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« Si piega l'Equilibrio costretto dalla sorte, e salva la Speranza che befferà la morte »
- Quentin -
 
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Scritto il 14/05/2021 · 75 di 81 (mostra altri)
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10 dicembre 518
Venerdì 14 Maggio 2021

Strale del Cielo



A dicembre ad Angvard fa molto più freddo che a Holov. I freddi venti del Nord cominciano a spazzare l'altopiano del Tuono a partire dal Samhain, oltrepassando la protezione fornita dal massiccio mantello dell'Angelo di Pietra. Le leggende raccontano come furono proprio quelle raffiche, in epoche ancestrali, a spandere sul Continente la nebbia infetta soffiata dal Samaelen, anticipando gli eventi del Grande Cataclisma; tra poche ore le sentirò sulla faccia, quando accompagnerò le tre ragazze che siedono di fronte a me nella prima parte del loro viaggio. Ma la mia lotta contro gli elementi cesserà entro poche miglia, smorzandosi tra le confortevoli pareti della Locanda del Puma, mentre il loro cammino continuerà verso Nord: oltre l'Angelo, oltre la Sacra... Poi, ancora, chissà.

"Ma tra tutti i posti decenti di Angvard, proprio qui dovevamo venire?" Chiede Ali, guardandosi intorno.

"Non preoccuparti", la tranquillizza Ceyèn: "non è qui: stanno tutti con Acab, Montaine e il vostro Tenente di Vascello a discutere di navi".

"Buon per lui: non sono ancora pronta. E gli altri suoi compari, dove sono?".

Indico la porta. "Ho mandato via tutti: ci siamo solo noi quattro".

Il nervosismo di Ali è comprensibile: sembra che zio Greg fosse al comando del gruppo che ha ammazzato tutti gli ex-componenti del suo vecchio plotone in uno scontro avvenuto durante la Guerra delle Lande. E adesso le tocca farci questa guerra insieme. Chissà, magari le sto sui coglioni anch'io; per non parlare di Ceyèn. Eppure, quando l'ho invitata a concludere i festeggiamenti, ha accettato di venire: proprio qui, nella tana del lupo. Lei e Annie, la sua compagna innalzata, che non ha detto una parola da quando siamo qui. Chissà, magari lo ha fatto per lei: mi sembra molto giù di morale. O forse quella è la sua espressione normale... non lo so.

Annie Volvert - Immagine 6

"Allora, figlia-di-Acab: arriva o no questo Strale?"

Sorrido. Anche per lei, come per chiunque altro, sono la figlia di Acab. "E' quasi pronto", le dico. Ceyèn mi tiene il tizzone mentre lo accendo. "A chi spetta il primo tiro?" Guardo Annie: magari lei, tanto per rompere il ghiaccio? Niente da fare: nessuna risposta. Se l'innalzamento riduce l'allegria e la gioia di vivere, lei dev'essere davvero innalzatissima.

"Passa qua", dice Ceyèn: "facciamo vedere a queste fanciulle dell'Anterlig come si prende in bocca uno Strale".

Scoppio a ridere, quindi passo a Ceyèn il frutto del mio duro lavoro: "non te lo sparare tutto, eh?"

Ceyèn aspira con forza, come se l'avesse fatto chissà quante altre volte. "...Cazzo! Non scherzavi, quando dicevi che è forte!"

"Ecco, adesso sembri un pò meno Lady Yara!", le dice Ali. Un istante dopo siamo tutte piegate sul tavolo a ridere come sceme, soccombendo impotenti all'immagine di Lady Yara che fuma e che dice le parolacce. Persino Annie accenna un sorriso. Senza esagerare, però. Non sia mai.

Ceyen, da brava rompighiaccio, non si fa scappare l'occasione: "Vuoi provare?" E le porge lo Strale. Annie si volta verso Ali, come a chiederle il permesso. Ecco fatto, penso a quel punto: adesso le dirà di no. E invece Ali alza le spalle: "se non t'ha ucciso il tanfo di questo postaccio, non sarà certo quella roba ad ammazzarti", le dice. E così, contrariamente a ogni previsione, Annie tira una boccata. E poi un'altra. E poi un'altra ancora.

"Alla grande! Brava!" esclamo, battendo le mani. "Si, ma lasciane un pò anche a noi eh?" aggiunge Ceyèn, visibilmente preoccupata.

"Non sa di molto, in realtà..." commenta guardandolo, un pò delusa.

"Vabbè", dico, "tu dagli tempo: serve fare qualche giro, poi a un certo punto sale".

Lo Strale arriva ad Ali: "niente male", commenta dopo un paio di tiri. "Niente male davvero: tuo padre ne ha parecchia, di questa roba? Immagino come se la spasseranno, su quella nave...". Quindi me lo porge, completando il giro.

"Perché hai mandato via tutti?" mi chiede Ali, riferendosi alla locanda deserta.

Alzo le spalle. "E' tradizione che sia il comandante a decidere "quando è ora" e a chiudere la locanda".

"Ma non sei un bravo comandante se non rispetti le regole che tu stessa decidi".

"Hai ragione: infatti non lo sono".

"...O magari volevi conoscere i comandanti degli altri eserciti: se così fosse, non saresti poi così male".

"Magari è quello, si".

Ali sorride. "Se così fosse, hai sbagliato persona: dovevi invitare Barun o Logan, non me. E forse...", aggiunge, indicando Ceyèn alle prese con il secondo giro di Strale, "avresti dovuto chiamare la vera Yara, e non la gemella cattiva che si farà ammazzare al posto suo".

"Hey!", esclama Ceyèn, storcendo un sopracciglio.

Ceyèn - Immagine 3

Scuoto la testa. "E invece penso di avere molto più da imparare da voi due... anzi, da voi tre... che non da Barun e Logan. Quanto a Yara, a dire il vero ho provato a invitarla, ma...".

"... Ma ti ha pisciato", conclude Ali.

"Eh".

"Ci sta".

"... E tu? Perché sei venuta?"

"Perché volevo conoscerti, figlia-di-Acab...".

"Non mi pare, visto che neanche ti va di chiamarmi per nome...".

"... Non me l'hai mai detto, il tuo nome".

"Te l'ho detto quando ti ho invitata...".

"No ma io intendo il nome vero, non il soprannome idiota che vi date tra di voi..." Poi mi guarda. "Un momento, aspetta: ma che davvero... ?".

"Eh".

"Noooo!"

C'è voluto un pò, ma anche Annie adesso ride insieme a noi. Le guardo e penso che ho davvero molto da imparare da ciascuna di loro, se voglio essere meno che una zavorra per i "miei" uomini. Finché si trattava di cavarmela da sola più o meno mi sentivo tranquilla, ma d'ora in avanti sarà diverso. La verità è che ho una paura enorme di essere inadeguata. E da come mi guarda, penso che Ali lo abbia capito.

"Ma che ti frega, scusa?"

"... prego?"

"Che ti frega di imparare a fare il comandante, dico. Tra pochi mesi sarai Lady Sparrow Raleigh e dovrai preoccuparti solo di indossare i vestiti intonati col giorno del mese... a meno che non vorrai fare altro".

Scuoto la testa ."Penso che vorrò fare altro".

"Lo dici adesso, che ancora mangi i Kreepar di Nestor. Aspetta di fare colazione col latte di capriolo, poi vediamo che succede".

"Ma che cazzo vai dicendo", la interrompe Ceyèn: "i caprioli non fanno mica il latte...".

"Tu piantala di rompere e passa quel coso. A proposito, ma... perché lo chiamate Strale?"

"In onore di Ilmatar", spiega Ceyèn. "Della sua lancia sacra, per la precisione: Yrakavin, lo Strale del Cielo".

"E che diavolo c'entra? E' una specie di pipa, quella, mica una lancia. Non è un pò offensiva come cosa? Insomma, voglio dire... messa così, sembra che ci stiamo fumando la lancia di Ilmatar: non mi pare molto rispettoso".

Ceyèn la guarda male. "Guarda che Ilmatar qui la conosciamo molto meglio di te. Quello che sai tu di Ilmatar lo hai imparato dai bardi che hanno messo in musica le storie che i nostri padri, i nostri nonni raccontavano a noi. E ti dico che quelle storie, molte di quelle storie, narrano di come gli antichi guerrieri fossero soliti fumare insieme, prima della battaglia: in suo onore, in onore della sua lancia".

"Bah", sbuffa Ali scrollando le spalle: "noi a Sud preferiamo fare altre cose, prima della battaglia... Con l'aiuto di altri Strali".

"... Stà tranquilla, quello lo facciamo anche noi: credimi sulla parola. Adesso lo passi o te lo vuoi sparare tutto tu?"

Ali Shark - Immagine 3

Ali e Ceyèn continuano a darsele per un pò: io e Annie le guardiamo divertite, mentre lo Strale continua a passare di mano in mano.

"Lo sapete cosa mi ha detto mio padre?" dico a un certo punto. "Che la pianta con cui si prepara questo affare è femmina".

"See, vabbè", commenta Ali. "A forza di salire t'è arrivata al cervello".

"Ha ragione, invece", la contraddice Ceyèn. "Esistono delle piante che funzionano così".

"Ma che dite..."

"E' così, Ali". A sorpresa, anche Annie prende la parola. "La maggior parte delle piante è.... equipaggiata... con entrambe le cose, ma esistono anche alcune specie che hanno esemplari maschi e femmine separati: in quei casi, se vuoi coltivarle, devi farle... impollinare... insieme.... Più o meno, ecco".

"Ben detto, Annie", le fa eco Ceyèn: "continua, mi piace come spieghi queste cose...".

Annie ammutolisce, imbarazzatissima.

"Caspita", commenta Ali, "tutte esperte di piante siete: e quindi chi ci stiamo fumando, adesso? Il maschio o la femmina?".

"La femmina", le rispondo. "Il maschio non si fuma: serve per fare i vestiti, le corde, per cucinare...".

"AHAHAHAHA!", scoppia a ridere Ali: "perfetto!".

[...]



[...]

La serata va avanti così, tra una risata e l'altra, fino a quando anche il rumore degli ultimi festeggiamenti si spegne del tutto.

"Penso che siamo le uniche ancora sveglie in tutta Angvard", dice Ali.

"Parla per te", mormora Ceyèn con la testa reclinata sul tavolo.

Annie osserva le tenebre da una delle finestre: a quanto ho capito ci vede benissimo. Quando ero piccola, per farmi dormire, mio padre mi raccontava che nell'oscurità della notte vivono delle creature fameliche più leggere dell'aria che nuotano alla ricerca della carne dei bambini ancora svegli: non so se è per la paura che mi metteva addosso quella storia, ma non ho nessuna voglia di imparare a vedere al buio: sto bene così.

"Comandante Sparrow", esclama Ali. "Suona piuttosto bene, devo dire".

"Per un ufficiale maschio coi capelli brizzolati funziona", aggiungo. "Per me... non lo so".

"Funzionerà, invece: perché si capisce che vuoi farlo funzionare".

"Davvero? Ed è così facile? Tutto qui?"

"Si, tutto qui: ma non è facile per un cazzo, purtroppo per te. Ti dovrai fare il culo, Comandante Sparrow. Deluderai un sacco di persone, perderai un sacco di uomini...".

"Ecco".

"... E gran parte di quelle perdite saranno colpa tua: tante, tantissime persone moriranno a causa dei tuoi errori".

"Molto incoraggiante".

Ali mi guarda. "Non mi hai invitata qui per incoraggiarti: mi hai invitata per sapere cosa ti aspetta... E perché sai cosa è successo a me".

Annuisco.

"E perché qualcosa di... vagamente simile... è successo anche a te".

Annuisco.

"Tu vieni da Holov, vero?"

"Si".

Annie si volta: d'un tratto l'oscurità non le interessa più, o forse ne sente arrivare una ancora più fitta. A quanto ho capito, è proprio ad Holov che la sua spaventevole esperienza ha avuto inizio.

"Conoscevi Mirai?" Mi chiede, a un tratto.

"Si". Certo che la conoscevo. A quel punto mi aspetto mille altre domande su quell'argomento, e invece non ne arriva nessuna.

Il silenzio viene rotto nuovamente da Ali. "Eri lì quando... insomma, quando è successo?"

"No". Guardo Annie. "Sono stata fortunata. Ero a Feidelm". Già, a Feidelm... Al sicuro. Mentre i miei amici, i miei familiari e quasi tutte le persone con cui ho vissuto morivano divorati dai risvegliati.

"Tu sai per caso se Ac... tuo padre... sapeva che sarebbe accaduto qualcosa a Holov?"

Scuoto la testa. "Non ne aveva idea".

"Ma non puoi saperlo con certezza".

La guardo negli occhi. "Lo so, invece: mio padre detesta i risvegliati. Ha rotto ogni rapporto con Ghaan quando ha saputo che cosa stavano tramando con quello Stregone... E quando Holov è caduta combatteva già dalla parte di Angvard".

"Ma tu non eri lì, quel giorno: ti ha messa in salvo...".

"Ti sbagli: non è andata così. Io e la mia famiglia siamo scappati da Holov durante la Guerra delle Lande, quando la città è caduta per mano di Lord Faulkner. Se fossimo rimasti lì ci avrebbero uccisi tutti, ben prima di quell'infausto giorno. Sono stata a Feith, poi a Trost, quindi a Mavan, Reiliam, a Dossler, a Feidelm. Mi hanno spostata in continuazione, senza mai...".

"Dice la verità", mi interrompe Annie.

"Lo so", dice Ali. "Volevo vedere come reagiva".

"Ho superato l'esame?"

"Si. Ma c'è una cosa che devi sapere, Sparrow figlia di Acab... Visto che, a quanto mi sembra di aver capito, sarai tu ad avere il comando dei soldati che controlleranno gli ingressi della città e che pattuglieranno i confini".

"... A quanto pare sarà così. Cosa devo sapere?"

Ali si gira verso Ceyèn. "Dorme?" Chiede a Annie, che annuisce. "Bene". Quindi si gira nuovamente verso di me.

"Che arriveranno altri soldati. Non invitati, diciamo così: ma arriveranno".

"Da Uryen? Ma non poss..."

"Lo so: arriveranno proprio perché non possono, perché abbiamo detto loro di non venire. Sono fatti così: più dici che devono farsi gli affari loro e più puoi star certa che non se li faranno".

"Sono un pò testardi, insomma..."

"No, è diverso: sono proprio dei cacacazzi. Ma non lo fanno apposta, con cattiveria: sono fatti così, è la loro natura".

"E cosa dovrei fare, qualora dovessero presentarsi?"

"Beh... Non arrestarli, innanzi tutto: visto che con tutta probabilità si presenteranno da clandestini e senza alcun tipo di autorizzazione. E poi... non lo so, magari non rompergli troppo le palle, ecco: tutto qui. Vedi tu, ok? Trattali come se fossero amici nostri. Se poi hanno la pessima idea di passare per Angvard, cerca di mandarli da Birra e Porco: gliel'ho lasciato scritto, ma ho una paura matta che non troveranno il messaggio".

"... Va bene, ho capito: ma come farò a riconoscerli? Me li descrivi?"

"Hai buona memoria? Perché hanno dei nomi, proprio come me e te".

"Ma non saranno mai così scemi da presentarsi come soldati di Uryen..."

"... Tu mettili alla prova".

"E anche se fosse, di certo non useranno i loro nomi veri..."

"Scommettiamo?"

Sparrow Cabot - Immagine 1
scritto da Sparrow Cabot , 01:59 | permalink | markup wiki | commenti (0)
Scritto il 14/05/2021 · 75 di 81 (mostra altri)
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