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Il Valvassore
Guelfo da Flavigny
 
creato il: 20/05/2005   messaggi totali: 60   commenti totali: 79
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Scritto il 13/06/2010 · 54 di 60 (mostra altri)
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10 Settembre 518
Domenica 13 Giugno 2010

L'uomo che sarò

Santa Tina del Lazzaretto. La Sorella Senza Nome ha appena lasciato il mio capezzale. Solice tiene ancora la mia mano stretta nella sua. Mi sento in pace malgrado il dolore che mi strazia la carne.

Chiudo gli occhi, e alla penombra del capannone si sostituisce una tenebra fitta ma dolce, che non ho più ragione di temere. Guelfo, Dominus di Flavigny, figlio adottivo di Lord Graham Dillon, è morto.

Penso alle mancanze dell'uomo che ero. Alla vanità, all'ambizione, all'arroganza. A come le ho assecondate a danno dei miei affetti più cari. Penso al disprezzo che ho riservato a Loic a causa del suo censo, alle menzogne e agli intrighi con cui ho cercato di ostacolare il suo amore per Desiree. Alla disinvoltura con cui ho giocato con i sentimenti di lei, nella speranza di trarne un profitto per la nostra casata. Chissà...se non avessi ritenuto quell'unione un insulto e una minaccia al mio prestigio, se non avessi cospirato con ogni mezzo per impedirla...forse le cose sarebbero andate in modo diverso, e tanta infelicità sarebbe stata loro risparmiata.

Sprofondo nell'oscurità. Il freddo mi intorpidisce le membra, ogni sofferenza scompare. Solo il tepore della mano di Solice mi ricorda che sono ancora in questo mondo.

"NON DIRAI AI TUOI NEMICI DI AVERMI VISTO, COSÌ, ALLE PORTE DELL'ABISSO!!!"

La voce poderosa del gigante mi squassa come un vento di tempesta. Vorrei avere la forza per affrontare questo Spirito, piegarlo al mio volere, costringerlo a raccontarmi i tormenti della sua esistenza millenaria. Vorrei...

Due Soli vermigli si accendono nella notte che mi sta ingoiando, tingendola del colore del sangue.

"INGRINMIR!"


Sobbalzo al nome della Bestia. Avvampo nuovamente di dolore, le zanne della creatura che mi ha ucciso tornano a dilaniarmi, ma i miei occhi serrati non riescono a vedere che questo infinito, assurdo crepuscolo. Non sento più la mano di Solice.

"...Ingrinmir..."

E' poco più di un sussurro, stavolta. Stento a riconoscere la voce melodiosa di Julie, incrinata dalla paura...dalla disperazione. Per una ragione che non comprendo, mi attraversa il cuore come una lancia incandescente. Non sento più i morsi del mio assassino, solo questa insopportabile fitta nel petto.

Julie parla ancora, incerta come una bimba che tenta di ripetere un verso di cui le sfugge il senso.

"...ci rivedremo nell'Alba del Sangue..."


Intorno a me il cielo brucia in una vampa scarlatta. Immense spire di fuoco vorticano sull'orizzonte, poi prendono a danzare con grazia, come sospinte da una brezza gentile, riflessi dorati e di rame di una bellezza che toglie il respiro.

...vorrei dirle che è tutta colpa mia. Che la fiamma che mi consuma l'anima è assai diversa da quella che Lucius custodisce nel suo cuore, che non avrei mai voluto che il suo marchio sinistro finisse per tormentare anche lei, proprio lei. Vorrei dirle che affronterò io quella Potenza dell'Abisso, così come ho attirato su di me l'orrendo Ingrinmir, dovessi morirne ancora ed ancora. Vorrei...

Volge il capo verso di me, come in risposta alle mie silenziose implorazioni. Ma il bel viso incorniciato da chiome incandescenti...non è il suo.

"Tu non sei un Mago... o lo sei?"

Mi parla con la voce di Jarel Delosan, di Maersinelle Payne, di Dora Barrows. Sorride.

No...non sono un Mago. Non come credi tu.

"No? Eppure bussi alle porte dell'Abisso. Dovrei essere fiera di te."

Sai bene che non intendevo...

"So bene che ti è sempre piaciuto giocare col tuo Dono, ma che non hai mai avuto il coraggio di vederlo per quello che è...di vederti per quello che sei."

Io...sono diverso. Gli Dei...

Le voci si intrecciano in una risata diabolica, che mi ammutolisce.

"Gli Dei, Guelfo!? Gli Dei!? Sei riuscito ad ingannare loro, forse...ma non me. Nessuno ti conosce bene come me. So a cosa hai rinunciato, sciocco! E soprattutto...so a cosa NON hai rinunciato.
Hai recitato bene il tuo copione, e devo concedertelo, sei stato piuttosto convincente. Solice ci è cascata con tutte le scarpe, quasi le veniva da piangere a sentirti dire addio a Flavigny! E la vendetta poi...come sei stato nobile a mettere da parte le tue beghe terrene per meglio servire la Causa!"


Lei tace per un istante, come per lasciarmi il tempo di rispondere. Resto in silenzio.

"Ma ne' la piccola Paladina, ne' la vecchietta rattrappita sapevano quello che so io. Avevi già capito da un pezzo che l'eredità di Dillon ti era solo d'intralcio, non è così? Lo avevi detto alla tua Nailah, che la tua lotta non avrebbe mai avuto termine, che mai ti saresti rassegnato a vivere in pace, anche dopo aver fatto giustizia degli assassini di Graham Dillon? Finirai per mettere da parte anche lei e Jacob, non è vero?"

Sorride dolcemente e scuote il capo, come una madre paziente di fronte alle ingenue monellerie del suo bambino.

"E adesso, senza più terre, senza più vendetta...cosa farai? Adesso che non hai più distrazioni... abbraccerai finalmente il tuo destino, sì? Questa tua Causa...è veramente ciò a cui hai deciso di consacrare la tua vita?"

Riesco a malapena ad annuire.

"Se questo fosse vero, piccolo mio, avresti rinunciato al tuo Dono. Avresti rinunciato a ME. Ma non l'hai fatto perchè sono IO il tuo destino, IO la tua Causa."

Non c'è bisogno che io risponda. Entrambi sappiamo che ha ragione, entrambi sappiamo quale sia l'unico futuro che può attendermi. Una luce smeraldina di trionfo le brilla negli occhi, avvicina le labbra cremisi alle mie, bisbigliando.

"E sia. Combatterai la Tenebra, ne carpirai i segreti, me li offrirai in dono. Non mi importa nel nome di quali Dei ti illuderai di farlo. Ti sarò devota in ogni caso, Guelfo, e tu sarai devoto a ME, e insieme continueremo a gettare il nostro sguardo nell'Abisso, a sfidare i suoi orrori e le sue meraviglie. Fino al giorno in cui non sarai più abbastanza forte da domarmi..."

" ...fino al giorno in cui ti divorerò."


Mi appresto a soccombere alla crudele dolcezza del suo bacio. Penso a Nailah, al compagno che non potrò mai essere per lei. Mi sembra di sentire il profumo dei suoi capelli corvini, il dolce calore del suo respiro. Poi... qualcosa di freddo, leggero, mi si posa sulle labbra. Spalanco gli occhi, confuso.

Uno splendido cielo notturno si apre su di me, rischiarato da miriadi di stelle d'argento. Resto così, per un'eternità, a contemplare questa visione d'incanto. All'improvviso mi ricordo, e porto una mano alla bocca. Senza sorpresa, mi trovo a stringere una carta da gioco.
Come a Chalard. Come una vita fa.
Sorrido.

Sulla faccia ci sono due figure che avanzano lungo una via, tenendosi per mano. Dietro di loro sta sorgendo un sole benevolo.Il viandante sulla destra ha lunghi capelli biondi, e direi che sia una fanciulla, sebbene porti un grande scudo al fianco. In lei credo di riconoscere Solice. Sta guardando l'orizzonte di fronte a se' ed appare serena, quasi che riuscisse già a scorgere la fine del cammino. L'altro ha il capo rivolto verso di lei, come se si stesse lasciando guidare, e sembra altrettanto sicuro che tutto andrà bene.

Mi domando chi mai possa essere costui mentre il chiarore delle stelle va affievolendosi pian piano, consegnandomi all'oblio.
scritto da Guelfo da Flavigny , 19:56 | permalink | markup wiki | commenti (0)
Scritto il 13/06/2010 · 54 di 60 (mostra altri)
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