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La cerca di Bohemond
Bohemond D'Arlac
"Tu fai parte dei Primi, Bohemond, non dimenticarlo mai."
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Scritto il 09/10/2013 · 7 di 27 (mostra altri)
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23 Agosto 516
Giovedì 10 Ottobre 2013

La Prima delle Estati

"Quando il primo uomo giunse nel mondo vi trovò una desolazione senza fine, sprofondata nella tenebra più fitta. La terra era sterile, stritolata dall'implacabile morsa del ghiaccio, e i miseri arbusti che spuntavano da quella coltre potevano dare ben poco frutto, e attorno ad essi si rintanavano bestie fameliche. Egli allora fuggì verso il mare, ma oltre la riva lo attendeva una gelida lastra, più nera della Notte del Fato, e sotto questa ristagnavano acque torbide, popolate di orrori senza nome. Sgomento, sollevò gli occhi al cielo come ad implorare una qualche misericordia, ma sopra di lui non vi era che un deserto di piombo, vasto e muto. Così come la terra infeconda e i suoi sterpi e le sue fiere, così come il mare infido e le legioni di mostri nei suoi abissi, così come il cielo maligno e il suo cupo silenzio, il primo uomo apparteneva al Signore della Vita e della Morte, Shub-Niggurath, e gli appartenne la sua discendenza, per innumerevoli generazioni."

Sono passati sei anni da quella mattina d'estate, eppure mi ricordo bene come la voce di Rostand, dapprima possente, si era fatta man mano più fioca, quasi che avesse timore a proseguire nel racconto delle sventurate origini dell'uomo. Sussurrò appena l'empio nome del Signore dei Corvi, e quando ebbe concluso sprofondò in un silenzio accigliato.

Ricordo che sbuffai, pensando all'infinità di sermoni sinistri e barbosi che mi ancora mi aspettavano al Sanatorio, e maledissi tra me e me Ser Dolor per avermi inflitto questo inutile ultimo supplizio. Mio padre se ne sarebbe fatto una ragione, i miei giorni alla Fortezza erano contati in ogni caso.

Poi il prete riprese a parlare, e questa volta con tanta veemenza da farmi sobbalzare.

"Infine giunse l'Alba, e in essa Pyros avvampò, ed Egli diede battaglia all'Oscuro, e lo scaraventò lontano, nelle più profonde viscere del mondo là dove tutto è freddo e morto. Per grazia Sua la terra divenne ferace e le bestie mansuete, i mari limpidi e pescosi. Il cielo sfolgorò della gloria del Signore del Fuoco, ed ovunque risuonò il canto degli uccelli. Tutto ora apparteneva all'unico vero Signore della Vita, e similmente gli appartenne l'uomo, che pure era nato nella Tenebra."

Solo questo mi disse, prima di congedarmi.

E' buffo ripensare alla Prima delle Estati in un momento come questo. Larissa sembra fissarmi, il volto pietrificato in una smorfia di terrore. Aveva questo sguardo il primo uomo, quando vide la nera voragine del cielo incombere su di sé?

Ripulisco il sangue dalla lama con un lembo della sua veste nera. "Come l'Oscuro, pur sepolto nel più remoto degli antri, continua a cospirare a danno di ogni vivente, così la malvagità dei primi uomini continua a covare silenziosa nel cuore di ciascuno di noi, come una brace mai del tutto spenta e che brama di divampare ancora. Non c'è speranza, nè misericordia, per chi ha scelto di lasciarsi consumare da quelle fiamme impure." Così mesi più tardi avrebbe risposto Rostand alle mie suppliche, rifiutando ancora ed ancora di soccorrere il mio compagno moribondo.
Non c'è speranza, nè misericordia. Provo a ripeterlo a me stesso, eppure non riesco a smettere di guardare quel corpo riverso. Cosa ti ha spinto a voltare le spalle alla tua gente, come è riuscita a sedurti la follia sanguinaria di questi...rifiuti?

Engelhaft avrebbe lottato per condurla ad un sincero pentimento. Avrebbe insistito, e predicato, e invitato alla preghiera, ed infine raccomandato la sua anima alla clemenza degli Dei. Io non le ho concesso neppure di farfugliare un "pietà di me". Si illude che ci sia rimasto ancora qualcosa da salvare in questa terra maledetta che rivomita i suoi morti affinché divorino i vivi. Con quale disperazione ripeteva le invocazioni al cimitero di Gshaid, e con che aria afflitta in ultimo ha desistito, rifiutandosi di accettare l'ineluttabilità di quella profanazione e arrivando quasi a dubitare del favore degli Dei!
Non capisce che gli Dei ci arridono, che Ilmatar ha guidato la freccia con cui Vodan ha abbattuto Pale Schatten, che Dytros ha sorretto il suo braccio ed il mio nel fare giustizia di Osten Vandervoort. Noi siamo i primi, e la nostra opera si deve compiere con l'acciaio, non con l'incenso. Altri verranno dopo di noi, a dispensare speranza e misericordia.

E allora perché non posso distorgliere lo sguardo dai resti straziati di Larissa? Perché sento la stessa pena di allora, e rivedo Roland Montaine sulla barella, pallido come uno spettro, e spero con tutto me stesso che il volto severo di Padre Rostand si sciolga alle mie implorazioni?
scritto da Bohemond D'Arlac , 00:26 | permalink | markup wiki | commenti (0)
Scritto il 09/10/2013 · 7 di 27 (mostra altri)
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