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- Engelhaft Todenehmer -
 
La cerca di Bohemond
Bohemond D'Arlac
"Tu fai parte dei Primi, Bohemond, non dimenticarlo mai."
creato il: 24/01/2012   messaggi totali: 27   commenti totali: 25
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9 marzo 518
Mercoledì 7 Luglio 2021

Come se non bastasse



"Soldati di Sarakon, le trame del Fato vi concedono tre possibilità: combattere in branco come lupi, inviare un orso come vostro campione, o rintanarvi nei cunicoli come topi. Fate la vostra scelta e io agirò di conseguenza." La voce di Einar Borg rimbomba nell'oscurità della caverna dove abbiamo deciso di tentare la nostra ultima resistenza. E dire che era un buon piano: sgattaiolare sotto al naso degli Einharjar con il favore delle tenebre, neutralizzare rapidamente le sentinelle, involarsi nel tratto di miniera che ci avrebbe portati alla salvezza facendo crollare il passaggio alle nostre spalle grazie alle stregonerie di Dust. E stava andando tutto come avrebbe dovuto...beh, quasi. Proprio quando sembrava fatta la magia di Dust ha fatto cilecca, e adesso siamo qui, intrappolati in questi cunicoli e braccati da uno squadrone di Nordri veterani.

Quando ho cercato di convincere i miei compagni dell'opportunità di farci strada tra i Risvegliati, ancorché dotati di intelletto, piuttosto che affrontare i guerrieri Nordri di Einar Borg, neppure immaginavo che questi avesse una diavoleria come quella che abbiamo appena visto a sua disposizione. Come se non bastasse. Ho visto coi miei occhi Ymir Braccia D'Orso, capo dell'altro Clan Nordro venuto a combattere in questa guerra per solo gli Dei sanno quali ragioni, fare scempio di Aiden così come aveva fatto con Yara. Ciascuno dei due avrebbe poi riconquistato la gloria perduta affrontando e sconfiggendo la progenie del Sangue degli Antecessori...ma il fatto che quel guerriero di Nordsyd sia riuscito a scaraventarli entrambi in un dirupo neanche fossero dei pupazzi di stracci certo continua a darmi da pensare. "E' una guerra di uomini, non dimenticatelo mai, non credete a chi vi dice il contrario!" ammoniva spesso Padre Valon Treize...e in una guerra di uomini non c'è avversario peggiore di questo.

Avevo avuto a che fare con i guerrieri del Nord durante la mia ferma al Tempio del Valore Inesausto di Ammerung nel 514: il nostro Ordine era stato investito dall'autorità Ducale del compito di porre un argine alle scorribande dei sudditi del neo-proclamato Conte Bjorn meno inclini ad abbandonare i costumi della terra natìa. Si trattava per lo più di presidiare il confine tra le due contee e prevenire eventuali incursioni di razziatori e sbandati, lupi che a differenza del loro signore mal sopportavano la prospettiva di lasciarsi addomesticare dalla legge di Greyhaven, o che più semplicemente si sentivano defraudati delle opportunità di bottino con cui il Principe di Skoffin li aveva allettati. Talvolta però, quando le inevitabili dispute e le insanabili recriminazioni sfociavano nella violenza aperta, ci toccava prendere parte a delle spedizioni nel Corno d'Oro e interporci tra i nuovi arrivati e la popolazione locale, ed era un lavoro infame... i Nordri tolleravano ipocritamente la nostra pretesa autorità, tenendosi però pronti a saltarci alla gola al primo cenno dei loro capi, mentre i poveri disgraziati di Halden ci accoglievano col disprezzo che meritano gli apostati e i traditori, venuti com'eravamo a legittimare l'occupazione di questi barbari senza dio e del loro Conte usurpatore, per di più facendo sfoggio delle sante insegne di Dytros. In un paio di occasioni fummo chiamati ad usare la forza per riportare l'ordine, ed ogni volta il prezzo che dovemmo pagare fu tragicamente caro. Un popolo votato interamente alla guerra, uomini e donne crudeli e sanguinari come gli idoli che venerano, ma capaci di un coraggio e di un valore in battaglia in nulla inferiori a quelli dei nostri migliori cavalieri... giunto qui nel Corno del Tramonto, quello che ho visto non ha fatto che confermare l'impressione che mi feci allora. Ricordo ancora il sogno che mi visitò dopo aver raccolto l'ornamento blasfemo ai piedi delle croci, fuori Uryen. Ricordo la furia che mi scorreva in corpo, la sensazione di essere invincibile ed il desiderio irrefrenabile di dimostrarlo ancora, e ancora. Ricordo di aver messo al collo il dono che sugellava il mio trionfo e di aver dimenticato ogni paura della morte, da quel momento mia amica ed alleata. Ci saremmo incontrati, presto o tardi, ma l'avrei raggiunta percorrendo un sentiero tracciato dai corpi spezzati dei miei nemici sconfitti. Questa, credo, è la fiamma che arde nel cuore dei Nordri, lo spirito indomito che li rende nemici che solo un pazzo affronterebbe a cuor leggero.

E poi c'è il Martello. In vita mia non avevo mai avuto la sfortuna di vedere nulla di simile, un'arma che sembra uscita dalle epopee più sanguinose del Khal-Valàn, quei runi che raccontano delle devastazioni causate da Kurgoth e dagli altri discendenti di Kaalor il Selvaggio, dotati di oscuri poteri ed alla testa di eserciti di creature mostruose. Einar è in grado di brandire quel maglio e farlo avvampare come una folgore per poi scagliarlo con la violenza di un proiettile di catapulta. Come se non bastasse, esaurito il suo percorso di distruzione il Martello può tornargli magicamente in pugno proprio come farebbe un falcone sul guanto del cacciatore, bramoso di spiccare nuovamente il volo.

Ed eccoci qui, a combattere per le nostre vite in queste gallerie avvolte nelle tenebre. Einar è di fronte a me, io e Colin abbiamo fatto quello che potevamo per tenerlo a bada. Sono riuscito a piazzare un paio di fendenti come si deve, ma il bastardo è ancora lì, saldo sulle gambe e perfettamente in grado di sferrare dei colpi micidiali. Pronuncia ancora una parola nella sua lingua incomprensibile, e la testa della sua arma si infiamma nuovamente di lampi azzurrini, l'aria crepita e si riempie dell'odore penetrante che annuncia un temporale. Tra pochi istanti la furia del tuono si abbatterà nuovamente su di noi, lo so, ma non posso che continuare ad attaccare il mio nemico nella sciocca speranza di averne ragione prima dell'inevitabile. Colin arretra, ha capito che non c'è niente che possa fare per impedire che succeda: non esiste difesa in grado di fermare questa vampa, quando il richiamo di Einar la scatena. Come se non bastasse. Con la coda dell'occhio percepisco Malandrino alla mia sinistra, ormai circondato da guerrieri alti il doppio di lui. Persino Dust ha capito che non c'è scampo, credo si sia messo a combattere con una specie di coltello ma dai suoi gemiti direi che sta avendo la peggio. Sul fianco destro Sven ed Engelhaft stanno tenendo a malapena a bada un altro gigante. Sul fondo della caverna Kailah continua a scoccare le sue frecce, ma gli avversari hanno scudi e corazze robuste, e dubito che la scarsa luce delle torce sul pavimento le consenta dei tiri precisi.

Non so davvero come ne usciremo, stavolta.
scritto da Bohemond D'Arlac , 16:44 | permalink | markup wiki | commenti (0)