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516/02/26: Kailah e Bohemond parlano lungo il tragitto tra la torre di Ivan e i villaggi dell'entroterra

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516/02/26: Kailah e Bohemond parlano lungo il tragitto tra la torre di Ivan e i villaggi dell'entroterra
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Disponibile dal:
14/02/2012
Modificato il:
14/02/2012
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26 febbraio 516: lungo il tragitto tra la [[Torre di Ivan]] e i villaggi dell'entroterra, Kailah e Bohemond chiacchierano un po'.26 febbraio 516: lungo il tragitto tra la Torre di Ivan e i villaggi dell'entroterra, Kailah e Bohemond chiacchierano un po'.

Testo della conversazione

Armando: I miei omaggi, Kailah !
Armando: Il mio nome e' Armando e sono qui per servirla.
Kailah: Molto bene
Kailah: è il mattino del 26 febbraio 516, giornata fredda di viaggio dalla Torre di Ivan ai villaggi dell'entroterra.
  • Kailah cavalca molto imbacuccata e infreddolita e si guarda intorno attentamente, cercando di memorizzare al meglio la strada
  • Bohemond rallenta, lasciando la testa della fila, e le si affianca
Bohemond: Il tempo lascia un po' a desiderare, da queste parti.
  • Kailah si guarda e annuisce, una nuvoletta di vapore le esce dalle labbra quando dice "eh sì, in effetti..."
Bohemond: Pentita di non essere rimasta a Uryen?
Kailah: A sbucciare patate nella fortezza? oh, no davvero! è pericoloso sbucciare la verdura
Kailah: si rischia sempre di tagliarsi un dito!
  • Kailah sorride
  • Bohemond getta uno sguardo al panorama desolato
Bohemond: ...penso di aver inquadrato abbastanza bene Sven, un guerriero in cerca di fortuna in una terra che fa molto presto a passar di mano; allo stesso modo ho una mezza idea sul prete, a dare troppo retta alla vocazione chissà in che posti si rischia di finire...
  • Bohemond ti guarda pensieroso
Bohemond: Tu invece...nisba. Non mi viene in mente una sola ragione per cui tu possa essere qui.
Bohemond: A parte ovviamente scelte discutibili in fatto di compagni d'affari.
Kailah: ...
Kailah: avevo voglia di cambiare aria, rispetto a casa mia.
  • Bohemond ci pensa un po' su, poi annuisce
Bohemond: Una ragione non peggiore di tante altre.
Kailah: sì, immagino di sì...
  • Kailah fa una pausa, forse un po' imbarazzata, o forse incerta su cosa dire, se fare o meno domande
  • Kailah esita
Kailah: e tu? vieni da lontano, giusto?
  • Bohemond sospira
Bohemond: Abbastanza...nel posto in cui sono nato non nevica neppure il Giorno del Fato, e il Sole d'estate è così caldo che si può usare un elmo per cuocerci le uova
Kailah: niente male...
  • Bohemond ha parla un greyhavenese che ha sia inflessioni di surok che altre, più meridionali
Bohemond: Già, il clima è una benedizione del cielo, il grosso problema è che si crepa di noia
Kailah: addirittura?
  • Kailah sembra incuriosita
Kailah: in che senso?
  • Bohemond annuisce
Bohemond: La vita da quelle parti scorre ogni giorno uguale a se stessa, tutto resta sempre com'è, padri e figli, nonni e nipoti campano sempre allo stesso modo
Kailah: mmm
Bohemond: e il tuo destino non dipende tanto da cosa fai, quanto piuttosto da chi sei, chi era tuo padre, chi era tuo nonno...
  • Kailah sentendo nominare il nonno accenna un mezzo sorriso, poi annuisce
Bohemond: Qui se non altro uno può convincersi che raccoglierà quello che ha seminato, non trovi?
Kailah: Non so, è difficile risponderti.
Kailah: Un po' sì, mi piacerebbe che fosse così,
Kailah: ovvero che qui possa essere il merito di ciascuno a determinarne successi e insuccessi.
Kailah: Però ecco, se applico questo criterio alla mia brevissima carriera mercantile mi chiedo...
Kailah: come dire
Kailah: ... se non ci siano anche altre variabili in gioco, da tenere presente
Bohemond: Hmmmmm.
Kailah: variabili estremamente importanti, sulle quali abbiamo pochissima influenza.
Bohemond: Sai che penso?
Kailah: no, dimmi.
Bohemond: Guardati un po' intorno...
  • Kailah butta un'occhiata sul panorama circostante, così desolato
Bohemond: ...credi davvero che da una terra così si possa cavare una qualche ricchezza?
Kailah: ti stupirà, ma io credo di sì.
Kailah: Magari ci vorrà qualche generazione... non sarà nè semplice nè immediato
Kailah: ma un giorno qui sorgeranno case, fattorie e strade.
Bohemond: Sarà ma da quando abbiamo lasciato il priorato di Dossler, che pure non sembrava un bengodi, di campi da coltivare ne ho visti assai pochi
Kailah: Ti confesso che non mi intendo molto di agricoltura, però sono convinta che il problema sia più che altro, qui, di tipo politico.
  • Bohemond ti ascolta interessato
Kailah: Anche il terreno più infame, se coltivato, curato e bene amministrato, può dare i suoi frutti, ne sono convinta. Ci vuole solo più determinazione.
  • Kailah parla come se questo fosse un argomento di cui ha parlato / sentito parlare molto, e spesso.
Kailah: Alcune di queste terre offrono minerali pregiati, poi. E quando le strade saranno finalmente sicure, non sarà così difficile dar vita a un discreto commercio, che porterà benessere a chi vive qui.
Armando: Ricordati della Serva!
Kailah: Il problema è che qui ci sono invasori, ribelli, pericoli di ogni genere...
Bohemond: Già...ho l'impressione che ora come ora qui serva più la spada che l'aratro.
  • Kailah sospira, sollevando una nuvoletta di vapore
Kailah: credo che servano entrambe le cose... la spada in difesa dell'aratro, si potrebbe dire.
Bohemond: Non credo sia un caso che a Melkor sia venuto in mente di fare facili guadagni contrabbandando armi ai ribelli.
Kailah: Sono intimamente legate. L'aratro non può sopravvivere senza spade che lo difendano, ma le semplici spade... che senso avrebbero?
  • Kailah annuisce
Kailah: Temo che sia così, anche se mi piacerebbe ascoltare l'altra campana.
Kailah: Melkor avrebbe guadagnato molti soldi anche vendendo le armi legalmente a Uryen. Quindi se davvero ha scelto di accordarsi con i ribelli sin da prima, se la cosa era programmata,
Kailah: ci devono essere ragioni ulteriori al semplice guadagno economico.
Bohemond: Ci ho pensato un po' su...quello che non mi torna è che si sia fatto catturare ad Uryen, ben sapendo che il suo commercio sarebbe stato facilmente smascherato...e non mi è sembrato affatto uno sprovveduto, deve aver fatto bene i suoi conti prima di affrontare una simile avventura.
Kailah: Infatti è strano.
Kailah: Quel che posso dirti è che quando ci trovavamo a Dossler, ed ho avuto la possibilità di partecipare all'incontro con il Capo della Stazione di Posta del villaggio
Kailah: Melkor si è ripetutamente informato sugli spostamenti dell'esercito, intorno a Uryen. E dal modo con cui parlava, e con cui faceva le domande, era evidente che non desiderasse affatto incontrarli.
Kailah: Lì per lì la cosa mi ha incuriosito, però non ho fatto domande.
Kailah: Ripensandoci acquista più senso.
Bohemond: Hmmmm...possibile che si sia affidato alla buona sorte una volta di troppo, allora.
Bohemond: Ma detto tra noi, ho avuto l'impressione che ad Uryen non vogliano o non possano toglierlo di mezzo come un brigante qualsiasi.
Kailah: No, penso che ci siano sotto molte faccende di cui siamo all'oscuro...
Bohemond: Probabile che abbia qualche asso nella manica...e c'è anche da dire che vendere armi ai ribelli significa aumentare il bisogno di armi delle truppe del Burgravio: ad avere un socio compiacente, il guadagno sarebbe doppio.
  • Bohemond sospira
  • Kailah si stringe nelle spalle
Bohemond: Fortunatamente non è una gatta che dovremo pelar noi.
Kailah: mi piacerebbe potergli fare qualche domanda, ma non è un caso se ci è stato allontanato subito.
Kailah: Un po' mi dispiace, alla fine si è sempre comportato bene con me.
Kailah: Ma comunque... se la caverà anche lui.
Bohemond: A naso direi che è stato un bene, se ci hanno messi al guinzaglio lungo è proprio perchè non ritengono che abbiamo dei legami veri e propri con Melkor e i suoi commerci.
Kailah: Senza dubbio è così. Meno male, temevo veramente che mi rispedissero a casa, o peggio.
Bohemond: Deve essere un posto persino più noioso di casa mia, se è stato meglio finire arruolati piuttosto che tornarci!
  • Kailah sorride
Kailah: Non era propriamente noioso... c'erano delle incompatibilità, diciamo. A tutti gli effetti preferisco star qui, piuttosto che lì...
  • Bohemond annuisce
Bohemond: Vedo che sei armata. Arco e spada. Come te la cavi?
Kailah: Con l'arco sono bravina, con la spada insomma, così così.
Kailah: Anche perchè non ho mai combattuto "davvero", con la spada
Kailah: e mi sa che è molto diverso che farlo per gioco, per allenamento.
Kailah: Mentre invece probabilmente con l'arco è più semplice... anche se non ho mai
Kailah: in effetti
Kailah: sparato una freccia contro qualcuno.
Kailah: Qualcuno che non fosse un fantoccio di paglia, diciamo, o un bersaglio.
Bohemond: Hmmmmmm. Non sono certo un indovino, ma ho la sensazione che da queste parti sia piuttosto facile ficcarsi in qualche guaio. Considerando che ci ha arruolato l'esercito di Uryen, le cose si mettono parecchio peggio.
Bohemond: Te la senti, sì?
Kailah: Inizialmente pensavo che sarei venuta qui a Nord per intraprendere un'attività commerciale, anche se ero consapevole del fatto che una terra selvaggia come questa avrebbe presentato qualche rischio.
Kailah: Ora come ora non ho neanche alternative troppo appetibili, quindi sì, me la sento.
Kailah: I rischi si sono concretizzati, e si concretizzeranno probabilmente anche di più... ma non posso mica far finta di non essere stata avvisata.
Bohemond: Giusto. Tieni presente che se le cose si dovessero mettere male e ti rendessi conto di avere di fronte qualcuno contro cui non hai chances, l'unica cosa sensata da fare sarebbe darsela a gambe.
Bohemond: Nessuno di noi è qui per fare l'eroe.
  • Kailah annuisce
Bohemond: Ci facciamo la nostra bella ferma, accontentiamo il tenente, e poi ognuno per la sua strada, se gli Dei lo vorranno in posti meno disgraziati.
Kailah: Il fatto è che io un po' ci credo, nella possibilità che qui le cose possano migliorare.
Kailah: Sicuramente intanto dobbiamo accontentare il tenente e liberarci della nostra pur lieve condanna, e poi si vedrà
Kailah: ... magari stando qui finirò per ricredermi.
Kailah: Però ecco, sono mesi che sento parlare del Nord, e delle grandi opportunità di una terra vergine...
Bohemond: Ah ma ci credo anch'io...ma credo anche che non saremo noi a rimettere in sesto questo casino.
Kailah: No, sicuramente non saremo noi, non del tutto.
Kailah: Ma già il fatto che siamo qui, e che un po' ci crediamo, è una gran cosa.
Kailah: Sai, io pure potrei scendere a Sud, andare verso Ammerung, dalle parti mie, diciamo.
Kailah: Non proprio a casa, ma insomma, sono zone che conosco abbastanza e che senza dubbio sono meno pericolose, meno difficili.
Kailah: Eppure tornare indietro mi sembrerebbe una sconfitta, proprio un modo di alzare le mani e dire che no, che non ce la posso fare.
Bohemond: Mah. Penso che se cercavi un posto in cui dimostrare chi sei veramente e quanto vali, non potevi sceglierne uno migliore. Noi siamo qui...
Bohemond: ...se siamo abbastanza forti, abbastanza svegli, per aprire la strada a chi verrà dopo di noi, a riportare ordine in questo casino.
  • Kailah annuisce
Kailah: è proprio così.
  • Bohemond sorride, soddisfatto
Kailah: Poi certo... quando verrà la primavera ci sembrerà tutto meglio, ne sono sicura...
Kailah: e ormai non manca poi molto!
Bohemond: Lo spero proprio, questo inverno è duro con noi a cui non manca di che coprirci, e tre volte più crudele con quei poveretti dei campi di sventura...il freddo rischia di finire quello che gli Elsenoriti hanno iniziato.
Kailah: Eh sì... povera gente.
Kailah: Noi se non stiamo con un tetto sopra la testa e qualcosa di caldo nel piatto è perchè l'abbiamo scelto, più o meno.
Kailah: Loro no, loro darebbero chissà che cosa per potersi... annoiare a casa...
Kailah: Spero che presto possano anche loro avere una casa vera e propria.
  • Kailah ci pensa un po' su
Kailah: molto dipenderà dai loro governanti, dai Signori di queste parti.
Bohemond: Il Margravio è appena arrivato...sono abbastanza sicuro che troverà il modo di dare un tetto a quella gente, non appena ne avrà la possibilità.
Kailah: Qualcosa, qualche piccola cosa, dipenderà anche da gente come noi, che crede in questo posto e sa vedere oltre questa campagna desolata, sa vederne le potenzialità.
  • Kailah annuisce.
Bohemond: E anche qui, ci sarà bisogno di gente forte e in salute per riparare gli sfaceli di tanti anni di guerra...se i Signori del posto saranno saggi, capiranno che non possono fare a meno dei loro sudditi, e provvederanno per loro.
  • Kailah parla con estrema convinzione, è probabile, per chi sia minimamente abile nell'interpretare i pensieri dei propri interlocutori, che abbia una formazione "signorile", che provenga da una famiglia quantomeno con velleità di governo.
Kailah: Non c'è dubbio, sì.
Bohemond: Parli bene. Nel posto da dove vieni hai ricevuto una buona istruzione.
Kailah: Grazie.
Bohemond: E penso sia importante che chi ha avuto questa fortuna possa vedere coi suoi occhi com'è la vita di chi non ha mai conosciuto la comodità.
Kailah: Certamente è un'esperienza... forgiante...
Kailah: E' un mondo inaspettato, devo dire, molto diverso da come lo immaginavo.
Bohemond: Meglio o peggio?
Kailah: Peggio, senza dubbio!
  • Kailah sorride
Kailah: Persino i castelli qui a Nord sono freddi e inospitali...
Kailah: ... diciamo che c'è un larghissimo margine di miglioramento
Kailah: un po' dappertutto.
Bohemond: Per quanto ci si possa mettere di buona lena, non credo che nessuno, neppure il Margravio, possa costringere il Sole a brillare più forte di così, non tanto a Nord.
  • Bohemond sorride a sua volta
  • Kailah annuisce volgendo un'occhiata al cielo pallido
Kailah: Eh sì, è tutta una questione di distanza.
Kailah: Tra come stai messo quando inizi, e come sarai messo... quando arriverai.
Kailah: Dipende tantissimo da come parti, insomma.
Kailah: E vale per i posti... e anche per le persone.
Kailah: Difficilmente qui riusciremo a cuocere le uova in un elmo appoggiato al sole...
Kailah: ma già se troveremo un po' di legna da bruciare per accendere un fuocherello ci potremo dire soddisfatti.
Kailah: Come... difficilmente io diventerò la regina dei mercanti del Nord, ma se già riuscirò a cavarmela con la dignità intatta... avrò ottenuto quel che desideravo.
Bohemond: Hmmm. Quindi è questa la meta che ti sei prefissata, un'attività che ti porti del denaro?
Kailah: Per ora è più il denaro che ho perso di quello che posso ragionevolmente sperare di recuperare.
  • Bohemond non sembra avere un tono inquisitorio o in qualche modo moralistico, appare sinceramente curioso
Kailah: Non sono venuta fin quassù perchè avevo bisogno di soldi, ma certamente non voglio tornare a casa mia mendicando, in stracci.
Kailah: Ecco, quello sarebbe umiliante.
Bohemond: Non erano d'accordo i tuoi, a proposito della tua partenza?
Kailah: Non proprio...
Bohemond: A me a suo tempo han cacciato a calci nel sedere, direi che a nessuno dei due è andata poi così bene.
  • Bohemond sorride
  • Kailah si illuminq
Kailah: Eh già!
Kailah: Io ho sbattuto sonoramente la porta, tra le urla di tutta la famiglia, in una litigata... epocale.
Kailah: Non saprei dire se mi abbiano cacciata o se me ne sia voluta andare io, ma certo è che non voglio tornare.
Bohemond: Hai avuto un bel fegato...a me semplicemente un bel giorno hanno fatto capire che non c'era posto per me, e che sarei stato più utile alla famiglia se mi fossi dedicato ad altro...a parecchie miglia di distanza.
Bohemond: E dire che non è che ne combinassi poi di così grosse, eh.
Kailah: Siete molti fratelli?
Bohemond: Siamo tre, ho un fratello maggiore e una sorella più piccola.
Kailah: Capisco. I piani dei genitori su come ... collocare i vari figli, a volte possono essere ingiusti.
  • Bohemond alza le spalle
Bohemond: Saprai meglio di me che a ciascuno tocca un destino, per genere e ordine di nascita...è così da generazioni, e così sarà per i secoli a venire.
Kailah: ... beh sì. Anche se dubito che il mio fosse quello di finire qui...
  • Kailah ride tra sè scuotendo il capo
Kailah: dovrò imparare a meritarmela, tutta questa libertà.
Bohemond: Beh, ai maschi di solito tocca un esilio più o meno mascherato, alle femmine il matrimonio con qualcuno che porti lustro alla famiglia...per lo meno giù, dalle mie parti.
Bohemond: Il primo rimane, e si prende oneri e onori.
Kailah: Grossomodo mi sa che è così un po' dappertutto.
  • Kailah si guarda intorno
Kailah: o forse qui... quassù in queste terre selvagge... le cose stanno diversamente.
Bohemond: Una cosa è sicura...qui nessuno può dirci cosa possiamo e non possiamo fare, dove dobbiamo o non dobbiamo andare.
Bohemond: A parte i nostri nuovi padroni, ovviamente.
  • Bohemond ride
  • Kailah annuisce e ride a sua volta
Kailah: A parte loro, certo!
Creata il 14/02/2012 da Annika (2242 voci inserite). Ultima modifica il 14/02/2012.
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