Mi chiedo quante volte Mirai abbia provato ad uccidere il demone immortale che la perseguitava, prima di arrendersi a lui. L'ha presa per sfinimento? Ha fatto leva sul suo dolore, sulla solitudine che si è abbattuta su di lei dopo la morte del marito?
Oppure forse Mirai era già pronta, forse non aspettava semplicemente altro.
Questo è un po' il mio dubbio, ed è un dubbio morale, più che pratico. Nella pratica invece cambia poco: l'esperienza di Cynthia ci insegna che non esiste speranza, non esiste futuro per Mirai.
E' Mirai a non esistere più, in un certo senso. La ragazza antipatica e viziata, permalosa e imprevedibile non esiste più. Al suo posto c'è qualcosa di ulteriore e non più troppo umano.
Dust ha cambiato voce, quando l'ha percepita. Non l'avevo mai sentito così allarmato, "forse è meglio se torniamo indietro". Come in una galleria piena di ragni, come su un torrente tra i sassi insidiosi. Dietrofront, niente panico. Passo svelto e testa bassa.
Mirai. Siamo riusciti ad arrivare fin qui, ce n'è voluta, ma adesso è il momento di andarcene. In fretta, senza correre. Che tanto "se ci vuole pigliare ci piglia".
Rapidi, rapidi...
Alma Mater, aspettaci.
Non riesco a ricordare posto al mondo più accogliente.
Ho anche due tre cose da chiedere ad Annie, ed una da dirle a mia volta che forse la interesserà.
