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4 luglio 517
Venerdì 26 Febbraio 2016
Debito
Sono stato coscritto a forza, in maniera del tutto illegittima, nell'esercito di Uryen.
E' vero, stavo cercando un impiego, ma ci tenevo ad arruolarmi liberamente, se non altro perché avrei ottenuto una paga meno misera, probabilmente.
Non sono un mercenario, almeno non mi sento tale, non lo sono mai stato, ma è un fatto che qui, in una terra per me straniera, combatto per una paga e per il miraggio di fare carriera, non per difendere la fattoria dei miei cari da un selvaggio che non parla neanche la mia lingua.
Diciamola tutta, potevo tranquillamente finire sotto i vessilli di Ghaan, avrei potuto incolparne il fato.
Questo perchè vengo da molto lontano, per me Uryen era solo un nome e quando si parla di guerre civili neanche chi ci è nato e ci vive nel mezzo ci capisce più di tanto.
Naturalmente appena arruolato sono arrivate tutte le spiegazioni, alcune comodissime: sembrava una di quei rari casi in cui i torti sono tutti dalla stessa parte, anche perchè c'erano di mezzo Risvegliati e Negromanti, tutti ascrivibili alla fazione avversa.
Poi però abbiamo scoperto che i Risvegliati forse siamo stati noi a metterli in gioco, che forse non è una guerra tanto speciale, tanto diversa dalle altre.
La verità è che sono cose di cui non capisco niente, eventi troppo difficili da ricostruire. Ma questo non significa che tengo gli occhi chiusi, anzi li tengo più aperti. Giudico quello che vedo in prima persona e mi comporto di conseguenza.
In queste terre ci siamo imbattuti in chiese sconsacrate e adornate di monaci decapitati, ragazzine che evocano mostri e fanno spolpare vivi poveri disgraziati.
Ardee si è sdegnata tanto quanto noi di fronte a tali spettacoli, per quanto ha potuto li ha combattuti come e forse più di noi, si è dimostrata leale e giusta: per me basta e avanza per considerarla, in questa situazione del tutto unica, non come una nemica ma come una alleata.
La nostra missione è compiuta, un pieno successo, in gran parte proprio grazie all'aiuto di Ardee.
Abbiamo dovuto fare cose non proprio onorevoli, cose di cui non vado fiero. Eppure, da bravo soldato, le ho fatte, senza esitazioni.
Ma qui finiscono i miei ordini ed il mio dovere: non intendo alzare le armi contro il suo gruppo.
Quello che abbiamo fatto e che ci ha aiutato a fare porterà dei vantaggi ad Uryen, quello che sta facendo porterà dei vantaggi a Ghaan. Non so se saranno equiparabili, se saranno grandi o piccoli, ma conta poco.
Quello che conta è che ormai abbiamo contratto un debito di onore nei suoi confronti, potevamo disdegnarlo ed invece siamo stati pronti ad accettarlo, anzi lo abbiamo richiesto ed inseguito.
Il fatto che sia inconsapevole, ovvero ammantato se non di menzogne quantomeno da colpevoli omissioni, non lo rende più leggero, semmai lo rende più pesante.
E' vero, stavo cercando un impiego, ma ci tenevo ad arruolarmi liberamente, se non altro perché avrei ottenuto una paga meno misera, probabilmente.
Non sono un mercenario, almeno non mi sento tale, non lo sono mai stato, ma è un fatto che qui, in una terra per me straniera, combatto per una paga e per il miraggio di fare carriera, non per difendere la fattoria dei miei cari da un selvaggio che non parla neanche la mia lingua.
Diciamola tutta, potevo tranquillamente finire sotto i vessilli di Ghaan, avrei potuto incolparne il fato.
Questo perchè vengo da molto lontano, per me Uryen era solo un nome e quando si parla di guerre civili neanche chi ci è nato e ci vive nel mezzo ci capisce più di tanto.
Naturalmente appena arruolato sono arrivate tutte le spiegazioni, alcune comodissime: sembrava una di quei rari casi in cui i torti sono tutti dalla stessa parte, anche perchè c'erano di mezzo Risvegliati e Negromanti, tutti ascrivibili alla fazione avversa.
Poi però abbiamo scoperto che i Risvegliati forse siamo stati noi a metterli in gioco, che forse non è una guerra tanto speciale, tanto diversa dalle altre.
La verità è che sono cose di cui non capisco niente, eventi troppo difficili da ricostruire. Ma questo non significa che tengo gli occhi chiusi, anzi li tengo più aperti. Giudico quello che vedo in prima persona e mi comporto di conseguenza.
In queste terre ci siamo imbattuti in chiese sconsacrate e adornate di monaci decapitati, ragazzine che evocano mostri e fanno spolpare vivi poveri disgraziati.
Ardee si è sdegnata tanto quanto noi di fronte a tali spettacoli, per quanto ha potuto li ha combattuti come e forse più di noi, si è dimostrata leale e giusta: per me basta e avanza per considerarla, in questa situazione del tutto unica, non come una nemica ma come una alleata.
La nostra missione è compiuta, un pieno successo, in gran parte proprio grazie all'aiuto di Ardee.
Abbiamo dovuto fare cose non proprio onorevoli, cose di cui non vado fiero. Eppure, da bravo soldato, le ho fatte, senza esitazioni.
Ma qui finiscono i miei ordini ed il mio dovere: non intendo alzare le armi contro il suo gruppo.
Quello che abbiamo fatto e che ci ha aiutato a fare porterà dei vantaggi ad Uryen, quello che sta facendo porterà dei vantaggi a Ghaan. Non so se saranno equiparabili, se saranno grandi o piccoli, ma conta poco.
Quello che conta è che ormai abbiamo contratto un debito di onore nei suoi confronti, potevamo disdegnarlo ed invece siamo stati pronti ad accettarlo, anzi lo abbiamo richiesto ed inseguito.
Il fatto che sia inconsapevole, ovvero ammantato se non di menzogne quantomeno da colpevoli omissioni, non lo rende più leggero, semmai lo rende più pesante.
1 marzo 517
Lunedì 8 Settembre 2014
Sulle Botte, sulle botti e sugli ubriachi
Qualcuno ha parlato di duello mortale.
Non era un duello mortale. Del resto siamo tutti vivi e vegeti.
Solitamente ci si fa male, ma non è detto che si debba morire.
Era più bravo di me, sicuramente.
30 anni passati con le armi in mano, gli ultimi 10 in giro per il mondo a dar la caccia ad ogni tipo di bastardo, danno un bel po' di esperienza.
Ma tolgono anche un bel po' di fiato e di tenuta.
Non si può avere la botte piena e la moglie ubriaca.
A proposito di botti e di ubriachi...
Se arriverò alla sua età, e la vedo assai difficile, cercherò di ricordarmi la lezione.
Quando non sei più giovane, la sera prima di certi impegni, meglio evitare di darsi ai bagordi e di comportarsi come l'ultimo degli ubriaconi da casino.
Kaylah si chiedeva cosa faccio alle donne.
Non lo so, forse apprezzano il fatto che di fronte a certe domande evito di fare battutacce del tipo: "vieni qua e te lo faccio vedere io qual'è il mistero"
ahr ahr ahr
22 novembre 516
Lunedì 31 Marzo 2014
Nel frattempo...
Case della Gioia, Porto di Uryen, 22 novembre 516
Un bel caminetto caldo.
Birra, dadi, donne.
E soprattutto un buon libro da leggere.
Difficile volere di più dalla vita.
Gli ultimi mesi sono stati un po' complicati, ma finalmente un po' di sano riposo.
Meritato.
Quello che ci voleva.
Mi chiedo dove siano finiti i miei compagni.
Mi pare di capire che stiano scarrozzando in giro un tenente in pensione.
In certi momenti li invidio un po', quando rischio di annoiarmi.
Ma dura poco, per fortuna, alla fine qui c'è un sacco da fare.
19 maggio 516
Martedì 11 Dicembre 2012
La culla del diritto
Appena sono arrivato in queste terre sono finito in prigione senza alcuna colpa.
Sono stato condannato senza processo e senza giudici, però ho potuto commutare la condanna con una coscrizione forzata.
Nonostante l'enorme gratitudine per un sistema di pene così evoluto ero un po' perplesso, e sono sicuro che i miei nuovi superiori mi avrebbero volentieri messo in mano dei testi giuridici per farmi capire meglio.
Però purtroppo, e non gliene faccio una colpa, mi hanno scambiato per un soldato ignorante ed analfabeta, e per fugare i miei dubbi e farmi ambientare in questa nuova splendida realtà hanno invece preferito mandarmi a fare un paio di giri al porto di Uryen.
Fuori dal porto c'era una distesa di cadaveri impalati, e a quel punto tutto è diventato chiaro: ecco perché non ho avuto un regolare processo, ecco dov'era finito il mio giudice!
Sicuramente era stato impegnato qui, per settimane intere visto il numero dei suppliziati.
Dentro al porto invece ho avuto modo di apprezzare la meticolosa applicazioni delle legge da parte di guardie ben disposte e gentili, ligie al loro dovere; chi lo avrebbe mai detto, in un angolo così remoto del Granducato!
Davvero, se cercate un posto in cui invecchiare pacificamente, ove le parole "sopruso" e "corruzione" siano bandite, e le parole "legalità" e "giustizia" siano esaltate, non posso non suggerivi il porto di Uryen.
Insomma, per chi non lo avesse ancora capito, queste sono terre in cui le leggi del Granduca sono rispettate me-ti-co-lo-sa-men-te, e non è un mistero infatti che i più grandi giuristi di cui si circonda a Greyhaven siano tutti di Uryen.
E questo vale anche a nord del Traunne, sia ben chiaro: io per primo ero un po' preoccupato che attraversato il fiume le cose potessero cambiare, ma mi sono dovuto ricredere.
Abbiamo avuto l'onore di scortare degli uomini accusati di tradimento (niente di meno!), di aver combattuto contro il legittimo Duca e a fianco di ribelli.
Si trattava sicuramente di accuse infondate, come nel mio caso, perché anche loro si sono impegnati a combattere dalla parte giusta, e sono state graziati senza indugio.
Qualcuno se l'è presa un po' a male, perché sinceramente convinto che siano loro i responsabili delle morte di congiunti, amici e commilitoni, di razzie e distruzioni.
Purtroppo le male lingue, si sa, fanno più male delle spade.
In realtà ho avuto l'onore di essere presente durante la commovente rappacificazione, e in questa occasione ho avuto un'ulteriore prova dell'amore degli abitanti di queste terre per la sacra parola "legge": l'esercito del nuovo alleato potrà rifornirsi liberamente di ogni bene appartenente ai contadini, ai pastori e agli abitanti tutti delle terre in cui combatterà, senza che nessuno li possa più ingiustamente accusare di esser predoni e razziatori. Nell'accordo, nero su bianco, a scanso di equivoci, così si fa.
E' per tutti questi motivi che sono due notti che non riesco a prender sonno.
Non riesco proprio a perdonarmi, mi sento responsabile.
Dust, che tu sia maledetto, ti ho permesso di andartene in giro impunito, nonostante le tue orride colpe, colpe di cui i miei stessi occhi sono stati testimoni.
Ti vedo ancora nei miei sogni tormentati, con la tua barba posticcia: come hai osato travestirti da prete e vendere piume e sassi come false reliquie!
Questi sono sfregi che una terra come questa, la culla del diritto, non merita di subire.
Ma la cosa peggiore è un'altra.
Che da queste parti, nonostante li vada cercando in ogni dove, non ci sono tumuli che io possa pregare per trovare un qualche conforto...
20 aprile 516
Giovedì 4 Ottobre 2012
Non si rendono conto
Probabilmente perché non sono soldati professionisti.
Per anni ho eseguito degli ordini, ho combattuto e ho ucciso perché qualcuno me lo comandava.
Quando stavo sulla frontiera era più facile convincersi di stare dalla parte giusta, solo perché dall'altra parte c'era qualcuno di sufficientemente diverso da noi.
Ma era solo un'autoassoluzione, comoda ma certo non definitiva per chi ha una coscienza scrupolosa.
Io ringrazio gli Dei di non averla, e per me quindi andava bene, ma che ne sapevamo noi, veramente, di chi viveva al di la del Vallo?
Comunque, chiudendo un occhio, e magari due, si può anche vivere in pace con se stessi, finché si è in guerra con Nomadi, Elsenoriti e Nordri.
Il velo cade e i nodi vengono al pettine quando si viene coinvolti in una disputa di confine, tra città distanti poche leghe, tra gente che parla la stessa lingua, usa le stesse monete, venera gli stessi Dei ed è spesso governata da nobili imparentati tra di loro.
Ovvero nella stragrande maggioranza dei casi, perché è con queste "guerre" che generalmente si guadagna il pane un soldato.
E allora capita che prima delle battaglia un prete ti benedice, e un comandante ti assicura che stai facendo giustizia.
Peccato che anche dall'altra parte c'è un prete che benedice, e un comandante che assicura che è lui dalla parte del giusto.
Succede in continuazione, ed è successo e succede anche qui, tra i sostenitori del vecchio e del nuovo Duca, come anche i più nuovi del mestiere avranno capito bene, essendoci finiti in mezzo.
Uno potrebbe consolarsi col fatto che almeno nella metà dei casi si combatte per una giusta causa.
Si, come no: la cosa tragicamente divertente è che spesso e volentieri hanno torto entrambe le parti.
Ora.
Senza dubbio questi morti che camminano fanno ribrezzo e soprattutto sono delle brutte bestie.
Difficili da ammazzare definitivamente, e con un morso sei condannato ad una brutta morte.
Ma poi, esistono tanti modi migliori morire in battaglia? Morire di cancrena è forse meglio?
Non so.
Quello che so è che per la prima volta da quando mi sono arruolato non devo preoccuparmi per la mia coscienza, non devo chiudere due occhi, e nemmeno uno.
Posso avere a che fare con ordini sbagliati o con superiori idioti, ma non mi devo preoccupare di essere finito dalla parte sbagliata.
Posso fare quel che devo fare senza dubbi o ripensamenti.
Magari non riesco a prendere sonno, ma perlomeno è per qualcosa di concreto, tipo un mostro che mi vorrebbe azzannare, e non per qualcosa di indefinito e inafferabile, come i rimorsi.
Chi comanda non pronuncia discorsi pomposi per rassicurarti sulla giustizia del massacro imminente, deve solo preoccuparsi di dare ordini sensati.
E le benedizioni dei preti, che forse non è un caso che da queste parti siano così pochi, sono sicuro che saranno più efficaci, visto che ce le becchiamo tutte da una parte; del resto questi esseri mi sembrano già messi fin troppo male, non gli auguro di doversi sorbire pure un padre Engelhaft.
Insomma mi pare tutto molto chiaro, e semplice.
Nonostante tutto, mi sento a mio agio.
Magari fosse sempre così.