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Kailah Morstan
diario di viaggio
Kailah Morstan
 
creato il: 13/01/2012   messaggi totali: 84   commenti totali: 91
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Scritto il 20/11/2012 · 22 di 84 (mostra altri)
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5 maggio 516
Martedì 20 Novembre 2012

Buona Fortuna

"Buona fortuna".
Kurt che mi saluta, mi stringe la mano con le sue. Le stesse mani con cui tante volte aveva incurvato il legno flessibile del mio arco, quando mi incoraggiava a sostituire da sola la corda.

"Lo so che è duro, ma devi fare forza, puntalo a terra, guarda me".

Le prime volte, nei nostri allenamenti lontano tra i boschi, mi sanguinava la pelle delle mani per l'attrito. Sono arrivati i calli, le stagioni sono cambiate, poco a poco ho imparato.
Ed ho persino superato il maestro. Era orgoglioso Kurt, quando lo battevo nel centrare il bersaglio. Nel cambiare la corda invece era lui il più bravo. Incurvava il mio arco con una facilità che gli ho sempre invidiato, senza sforzo.
"Che pretendi, Kailah", rideva lui. "Sarebbe grave se tu fossi più forzuta di me"
Oh, non c'è pericolo, Kurt. Non sono forte. Non sarò mai forte come te.

L'arco che mi ha regalato Kurt, il mio primo vero arco, adesso giace in frantumi tra i massi della cripta crollata a Cantor.
Ringrazio il cielo di non aver fatto la stessa fine, ci sono andata vicino.

Non c'è da fare tante tragedie, è alle persone che bisogna legarsi, non alle cose. Sono viva, sono vivi i miei compagni, che forse posso ormai azzardarmi a chiamare amici. Siamo vivi, ce l'abbiamo fatta, dobbiamo ringraziare gli Dei per questo.
Il mio vecchio arco è l'unica vittima di quella battaglia, tutto sommato è andata bene.

Ma Rock mi ha detto che ho fatto male a lasciarlo a terra. Che un buon soldato non si separa mai dalla sua arma.
Nel darmi un arco nuovo, mi ha detto che non dovrò abbandonarlo mai più. "Dagli un nome, Kailah, intrecciagli una ciocca dei tuoi capelli".

Con l'arco che ho perduto non avrebbe avuto senso farlo. Quell'arco l'aveva costruito il mio migliore amico apposta per me. Non serviva dargli altra sacralità per farmelo sentire importante. Capelli, un nome? A che scopo? Aveva già la sua anima.
Ma ha ragione il Sergente Rock, lui non sa tante cose su di me, ma dice bene quando insiste che un'arco non è soltanto un pezzo di legno flessibile e una buona corda. Che è qualcosa di più.

Adesso ho un arco nuovo. Ad un'occhiata superficiale è molto simile a quello che ho perduto, ma le differenze si sentono in mano, a occhi chiusi, col tatto. Ci vorrà un po' di tempo per farlo mio. Ma non c'è bisogno di dargli un nome. Non me ne voglia il Sergente Rock, ma ho ben chiaro cosa ha voluto dirmi e gli do ragione. Però io ho sbagliato per la fretta, per la paura, non perchè avessi poca considerazione del mio arco. Ho troppo rispetto della mia arma per trasformarla adesso in un feticcio.

Questo nuovo arco custodisce la sua anima nella consapevolezza che ho di essere viva. Incredibilmente ancora viva.

Ogni volta che lo tenderò, che la pelle delle mie dita sfiorerà le minuscole differenze con quello che l'ha preceduto, il mio cuore ringrazierà silenziosamente tutte le persone che mi hanno permesso di essere ancora qui. Chi mi ha protetto, chi mi ha insegnato a combattere, chi mi ha infuso abbastanza coraggio da non impazzire.

Se io sono qui, e non sotto quelle pietre insieme al mio vecchio arco, significa che ho ancora molto da fare.

"Buona fortuna". Il tuo regalo, Kurt. Amico delle cose mai dette. Un augurio importante che mi ha accompagnata e mi ha protetta ancora una volta.

Buona fortuna, sento la tua voce nel suono elastico del nuovo arco che si tende. Buona fortuna.
Buona fortuna, buona mira, buona caccia.

"Buona fortuna".
E' così che ti chiamerò? Di buona fortuna ne avrò ancora molto bisogno.

Kailah e Buona Fortuna
scritto da Kailah , 12:58 | permalink | markup wiki | commenti (0)
Scritto il 20/11/2012 · 22 di 84 (mostra altri)
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