prima di me hanno fatto, quel che io pensavo di riuscire ad evitare... bramare il Sangue degli Antecessori, commerciare coi Demoni... tutto ciò che ho sempre rifiutato con tutte le mie forze. Io no, io sono una Maga diversa, non mi abbandono a certe smanie, a folli ambizioni, sto alla larga dalle entità oscure.... pratico la magia razionalmente, con moderazione.
Bello eh?
E invece eccomi qua, a trattare con un Demone, tu mi imponi questa ordalia, ma in cambio io ti vincolo ad una promessa... la promessa di tornartene agli inferni da cui provieni.... tratto col Demone e conto i giorni e i minuti che mi separano dal momento in cui inizierò a sanguinare... e per evitare tanta sofferenza son pronta a tantissimo - non a tutto, spero non proprio a tutto - ma son pronta a tantissimo pur di mettere le mani su una di quelle maledette fiale.
Persino Engelhaft ha detto che a queste condizioni è quasi accettabile quel che sto facendo... Dust mi ha messa in guardia spaventandomi a morte, Bohemond pure ha insistito che io trattassi... però in fondo al mio cuore io lo so che è sbagliato. Lo so come l'ho sempre saputo che coi Demoni non si tratta a nessun costo.
Neanche la vita? Neanche la vita. Neanche una lenta e atroce morte per dissanguamento? Neanch.... eh.... insomma. Facile dirlo, molto più difficile quando ti ci trovi.
Prego Kayah, Dea di noi poveri Maghi, che mi dia una mano a restare lucida, che mi aiuti ad affrontare anche questa prova con razionalità. Prego Kayah che mi faccia stringere la fiala del Sangue degli Antecessori senza subirne l'oscuro fascino, prego che mi dia il coraggio di custodirla e che mi accompagni fino alla Torre del mio Demone... e fuori, finalmente libera.
59 giorni non sono pochi, considerando la vita che viviamo noi soldati, eppure vedere il tempo scorrere nella clessidra fa tanta paura. Ma non ho tempo per avere paura: è il momento di profanare qualche tomba!
10 aprile 518
Giovedì 16 Febbraio 2023
Ultimi preparativi...
La festa sta per iniziare e i miei compagni ne appprofittano per riposare un po': Sven, steso sul letto, affila la lama di un pugnale; Engelhaft sonnecchia, o forse prega; Bohemond sta lustrando la sua Pipa Horrenda, ma ha il buon gusto di non accenderla qui dentro: l'aria è già abbastanza pesante. Colin e Annie sono già dall'erborista dove si trova in cura il povero Barun.
Rovescio lo zaino sul letto, sospiro. Non ho veramente più niente di decente da mettere, solo abiti da viaggio rattoppati, mantelle pesantissime, cuciture malfatte dove ho preso qualche ferita, tracce di sangue che non sono riuscita più a lavare via.
Niente di niente, proprio niente di adatto per una festa.
Pensandoci bene, forse c'è qualcuno che mi potrebbe aiutare.
"Dove vai Kailah?" alza gli occhi Bohemond.
"Salgo un momento da Giada", rispondo uscendo. Percorro i corridoi del Palazzo di Ghaan con una certa dimestichezza, ormai, supero una rampa di scale ed arrivo di fronte alla porta della stanza che la mia amica condivide col suo Nordro. Busso.
"Sono Kailah"
E' Giada ad aprirmi, subito sorridente. Lei è già pronta per la festa, bellissima come sempre. Mi fa entrare, poi si volta verso il suo Nordro e gli chiede, con imperiosa gentilezza, di lasciarci sole. Lui annuisce e va a farsi un giro in città. Non batte ciglio ma mi rivolge uno sguardo divertito, secondo me ha capito tutto.
"Non è che per caso avresti..."
"Beh, non penserai mica che ti faccia andare alla festa ridotta in questo stato!" dice lei, "vieni qui, vediamo se trovo qualcosa di decente!"
Giada possiede una borsa magica che al confronto le chincaglierie di Dust sono giocattoli per bambini. In men che non si dica tira fuori un bel vestito verde, un po' vistoso rispetto a quel che ero abituata a portare io, ma davvero carino.
Mi scruta. "Secondo me potrebbe andar bene", sentenzia poi, "provatelo"
Ubbidisco, un po' in imbarazzo perchè mi rendo conto di quanto sono stropicciata, spettinata, malconcia. Giada inizia a stringere in vita e sbuffa perchè sono dimagrita troppo. Eh beh, non sono la sola qui a Ghaan ad avere una gran voglia di mangiare salsicce. E' stato un lungo e duro inverno per tutti.
Grazie alla sapienza della mia amica, nonostante tutto il vestito mi casca a pennello. Lei si illumina.
"Insomma alla festa ci vai col Sergente che ti piace, ho capito bene?"
Resto un po' così, la guardo. Come diavolo... lei scoppia a ridere. "Vai col Sergente che ti piace ad ascoltare il tuo Principe Elsenorita... un programma davvero... non avrei saputo fare di meglio!"
"No, beh, in realtà..." inizio a giustificarmi, ma la risata di Giada è irresistibile... e rido anche io.
Lo so io come lo sa lei che tutto questo è soltanto un gioco, un attimo di primavera che regala luce e allegria per qualche ora. Giada lo sa benissimo che non c'è niente di vero, niente di possibile nelle mie fantasie, eppure è così bello riderne insieme, sapere che fa il tifo per me contro ogni realismo, e che possiamo regalarci a vicenda un soffio di leggerezza.
Improvvisamente però Giada si fa seria, prende una delle mie trecce tra le dita e la osserva.
"Basta con queste trecce, fatti dare una sistemata"
Sorrido, faccio giusto un po' di storie e poi cedo, naturalmente. Giada sa benissimo cosa fare, e sa che oggi voglio essere carina. Prende il pettine ed inizia a farlo scorrere tra i miei capelli.
"Posso accorciarli un pochino?"
"Hai mano libera, vedi tu"
"Sono incerta... capelli sciolti e selvaggi per il bell'elsenorita o raccolti, che ti diano un'aria più...seria, più matura, per il... vecchio Sergente?"
"Non è vecchio!" protesto.
"Sì, sì, come no... mmm... facciamo una via di mezzo allora, te li lascio sciolti dietro e con queste ciocche laterali ci facciamo una treccia sulla nuca...."
"Comunque non è così vecchio!" insisto. Lei ride e continua a pettinarmi.
La porta si apre.
"Kailah, sei qui? Stiamo andan..."
"Fuori!" gridiamo insieme Giada e io, e Bohemond resta sulla soglia, imbambolato.
"Kailah stai... "
"Fuori" ripete Giada ridendo, "ancora cinque minuti e siamo pronte!"
Bohemond scuote il capo, ridacchia e si allontana.
"Secondo me lui fa il tifo per te" dice Giada appena la porta si è richiusa.
Ci penso. "Mi sa di sì. Bohemond mi capisce. E sono convinta che se fosse una donna.... anche lui vorrebbe il Sergente Rock".
"Allora ringrazia che è un uomo..."
Giada finisce di pettinarmi, mi scruta e alla fine annuisce in approvazione.
"D'accordo, adesso sei pronta per la festa! Buon divertimento!"
5 aprile 518
Mercoledì 12 Ottobre 2022
Manto di Kayah
Col passare del tempo ho notato che le mie preoccupazioni sembrano via via meno importanti.
La mia incolumità, meno importante. La mia coscienza... meno importante.
Ne ho fatte di carognate in vita mia. Quando ci penso - e cerco di pensarci il meno possibile - subito mi viene davanti agli occhi la vecchietta affacciata alla finestra, a Trost. Quella che ho ammazzato con una freccia in testa, per paura che desse l'allarme.
Non è l'unica: ho ucciso molte persone, ho commesso sbagli e spesso altri ne hanno pagato le conseguenze.
Fino a ieri, almeno, potevo dire di non aver mai fatto accordi con un demone. Ecco fatto: davanti al ricatto - schiaccio Engelhaft e lo ammazzo - non ho esitato neanche un attimo. Anche se questo significava inguaiare quel poveraccio di Vengard, e paradossalmente dare una mano al nostro nemico giurato Aghvan L'Invitto.
E non è l'unica cosa orribile che ho fatto ieri, perchè a notte fonda, per passare il ponticello in modo silenzioso, ho avuto la bella pensata di spingere magicamente un povero soldato sfortunato di sotto nel crepaccio da cui origina tutta la contaminazione di questo posto. Insomma, una fine orribile per un disgraziato che stava facendo il suo lavoro. Almeno fosse servito... il suo compagno è riuscito a fuggire e dare l'allarme con il suo corno.
Adesso devo invocare la protezione di Kayah sulla rischiosa impresa alla quale mi accingo. Con un bel barilotto esplosivo tra le braccia, devo scendere lungo il canalone protetta soltanto da un pezzo rabberciato di carretto, avanzare un po' accanto ai compagni e poi, al momento buono, allontanarmi da loro e avanzare da sola sotto gli occhi - si spera disattenti - dei nemici. Poi piazzerò la bomba in modo che possa fare più danni possibile, innescherò la miccia e via di corsa, prima che salti tutto per aria.
Non mi metto ad elencare le cose che potrebbero andar male... sarebbe una lunga e deprimente lista.
Perchè questo piano possa avere qualche speranza, è necessario che la Dea Kayah mi nasconda agli sguardi nemici mentre vado a piazzare il barilotto esplosivo. E' molto importante per me che il miracolo si compia: non solo per ragioni pratiche, perchè avrei qualche possibilità in più di sopravvivere allo scontro e arrivare a vedere le mura di Ghaan, quando a sera il sole inizierà a calare; è importante che il miracolo si compia, e che la benevolenza di Kayah posi su di me il suo manto invisibile, perchè vorrebbe significare che ancora la Dea mi considera meritevole di un suo piccolo aiuto, o forse, se non meritevole io personalmente, almeno reputa che io sia uno strumento accettabile per la causa.
La nostra causa è nobile, senz'altro: a nobilitarla è la pericolosità dei nostri nemici, più che il diretto merito che possiamo aver noi. Siamo ostinati, questo sì, e nonostante tutto continuiamo a mettere un piede avanti all'altro in un'avanzata caparbia verso Ghaan.
Ma parliamoci chiaro. Cosa mi spinge? A me, personalmente, proprio a me Kailah Morstan. Davvero mi muove l'odio contro Aghvan? O il patriottismo? O la presuntuosa idea che il mio operato possa influire in una battaglia titanica che sembra uscita dal Kahl Valan?
Un po' ci ho riflettuto, durante questo lungo viaggio. So cosa voglio: la verità è che voglio arrivare a Ghaan per poter riabbracciare i miei amici.
Voglio il Sergente Rock, Barun, Ali, Garruck, Logan, Annie. Voglio ritrovare con loro la mia "casa", quella che ormai la Rocca di Tramontana non è più. Perchè la casa la fanno le persone, la casa sono le persone.
Inutile che mi nasconda dietro gli ideali. "Non farò mai patti con un demone!"
E infatti, appena un demone ha minacciato di uccidere una persona a cui voglio bene, ho dimenticato tutti i miei "mai".
Engelhaft vale più di tanti discorsi, vale più di Vengar, vale più di Norman, vale più di un piacere fatto ad Aghvan - ancora purtroppo - invitto.
Spero che Kayah chiuda un occhio con me, stavolta, e che mi dia una mano. Perchè ne ho davvero tanto, tanto bisogno.
La mia incolumità, meno importante. La mia coscienza... meno importante.
Ne ho fatte di carognate in vita mia. Quando ci penso - e cerco di pensarci il meno possibile - subito mi viene davanti agli occhi la vecchietta affacciata alla finestra, a Trost. Quella che ho ammazzato con una freccia in testa, per paura che desse l'allarme.
Non è l'unica: ho ucciso molte persone, ho commesso sbagli e spesso altri ne hanno pagato le conseguenze.
Fino a ieri, almeno, potevo dire di non aver mai fatto accordi con un demone. Ecco fatto: davanti al ricatto - schiaccio Engelhaft e lo ammazzo - non ho esitato neanche un attimo. Anche se questo significava inguaiare quel poveraccio di Vengard, e paradossalmente dare una mano al nostro nemico giurato Aghvan L'Invitto.
E non è l'unica cosa orribile che ho fatto ieri, perchè a notte fonda, per passare il ponticello in modo silenzioso, ho avuto la bella pensata di spingere magicamente un povero soldato sfortunato di sotto nel crepaccio da cui origina tutta la contaminazione di questo posto. Insomma, una fine orribile per un disgraziato che stava facendo il suo lavoro. Almeno fosse servito... il suo compagno è riuscito a fuggire e dare l'allarme con il suo corno.
Adesso devo invocare la protezione di Kayah sulla rischiosa impresa alla quale mi accingo. Con un bel barilotto esplosivo tra le braccia, devo scendere lungo il canalone protetta soltanto da un pezzo rabberciato di carretto, avanzare un po' accanto ai compagni e poi, al momento buono, allontanarmi da loro e avanzare da sola sotto gli occhi - si spera disattenti - dei nemici. Poi piazzerò la bomba in modo che possa fare più danni possibile, innescherò la miccia e via di corsa, prima che salti tutto per aria.
Non mi metto ad elencare le cose che potrebbero andar male... sarebbe una lunga e deprimente lista.
Perchè questo piano possa avere qualche speranza, è necessario che la Dea Kayah mi nasconda agli sguardi nemici mentre vado a piazzare il barilotto esplosivo. E' molto importante per me che il miracolo si compia: non solo per ragioni pratiche, perchè avrei qualche possibilità in più di sopravvivere allo scontro e arrivare a vedere le mura di Ghaan, quando a sera il sole inizierà a calare; è importante che il miracolo si compia, e che la benevolenza di Kayah posi su di me il suo manto invisibile, perchè vorrebbe significare che ancora la Dea mi considera meritevole di un suo piccolo aiuto, o forse, se non meritevole io personalmente, almeno reputa che io sia uno strumento accettabile per la causa.
La nostra causa è nobile, senz'altro: a nobilitarla è la pericolosità dei nostri nemici, più che il diretto merito che possiamo aver noi. Siamo ostinati, questo sì, e nonostante tutto continuiamo a mettere un piede avanti all'altro in un'avanzata caparbia verso Ghaan.
Ma parliamoci chiaro. Cosa mi spinge? A me, personalmente, proprio a me Kailah Morstan. Davvero mi muove l'odio contro Aghvan? O il patriottismo? O la presuntuosa idea che il mio operato possa influire in una battaglia titanica che sembra uscita dal Kahl Valan?
Un po' ci ho riflettuto, durante questo lungo viaggio. So cosa voglio: la verità è che voglio arrivare a Ghaan per poter riabbracciare i miei amici.
Voglio il Sergente Rock, Barun, Ali, Garruck, Logan, Annie. Voglio ritrovare con loro la mia "casa", quella che ormai la Rocca di Tramontana non è più. Perchè la casa la fanno le persone, la casa sono le persone.
Inutile che mi nasconda dietro gli ideali. "Non farò mai patti con un demone!"
E infatti, appena un demone ha minacciato di uccidere una persona a cui voglio bene, ho dimenticato tutti i miei "mai".
Engelhaft vale più di tanti discorsi, vale più di Vengar, vale più di Norman, vale più di un piacere fatto ad Aghvan - ancora purtroppo - invitto.
Spero che Kayah chiuda un occhio con me, stavolta, e che mi dia una mano. Perchè ne ho davvero tanto, tanto bisogno.
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