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- Ysevold, Boiardo di Iernigova -
 
Vodan Thorn
Tempi Cupi
Vodan Thorn
Mai fidarsi di un cuoco magro.
creato il: 08/02/2013   messaggi totali: 23   commenti totali: 28
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Scritto il 06/06/2015 · 14 di 23 (mostra altri)
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25 aprile 517
Domenica 7 Giugno 2015

Saoradh



E così alla fine ce l'hai fatta. Hai avuto quello che volevi, lo scontro epico in cui risorgere a nuova vita rinnegando quella non-morte alla quale ti eri improvvidamente condannato.

E dire che ho fatto il possibile per mandartela per storto: sapevo che prima o poi i tuoi fratelli sarebbero venuti a chiedere conto della tua roba. Quel duello a Maben non l'ho certo perso apposta, ma mi ha dato modo di passare per uno scemo qualsiasi che si era imbattuto per caso in qualcosa di molto più grande di lui: magari, chi può dirlo, ha contribuito a velocizzare l'inevitabile. Del resto, a ben vedere, non è una storia troppo diversa dalla realtà.

Ero certo che il pezzo che avevo preparato per il loro arrivo ti avrebbe sorpreso, proprio come quando ti piombai addosso dall'alto in quella lunga notte di Ostara. "Avete ragione, non ho alcun diritto di portare questa roba: riprendetevela pure e tanti saluti". Niente più scontri all'ultimo sangue, duelli o prove di valore: le armi del Kraighar sarebbero tornate a Uthun, in attesa di essere impugnate da un altro formidabile guerriero. Ciascuno per la sua strada, senza rancore. Il sergente Rock avrebbe capito, così come i miei compagni: stiamo combattendo una guerra contro morti risvegliati, non abbiamo tempo per coltivare il nostro e l'altrui ego né per aprire il fianco a nuovi nemici.

Scommetto che non lo avresti visto arrivare, contrariamente a quel singolo pugno che cercai invano di darti quando avevi ancora l'occhio buono.

Invece sei stato tu a sorprendermi: tutto potevo immaginare tranne che fossi riuscito a farti detestare persino dai tuoi compagni, gli stessi che pochi giorni prima avevano unito le loro armi alle tue.

"Vile nella morte come nella vita".

Tale, dunque, è il ricordo che hai lasciato presso i tuoi alleati. Quella frase mi ha spiazzato, lo ammetto. No, di più: ha spazzato via in un lampo tutto quello che avevo pensato di dire e di fare. In quale casino ti eri ficcato, Tharkun? Cacciato e disprezzato persino dal tuo branco. Roba da non credere. E tutto per quella donna, magari. Per cosa ti sei fottuto l'anima, esattamente? Per una stronza con una maschera ancora più ridicola di quelle che indossate a Uthun? Per un vaso da notte con una bambina dentro? Spiegamelo, una di queste notti, perché non riesco a capirlo.

Eppure è proprio quella frase che devi ringraziare più di ogni altra cosa. Un conto è pretendere le armi di un guerriero, ben altro è mancare di rispetto alla sua memoria e, di conseguenza, a chi lo ha combattuto. Ero pronto a cederla, quella catena, non certo a farmela strappare di dosso neanche fosse la sottana di una serva. Fanculo ai buoni propositi, di punto in bianco non desideravo altro che spaccare a Corna di Bisonte quell'elmo ridicolo, a costo di morire nel tentativo. Le parole hanno cominciato a uscire da sole, fermandosi soltanto dopo aver fissato l'appuntamento con la morte che tanto agognavi.

Quello che è successo dopo lo sai. Lui che proclama le sue condizioni: l'impegno, in caso di sconfitta, a far mia l'arma che tu impugnasti fino a diventarne degno. La mia voglia di farlo incazzare, così forte da spingermi a usarla subito al fine di mostrargli quanto grande fosse il suo errore. Il rosso della lama della sua lancia, così simile a quella che quasi mi tolse la vita sull'Isola, ansiosa di tagliarci in due. Ti sento felice. In fondo lo sono anch'io: vendiamo care queste armi, facciamoci fare a pezzi come si deve. Se non altro, mi viene da pensare, neanch'io mi risveglierò. Ci viene chiesto cosa vogliamo in cambio. Come se facesse differenza. Come se io volessi tutto questo, come se tu potessi aspirare a qualcosa di diverso. Mi hai fregato, diavolo di un orbo: le spire della tua catena mi inchiodano a questo ultimo scontro, la morte che ghermisce le mie spalle è pronta ad abbracciare entrambi. I compagni capiranno, le mie sorelle se ne faranno una ragione, Dineartach tirerà una manciata di semi sopra una merda di capra e dirà qualcosa come: "tutto vive, niente perduto". Maledetta. Mi stupisco di ricordare ancora il suo nome completo, dopo mesi e mesi che la chiamo Dina.

E poi lo scontro. Il tuo maglio affamato che morde ad ogni colpo, spinto dalla mia mano; la mia voce che accompagna gli insperati successi, dal suono così simile alla tua; la lancia che dovrebbe tagliarmi il braccio e che invece fende l'aria, per colpa o merito di una tua decisione. Per un istante vedo il mondo come lo vedi tu: il mio avversario ne scorge il riflesso dentro ai miei occhi e decide di cedere il passo. "Questo scontro è tuo". Terzo duello in un mese. A Krandamer morirebbero d'invidia.

"Porta quelle armi con fierezza, poiché ti appartengono". E io che avevo in mente di lasciarle in questa palude.

A Elsenor si dice che non puoi sconfiggere un demone senza conoscere il suo nome. Chiedo a Corna di Bisonte di dirmi il vostro: Taerbeck e Tarkhun. Finalmente.

Mi hai fregato, Tarkhun. Avevi deciso da tempo di andartene da Uthun ed io esaudirò questo tuo desiderio, ora che mi sono assicurato che nessuno possa mai ricordarti come un vile. Ma è l'ultima volta. Questa vittoria mi dà il diritto di lasciare voi Kraighar sul posto, di non essere risucchiato ulteriormente dalla vostra visione del mondo. E' questa la ricompensa che chiedo, penso di essermela guadagnata. Ho vinto, ho avuto fortuna: ma ho dato anche a ciascuno di voi la possibilità di recuperare i vostri soldi. Adesso è arrivato il momento di alzarsi dal tavolo: ho voglia di tornare a Uryen, riempire il mio boccale di birra decente, rivedere le mie sorelle, prendere a testate Dina. Maestro di me stesso, nel bene e nel male. Voi non seguitemi, io non tornerò.

Ah, ancora una cosa...

Kraighar (immagine)

Ma vostra madre lo sa che vi vestite così?
scritto da Vodan Thorn , 00:39 | permalink | markup wiki | commenti (7)
Scritto il 06/06/2015 · 14 di 23 (mostra altri)
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