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Il Sole di Maggio

Valerie nel 512, durante il periodo di Focault.Canzone dedicata a Valerie Foucault, scritta tra i mesi di luglio e agosto dell'anno 517 da Solice pochi mesi dopo i tragici eventi narrati nella cronaca i misteri dell'Ogham Craobh che videro coinvolta, tra gli altri, la giovane paladina Valerie Focault. La sua triste storia viene narrata legando gli eventi della primavera/estate del 513 con gli avvenimenti del 517: questi ultimi, in mancanza di una testimonianza diretta, sono stati ricostruiti dai racconti e dalle conversazioni avute con gli amici della campagna di Caen.

Il Sole di Maggio

Splendeva il sole nel cielo di maggio
e nel cenobio fulgeva la vita,
quando fu scelto tra tutti il coraggio
d'una bambina di bianco vestita.
Nessuna vita è davvero finita!
Nessuna fiaccola può dirsi spenta
finché la fiamma arde forte d'amore
finché la fede il suo fuoco alimenta:
nessuno scudo difese il suo cuore.

Splendeva in cielo la stella divina,
quando lo vide non disse parola:
ben poche rose son prive di spina,
ben pochi guardano oltre l'aiuola.
Lo fece entrare e rimase da sola
contro le tenebre, nel monastero;
nessuna spada era cinta al suo fianco,
solo la fede e l'amore sincero
d'una bambina vestita di bianco.

Era una notte mancante di luna
quando lo vide di sangue coperto,
quando la morte si arrese digiuna
lasciandosi dietro un letto deserto.
Solo gli Dei sanno quanto ha sofferto!
Certo più volte di quella promessa
fatta da lui mentre andava lontano,
che cento e più volte l'ha compromessa
senza sfiorarle neppure la mano!

Era d'autunno e splendeva nei cieli
l'astro che il vero dal falso discerne,
che la salvò dagli sguardi crudeli
più luminoso di mille lanterne.
Rosso il suo manto di fiamme superne
veste le spalle d'un nuovo cammino,
mentre la spada che al fianco riposa
cinge per sempre il triste destino
d'una bambina vestita da sposa.

Splendeva freddo il sole d'inverno
sulla fortezza di bianco ammantata,
a volte non basta un fuoco all'interno
per riscaldare una casa isolata:
Oh Dei, perché era così disperata?
Come si può accettare la sorte
d'una bambina che in preda al dolore
lega i suoi passi a una danza di morte?
Nessuno scudo difese il suo cuore.

Splendeva il sole della primavera
come una nave che torna al suo molo
tornò quell'uomo che amante non era
triste nel volto e per un giorno solo,
per poi riprendere ancora il suo volo.
Ma questa volta non è un sacrificio
Quello che chiede il suo viso sconvolto:
"getta la spada, abbandona il tuo ufficio!"
Dice scostandosi il Manto dal volto.

Splendeva il sole su lacrime amare,
su quattro occhi velati di pianto:
non resta più niente da raccontare
solo il dovere, il dolore e il rimpianto.
Chi non ha colpe non getta il suo Manto!
Sole che splendi e che vegli al suo fianco,
reca nei raggi il ricordo d'amore
d'una bambina vestita di bianco:
nessuno scudo difese il suo cuore.

Cella 9

Annotazioni

Il componimento segue le regole della canzone provenzale nella loro rielaborazione ad opera di Dante, da cui è mutuato l'utilizzo della chiave e dell' anafora nel primo verso di ogni stanza. La canzone è composta da 7 stanze, ciascuna di esse divisa in fronte (ABAB) chiave (B) e sirma (CDCD). La fronte si suddivide in due piedi, uguali per metrica e versi; il sirma si suddivide in due volte, uguali per metrica e versi: fronte e sirma sono divisi da una chiave che riprende il verso dell'ultimo piede. Rispetto al modello dantesco la canzone risulta priva di ritornello e di congedo; per rendere la musicalità delle stanze meno artefatta si è scelto di non ricorrere a settenari e di limitarsi ai soli endecasillabi.
Creata il 24/08/2007 da DarkAngel (1335 voci inserite). Ultima modifica il 28/08/2007.
1564 visite dal 24/08/2007, 03:37 (ultima visita il 22/04/2024, 17:40) - ID univoco: 871 [copia negli appunti]
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