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Kailah Morstan
diario di viaggio
Kailah Morstan
 
creato il: 13/01/2012   messaggi totali: 84   commenti totali: 91
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Scritto il 09/07/2012 · 16 di 84 (mostra altri)
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5 aprile 516
Lunedì 9 Luglio 2012

Marmellata di mirtilli

Uova, farina, burro e zucchero. Un bell'impasto morbido, elastico, deve cuocere per un'oretta.
No, non sto traducendo il libro di mio nonno... sono solo i pochi ricordi di cucina che conservo.

Quando stavo a Burglitz i frutti di bosco con cui la cuoca preparava le marmellate provenivano dal Meistwode. Su quell'immensa foresta circolavano tantissime storie, si diceva che fosse maledetta, che nelle sue nebbie insidiose si nascondessero chissà quali creature. Ci mettevano paura, a noi ragazzini, con tutte quelle leggende.

Ora siamo sul limitare del Bosco dei Mirtilli.
Un nome carino, amichevole. Evoca pensieri di marmellate e di torte, mentre abbiamo visto fin troppo bene che razza di orrori si nascondano tra questi alberi.
Morti che camminano, tafani assassini. Una "Bestia" alta tre metri. Creature mosse da un istinto fin troppo intelligente.

Mar era già un posto piuttosto miserabile: adesso è irriconoscibile, con la gente prigioniera nella locanda, le case sbarrate. Morti, tantissimi. Alcuni direttamente uccisi dal veleno dei tafani o dalle ferite, altri giustiziati per paura che possano diffondere il contagio, vittime della nostra incapacità di curarli.

Bisogna riconoscere che l'esercito di Uryen ce la sta mettendo tutta.
I mezzi sono quelli che sono, non è facile combattere manifestazioni innaturali come queste. Luger disse qualche giorno fa che se il Capitano Barun non riesce a convincere il Burgravio ad erigere un muro di protezione dal versante del Traunne, tra un anno qui non ci sarà più nessuno.
Ora, magari è pessimista. Ma certo abbiamo visto coi nostri occhi che i segni del contagio sono ormai presenti anche qui, e che col disgelo la virulenza dell'infezione sembra crescere ancora.

Spesso penso a Bronne, in questi ultimi giorni.
Mio padre non si merita niente, d'accordo, ma lì vivono molte persone che ho a cuore, e poi la Rocca che è stata assegnata alla mia famiglia va protetta anche in osservanza al vincolo d'onore che ci lega al Margravio.
Non è così vicina: tra noi e Bronne si stendono lande disabitate e poco percorribili; tuttavia sussiste il rischio che presto o tardi questo contagio arrivi anche laggiù.
Il mio dilemma è semplice: mi chiedo se saprò riconoscere il momento giusto per "avvisare". Troppo presto sarebbe inutile e controproducente. Troppo tardi... beh, troppo tardi sarebbe "troppo tardi".

Il fatto è che non basta la normale prudenza, per arginare la contaminazione. Ci vogliono informazioni precise, specifiche. Come trattare il materiale infetto, umano, animale o vegetale che sia. Come riconoscerlo, quali misure vanno adottate.
Dobbiamo studiare, cercare di capire. Pregare di avere quel po' di fortuna necessaria per restare in vita abbastanza da riuscire a venirne a capo.

Il Bosco dei Mirtilli da questo punto di vista è un terreno di prova, il territorio di studio ideale. Piccolo, contenuto, ben sorvegliato. Se non riusciamo a gestire nemmeno questa emergenza significa che non siamo pronti per le sfide ulteriori che ci aspettano.

Senza contare che anche dal punto di vista umano le sfide sono difficili.
Chiunque venga contagiato, anche se i suoi sintomi apparentemente sono minimi, va ucciso, decapitato e bruciato.
Facile a dirsi... nella realtà è una cosa straziante.
Per ora non è mai capitato a gente che conoscessi bene, ma leggo negli occhi del Tenente Ramsey il peso di simili decisioni. Lui ha dovuto farlo ai suoi compagni, a chissà quanti di loro.
Sono cose terribili, capaci di piegare persino i più coraggiosi degli uomini.

Ne parlavo l'altro giorno con Padre Engelhaft.
Io sostenevo che la durezza fosse l'unica soluzione per arginare il contagio, anche a costo di grandi sacrifici: proprio come fanno gli insetti, che per salvare la loro colonia sono disposti al sacrificio del singolo. Se vogliamo batterli dobbiamo in questo farci simili a loro.
Lui mi ha detto di no, che probabilmente è ciò che ci differenzia da loro, l'attenzione per ogni singola persona, che potrà darci la vittoria.
Io non lo so, ma a coronamento del discorso, l'indomani, l'esperto locale di insetti ci ha spiegato che questi "tafani" del Bosco dei Mirtilli sono piuttosto anomali sotto questo versante: hanno un atteggiamento conservativo e quasi "individualista".

Non ci capisco niente, chissà chi ha ragione. Per fortuna non devo prendere io certe decisioni, non invidio proprio il Tenente Ramsey....
Io sono qui per studiare, per serbare campioni di materiale infetto, per dare una mano e cercare di portare tutto alla Rocca di Tramontana.
E speriamo che questi mirtilli non ci vadano troppo per traverso.

scritto da Kailah , 09:25 | permalink | markup wiki | commenti (0)
Scritto il 09/07/2012 · 16 di 84 (mostra altri)
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