Cerca nel Sito

NomeKeywordsDescrizioneSezioniVoci correlate

Forum di Myst

 
« Dovrete localizzare quello che sta facendo casino, una botta in testa, con discrezione... zacchete zacchete... problema risolto. »
- Tobey Reno -
 
Also starring...
Il blog dove anche i PNG hanno spazio per dire la loro!
Jana Weiser
 
creato il: 03/08/2007   messaggi totali: 84   commenti totali: 80
416691 visite dal 03/08/2007 (ultima visita il 30/04/2025, 10:23)
ultimi 5 articoli (cambia) · Pagina 12 di 17
1 · 2 · 3 · 4 · 5 · 6 · 7 · 8 · 9 · 10 · 11 · 12 · 13 · 14 · 15 · 16 · 17
12 ottobre 518
Lunedì 15 Novembre 2010

12 ottobre dell'anno degli Dei 518
Bosco di Navon


"La nebbia porta sempre il sole", diceva suo padre, il vecchio Pjotr. "Esci tranquillo nella nebbia, perchè l'Occhio di Pyros sorgerà presto a scaldarti".

Eppure quel mattino Yesso Bravo, mentre avanzava trascinando il suo carretto tra gli alberi, si sentiva inquieto.
La nebbia era densa, biancastra, e attraverso di essa riusciva a stento a scorgere i tronchi scuri ricoperti di edera.
Yesso conosceva bene quel sentiero, che da Luceen arrivava nel fitto del bosco, e avrebbe potuto percorrerlo ad occhi chiusi. In una radura più avanti, oltre un leggero avvallamento, il giorno precedente aveva abbattuto una grossa quercia malata, ed oggi bisognava farla a pezzi e portare la legna in paese.

"Mai che qualcuno si offra di darmi una mano", borbottò tra sè con voce appena più alta del necessario, per farsi un po' di compagnia da solo. Il bosco assorbì le sue parole, che si dissolsero nell'aria ovattata.

Ogni volta che superava la deviazione del sentiero che portava al Prato di Neve, il luogo in cui l'inverno prima era stato trovato il corpo di Ludmilla, Yesso Bravo si fermava e si raccoglieva in una breve preghiera.
Così fece anche quel mattino.
Poggiò a terra i due manici del carretto, accompagnandolo con attenzione per non far cadere l'ascia a terra, poi sciolse i muscoli contratti delle gambe, in particolare di quella gamba sinistra che ancora ricordava, nelle giornate umide, l'impronta della morning star del vecchio Bob Delmontesque.
Chiuse gli occhi, sospirò. "Abbi misericordia, oh Kayah, dell'anima della dolce Ludmilla, e aiuta il nostro signore Sir Andrè a trovare e punire chi le ha fatto del male".

Yesso non era bravo con le parole, rimase qualche istante in raccoglimento e poi riaprì gli occhi, per rimettersi in cammino.
Ma, mentre si chinava per sollevare nuovamente il carretto, scorse con la coda dell'occhio un movimento, un lembo di stoffa, lungo il sentierino per il Prato di Neve.
"Ehi, chi è là!", chiamò. Nessuna risposta.
In una giornata diversa Yesso avrebbe lasciato perdere. Avrebbe ripreso il suo carretto e sarebbe andato a tagliare la legna. Molto spesso d'altronde gente di Luceen, specialmente le donne, andavano a portare fiori e a pregare al Prato di Neve, non c'era niente di così insolito.
Eppure quel mattino c'era qualcosa nell'aria, qualcosa che spinse Yesso a raccogliere la sua ascia dal carretto, e ad incamminarsi, lentamente e con cautela, lungo il sentiero per il Prato di Neve.
A terra, nel fango impiastrato di foglie secche, si scorgevano impronte recenti, senza dubbio di più persone.
Yesso strinse più forte l'impugnatura della sua ascia.

Yesso ricordava bene il gennaio dell'anno passato, quando insieme ad altri uomini di Luceen era andato a recuperare il corpo di Ludmilla. Ricordava l'aria limpida, la neve bianchissima, i raggi del sole che filtravano tra i rami secchi degli alberi. Ricordava ogni asperità del sentiero, che tanto li aveva messi in difficoltà nel trascinare il carretto. Ricordava le strettoie, le pietre affioranti, e tanto più ricordava il silenzio opprimente dei suoi compagni, gli sguardi tesi, le voci sussurrate appena sulle orribili condizioni del corpo da poco ritrovato.

Quel mattino il sentiero era molto diverso, senza neve, senza luce, appariva quasi velato da un sogno.
Yesso avanzava cercando di scorgere di nuovo la sagoma che aveva intravisto nella nebbia, ma senza riuscirci. Eppure le impronte erano reali, non era stata un'impressione, nè un fantasma.
Un fantasma... Yesso non credeva ai fantasmi, anche se le lunghe notti degli anni trascorsi alle Parole d'Oro lo avevano abituato a sussultare ad ogni fruscio, a difendersi da ogni ombra.

Mancava ormai poca strada al Prato di Neve, e Yesso percorse gli ultimi metri nella nebbia trattenendo il fiato, come se stesse entrando in una chiesa.
Aveva piovuto nei giorni passati, la terra era fangosa, e al centro della radura si poteva scorgere la grande pietra bianca che ricordava il punto in cui giaceva il corpo di Ludmilla. Una pietra grezza, piuttosto piatta e liscia, spesso ricoperta dai fiori.
A parte la pietra, la radura appariva deserta.

Anche quel mattino c'erano dei fiori, notò Yesso mentre avanzava con cautela, stringendo l'ascia tra le mani. Fiori sparpagliati, rossastri, disordinati...

"Santi Dei..."
Il respiro gli si fermò. Non erano fiori.
Una mano blasfema aveva tracciato sulla pietra bianca degli scarabocchi ripugnanti e volgari, scritte oscene, utilizzando il sangue di uno scoiattolo che giaceva buttato a terra ai piedi della lapide.
Yesso si chinò, posò due dita sulla carcassa, era ancora tiepida: chiunque avesse commesso quella profanazione non poteva essere lontano.

"Ehi tu!" gridò forte Yesso, rivolto alle ombre degli alberi nella nebbia, tutto intorno a lui. "Come hai osato, esci fuori!"
Aveva gridato d'istinto, senza pensarci. Ma subito il timore di chi potesse essere stato l'autore di un simile gesto gli strinse lo stomaco. L'assassino di Ludmilla era tornato? Oppure chi altri avrebbe potuto compiere un simile assurdo sacrilegio?
Udì un fruscio alle sue spalle, strinse forte l'ascia e si voltò.

Arrivò prima il rumore dello scatto oppure il dolore? Yesso non avrebbe saputo dirlo, mentre scivolava a terra con un dardo di balestra conficcato nella gamba. La solita sfortunata gamba sinistra.
L'ascia gli sfuggì di mano, mentre il calore del sangue si diffondeva intorno alla ferita. Rovinò a terra, nel fango, incapace di alzarsi.
"Per... perchè..." mormorò, col cuore che pompava disperatamente.

"Yesso!", si sentì chiamare da voce di donna.
"Chi..."
Dalla boscaglia emerse una sagoma femminile con la balestra in mano, una mantella scura sulle spalle, i capelli ormai lunghi raccolti in una coda di cavallo. Sembrava in forma, abbronzata, i suoi lineamenti erano induriti ed una cicatrice nuova le tagliava in due un sopracciglio.
"Martha..", biascicò sorpreso.
Lei avanzò di qualche passo verso di lui. Alle sue spalle, nella nebbia, Yesso riuscì a scorgere alcuni movimenti: la ragazza non era sola.
"Ho un messaggio per il tuo Signore" disse lei osservandolo dall'alto in basso. "Puoi dire a Sir Navon che sono tornata per lui. Per lui, e per la sua stupida Paladina bionda del cazzo".

"Martha ma dove... sei stata tutti questi mesi, che ti è..." provò a dire Yesso, incredulo. Il dardo era conficcato in profondità nella sua coscia, gli rendeva difficile anche solo ragionare. Parlare era quasi impossibile.
Lei si avvicinò ancora di un passo, chinandosi accanto a lui.
"Lo saprai presto, amico mio. E non saranno belle giornate. Credimi".
Detto questo, Martha si alzò di nuovo in piedi, incamminandosi verso gli alberi. Poco prima di svanire nella nebbia si fermò un momento.
"E buona festa di Reyks", aggiunse. Dopodichè si allontanò.



scritto da Yesso Bravo , 12:28 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
11 settembre 518
Venerdì 11 Giugno 2010

Speranze future

Il rancore non è diminuito. Non più di ieri, almeno.

Quanto tempo è passato? Due settimane, forse... Sicuramente non più di tre. Alla rocca dell'Aquila fa buio presto, nonostante il sole d'estate... ed è facile perdere il conto quando non esci. Nasconderli alla mia vista non è comunque servito: in questi giorni riuscivo ugualmente a sentire le loro voci, a distinguere quei fastidiosi e sommessi mormorii. I Signori dovrebbero servire i loro sudditi, mi diceste una volta, quando eravate in vena di aforismi. Se fosse vero, padre, avrei fallito il mio compito: le morti di Lisa e del bambino che aveva in grembo privano questo feudo di un erede e distruggono le prospettive di speranza costruite in dieci lunghi anni. Se fosse vero, padre, questi uomini avrebbero tutto il diritto di odiarmi.

"Lord Thedor... vi imploro..."

E' tardi per questa conversazione, padre. Avreste dovuto pensarci prima di farvi carico di questo ingrato fardello. Cosa pensavate di fare, qual era il vostro piano...

"Niente... non volevamo fare... niente. Vi scongiuro... Voi conoscete la misericordia, lo avete dimostrato più volte. Ve lo chiedo in ginocchio, ripensateci...".

Avete ragione, padre: conosco la misericordia. E' per questo che siete ancora vivo. Adesso datemi i nomi che vi ho chiesto.

"Non c'è nessuno, Lord Thedor... nessuno vi ha tradito, nessuno che vi abbia in..."

La misericordia, padre, è una concessione che doveste sforzarvi maggiormente di meritare. Un privilegio che conto di revocare al più presto, qualora vogliate persistere in questo ostinato e colpevole silenzio. Davvero pensate che io sia così stupido, così facile da ingannare? Ho anch'io un aforisma per voi, padre: i Sacerdoti dovrebbero pregare, non predicare. Ho ascoltato personalmente quello che dite durante le vostre funzioni. Ero lì. Non mi avete riconosciuto, forse? Non mi stupisce: sapete così poco di me, eppure non vi fate mancare nulla nel descrivere le mie mancanze agli occhi degli Dei. E nell'elencare i miei errori non fate mistero di auspicare il ritorno di una dinastia ormai estinta, dimenticando che ha portato questo feudo sull'orlo della distruzione. Ditemi, padre, quand'è che siete diventato così distratto?

...

Cosa c'è, non dite più nulla? D'accordo, continuate pure a tenere in piedi la vostra sciarada. Ve lo prometto, farò sì che possiate riscoprire presto il dono della parola. Prima che le guardie vi riportino in cella voglio che sappiate un'ultima cosa: oggi ho ricevuto la lettera che stavo aspettando. Presto mi recherò presso la Marca di Beid, dove avrò modo di discutere con il Marchese alcuni dettagli relativi al vostro futuro. Conoscete la Foresta di Veremar, padre? Dicono che quel posto sia in grado di offrire esperienze particolarmente intense. E pensate... se ho ben inteso il senso di quella lettera c'è persino la possibilità che questa Baronia possa ospitare presto un nuovo matrimonio.

Anche se temo che non sarete voi a celebrarlo...

scritto da Thedor Korzeniowski , 18:27 | permalink | markup wiki | commenti (2)
 
23 agosto 518
Venerdì 16 Aprile 2010

Notte dopo notte.

"Siete un uomo di fede?"
L'innocenza. "Siete un uomo di fede?"
No. Non sono un uomo di fede.
"Credi in me?"
L'ombra come sempre si avvicina silenziosa per invadere i miei sogni.
"Va' via". Non mi ascolta. Non mi ascolta mai.
Si avvicina ancora, poi il suo sguardo cade sul ciondolo che porto al collo.
"Toglilo!" mi ordina.
"No".
"Toglilo subito...."
"No".
"Ti prego.... non vorrai lasciarmi sola...."
Devo resistere. Per l'ennesima notte, per l'ennesima volta... devo resistere. Ma la sento piangere sommessamente ai piedi del letto, il suo lamento è straziante.
"TI prego, ti prego Andrè, tu lo sai che hai bisogno di me... che soltanto io posso darti ciò di cui hai bisogno per placare la tua sofferenza".
"Vattene".
Ogni sua lacrima mi brucia sulla pelle, ogni suo singhiozzo mi toglie il respiro.
"Vattene."
"Ama colei che ha ucciso la donna che amavi e le ha strappato il cuore".
"Vattene!"
Stringo la mano sul ciondolo, mi sembra scottare. Non ti amo, non ti amo, non ti amo. Sei un mostro, sei soltanto un mostro, una creatura dannata, una maledetta strega.
"Sangue del tuo sangue".
"No!"
"Perchè fai così, Andrè? Nemmeno più i sogni ci rimangono per stare insieme? Nemmeno qui, nell'unico angolo di libertà che abbiamo... perchè mi rifiuti?"
Sospiro. E' straziante.
Mi si avvicina, protende la mano per accarezzarmi, ma è come se qualcosa la trattenesse, un muro invisibile tra di noi.
"Leva quel ciondolo, ti scongiuro..."
Scuoto il capo. "Lasciami stare, va' via".
Tutto si fa buio intorno a me. Nel silenzio si sente il mio respiro sofferente e il vento fuori dalla finestra. Forse adesso potrò riposare, forse adesso troverò pace. Lady Solice... se voi poteste vedermi in questo istante.
Ma eccola ancora.
"Ti amo".
"Ti amo..."
"... ti amo ti amo ti amo ti amo..."
...
Basta... ti prego smettila!
"Ti amo! Ti amo! Ti amo!"

Mi alzo di soprassalto, in un bagno di sudore. Il sogno è così vivido, così reale.
Ce l'ho fatta, sorrido tra me. Ci sono riuscito.
...
Ludmilla, mio pubblico invisibile. Le mie mani sono ancora mie. Il mio cuore, le mie gambe, il mio cevello. Sono io. E anche se non sono degno.... questa notte facciamo finta che io lo sia.
Perchè ogni notte sarà battaglia. Ogni singola notte... ed ho bisogno di aiuto.


scritto da Sir Andrè Navon , 23:18 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
14 maggio 518
Giovedì 15 Ottobre 2009

Risposta.

Mia spiritosa benefattrice,
siate pur certa la fiamma che arde nel mio cuore è dono di Pyros, come l'occhio di Kayah è il brillante che orna la mia collana.
Mia, sì. Perchè se questa vostra strana e pietosa lettera ha come scopo quello di reclamare indietro il dono che mi faceste, beh... avete consumato inutilmente dell'inchiostro.
"Ricorda sempre quello che sei". QUale condanna peggiore, quale insulto peggiore potevate immaginare per una donna come me, dalle origini tanto umili? Eppure sono orgogliosa di dimostrarvi che no, non solo non ricordo quello che sono, ma che non sussiste più alcun legame con la mia misera vita passata. La mia collana è stata la fonte del mio coraggio, grazie ad essa ho ricordato non "chi sono", ma "chi sarei potuta essere". E lo sono diventato realmente.
Non capisco quanto siete seria, nella vostra lettera. Non capisco di cosa vi scusiate, non capisco cosa vi affligga.
Non ho bisogno di aiuto nè di protezione, so badare a me stessa, so bastare a me stessa.
E non sono mai stata tanto fiera di me.
Solice. Ecco finalmente il vostro nome, un nome che non ho mai sentito. Realmente mi incuriosite. Perchè un simile dono? Perchè adesso una lettera tanto incomprensibile?
Chi siete, Solice, cosa vi muove?
Dopotutto mi piacerebbe scoprirlo.
scritto da Lynn , 21:57 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
15 maggio 518
Sabato 19 Settembre 2009

Un'esperienza.

Strane persone.
Lady Nina mi aveva avvisata, d'altronde, che sarebbe stata un'esperienza. Per le cose che abbiamo fatto, effettivamente avventurose, ma soprattutto perchè ho avuto modo di conoscere più da vicino degli "avventurieri". Beh, se prima avessi avuto dei dubbi, ora so che la loro non è una vita che fa per me.
Le ragazze sono simpatiche.
Desiree specialmente è una persona cordiale, alla mano, molto gentile. E' stata la prima a parlarmi, e mi ha dato l'impressione di rendersi conto dell'originalità dei suoi compagni. Sicuramente è la più normale tra tutti quanti, l'unica con cui penso che potrei, con un po' di tempo, diventare amica.
Solice anche è gentile e disponibile, ma il fatto di essere una paladina me la fa sentire più distante, più lontana dal modo semplice di vedere le cose che ho io, che ha la gente qualunque.
Ma devo dire sono i ragazzi quelli più curiosi, che più mi hanno messa in difficoltà.
Loic ed Elias, specialmente.
Molto legati, molto amici, ma con una strana attitudine non paritetica, come se Elias considerasse Loic una sorta di guida spirituale, o qualcosa del genere. Tant'è che ha cambiato atteggiamento verso di me a un certo punto, inizialmente era molto cortese, garbato (a parte un po' goffo quando mi è cascato addosso nella galleria), e poi, dopo aver visto l'attitudine di sufficienza con cui mi trattava il "signor Loic", ha iniziato a sua volta a essere spocchioso nei miei confronti.
Eric è un tipo taciturno e burlone, sembra sempre un po' distaccato dagli altri, come se sapesse sempre qualcosa che gli altri ignorano, e fondamentalmente glie ne importasse comunque poco. Con me è sempre stato gentile, anche se poco socievole.
Guelfo... strano, forse quello che mi ha messo più paura. Apparentemente piuttosto cordiale, anche se sempre con una certa vena derisoria, di colpo ha scatti di collera spropositati, fa minacce molto gravi (non a me direttamente, per fortuna), e insomma sembra uscire dai gangheri con enorme facilità. Da come parla, sembra essere uno studioso di arti occulte, forse uno stregone. E uno stregone iracondo e impulsivo è un tipo di persona che mette davvero inquietudine! Io credo che gli siano capitate molte disavventure, solo così si spiega una simile attitudine verso il mondo...
E infine... Youri.
Beh, bel tipo. Silenziosissimo, chiuso e molto più grande di età degli altri, a volte mi è sembrato che parlassero di lui come del loro "capo". Beh, io immaginavo che un capo fosse il rompiscatole principale di un gruppo, quello che decide, parla, dice, ordina e così via. Invece raramente ho visto una persona discreta e taciturna come lui. Poche parole, ma sempre presente e attento. Secondo me dietro quello sguardo schivo nasconde un passato davvero interessante. Peccato che non me lo racconterà mai.
Adesso sto qui a Adison Hill, in ansia per la mia signora e i miei compaesani. Ma ho fiducia in Sir Hector, e anche in quella strana combriccola di avventurieri con cui sono arrivata fin qui.
Prego Dytros che il bene trionfi... e sono orgogliosa di aver dato il mio piccolo contributo.


scritto da Claire , 02:25 | permalink | markup wiki | commenti (4)
ultimi 5 articoli (cambia) · Pagina 12 di 17
1 · 2 · 3 · 4 · 5 · 6 · 7 · 8 · 9 · 10 · 11 · 12 · 13 · 14 · 15 · 16 · 17
Also starring...