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18 settembre 516
Martedì 19 Novembre 2013
Il Circo delle Galassie dell'anno 484
Quando il Circo delle Galassie si fermò ad Ammerung molti bambini scomparvero nel nulla, risucchiati dalla Magia del suo tendone blu notte.
Era il 484, io non ero ancora nata, ma la leggenda del Circo incantato mi ha sempre tenuta con il fiato sospeso.
Franziska me ne parlava la sera, vicino alla finestra aperta, nelle limpide notti d'inverno.
"Guarda le stelle, Kailah. Molte di loro sono le anime di bambini come te, portati via dal Circo delle Galassie"
"Piangevano, mentre andavano via?"
"No, erano felici. A piangere erano quelli che restavano indietro, le madri, i fratelli, le persone care. Ma loro volavano via senza rimpianti, senza dolore".
"Anche Adrian brilla lassù tra loro?"
Franziska annuiva e mi prendeva il braccio puntandolo su una stella scintillante. "Eccolo, è quello".
Il bambino scomparso di Franziska, rapito dal Circo delle Galassie del 484, eccolo lì. Mi guardava dalla volta celeste, io lo guardavo e lo salutavo con la mano.
Con gli anni ho scoperto che Franziska parlava di sè, del suo dolore, davanti a quella finestra buia. Guardava le stelle e ricordava la morte del suo ultimo figlio portato via dalla febbre polmonare, la stessa che, in quel lungo inverno, portò via tanti e tanti altri bambini.
Ma il Circo delle Galassie, con il suo tendone blu cosparso di stelle lucenti, era per tutti noi il vero responsabile di quelle scomparse. Tra i carri variopinti, animali esotici e misteriosi maghi e giocolieri, si nascondevano pericoli e tentazioni.
Il profumo delle ciambelle con il miele attirava i bambini come le mosche, la musica dei flauti li incantava.
La poesia e la minaccia, la magia e la morte si nascondono tra i fruscii del tendone.
Una volta mio padre ci portò ad Ammerung ad assistere ad uno spettacolo, i miei fratelli erano felici, elettrizzati, mentre io avevo una paura mortale che qualcuno si accorgesse del mio Potere e mi trattenesse lì per sempre.
"Accorrete a vedere la bambina che accende luci scintillanti con la sola forza del pensiero!"
Ricordo l'odore della segatura, dei carri bagnati dalla pioggia, lo scalpiccio dei cavalli.
Ci sedemmo tra le prime file, non riuscivo a staccare lo sguardo dai grandi fuochi che rischiaravano l'arena ancora deserta.
Ed ecco che lo spettacolo è iniziato.
Il Mangiafuoco, terribile e magnifico, i Pagliacci, le Ballerine Volanti, un infinito carosello di meraviglie e stupore.
I miei fratelli battevano le mani, io mi facevo piccola piccola, tutta occhi, quasi nessun respiro.
Poi, senza farmi vedere, sono scappata fuori.
Ed ecco che il Circo mi è apparso in tutto il suo decadente brulicare di attività nascoste.
Le stoffe che scintillavano nell'arena hanno rivelato le toppe, le macchie, i logorii del tempo. I cavi sottili sorretti da carrucole, invisibili da chi siede nel pubblico, eccoli tesi a cigolare sotto il peso di acrobati senza il dono di saper volare.
La paura della poesia si è trasformata improvvisamente nella paura della finzione. L'inganno elevato a forma artistica.
Anche adesso mi sento come allora.
Dur Dur è un bene o un male per questo villaggio? E quale compromesso bisogna accettare pur di evitare altra rovina? L'inverno sarà lungo e difficile, qui a Mavan.
Il palo scarnificato del grande tendone troneggia sulla Casa del Sergente e sulla locanda del Carro d'Oro.
Non c'è più l'incanto, lo splendore delle luci e dei costumi di scena, resta solo la segatura a terra e l'odore di umido delle vecchie stoffe.
Vecchi rancori, nuovi giochi di potere.
Noi, i giudici, siamo qui per ingannare gli ingannatori, in un gioco delle parti che strappa qualche sorriso e forse un po' di nostalgia. Giudici soldati, armati, pericolosi e pronti a rischiare il tutto per tutto seguendo le indicazioni di un ventriloquo, agli ordini di una voce che esce da un cappotto vuoto, da un mantello posato ad arte su una sedia. L'unica strada da percorrere, l'unica speranza di salvare ciò che rimane: le parole di un ventriloquo ladro e manipolatore.
Il Circo delle Galassie portava via i bambini, nel 484. Qui, nel 516, lo sgangherato circo di Mavan deve proteggere queste quattro case e le poche anime superstiti che le popolano.
Non ci sono più bambini a Mavan, li ha già portati tutti via la guerra.
16 settembre 516
Domenica 3 Novembre 2013
Il primo fuoco
"Ammazza, che figata!"
Boar davanti al mio primo fuoco, lungo la via di Mar. Ancora mi strappa un sorriso.
Voglio dimenticare l'odore spaventoso della sua carne bruciata, le fiamme che scavano inutilmente, in un tentativo disperato di purificare il sangue ormai contaminato. Voglio dimenticare la rabbia, l'impotenza, le illusioni che si prosciugano con l'avanzare della notte. Boar non vorrebbe suscitarmi questi ricordi, questi pensieri.
Boar resterà per me un compagno fedele, un amico coraggioso, leale. Una persona allegra e positiva: è così che lo voglio ricordare, al mio fianco, sempre pronto ad una battuta scherzosa. Quante volte mi ha aiutata in battaglia! Era il mio possente angelo custode.
Sarebbe contento di sapere che Annie è scampata al massacro di Holov. Aveva simpatia per lei, chissà come sarebbe andata a finire tra loro, se lei non fosse stata catturata e lui non fosse morto... sarebbe stato bello veder nascere qualcosa, in mezzo a tante cose che muoiono. Non sono tanto brava a capire certe cose, eppure Boar è venuto a chiedermi consiglio su come comportarsi con lei. Ci speravo un po' in un lieto fine.
D'altronde la liberazione di Annie ha del miracoloso, al punto che mi è parso di cogliere nel Tenente Mikhal qualcosa di simile al sospetto. Lo posso capire, per quanto sia una considerazione spiacevole. Le modalità con cui è rimasta bloccata a Holov, l'attacco immediatamente dopo la nostra partenza, il mese e passa di prigionia, la liberazione... Che strana situazione, che strane ferite, che strane coincidenze.
Mentre Padre Engelhaft la esaminava, tra imbarazzo e professionalità, anche io la osservavo. Annie Volvert. Taciturna, chiusa, così tremendamente solitaria. Senza più una casa a cui tornare, una famiglia, ha solo l'esercito ormai. Boar forse sarebbe stato capace di avvicinarsi a lei, ma il destino non l'ha permesso. Per un soffio.
Boar se n'è andato e lei è tornata.
Annie non è l'unica ad essere tornata... poche ore fa ho rivisto il "mio" Kreepar. Scintillante di violetto nella notte nera.
Cosa cerca? Riesce a sentirmi? E' attratto in qualche strano modo da me? Oppure è soltanto una incredibile coincidenza? Magia persistente, prodigiosa... dovrò parlarne con Mastro Luger, quando capiterà.
Sì, perchè non voglio perdere fiducia nel "dono di Kayah". I fallimenti sono esperienza, devo riuscire a farne tesoro. Solo attraverso gli errori si può migliorare.
Io ci ho provato, non potevo non farlo. Ho provato ad usare la magia. Ce l'ho messa tutta, ma ho solo... reso spaventosamente dolorose le... ultime ore di Boar, senza risolvere nulla... e nonostante questo lui mi ha... ringraziata. Ringraziata, a me.
"... grazie, non ti devi scusare... mi hai salvato la vita..."
...
Guarda in alto, Kailah. Non piangere. Boar non vorrebbe vederti piangere per lui.
Prego gli Dei che adesso sia in un posto migliore di questo, che ci guardi con benevolenza e che ci prepari una bella festa. Presto o tardi tutti lo raggiungeremo. Se va bene... decapitati da un compagno misericordioso.
Ci attende un destino già scritto, dobbiamo solo corrergli incontro senza pensarci, facendo fino in fondo il nostro dovere. Possiamo fare la differenza, ciascuno di noi farà la differenza in questa guerra.
Boar se n'è andato a testa alta. Quando verrà il momento, spero di riuscire ad andarmene così anche io.
8 settembre 516
Domenica 20 Ottobre 2013
E' quasi magia...
Se mai arriverò a sentirmi brontolare lo stomaco davanti a un Kreepar, significa che sto a digiuno da troppi giorni.
Sono creature grottesche, simili a gamberi o a insetti, solo molto più grossi. Commestibili, pare, anche se la loro dieta a base di carogne e carcasse di Risvegliati fa sorgere il sospetto che non siano molto salutari.
Ho avuto un incontro ravvicinato con uno di loro qualche giorno fa, all'alba della nostra spedizione sul crinale di Osterch. Si è avvicinato al mio cavallo e l'ha fatto imbizzarrire, e io sono volata schiena a terra. Un gran capitombolo, e per di più quell'essere mi si è avvicinato al viso, mentre ancora ero senza fiato per la botta, e quasi mi toccava con le sue zampette.
Le rune di Luger mi sono salite alle labbra da sole, quasi d'istinto.
Jek-Ak!
Ed ha funzionato! Il Kreepar si è illuminato di un chiarore violaceo, forse si è spaventato, fatto sta che si è allontanato da me per andare a rintanarsi in qualche buco nel terreno.
Non c'ero mai riuscita, non così bene. Ancora l'effetto dura pochi istanti, appena mi distraggo svanisce, ma sono contenta di vedere che il miglioramento prospettato da Mastro Luger è reale, esiste.
Qualche giorno prima Sven, vedendo che mi esercitavo senza grossi risultati sulla lama del mio pugnale, mi ha chiesto a cosa servisse questo incantesimo.
Certamente non è utile per farti crollare addosso una collina, o per creare dal nulla nubi fetide e urticanti in grado di soffocare i nemici. Ma questa è una scienza che si acquisisce per gradi, richiede pazienza e dedizione, e nessuno può sapere in anticipo quali usi e quali sviluppi una certa disciplina potrà portare in futuro.
Ci vuole molto esercizio.
Una volta tornata ad Alma Mater, appena mi sono potuta alzare dal letto, ho chiesto al Tenente Vonner una cavia su cui esercitarmi, uno dei prigionieri di Ghaan.
E' stata una richiesta troppo cinica?
Me l'hanno portato già sfondato, coi segni evidenti delle torture, un fantoccio insanguinato e tumefatto che solo a vederlo smuoveva lo stomaco. Per un momento ho esitato. In fondo, mi sono detta, è pur sempre una persona.
Ma se in guerra inizi a ragionare così è finita.
Soldato di Ghaan. Il tuo commilitone Mago ci ha fatto franare una collina in testa, ci ha intossicati, e chissà quante colline ha fatto franare, prima di diventare così bravo. Chissà quanta gente ha dovuto intossicare, prima di padroneggiare così bene un simile incantesimo.
Soldato di Ghaan. Io ti faccio soltanto risplendere di una luce innaturale. Sei condannato a morte, stai per morire comunque.
Per un attimo brillerai a causa mia. Ed io, grazie a te, farò un piccolo passo in avanti. Devo sentirmi in colpa?
No, Soldato di Ghaan. Anzi, ti sto dando uno scopo, una ragion d'essere, prima dell'inevitabile fine.
Con me, ad esercitarsi, è venuto anche un certo William, un soldato originario di Greyhaven che sembra sia anche lui capace di fare qualche incantesimo.
Non si può dire che abbia brillato, al contrario ho sentito provenire da lui solamente uno sbuffettino di Potere Magico, senza che si sia visto alcun effetto. Probabilmente si è imbarazzato ad esercitarsi davanti al Tenente Vonner e al Caporale Kar-Man-Dur.
Anche io per la verità ero infastidita da tutto quel pubblico, ma capisco che i nostri superiori vogliano sincerarsi di quel che sappiamo fare: i nemici hanno maghi capaci di tirare giù le colline. Noi sappiamo far luccicare appena qualche bersaglio legato e immobile.
La nostra... è quasi magia, William.
Abbiamo ampi margini di miglioramento, questa è la verità.
Nel frattempo, visto che non bisogna mai combattere magicamente maghi più forti di noi - ovvero praticamente tutti - è necessario esercitarsi molto con le armi tradizionali. Perchè lo stregone di Ghaan, bisogna dirlo, oltre che saper fare quei prodigi picchiava anche tantissimo, e se non avessi avuto Boar al mio fianco me la sarei vista brutta.
Ma è il bello di combattere in un esercito, avere qualcuno su cui contare.
Sono creature grottesche, simili a gamberi o a insetti, solo molto più grossi. Commestibili, pare, anche se la loro dieta a base di carogne e carcasse di Risvegliati fa sorgere il sospetto che non siano molto salutari.
Ho avuto un incontro ravvicinato con uno di loro qualche giorno fa, all'alba della nostra spedizione sul crinale di Osterch. Si è avvicinato al mio cavallo e l'ha fatto imbizzarrire, e io sono volata schiena a terra. Un gran capitombolo, e per di più quell'essere mi si è avvicinato al viso, mentre ancora ero senza fiato per la botta, e quasi mi toccava con le sue zampette.
Le rune di Luger mi sono salite alle labbra da sole, quasi d'istinto.
Jek-Ak!
Ed ha funzionato! Il Kreepar si è illuminato di un chiarore violaceo, forse si è spaventato, fatto sta che si è allontanato da me per andare a rintanarsi in qualche buco nel terreno.
Non c'ero mai riuscita, non così bene. Ancora l'effetto dura pochi istanti, appena mi distraggo svanisce, ma sono contenta di vedere che il miglioramento prospettato da Mastro Luger è reale, esiste.
Qualche giorno prima Sven, vedendo che mi esercitavo senza grossi risultati sulla lama del mio pugnale, mi ha chiesto a cosa servisse questo incantesimo.
Certamente non è utile per farti crollare addosso una collina, o per creare dal nulla nubi fetide e urticanti in grado di soffocare i nemici. Ma questa è una scienza che si acquisisce per gradi, richiede pazienza e dedizione, e nessuno può sapere in anticipo quali usi e quali sviluppi una certa disciplina potrà portare in futuro.
Ci vuole molto esercizio.
Una volta tornata ad Alma Mater, appena mi sono potuta alzare dal letto, ho chiesto al Tenente Vonner una cavia su cui esercitarmi, uno dei prigionieri di Ghaan.
E' stata una richiesta troppo cinica?
Me l'hanno portato già sfondato, coi segni evidenti delle torture, un fantoccio insanguinato e tumefatto che solo a vederlo smuoveva lo stomaco. Per un momento ho esitato. In fondo, mi sono detta, è pur sempre una persona.
Ma se in guerra inizi a ragionare così è finita.
Soldato di Ghaan. Il tuo commilitone Mago ci ha fatto franare una collina in testa, ci ha intossicati, e chissà quante colline ha fatto franare, prima di diventare così bravo. Chissà quanta gente ha dovuto intossicare, prima di padroneggiare così bene un simile incantesimo.
Soldato di Ghaan. Io ti faccio soltanto risplendere di una luce innaturale. Sei condannato a morte, stai per morire comunque.
Per un attimo brillerai a causa mia. Ed io, grazie a te, farò un piccolo passo in avanti. Devo sentirmi in colpa?
No, Soldato di Ghaan. Anzi, ti sto dando uno scopo, una ragion d'essere, prima dell'inevitabile fine.
Con me, ad esercitarsi, è venuto anche un certo William, un soldato originario di Greyhaven che sembra sia anche lui capace di fare qualche incantesimo.
Non si può dire che abbia brillato, al contrario ho sentito provenire da lui solamente uno sbuffettino di Potere Magico, senza che si sia visto alcun effetto. Probabilmente si è imbarazzato ad esercitarsi davanti al Tenente Vonner e al Caporale Kar-Man-Dur.
Anche io per la verità ero infastidita da tutto quel pubblico, ma capisco che i nostri superiori vogliano sincerarsi di quel che sappiamo fare: i nemici hanno maghi capaci di tirare giù le colline. Noi sappiamo far luccicare appena qualche bersaglio legato e immobile.
La nostra... è quasi magia, William.
Abbiamo ampi margini di miglioramento, questa è la verità.
Nel frattempo, visto che non bisogna mai combattere magicamente maghi più forti di noi - ovvero praticamente tutti - è necessario esercitarsi molto con le armi tradizionali. Perchè lo stregone di Ghaan, bisogna dirlo, oltre che saper fare quei prodigi picchiava anche tantissimo, e se non avessi avuto Boar al mio fianco me la sarei vista brutta.
Ma è il bello di combattere in un esercito, avere qualcuno su cui contare.