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ottobre 845
Mercoledì 8 Agosto 2018
Wall Sina
Ecco il Wall Sina. E' talmente alto da sfiorare, con la sua sommità, le nuvole pesanti di questa giornata autunnale.
Abbiamo viaggiato senza difficoltà fin qui dal nostro campo di addestramento presso il Distretto di Stohess, sotto la guida del Capitano Michal della Polizia Militare. Questa è la nostra ultima missione prima di essere assegnati ai vari Corpi dell'Esercito.
Chissà se resterò insieme ai miei compagni, se verremo inseriti nello stesso Plotone. Spero proprio di sì.
Li vedo con la coda dell'occhio mentre mi cavalcano accanto: Edwin, sempre affidabile e silenzioso, e la bella Cassia, che a dispetto delle apparenze un po' vistose è una ragazza semplice e in gamba. Ci sono anche Saskia e Martin, che conosco di meno, ma sembrano simpatici.
Entriamo nell'ombra che il Wall Sina disegna sulla pianura, davanti alle porte molti aspettano i controlli: sono per lo più soldati come noi, ma anche cittadini, mercanti coi loro carretti. L'attesa è lunga però lo spettacolo delle mura così possenti è talmente suggestivo che non ci si annoia.
Ricordo bene la prima volta che ho varcato i portoni del Wall Rose: sono passati quattro anni da allora e molte cose sono cambiate. I territori che mi lasciavo alle spalle quel giorno erano protetti dal Wall Maria, pacifici, e l'unico problema del mio villaggio natale era il fatto che ci si annoiava un bel po'. Chissà adesso com'è la situazione, lì.
Le voci che circolano sulla caduta del Wall Maria sono terribili, i pochi sopravvissuti del Distretto di Shiganshina raccontano dell'assurdo gigante colossale che ha aperto la breccia, delle case distrutte, dei tanti uccisi.
Il mio villaggio è piccolo, circondato da una semplice palizzata, e non ha difese a parte una vecchia torre di avvistamento. Tuttavia non dispero: a poca distanza ci sono delle grotte naturali che possono essere usate come rifugio, le Grotte di Versteck. Probabilmente i miei familiari e compaesani si nasconderanno lì, nel caso in cui qualche Gigante dovesse avvicinarsi troppo. E poi l'isolamento gioca a loro favore: a quel che si dice, sono i grandi assembramenti di persone ad attirare quelle mostruose creature.
Insomma, speriamo bene.
Quando sono entrata nei Cadetti speravo, come tutti, di poter accedere un giorno al Corpo di Gendarmeria. Mi sono impegnata tanto per questo risultato, per essere tra i più bravi del mio gruppo.
Quel che è successo al Wall Maria ha cambiato i miei programmi. Il Corpo di Guarnigione? O addirittura l'Armata Ricognitiva? Non lo so. Ma quel che so per certo è che non posso chiudermi nelle profondità ben protette delle Mura quando il mio villaggio, la mia famiglia e chissà quante altre persone si trovano allo scoperto, esposti alla minaccia dei Giganti.
I Giganti... chi li ha mai visti? I racconti che si sentono in giro sono spaventosi, ma spero che siano un po' esagerati.
Per adesso comunque la nostra destinazione è la città sotterranea che si stende sotto la Capitale. Una missione che non deve suscitare troppo clamore, discreta: il recupero di una persona.
Anche se non ho più l'obiettivo di entrare nel Corpo di Guarnigione, ci tengo comunque a non fare brutta figura. Non fare di nuovo brutta figura, per essere precisi. È stato così imbarazzante non riuscire a tener buono questo antipatico cavallo, quando siamo partiti.... adesso grossomodo riesco a cavalcarlo, ma l'antipatia tra me e questo brutto grosso e pigro cavallone è stata immediata e istintiva. Non penso che andremo mai d'accordo.
Il Capitano Michal ha fatto una brutta faccia quando mi ha vista così imbranata.
Io non piaccio a lui, ma non è che lui piaccia a me, a essere sinceri. Non voglio essere sospettosa, intendiamoci, però il suo modo di fare è tutt'altro che schietto, ha un che di torbido che mi mette un po' in imbarazzo. Dov'è il Sergente Istruttore Reiker? Perchè non è lui ad accompagnarci in missione?
Ah, finalmente tocca a noi, si passa. A breve percorrerò le strade della Capitale, che meraviglia!
* * *
Il giorno dopo
Mah.
Missione compiuta, direi. Bravi, siamo stati efficienti, Il Capitano si è dimostrato contento del nostro operato. Talmente contento che ha concesso una giornata libera per godere le bellezze della Capitale prima di ripartire.
Mi è rimasto un po' di amaro in bocca per come sono andate le cose e, più in generale, per quella che era la nostra missione. Ma andiamo con ordine.
Ieri, poco dopo essere arrivati alla locanda Lo Scalino, il Capitano ci ha spiegato nel dettaglio cosa avremmo dovuto fare.
"Un ex soldato, Theodor Marn, si è macchiato di gravi colpe: furto, ricettazione. Ha trafficato illecitamente con delinquenti della Città Sotterranea fino a quando è stato acchiappato. Ma in seguito al suo arresto, durante un trasporto da un carcere all'altro, la carovana è stata attaccata da uomini guidati da suo cugino, Vince Marn, e lui è evaso. L'attacco è costato la vita a due guardie e quattro prigionieri"
Questa la premessa. Sicuramente Theodor Marn è un mascalzone. Quel che mi ha fatto storcere il naso è stato il seguito del discorso.
"Noi dobbiamo dare una lezione. Sappiamo dove si nasconde, scendiamo nella Città Sotterranea e lo troviamo. E nè lui nè suo cugino devono uscire vivi dal nostro attacco".
"Ma.... in che senso?" ho domandato. "Voglio dire.... li prendiamo prigionieri, li portiamo in prigione..."
"No. Devono morire. Tanto se fossero sottoposti a un processo sarebbero certamente condannati a morte. Hanno causato l'uccisione di ben due nostri compagni!"
"Ho capito ma se dovessero arrendersi?", ho provato ad insistere. Senza esito. O si arrendono davvero immediatamente, appena ci vedono, oppure devono venire uccisi durante l'arresto. Se si arrendono dopo aver fatto un qualsiasi tentativo di resistenza, se si arrendono dopo essere stati feriti... in ogni caso saranno uccisi. Questo è ciò che dice, chiaro e tondo, il Capitano Michal.
Perplessità a parte, bisogna fare il nostro lavoro, quindi abbiamo nascosto i segni che ci identificavano come guardie, indossando degli stracci miserabili e, con un vecchio carretto scassato in cui occultare gli equipaggiamenti 3D e un po' di armi, ci siamo incamminati verso le cancellate da cui si discende nella Città Sotterranea.
Le carte che il Capitano ha mostrato alle guardie erano certamente tutte in perfetta regola. Certo, al momento di prendere il carretto ho avuto l'impressione che qualcuno ci scrutasse da una finestra in alto, qualcun altro sa della nostra missione.
Siamo scesi nella Città Sotterranea: un posto stranissimo, inquietante ma anche molto suggestivo, con enormi stalattiti che fanno da pilastro ad una volta esageratamente alta. L'idea che anche adesso, sotto i miei piedi, ci siano simili gigantesche cavità sotterranee... mette un po' di ansia: mi auguro che sia tutto abbastanza solido!
Una volta sotto, abbiamo fatto quel che dovevamo. Messo fuori combattimento una vedetta che ci teneva d'occhio da un tetto (io e Edwin), fatto "amicizia" con un disgustoso ubriacone (Cassia).
Dopodichè abbiamo fatto irruzione nella bicocca dove si nascondeva Theodor Marn, messo in fuga un tizio che bivaccava lì a un tavolo, ed abbiamo trovato il nostro obiettivo.
Io ci ho provato, a trattare.
Glie l'ho detto guarda, arrenditi, ma arrenditi subito subito sennò finisce male.
Lui ha insultato noi e l'esercito, ha detto che siamo ladri e corrotti e non sappiamo niente. Ma no, non è vero, non siamo ladri e non siamo corrotti... e se soltanto lui si fosse arreso...
.... invece mi ha sparato un'archibugiata alla spalla che, nonostante abbia dovuto trapassare il legno della parete che ci separava, è stata comunque molto dolorosa. In questo modo si è condannato a morte.
Il Capitano Michal l'ha raggiunto, hanno combattuto, e dopo qualche scambio di colpi Theodor Marn è stato ferito, disarmato, e sgozzato davanti ai nostri occhi.
Missione compiuta.
Nei pochi concitati momenti prima che arrivasse il Capitano, Theodor Marn ha sussurrato qualcosa a me e Edwin: ci ha detto che suo cugino Vince è innocente, e di chiedere in merito a una tal Sophie Aman, che vive nel quartiere dei robivecchi.
Qualcosa nel suo sguardo, nel tono della sua voce... o forse nell'atteggiamento sanguinario del Capitano, ci ha spinti a non rivelare al nostro superiore questa informazione. Così ce ne siamo tornati indietro, fuori dalla Città Sotterranea, senza trovare il cugino Vince Marn.
Prima missione "vera".... e primo gesto di insubordinazione. Non so quantificare la gravità della nostra scelta di tacere, ma sono sicura che il Capitano Michal non sarebbe per niente contento. Abbiamo rivelato questa informazione soltanto a Cassia, che è una persona fidata, ma non anche a Saskia e Martin. Li conosciamo troppo poco per poter correre il rischio.
Non so cosa faremo adesso, ma una passeggiatina sotto la pioggia nel quartiere dei robivecchi non ce la toglie nessuno.