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- Eric Navar -
 
Diario del Capitano Auron
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creato il: 24/03/2006   messaggi totali: 12   commenti totali: 0
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1 Aprile 639
Sabato 15 Aprile 2006

Oggi è stato un gran bel pesce d'aprile, spero di non vivere mai più una giornata sfortunata quanto questa. Ifrit non era Ifrit era stranamente più indisponente del solito e pareva proprio non conoscerci, i suoi occhi avevano un colore diverso e sembrava spaesato. Ci è voluto poco per capire cos'è successo, quel nano malefico! Non bastava che avesse un caratteraccio insopportabile e che la notte mi tenesse sveglio, NO! Pure schizofrenico doveva essere! Ora capisco perché i suoi genitori lo hanno abbandonato, avevano già capito che avrebbe portato solo guai!

Il villaggio non sembrava più lo stesso, la cupa atmosfera di distruzione che aleggiava sopra questo era sparita, ora tutto emanava pace. Oltre al fatto che Ifri... cioè Vothan (sì perché adesso voleva essere chiamato così), di strano abbiamo notato che da un comignolo usciva del fumo. Incuriositi ci siamo avvicinati per vedere qual'era la causa e abbiamo scorto, intento a cucinare, il guerriero che il giorno prima vagava allibito per il sentiero. Stranamente ora parlava la nostra lingua e, dopo averlo convinto che non avevamo cattive intenzioni, ci ha offerto protezione per tornare a Greyheaven, il suo nome è Garlack. Naturalmente non potevamo fidarci completamente quindi non gli abbiamo parlato del tesoro, resta il fatto che i suoi uomini "ci sarebbero stati molto utili".

Ritornati alla casa dei vecchietti questi hanno fissato Pa, avevano intuito tutto. Li ho visti parlare con insistenza all'elfo ma non so esattamente di cosa.

Recuperati gli uomini di Garlack, quasi una dozzina, armati fino ai denti, il cocchiere, puntuale, era giunto come pattuito.
Inevitabilmente non potevamo stare tutti insieme appassionatamente sul carro,, c'era posto, oltre che per noi, solo per Garlack, ma non come passeggero bensì come guidatore. Il cocchiere non era molto felice, ma in mezzo a quella dozzina di uomini brutti e cattivi ha preferito non dibattere la nostra decisione.

Neanche partiti sono rispuntati quei quattro cavalieri ma questa volta non erano soli. Si erano parati davanti a noi, in mezzo alla strada e i bordi della via erano occupati da arcieri. Nugoli di frecce si sono abbattuti su di noi ma non ci eravamo fatti trovare impreparati. Ifrit e Maila hanno dato prova delle loro doti con l'arco, colpendo dapprima i cavalli dei Druidi, facendoli cascare a terra, mentre Garlack spronava i cavalli a correre più forte.
Li abbiamo travolti, Pa aveva provato inutilmente a spaventarli con la magia per aprire un varco in quella marmaglia, evidentemente avevano voglia di morire. Nell'impatto quei bastardi erano riusciti a ferire gravemente alle zampe i due cavalli di testa, così, lentamente, ci stavamo fermando.
La maggior parte dei nemici erano morti nello scontro, ma gli arcieri si erano scansati e avevano continuato a scagliare frecce contro di noi. È a questo punto che mi è venuta l'idea per salvare la pelle.
Con un colpo di scimitarra ho tranciato le redini dei cavalli feriti e li ho cacciati via, era l'unico modo per permettere agli altri due puledri, illesi, di trainarci lontano da quell'inferno.
Zelgadis rimane il più fortunato! No, a parte gli scherzi, è stato coraggioso. Mentre mettevo in atto l'unica soluzione possibile per scappare, si è parato in nostra difesa, facendo da scudo umano contro le frecce che continuano a piovere dal cielo.
La situazione era disperata, ma grazie alla mia intuizione ce l'abbiamo fatta.

Ho da poco finito di medicare Garlack, si era ferito al ventre durante la lotta.Dalla finestra della locanda vedo il carro che ritorna verso la selva di Darlan per recuperare gli altri.

Chissà se rivedrò quel guerriero, francamente ho altro a cui pensare, infatti oggi, dopo molte settimane, non dormirò col nano, dato che non si fida di me, e anche perché resto con l'elfo a guardia del tesoro.


Quella fu la prima volta che i miei compagni ebbero la sventura di imbattersi nel mio alter ego, il maledetto Vothan. L'ho sempre odiato, andare a dormire in un posto e risvegliarmi in un luogo totalmente diverso, completamente all'oscuro di quanto successo, senza sapere chissà quali azioni avesse fatto quell'imbecille.
scritto da Ifrit , 21:06 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
31 Marzo 639
Lunedì 3 Aprile 2006

Evidentemente Pa non ha dormito molto bene, quando stamattina sono sceso era alle prese, munito di un pentolone, con le erbe che aveva raccolto nel bosco il giorno prima. Dice che ora sono trattate e quindi sono curative, ma io so che se non ha usato le dosi giuste, potrebbero essere velenose.

Dopo aver salutato i padroni di casa, ci siamo rimessi in marcia, ho scoperto che Ifrit non va d'accordo coi cani dato che quello dei vecchietti lo ha azzannato ad una coscia. Tra le imprecazioni del nano siamo giunti ai piedi della montagna, un irto sentiero, vecchio di secoli, fiancheggiato da alte pareti traboccanti di muschio e di rovi, carichi di colore, che mandavano bagliori di luce al sole che sorgeva, si snodava tra le rocce. Giunti in cima, l'unico ad essere visibilmente stanco era il nano d'altra parte come dargli torto.

Dal nostro punto di osservazione, si stagliava un villaggio in rovina. Una volta scesi abbiamo avuto modo di osservare, in quella che pareva essere stata l'antica piazza principale, una statua di forma umana, raffigurante un antico eroe, dalla sua testa sgorgava un liquido giallognolo che sembrava indicare una strada che si allontanava dal paese. Neanche partiti, da questa è giunto uno strano individuo, era alto e prestante, indossava un'armatura, aveva tutta l'aria di essere un guerriero. Mentre avanzava, farfugliava parole in una lingua a noi sconosciuta, abbiamo provato a parlargli ma non c'è stato nulla da fare, continuava ad indicare la statua, farneticando, finché si è allontanato dalla nostra vista.

Un po' intimiditi dall'accaduto, abbiamo comunque deciso di seguire quel sentiero. Percorsi pochi metri, siamo arrivati all'entrata di una grotta, stavamo per entrare quando siamo stati fermati da una voce alle nostre spalle, si trattava di un ragazzino dalle numerose lentiggini e dai capelli rossicci spuntato dal nulla. Il bambino sapeva più cose di quanto poteva sembrare a prima vista, ci ha detto di conoscere il motivo del nostro viaggio e che quello che cercavamo si trovava proprio all'interno di quella grotta. Dopo strani discorsi ci ha convinto a dargli un compenso, in cambio ci avrebbe mostrato come impossessarci del tesoro. È entrato prima lui intimandoci di rimanere fuori, mentre era dentro strani rumori e variegati bagliori provenivano dalla cavità. Qualche minuto dopo ci ha dato il permesso di entrare assieme a lui. Stranamente, per terra si trovava disegnato un cerchio e non vi era nessuna traccia di stalattiti o stalagmiti. La spiegazione del bimbo era chiara, solo uno di noi avrebbe potuto entrare nel cerchio ed arrivare al tesoro ma ad una condizione: se non fossimo stati tutti d'accordo sul prescelto, questi sarebbe diventato folle, e noi cadaveri. La sorte ha scelto Nahylub'Pa.
Noi altri siamo usciti, i minuti parevano ore, per reggere la tensione ho fumato dell'oppio. Pa è uscito,non indossava più la sua armatura, lo zaino colmo di pietre preziose e sul capo portava uno stramo elmo di metallo radioso, quando l'ho visto un brivido mi è corso lungo la schiena.

L'elfo non trovava parole adatte a descrivere quanto gli era appena accaduto, il cerchio si era illuminato e lo aveva trasportato in una strana stanza buia. Dentro, come apparsi per magia, l'elmo che ora indossava e una grossa cassa. La voce del bambino lo aveva guidato nell'oscurità avvertendolo della pericolosità del manufatto ma anche di come indossarlo fosse l'unico modo per arrivare al tesoro. Dopo qualche esitazione, Pa ha preso l'elmo e, grazie alla magia, è riuscito a scassinare il baule trovando al suo interno le gemme che ora porta nello zaino. Sono rimasto sorpreso dalla freddezza dimostrata dal nostro compagno, dopo la magra figura collezionata l'altro giorno con la magia, non credevo sarebbe riuscito ad applicare in maniera tanto proficua quanto imparato. Da quello che ha raccontato ha mantenuto i nervi saldi e ha avuto davvero una grande intuizione, d'ora in poi so di poter contare su di lui.

Il bambino incredulo ci ha raccontato che noi siamo gli unici ad essere sopravvissuti a questa prova di fiducia, evidentemente siamo destinati a grandi avventure insieme.
A questo punto il ragazzino ha deciso di narrarci la sua triste e misteriosa storia: era una mattina come tante, o almeno pareva, al risveglio si accorse di trovarsi all'interno della grotta, corse subito al villaggio ma al suo arrivo trovò solo morte. Nessuno era sopravvissuto a parte lui. Negli anni successivi è rimasto qui ad aiutare i viandanti a recuperare il tesoro ed ora che qualcuno lo ha raccolto, il suo compito è stato assolto. Così com'era giunto dal nulla, nel nulla è tornato.

Era troppo tardi per tornare alla casetta dove abbiamo passato la notte precedente e il pensiero di Ifrit che, con la sua goffaggine, inciampa per il troppo buio su un sasso, rotolando fino a valle, ci ha portato a decidere di accamparci all'interno di questa vecchia casa abbandonata da chissà quanto. Abbiamo deciso i turni di guardia per sorvegliare il nostro bottino, io ho quasi finito il mio,non vedo l'ora di andare a dormire,sono stanco morto e giuro che se stanotte si avvicina qualche animale a disturbare il mio sonno io lo ammazzo!
scritto da Ifrit , 22:00 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
30 Marzo 639
Giovedì 30 Marzo 2006

Stamattina Nahylub'Pa si è accorto della presenza di una nota scritta in elfico antico sulla mappa e, non conoscendolo perfettamente, ha avuto la brillante idea di portarsela alla biblioteca dell'Università. Con lui ci è andato l'ormai ristabilito Zelgadis. Nel frattempo io e Ifrit siamo andati alla stazione di posta a noleggiare un mezzo per il viaggio, l'unico disponibile era una carrozza trainata da quattro cavalli.

Una volta ricompattato il gruppo, siamo partiti. Durante il viaggio, Pa mi ha ragguagliato sui nuovi dettagli emersi: il testo in elfico antico era una sorta di legenda per decifrare meglio la mappa, infatti, riesaminandola, mi sono accorto di un'imperfezione riguardante la nostra destinazione, non si trattava della selva di Darlan bensì delle montagne a ovest di questa.

Il viaggio è stato più lungo del previsto, solo a sera siamo giunti al bosco. Nel bel mezzo della foresta, il cocchiere si è misteriosamente fermato, avevamo tutti addosso un brutto presentimento, sentivamo strani rumori provenire dagli alberi.. Ifrit ha urlato al cocchiere di muoversi, non appena siamo ripartiti sono spuntati quattro loschi figuri incappucciati a cavallo. Non abbiamo esitato. Pa, Ifrit e Maila hanno preso i loro archi e hanno mirato ai cavalli colpendone tre, i loro cavalieri sono stati disarcionati e l'unico rimasto in sella ha preferito desistere dall'inseguimento.

Il sentiero, che si inerpicava tra le montagne, si era fatto troppo stretto per il carro, così abbiamo dato appuntamento al cocchiere in quello stesso luogo dopodomani e ci siamo incamminati. Lungo la strada abbiamo trovato due bivi, per il primo mi è stato sufficiente orientarmi con la mappa per scegliere la strada giusta,mentre per il secondo è stato un po' più strano. Una specie di spaventapasseri si ergeva in mezzo alla biforcazione, ai suoi piedi una strana scritta, anch'essa in elfico antico, Pa non ha avuto problemi a tradurla "se con una freccia mi colpirai, la strada giusta troverai". A me, studioso, sembrava stupida l'idea di trovare la strada in un modo tanto casuale ma quei buzzurri dei miei compagni non hanno avuto dubbi. Maila, la più dotata con l'arco, ha scagliato una freccia, immediatamente il manichino ha indicato una delle due strade e noi l'abbiamo seguita. Ifrit, incredibilmente furbo nella circostanza, ha avuto la brillante idea di spostarlo in modo che se quei quattro avessero pensato di seguirci avrebbero sicuramente preso la via sbagliata.

Lungo il sentiero, ci siamo imbattuti nell'ennesima curiosità, un'asse di legno con incisa una strana scritta in deliota antico. Ci ha pensato Zelgadis a tradurla, si trattava di uno stornello popolare, Ifrit si è cimentato nel cantarlo, finito il supplizio, si è alzato uno strano vento, ma niente più.

In questo momento scrivo dall'interno di una casetta che pare uscita da un libro di fiabe:col tetto di paglia, i fiori posti sui balconi di piccole finestre, un camino fumante e una misteriosa coppia di vecchietti che, dietro lauto compenso, si è offerta di ospitarci. Visto che erano disponibili solo quattro letti, ho prestato la mia coperta a Pa che per stanotte si sacrificherà dormendo su un tavolo. Buonanotte Nahylub'Pa!
scritto da Ifrit , 19:24 | permalink | markup wiki | commenti (0)
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