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- Bohemond d'Arlac -
 
Kailah Morstan
diario di viaggio
Kailah Morstan
 
creato il: 13/01/2012   messaggi totali: 84   commenti totali: 91
273004 visite dal 13/01/2012 (ultima visita il 19/03/2024, 04:42)
28 MARZO 516
Lunedì 25 Giugno 2012

Reazioni

Qualche giorno fa, di ritorno alla fattoria del povero Messer Tober, abbiamo raccontato la nostra disavventura a Bert, compagno d'armi del compianto Gideon.
La sua reazione è stata prevedibilmente un po' incredula, al punto che ci ha consigliato di omettere qualche dettaglio, al momento di far rapporto al Sergente Rock.

Invece oggi, giustamente, appena tornati a Uryen, Bohemond ha riferito ogni cosa al nostro superiore. Ha descritto gli errori commessi e gli eventi di natura soprannaturale a cui abbiamo assistito. Ha ammesso di aver dovuto collaborare con il gruppo di banditi del Caporale Jones e non ha nascosto niente.

La sua sincerità è stata ricompensata, perchè il Sergente Rock non si è arrabbiato. Era amareggiato, deluso, un po' rassegnato. Ha criticato alcune scelte tattiche, ma non ha minimamente messo in discussione, nemmeno per un istante, che tutte le assurdità che Bohemond gli stava dicendo fossero vere.

Io avevo paura della reazione del Sergente Rock davanti al rapporto di Bohemond, ma vederlo così pronto a credere alle nostre parole mi ha messo davvero i brividi.

Il Sergente Rock, per il ruolo che ricopre e le responsabilità che ha, è molto più informato sulla situazione complessiva rispetto ai soldati semplici.
Così mentre un Bert qualsiasi reagisce con ovvia incredulità davanti ai racconti di Bohemond, il fatto che Rock prenda per buone le sue parole mi fa pensare che le cose stiano messe peggio di quanto non si creda. E che gli orrori che abbiamo visto nel cimitero di Cantor siano meno unici di quanto mi piacerebbe sperare.

Per la nostra carriera militare forse sarebbe stato peggio, ma senz'altro mi avrebbe arrecato maggiore sollievo se Rock se ne fosse uscito dicendo che gli stavamo raccontando assurdità, roba mai sentita prima, frottole. Invece ci ha creduto subito, pessimo segno!!

Riguardo me, io ancora un po' stento a credere ciò che io stessa ho visto e sentito.
I giorni nel cimitero di Cantor sono stati simili ad un incubo, uno di quelli nei quali sei prigioniero in un luogo stregato dove le cose funzionano a modo loro e tutto complotta per tenerti lì inchiodato fino al risveglio.

Per fortuna ci siamo svegliati.

Gideon non è stato altrettanto fortunato, mentre alcuni di noi porteranno a lungo le ferite che hanno subito lì. Ma ora che siamo fuori mi sento incredula. Mi sembra impossibile che le cose siano andate realmente come sono andate.

Quella sorta di uomo bestiale che aveva eretto a sua tana la cripta mezza allagata, e tutti i cadaveri e le carcasse putrescenti... chissà se anche nel Bosco dei Mirtilli si nasconde un posto simile. Chissà se un tempo quello era una "persona" e cosa l'ha ridotto così.

Ma soprattutto... chissà se ci sarà mai qualcuno disposto a prendersi la briga di andare a ripulire e fermare quello scempio.

Adesso godiamoci i lussi della Rocca di Tramontana. Quanto è vero che è tutto relativo, un tempo mi pareva un luogo freddo e spartano, adesso non so immaginare niente di più piacevole ed accogliente.
Presto potremo parlare con il Capitano Barun e riceveremo nuovi ordini.
Potremo chiedere notizie di Cynthia, che secondo indiscrezioni non dovrebbe passarsela malissimo, e magari avere il permesso di parlare con Luger.

Poi si vedrà.


scritto da Kailah , 23:15 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
22 marzo 516
Mercoledì 20 Giugno 2012

brutto momento

Questa stupida nebbia ci ha fatto smarrire di nuovo. Giriamo in tondo per il cimitero, e quando speriamo finalmente di aver trovato la via per allontanarci... ecco di nuovo le cripte: e siamo al punto di partenza.

A ogni giro la situazione peggiora. Provo a elencare le ragioni per essere preoccupati, la lista è lunga e deprimente:

* Bohemond è ferito gravemente, anche Sven non sta bene

* il luogo è malsano, umido al punto che a breve temo che dovrò usare la magia per accendere un fuoco (il che non piacerà a padre Engelhaft, ma amen, il fuoco serve)

* le dicerie sul fatto che questo cimitero sia maledetto sono evidentemente fondate

* ci siamo dovuti alleare coi nostri nemici, che si sono comportati correttamente con noi, il che renderà molto difficile affrontarli in combattimento (proprio moralmente parlando) anche se tutto dovesse risolversi bene

* non so chi avrà il coraggio di andare a dire al Sergente Rock che ci siamo persi il povero Gideon, tutti i cavalli, che non abbiamo catturato i banditi e che la missione è stata un totale, completo e definitivo fallimento

* Anche a livello religioso non mi sento soddisfatta, alcune cose proprio non mi sono piaciute, quindi l'opzione "inginocchiati da una parte e prega" è esclusa, non sono nello spirito giusto

* Tra non molto scenderà la notte e sarà ancora peggio.

Per una questione estetica, di simmetria, dovrei anche elencare le ragioni per essere fiduciosi, i lati positivi della situazione attuale.
Mi sforzo ma davvero non mi viene in mente nulla. Come pure non ho uno straccio di idea da proporre. D'altronde con tanti feriti, senza cavalli, in mezzo a questa nebbia forse anche un po' più insidiosa del normale... che possiamo fare?

Probabilmente l'unica cosa è trincerarci e aspettare il mattino: ora come ora non possiamo spostare i feriti e non c'è modo di orientarsi.
In fondo ieri non era così, non c'era tutta questa nebbia, e magari domani ci sarà un'aria più limpida e riusciremo a muoverci meglio.
Quindi dobbiamo resistere alla nottata, aspettare che passi.

In fondo le cose brutte di solito passano da sole, se si è abbastanza pazienti.

Il trucco è anche tenersi occupati in operazioni utili e manuali, come ad esempio risistemare le frecce danneggiate (ne ho sparate tantissime oggi, peraltro inutilmente, e di questo passo rischio di restare a secco), dare un'occhiata allo scudo di Sven, controllare che il fuoco non si affievolisca e soprattutto fare buona guardia.

L'altra cosa fondamentale è non lasciarsi prendere dalla suggestione.

E' vero che questo posto è maledetto, ne abbiamo avuto diverse prove, ma queste creature spettrali secondo me si nutrono anche della paura che suscitano nelle loro vittime. E' anche per un effetto mentale su di noi che sono così pericolose.
Ad esempio, a pensarci bene... come mai nemmeno ci abbiamo provato a fare il giro largo, attorno ai fantasmi? Dove stava scritto che non poteva funzionare?
Mah, probabilmente la guida ecclesiastica di questo gruppo in questo momento non è la soluzione migliore. Non sto dicendo che non sia utile, ma piuttosto che temo possa paradossalmente farci scivolare ancora più a fondo nel vortice di delirio, suggestione e paura.

Cerchiamo piuttosto di mantenere la calma, restare lucidi, razionali. E' un brutto momento, ma se non ci facciamo prendere dal panico o dal delirio mistico, forse e con un po' di fortuna, riusciremo ad uscirne con le nostre gambe.

Ora vediamo un po' di accendere questo fuoco...

scritto da Kailah , 23:24 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
22 marzo 516
Mercoledì 6 Giugno 2012

Orribile morte.

Gideon deve aver sentito qualche rumore, qualche fruscio, e si sarà fatto attirare un po' oltre i fuochi, fino alla spaccatura nel terreno.
Di sotto, ferito magari, o intontito per l'inaspettata caduta, è stato facile preda di quella grottesca creatura che ho visto, e che ha tentato di ghermire anche me.
Ora penso proprio che sia morto, anzi mi auguro che sia così, perchè non voglio nemmeno immaginare quanto orribile possa essere stata la sua agonia, e prego che sia stata il più breve possibile.

Non lo recupereremo, lo lasceremo laggiù.

Ho provato a convincere Bohemond dell'importanza di non abbandonarlo lì a marcire, ma lui è il mio superiore sul campo e non posso far altro che arrendermi alle sue decisioni. Siamo infatti sotto minaccia degli uomini del Caporale Jones, è troppo pericoloso calarsi in un buco col rischio di essere sorpresi e imprigionati come topi.

Un po' mi chiedo che differenza faccia allora andare a esplorare le cripte del vecchio cimitero, visto che comunque si tratta di calarsi sottoterra in posti potenzialmente pericolosi e esporsi agli attacchi nemici, senza nemmeno il pio obiettivo di estrarre le spoglie del povero commilitone Gideon. Comunque tant'è.

Non conoscevo Gideon, ci ho scambiato solo poche parole, ma era uno dei nostri. E poteva toccare a chiunque di noi di finire in quel buco orrendo a morire.

Fortunatamente non sono io il capo, perchè prendere certe decisioni dev'essere mortalmente difficile... bisogna inghiottire molti scrupoli per abbandonare un compagno in una simile situazione. Anche se è quasi certamente morto, o morente.
Io non ho proprio la stoffa del capo.

Riguardo quel che ho visto, sono certa di non avere avuto le traveggole. L'ho visto bene, e a lungo, mentre i miei compagni mi issavano fuori da quel buco. Era un uomo, o comunque qualcosa di simile ad un uomo. Occhi gialli, pelle scura. Nelle leggende si racconta di simili creature maledette, che hanno perduto ogni traccia di umanità e di raziocinio, per diventare simili a bestie.
Anche se tendo a non credere alle leggende, quantomeno a non prenderle per oro colato, ho visto coi miei occhi quell'essere.
Chissà se ce n'è uno solo, o se sono numerosi. Chissà dove si nascondono, come sono diventati così.

Questo posto fa veramente schifo.

Ora dobbiamo calarci nelle cripte. Dei, quanto non mi va...

scritto da Kailah , 13:49 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
20 marzo 516
Lunedì 21 Maggio 2012

Mi sveglio di soprassalto, è stato solo un momento, eppure ho sognato.

Intorno a me l'atmosfera della fattoria di Mastro Tober è concitata, riconosco le voci dei miei compagni che parlano con i garzoni del mugnaio per cercare di organizzare una difesa per la notte. Bohemond prova a calmare il figlio di Mastro Tober, mentre dal piano di sopra si sente il sommesso pianto delle donne.

Eppure la sensazione del sogno è talmente vivida che fatico a scuotermi, mentre già sento la nostalgia della dimensione notturna che sta velocemente svanendo.
C'è Conrad nel mio sogno, ed è una cosa così strana: non lo sognavo da anni, da quando smise di parlarmi, assurdamente, ingiustamente. Quasi come se fosse stata colpa mia, e non sua, tutto quel che è successo. Stupido chiacchierone, incapace di mantenere un segreto.

Ma soprattutto c'è Kurt, nel mio sogno, ed è di lui che sento la mancanza. L'amico silenzioso che mi ha insegnato a maneggiare gli attrezzi da falegname e che in questo sogno mi accompagnava sulla riva del mare e mi mostrava tante creature misteriose.
E' una bella giornata limpida, di sole, e Kurt mi fa strada su una scogliera verdeggiante a picco sul mare. "Guarda laggiù" mi indica qualcosa tra la spuma delle onde. Fatico un po' a capire di cosa si tratti ed ecco che riesco a vedere una grande chiocciola, accucciata nel mare, con le antenne che oscillano dolcemente, riparata da uno scoglio sul pelo dell'acqua.
"Guarda là!" indica Kurt più lontano, verso l'orizzonte, ed ecco tantissimi delfini che avanzano nuotando veloci al pelo dell'acqua, sollevando schiuma brillante nel sole. E' uno spettacolo bellissimo, e solo adesso mi rendo conto che intorno a noi c'è tanta gente che guarda verso il mare.
Prendo Kurt per mano, cosa mai fatta prima d'ora, mai fatta nella realtà, e gli faccio strada verso una zona più bassa della scogliera, meno affollata. Lui mi segue senza fare domande.

Ed è a questo punto che incontriamo Conrad.
Io mi sento improvvisamente a disagio, Conrad accenna un sorriso. "Ciao", gli dico. Ma io no, non sorrido, e subito mi allontano con Kurt, trascinandolo via mentre sento Conrad che risponde al mio saluto, interdetto.
Eh no, non puoi venire da me e fare finta di niente. Non voglio nemmeno le tue scuse, voglio soltanto non vederti mai più. Neanche in sogno.

Raggiungiamo una spiaggia più in basso, e nella parete di roccia adiacente, tra le piccole caverne scavate dagli elementi, scorgo i tentacoli di un'immensa piovra che si nasconde. Provo a mostrarla a Kurt, che non fa in tempo a vederla. Ed ecco che c'è gente che ride e indica, più avanti, dei ragni acquatici grandi come gatti, che sputano brandelli di ragnatela in giro.
Sono grandi, neri e orrendi, ma non fanno paura, anzi è quasi un gioco non farsi raggiungere dai loro filamenti appiccicosi.
Ed è su questa spiaggetta giocosa che il sogno mi abbandona, mentre col mio vecchio amico scherziamo e guardiamo quelle strane creature marine, mostruose e divertenti.

Burglitz è lontanissima adesso. Non rimpiango quel villaggio, il vicinato ciarliero, le comari impiccione che non vedono l'ora di puntare il dito contro di te. Rimpiango però i pomeriggi ombrosi che profumano di primavera, i manicaretti della nostra cuoca, e la penombra della falegnameria di Mastro Geshield. Kurt è sempre stato un tipo di poche parole, proprio come suo padre. Da loro mi sentivo bene, anche nelle giornatacce successive allo "scandalo": non mi hanno mai chiesto niente, e non c'era nel loro sguardo nè curiosità nè biasimo. Per questo così spesso mi rifugiavo alla falegnameria, perchè era l'unico posto in tutta Burglitz nel quale mi trattassero normalmente, proprio come prima. E' per questo che, quasi senza accorgercene, Kurt e io siamo diventati amici.

Anche i saluti, al momento di partire per la rocca di Bronne, sono stati tranquilli. "Buona fortuna", mi ha augurato Kurt. Ci siamo stretti la mano e via. Verso il Nord.

scritto da Kailah , 14:57 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
16 marzo 516
Mercoledì 9 Maggio 2012

Vita nell'esercito

Tutto sommato la vita dell'esercito non mi dispiace.

Zero convenevoli, regole chiare, ufficiali bruschi ma rispettosi. All'inizio ho un po' faticato ad abituarmi ad alcune formalità, mi dimenticavo di mettermi sull'attenti, mi sentivo goffa. Confondevo i modi sbrigativi dei miei superiori e degli stessi compagni per scortesia, non sapevo come comportarmi.
Poco a poco sto invece iniziando ad apprezzare questo stile, nel quale sussistono delle semplici regole di comportamento da rispettare, ma non c'è l'ipocrisia e la falsa gentilezza a cui ero abituata nel mio ambiente di origine.

Se penso a tutti i complimenti che ricevevo a casa, parole educate e formali che in realtà nascondevano il disprezzo e la strumentalizzazione di ciò che sono... e li accosto alle "parolacce" schiette e sfacciate che sento pronunciare al buon Sergente Rock, beh, non c'è paragone: continuano un po' ad imbarazzarmi certe espressioni, ma qui sono la regola. E' tutto immensamente più semplice.

Quel che poi mi fa più piacere è che qui vengo considerata e trattata per quel poco che so fare, per il mio impegno e la buona volontà che dimostro, e non per chi è mio padre, o perchè sono una donna, o per altre finalità più o meno oscure. Le alzatacce all'alba, il freddo e i pericoli sono uguali per tutti, chi ci comanda è con noi in prima linea. Questo io lo chiamo rispetto.

Non sono tanto ingenua da ritenere che tutto l'esercito sia ugualmente ben strutturato: già lo sguardo che abbiamo dato ai moli di Uryen mostra uno spaccato di vita militare assai più ingiusto e sgradevole.
Sono fortunata ad essere finita alla Rocca di Tramontana, agli ordini del Sergente Rock, come pure fui fortunata alla Chela, dove era Heinrick a comandarci. Tutte persone in gamba, che non si risparmiano, e che non chiedono a nessuno di rischiare più di quanto non facciano loro per primi.

Voglio impegnarmi: con un po' di buona volontà e di fortuna riuscirò a diventare una "regolare", sarebbe proprio una soddisfazione!


scritto da Kailah , 11:15 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
11 marzo 516
Venerdì 27 Aprile 2012

Non ho mai visto una marea.

E' difficile descrivere in modo credibile l'apparizione che abbiamo avuto poco fa lungo il fiume Traunne.
Se fosse qualcun altro a raccontarmelo, lo prenderei per un visionario, una persona che si fa suggestionare con troppa facilità. Ma poichè sono stata proprio io a vederlo, mi vengono in mente molti dubbi e timori.
Ho evitato di dire al Sergente Rock e ai compagni che ho avuto l'impressione che le figure barcollanti oltre il fiume fossero dei cadaveri, più che degli appestati, per timore di essere presa per scema: in fondo dal punto di vista della pericolosità dovremmo essere sugli stessi livelli, si tratta comunque di creature estremamente pericolose, da tenere a distanza.
Le implicazioni però sarebbero molto diverse. Morti che camminano? Persone possedute in qualche modo dagli stessi insetti che hanno reso malsicuro il Bosco dei Mirtilli? Oppure gente contagiata da qualche morbo di cui ancora ignoriamo l'esistenza?

Certo è che questo primo sguardo al di là del Traunne mette i brividi, al punto che riesco a comprendere l'azzardato sconfinamento di quei disgraziati che abbiamo fermato poco fa: fuggivano da qualcosa di così orribile che probabilmente anche la morte per mano di soldati dell'esercito di Uryen gli è apparsa meno spaventosa.

A questo punto bisognerebbe forse riconsiderare un po' di cose, e sono fiduciosa che il Capitano Barun, quando tornerà, saprà darci istruzioni precise su come affrontare questo problema.
Nel frattempo è evidente l'importanza che niente e nessuno, e sottolineo "niente", oltrepassi il Traunne. Qualsiasi contagio alberghi a Nord Est, è bene che resti confinato lì e che non trovi modo di espandersi verso queste terre già tanto malridotte.

Tra non molto potremo probabilmente raccogliere le testimonianze dei prigionieri, che saranno interessanti, ci permetteranno forse di capire un po' meglio cosa siano quelle creature.
Tre di loro sono state inghiottite dal fiume, trascinate verso il mare dalla corrente.

"Cosa ne sai tu di maree? Hai mai visto una marea?" Nossignore, signor Tenente di Vascello.
E in tutta onestà sono ben felice di non averne mai viste.

Il mare non mi piace.

Non mi piaceva prima, e mi piace ancora meno adesso che so che ci si stanno decomponendo almeno tre di quelle "cose". Insieme a chissà quanti morti, a tutta la sporcizia, le malattie, le peggiori schifezze.
Hai voglia a dire quanto sono belli i tramonti sul mare, quanto è romantico lo sciambrottio delle onde, quanto profuma l'aria salmastra.
I tramonti si salvano, è vero. Ma quanto al resto... il mare puzza, è minaccioso, e sporco.
I pesci si nutrono di cadaveri, ingrassano mangiando quelle creature gonfie e ributtanti. Gli uccellacci, i gabbiani si abbuffano di pesce. E gracchiano orribilmente.

Domani devo risistemare la scala di questa torre, e in generale, visto quanto tutto qui ha bisogno di manutenzione, dovrò chiedere un po' di attrezzi di lavoro da portare sempre con me. Se avessi immaginato di trovare il posto in condizioni simili avrei già cercato di procurarmeli. Si impara sempre qualcosa, girando da queste parti. La prima cosa è, io credo, di non dare proprio niente, ma niente di niente, per scontato.

Sono agitata stanotte, non c'è dubbio, e fare una lista mentale delle cose a cui provvedere di solito ha l'effetto di calmarmi. Proviamoci, dunque:

* buona guardia al confine, finchè staremo qui di vedetta
* riparazione della scala
* recupero di attrezzi utili (martello, chiodi, paletti, sega, smeriglio, corda, punteruolo)
* studio delle eventuali tracce lungo il fiume, con la luce del giorno

Bene, stanno portando qui i prigionieri. Sentiamo un po' che cosa avranno da raccontarci...

scritto da Kailah , 22:54 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
10 marzo 516
Martedì 17 Aprile 2012

l'immenso cimitero

Cerco di non mostrarmi turbata, mentre attraversiamo la foresta di cadaveri senza nome alle porte dei moli di Uryen. Occhi cavi, corpi maceri e putrescenti, lingue gonfie. La morte sporca, maleodorante, sordida. Corpi umidi, pelle che si sfilaccia poco a poco.
Anche Padre Engelhaft è scosso, mormora una preghiera tra le labbra. Forse lui riesce a sentire i lamenti di tante anime sofferenti, le loro grida silenziose dall'Oltretomba.
Io vedo soltanto corpi straziati, macabra rappresentazione di cosa tutti diventeremo, quando ogni anelito di vita lascerà la nostra carne. Prego che, quando sarà il mio turno, il pudore della terra e di un misericordioso sudario possa proteggere il decadimento del mio corpo dallo sguardo dei viventi.

Anche un luogo abitato può avere lo stesso sapore dolciastro e decadente della putrefazione. E' questo il caso del Porto di Uryen, che agonizza nella corruzione e in un degrado senza speranza.
Due reclute come noi, forse troppo coscienziose, forse snervate e irrascibili, hanno percorso il sentiero tra i morti e non faranno più ritorno, colpevoli soltanto di aver provato a fare il proprio dovere. L'ingenuità qui si paga salato, salato come il sangue.

Abbiamo seguito le loro tracce, ricostruendo il loro ultimo viaggio. La rissa nella locanda, il pestaggio al molo, i calci, il bagno nel vino rancido. E poi la ritirata umiliante sul sentiero impervio, fino all'ultimo riparo ingannevole tra gli scogli.
Infine la morte. Sbattuti sulle rocce dalle onde del mare, senza via di scampo. I minuscoli schizzi di sangue che hanno preso vita magicamente sulla roccia raccontano di una fine violentissima.
Non sono stati gli uomini ad ucciderli, è stato il mare. Di loro abbiamo il nome, ma i corpi sono scomparsi tra le onde, e nessuno li ritroverà mai.

Sono tante le storie che parlano delle insidie del mare. Ma quei due poveretti chissà da dove venivano, chissà se avevano idea del rischio che stavano correndo. E forse, in fondo, non avevano alternative. Il mare è stato crudele, ma più pietoso degli uomini, perchè ha nascosto i loro cadaveri, dando loro una sepoltura.
Padre Engelhaft ha recitato una preghiera sul loro eterno riposo, e spero che le loro anime adesso abbiano pace.

Mentre li cercavamo, nella speranza di trovare qualche indizio che ci aiutasse a trovarli, ho per ben due volte chiesto alla Polvere di aiutarmi. E per due volte la magia mi ha guidata fino a minuscole tracce di sangue, che hanno contribuito a raccontarci la triste storia dei due soldati scomparsi.
Padre Engelhaft mi ha fatto degli strani complimenti, quando gli ho indicato i segni sugli scogli. "Siete molto brava, Madamigella Kailah, a trovare le tracce di sangue".
La parola "sangue", sulle sue labbra, mi ha messo i brividi. C'era qualcosa di intimamente minaccioso nel suo tono, di sbagliato. E' vero però. Le tracce di sangue possono dire tante cose, raccontare storie, dare speranza, e toglierla.
Possono restituirti la vita, spazzando via le tremende paure e gli incubi dopo una violenza subita, e possono invece importi la rassegnazione, quando raccontano di una vita spezzata tra i flutti e le rocce.

Guardo il mare calmo e scuro, mentre il sole scende sull'orizzonte, e immagino i tantissimi corpi senza vita che nasconde. E' quieto adesso, non sembra minaccioso, eppure le sue profondità sono animate da una potenza cieca e inarrestabile. Non riesco a smettere di immaginare quella notte, la violenza, le grida e le ossa che si spezzano. Pace e morte, quiete e incontrollabile forza.
Il mare è un immenso cimitero.


scritto da Kailah , 12:36 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
7 marzo 516
Martedì 3 Aprile 2012

fede e scienza

Non capisco proprio una cosa, che mi fa sentire a disagio e mi urta anche un po'.
Siamo stati da Luger fino a poco fa, nella sua cella, e lui si è preso cura di Cynthia con una competenza ed una dedizione encomiabile.
Nonostante l'ora tarda si è messo a nostra disposizione per rispondere alle domande che avevamo da porgli. Sicuramente non ci ha detto proprio tutto tutto, ma sarebbe stato anche assurdo pretenderlo, viste le circostanze. Ci ha detto già tante di quelle cose che fatico ad assimilarle, ed ho bisogno di rifletterci un po' su.
Insomma Luger è stato disponibile, se Cynthia si salverà sarà molto per merito suo, e in più ci ha chiarito moltissimi dubbi su cui ci arrovellavamo da giorni.

Quindi beh... "grazie", per lo meno, no?

E invece ho avuto l'impressione, che spero sia sbagliata, che dopo aver spremuto quel che si poteva dal vecchio studioso in galera, Bohemond e soprattutto Padre Engelhaft gli abbiano voltato le spalle, ostentando indifferenza e persino disprezzo per i suoi metodi.
Magari mi sbaglio, a volte le impressioni che ho a pelle non corrispondono alla verità, tant'è che domani, alla prima occasione, chiederò chiarimenti ai miei due compagni.

Se però non mi sbagliassi, e l'atteggiamento di Padre Engelhaft e di Bohemond fosse dovuto non alla semplice stanchezza di una lunga giornata (il che sarebbe scusabile), bensì ad un ideologico sdegno davanti ai metodi di Luger, beh, sarebbe una cosa abbastanza grave.

Io credo che fede e scienza non possano che essere alleate, e che se gli Dei ci hanno donato un cervello e delle capacità, sia nostro dovere impiegarli al meglio, cercando per quanto possibile di cavarcela con le nostre forze.
La preghiera giusta secondo me non è "Reyks, guarisci Cynthia", bensì "Reyks, infondi in chi si prende cura di lei abbastanza capacità da riuscire a salvarla". Non è giusto disprezzare chi usa le proprie conoscenze alchemiche e scientifiche a fin di bene, e dedica la propria esistenza allo studio di piaghe come quella che infesta il Bosco dei Mirtilli, anche se lo fa da una prospettiva laica.
Se Cynthia si salverà, per come la vedo io, sarà perchè Luger l'ha salvata, estraendo le larve dalle sue ferite, cauterizzando e disinfettando. Certamente le preghiere non faranno male... ma altrettanto certamente da sole non bastano. Tant'è che lo stesso Padre Engelhaft il tentativo di risolvere le cose chirurgicamente l'aveva fatto, prima di risolversi a far portare la paziente qui da Luger.

So bene che mi muovo su un terreno minato, e che rischio di urtare la sensibilità di Padre Engelhaft a fargli questi discorsi, tant'è che domani dovrò dosare bene le parole. Anche Bohemond mi sembra molto in sintonia col Sacerdote, oltretutto, il che gli fa certamente onore, ma richiede ancor più cautela, visto che a quanto ho capito dovrò chiedere proprio a lui di ottenere per me l'autorizzazione a visitare di nuovo Luger.

Cosa che voglio assolutamente fare.

Voglio andare da Luger per sentire come sta Cynthia, ma anche per potergli domandare i consigli di lettura a cui mi aveva accennato all'inizio della nostra conversazione.
E poi c'è un'altra ragione, che mi attira e mi spaventa insieme. Erano anni che non avvertivo in una persona la "traccia" di qualcosa di misterioso, di quel Potere che aveva mio nonno e che io stessa custodisco con qualche titubanza. Mi chiedo se lui sia in grado di avvertire in me ciò che io sento in lui, o se le mie scarse capacità gli nascondano questo segreto.
Mi chiedo anche se lui sarebbe capace di interpretare il libro che custodisco: probabilmente sì, anche se certo non posso parlargliene, non in queste condizioni.

Comunque sia, procedendo con ordine, la prima cosa è chiedere a Padre Engelhaft una spiegazione sul suo strano e insolitamente scostante atteggiamento nei riguardi di Luger. La seconda cosa è ottenere il permesso a far nuovamente visita allo studioso. La terza... ancora non la so. Forse è riguardarmi, cercare di guarire in fretta, visto che ci sarà così tanto da fare!

scritto da Kailah , 12:24 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
7 marzo 516
Sabato 31 Marzo 2012

Il Professore

Avevamo un precettore, a Burglitz, che si faceva chiamare "il Professore".
Era un uomo piuttosto avanti con gli anni, originario di una cittadina non distante da Greyhaven, aveva girato il mondo in lungo e in largo, fino a quando aveva deciso di stabilirsi ad Ammerung. Veniva a casa nostra una volta alla settimana, per dare lezioni a tutti i ragazzi della famiglia.
Arrivava la mattina presto col suo calesse, veniva fatto accomodare e un domestico gli portava sempre qualcosa di caldo da bere, se era inverno, o di fresco durante l'estate.
Noi lo aspettavamo con ansia, curiosità e un po' di timore.
Il Professore era un uomo mite, in fondo, ma ci metteva in suggezione con la sua parlata forbita, il dialetto vagamente esotico, e con il suo piglio aristocratico. Indossava infatti una mantella consumata dagli anni e la sua casacca era stata rivoltata una volta di troppo, ma emanava grande autorevolezza.
Noi, figli e figliastri abituati ad avere un paio di scarpe nuove ad ogni inverno, servitori per casa e più roba da mangiare nel piatto di quanta ce ne entrasse nello stomaco, guardavamo quell'uomo che viveva modestamente del proprio lavoro con rispetto. Sprattutto Enrik ed io pendevamo letteralmente dalle sue labbra.
Mio cugino era sempre il primo a scendere le scale, quando sentivamo il calesse che si avvicinava per la strada. Io lo seguivo di corsa.
Il Professore ci salutava con apparente freddezza, ci invitava a sedere, e subito lo iniziavamo a sommergere di domande. Ricordo che spesso la nostra ingenuità gli faceva scappare un sorriso, ma sempre, sempre trovava il modo di risponderci. Perchè si susseguono le stagioni? Da dove vengono i Nani? Cosa c'è oltre il mare? E sotto le montagne?
In realtà il Professore mi intimidiva da morire: ogni volta che mi si rivolgeva direttamente sentivo il cuore accelerare e mi mancavano le parole per rispondergli. Eppure mi sforzavo di chiedere, di rovesciargli addosso le mie curiosità di bambina. Enrik mi faceva coraggio, a volte era lui a porre, al mio posto, le domande che insieme ci eravamo fatti nei giorni precedenti. Io gli ero grata che mi risparmiasse lo sforzo di prendere personalmente la parola, anche se un po' invidiavo la sua sicurezza, e mi rattristavo.
Il Professore sapeva un sacco di cose, e le sapeva raccontare benissimo. Non imbastiva discorsi fumosi, ma al contrario era evidente il suo impegno nel rivolgersi a dei bambini in modo che questi potessero comprenderlo.

Sono passati tanti anni dalla sua morte, povero Professore, chissà perchè mi è tornato in mente adesso.


scritto da Kailah , 23:29 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
5 marzo 516
Lunedì 26 Marzo 2012

Il Bosco fuori dal Tempo

Del racconto di Cynthia mi ha colpito la descrizione del laghetto sacro alla popolazione primitiva che viveva nel Bosco dei Mirtilli fino a qualche mese fa.
La metamorfosi di quelle acque, un tempo limpide e adesso torbide e infestate dagli insetti, sembra una metafora del tempo che passa, e calpesta tutto ciò che di antico e incontaminato continuava a nascondersi lontano dagli occhi della civiltà.

Il Corno del Tramonto è uno strano posto. L'antichità, qui, è relativamente recente, i Kahnast sono stati sconfitti solo un paio di secoli orsono. E' tutto così poco popolato, le vie di comunicazione sono quelle che sono, la terra è ostile all'uomo. Esistono ancora dei luoghi nascosti dove il tempo sembra essersi fermato.

E' per questa ragione che sono un po' indecisa.

Da un lato tendo a ritenere che questa "Bestia dei Mirtilli" (qualsiasi cosa sia) non costituisca un problema così urgente per le popolazioni circostanti. Sono convinta infatti che non possa uscire dal suo rifugio, dal bosco che l'ha generata e protetta fino ad ora. E' forte finchè resta nella sua isola di antichità, non può uscire alla luce del sole. Quindi basta non entrare nel Bosco dei Mirtilli, e nessuno corre pericolo.

Tuttavia io vorrei che fosse un'altra la "Storia" ad avanzare nelle terre prigioniere del passato. Non dovrebbe essere un mostro, una creatura delle ombre, a sterminare le popolazioni selvagge e antiche. Dovremmo essere noi, forti della luce della ragione e della benedizione degli Dei, a entrare in quel bosco e portare la civiltà.

Il mio sogno è di vedere un giorno il Corno del Tramonto davvero civilizzato. Mi piace immaginare fattorie, strade, città.

Ora come ora la contaminazione più grave e urgente è costituita dai nemici Nordri, barbari sanguinari portatori di una cultura incivile e selvaggia. Sono loro il nemico numero uno.
Tuttavia questa creatura della tenebra, velenosa come uno sciame di insetti che ti contaminano dall'interno e mettono radici nel caldo della nostra pelle, va sconfitta. Bisogna liberare il Bosco dei Mirtilli dal suo mostro, bonificarlo. Anche a costo di abbattere uno per uno ogni singolo albero, spazzare via il suo nascondiglio e le ombre che gli danno rifugio.


scritto da Kailah , 13:37 | permalink | markup wiki | commenti (0)