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Solice Kenson
Cronache della Campagna di Caen
Solice Kenson
"Voi avete coraggio e siete molto convincente: ma non appena sarete chiamata a combattere, al primo combattimento che possa realmente definirsi tale, voi morirete. E non parlo di scontri confusi o ingarbugliati, dove nessuno capisce fino in fondo quello che sta facendo o magari ha meno voglia di uccidervi che di portare la pelle a casa. Parlo di uno scontro vero, in cui affronterete una persona con le vostre sole forze. Beh, è giunto il momento che qualcuno che vi vuole bene vi dica che queste forze non basteranno proprio contro nessuno".
creato il: 20/05/2005   messaggi totali: 91   commenti totali: 32
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10 settembre 517
Martedì 25 Marzo 2008

André Navon

A te rendo grazie, Pyros, per averci protetto in questo lungo viaggio: la tua luce è riuscita a guidarci attraverso le ombre del Meistwode, il tuo calore ha riempito di coraggio i nostri sogni e ha tenuto viva la speranza di giungere alla nostra meta. Guelfo aveva ragione, sir André Navon ha acconsentito ad accoglierci nella sua signoria accettando i rischi legati a questo gesto generoso: è grazie al suo buon cuore che gli abitanti delle Parole d'Oro avranno la possibilità di asciugare le loro lacrime, di tornare alla vita che meritano.

Intendo fare del mio meglio per mostrarmi all'altezza di questo atto di misericordia. Non ho mai piantato neppure un chiodo in vita mia, ma non appena il mio sguardo si è posato su quelle rovine ho compreso quale sarà il mio ruolo nei prossimi giorni; a mia mente viaggia veloce, al punto che quei ruderi dimenticati faticano a sembrarmi tali: vedo tetti e porte dove non ve ne sono, e di fronte a loro orti e campi coltivati...

Dove ho già visto tutto questo? Quando lo ricordo un brivido mi attraversa la schiena: è il luogo dove Padre Erwin aveva radunato coloro che avevano bisogno di aiuto: un rifugio violato dalla crudeltà di uomini malvagi. La mia mente continua il suo viaggio, sognando che questo luogo possa diventare per i rifugiati delle Parole d'Oro qualcosa di simile alla Casa di Tutti: per loro, e forse in futuro addirittura per chi, come loro, avesse necessità di trovare asilo dal terrore, dall'ingiustizia, dalla violenza...

E poi, a un tratto, mi rendo conto di sognare ad alta voce: lo sguardo di André Navon mi fissa interrogativo, quasi intimorito dal suono delle mie parole. Stai correndo troppo, Solice: questa non è Beid, e il benefattore che gli Dei hanno acconsentito a metterti di fronte non è certo tenuto ad assecondare i tuoi sogni, tantomeno il tuo entusiasmo.

Corro a scusarmi, affrettandomi a recare al signore di Navon il rispetto che gli è dovuto: preciso che intendevo riferirmi a un periodo molto lungo, forse talmente lungo da rendere prematuro l'intero mio discorso. Rapidamente i miei piedi tornano in terra, mentre cerco di concentrarmi sulle necessità immediate degli abitanti delle Parole d'Oro: ricostruire, coltivare, pregare... Cosa succede? Subito dopo aver pronunciato l'ultima parola mi rendo conto di aver forse commesso un altro errore: sir André Navon mi guarda perplesso, e nessuna delle mie argomentazioni successive sembra riuscire a mutare la sua espressione. Non capisco... cosa ho detto di inopportuno? Ho parlato di preghiere, di sacerdoti... Nel tentativo di comprendere l'origine di quelle perplessità ripenso alle parole di Guelfo, poi a quelle di Loic, poi a quelle dello stesso sir Navon: l'arrivo di un sacerdote potrebbe essere prematuro.

Possibile che... No, non può essere. Sir Navon è un amico fraterno di Guelfo, e soltanto questo dovrebbe togliermi ogni dubbio. Sono confusa, e decido di guadagnare tempo tranquillizzando il mio interlocutore: non c'è bisogno di alcun prete, non subito... resterò io stessa con loro fino a quando ce ne sarà bisogno. Lo vedo sorridere e tiro un sospiro di sollievo: mi invita a soggiornare presso la sua torre, ma non appena rifiuto la sua espressione torna perplessa e interrogativa, persino meravigliata.

In quel preciso istante capisco tutto, e sento un secondo brivido attraversarmi la schiena: sir André Navon non è l'uomo di fede che io e Nicolas ci aspettavamo, e la sua devozione agli Dei è quasi certamente subordinata a molte delle attività che contraddistinguono il suo status di signore. Tuttavia l'aiuto che ci ha offerto è sincero e genuino, e il fatto che sia mosso dall'amicizia nei confronti di Guelfo più che dalla fede non lo rende meno nobile, nè meno importante: il debito di riconoscenza resta il medesimo, a cambiare è unicamente la difficoltà del mio compito.

Del resto, non è forse per questo che vesto questi colori? Non è forse per questo che sono giunta fin qui? Pyros non muove a caso i suoi Paladini: se sono qui è per portare la sua luce dove non c'è, che si tratti di un luogo abbandonato o del cuore del suo signore. Luceen, "campo di luce": per ora è soltanto un nome che dimora nella mia mente, ma presto potrebbe diventare realtà. Farò del mio meglio.

Andrè Navon - Immagine 3
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26 agosto 517
Domenica 2 Marzo 2008

20 settembre

Stamane ci siamo separati. Le nostre forze, già rese esigue dalla partenza di Julie e Quixote, sono state divise in due gruppi con scopi ed obiettivi molto diversi: portare via gli abitanti delle Parole d'oro, salvare la vita di Lord Anthony. Decisioni importanti, talmente sentite e condivise da tutti da sembrare persino ovvie, logica conseguenza di quanto abbiamo visto in questi pochi giorni di sangue e paura, di vendetta e giustizia...

Giustizia: posso ancora nominare questa parola quando io stessa ho avuto l'ardire di proporre queste decisioni, dimentica dell'umiltà propria di Dytros che dovrebbe contraddistinguere ogni mio pensiero, ogni mia parola? Mi rendo davvero conto dei sacrifici che ho chiesto di compiere, del dolore e della rinuncia connesse alla loro messa in pratica? Ho chiesto a cinquanta persone di abbandonare le proprie case, di dire addio alla terra che diede loro i natali per seguirci in un posto lontano; ho proposto una divisione che teneva conto soltanto di alcuni aspetti, dimenticando la genuinità dei sentimenti di Loic, quegli stessi sentimenti che difesi di fronte a Guelfo meno di due mesi fa nei giardini di mio padre e che oggi lui stesso ha scelto di piegare alle necessità del nostro compito, dimostrandosi degno della più alta stima.

Sono ancora la stessa persona di allora? C'è forse umiltà nel lasciarsi sedurre dal fascino della predestinazione al punto da chiedere agli Dei di onorare i miei sforzi degli stessi risultati conseguiti da una Santa? Al punto di sfidare il Maestro Sconosciuto con la forza della mia fede, arrivando a comprendere il suo medesimo linguaggio e a servirmi delle regole vigenti nel suo mondo?

L'assurdo e disumano contenuto del diario di Lord Wilhelm, il malvagio e incomprensibile segreto che si cela nei meandri del tempio dei Maestri del Vento e nei sotterranei delle segrete della torre del lago ci hanno mostrato che non possiamo sconfiggere questa entità, non ora, non con le nostre sole forze: tutto ciò che possiamo fare è portare via queste persone, aiutandole a ricominciare altrove; questi sono i nostri limiti e tale, di fronte a Dytros, è la nostra umiltà.

Ma poi ripenso all'atroce destino che egli riserva agli Sperduti, l'assurda maledizione che affligge Marielle e prima di lei la ragazza che morì tra le mie braccia: e ripenso al 20 settembre, un giorno che mai avrei pensato avrebbe potuto recarmi così tanta paura. Per questo non posso essere umile, non adesso: il mio compito è quello di proteggere questa gente e il modo migliore per farlo è quello di catturare la sua attenzione, di distrarlo con la mia sfida; se gli Dei lo vorranno, il tempo che sottrarrà a me sarà sufficiente a salvare la vita di Marielle. Per lei, nei miei sogni, sarò Santa Chiara... e che Pyros mi aiuti.
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