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« E' notte ma io lo vedrò »
- Annie Volvert -
 
Il fondo del barile
Greg Lorne
 
creato il: 07/04/2007   messaggi totali: 36   commenti totali: 30
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21 Marzo 517
Mercoledì 21 Gennaio 2015

Il vero volto



Questa notte ho nuovamente sognato la Torre. Simile alla zanna spezzata di una bestia ciclopica, si staglia con orgoglio e tenacia al centro di una desolazione perennemente flagellata da vènti furiosi. Mi sfida, come sempre, e come sempre mi avventuro tra le rocce martoriate alla ricerca di un sentiero che possa condurmi ai suoi cancelli. Mi è parso di udire la voce del Maestro, così flebile e lontana, sovrastata dal ruggito della tempesta senza fine. Quali che fossero i suoi ammonimenti, non li ho compresi.

Ogni volta che il coraggio minaccia di venirmi meno di fronte all'impossibile prova a cui sono stato condannato, ecco che la Torre torna a visitare il mio sonno. Il Cielo stesso pare darle l'assalto con una forza tale che tutto d'intorno è ridotto in briciole, eppure essa persiste, sfigurata ma irriducibile. E' una visione in cui trovo conforto...è un inganno che detesto con tutto me stesso. "Accetta i doni di Nathair, poichè in essa risiede una grande sapienza, ma ricorda che nulla riceverai da lei che non sarà intriso del suo veleno. Hai fatto di te stesso un cieco, figlio mio, e la Vipera ti darà nuovi occhi...eppure dovrai diffidare di ciò che essi ti mostreranno. Dimostrami che con le sue menzogne puoi riportare alla luce ciò che la mia verità ti ha reso oscuro. Dimostrami che c'è di più in te che il vile servo che oggi disonora la mia casa. Dimostrami che la tua insopportabile umiltà cela davvero la più inconcepibile delle ambizioni. Dimostralo, ed avrai ciò che mi hai chiesto."

Conosco la direzione che mi indica la Torre. So cosa la sua Signora vorrebbe da me. E' impaziente,la sento contorcersi senza sosta nelle mie viscere, frustrata dalla disfatta di Lamaynn...e stanotte entrambi desideriamo la stessa cosa.

Gli uomini di Feidelm non arriveranno a vedere il compiersi di Eostar: si ingannano se pensano che la sete di sangue del Re dell'Inverno si sia già placata. Non sopravviverò ad un ulteriore fallimento, e questa consapevolezza mi restituisce fino all'ultima stilla di forza che il Servo degli Dei prima e il Campione della Morte poi erano riusciti a portarmi via. E' tempo che mostri loro il vero volto di questa guerra.
scritto da Tarkhun , 00:04 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
18 Marzo 517
Domenica 4 Gennaio 2015

Lo Yog dello Specchio



Il mugghiare del corno raggiunge il Cairn, destando i suoi campioni. Posso quasi vederli mentre si agitano nelle cripte, l'eccitazione del combattimento che si impadronisce di quelle carcasse intorpidite e ne fa ombre rapide e letali. Pochi secondi, ed ecco che già sciamano dal tumulo come vespe agguerrite, pronte a divorare chi ha osato turbare la quiete del loro alveare. Quale che sia il mio destino, gli undici che Feidelm ha messo alle mie calcagna non hanno speranza di conquistare Lamaynn.

Gli intrusi hanno avuto facilmente ragione dei pochi raminghi attirati dal loro rumoroso avvicinamento. Lascio che svuotino le loro faretre sui Morti intrappolati nell'ultima fossa, e mi mostro. Colui che a Muddan mi ha sfidato per primo è impaziente di onorare il nostro patto. Mi basta uno sguardo al volto stanco e al contempo risoluto per capire che la sua mente è stata impegnata a combattere questo duello centinaia di volte nelle lunghe ore che sono trascorse dal nostro ultimo saluto...e che almeno una volta è emerso vincitore. Mostrami cosa hai appreso, figlio di Greyhaven.

Detti le tue condizioni: sarà un duello cruento, in cui il ferro sarà libero di baciare le carni dei contendenti. Ti chiedo se sei davvero sicuro di volere questo, ma entrambi sappiamo bene che si tratta di una decisione meditata: un singolo affondo portato con sicurezza, una ferita mortale che possa conquistarti la vittoria...in caso contrario, morte certa. E' così che nelle tue riflessioni mi hai sconfitto, quell'unica volta.

Detto le mie condizioni: nessuno dovrà intromettersi, se perdi dovrai cedere il campo, sempre che tu sopravviva, e con te i tuoi alleati. Mi assicuro che il prete comprenda e accetti i nostri termini; in caso contrario questo duello diventerà una battaglia, e non ho timore di combatterla.

Mentre ci svestiamo parli dei figli di Baalar, di come questa ordalia ti compenserà di un'altra che avresti desiderato affrontare, ma che ti fu preclusa. Mostri con fierezza le cicatrici delle prove a cui sei sopravvissuto, confidi che il simbolo di morte che adorna la tua schiena sia sufficiente a renderti temibile? Fingi di non vedere i segni delle "mie" prove, distogli lo sguardo dagli occhi con cui mi sono dato di vedere.

I miei avi hanno onorato Baalar Virughdark e la sua discendenza, seme e sangue del Primo. Sei dunque un conquistatore conquistato, figlio di Greyhaven? Elsenore ti ha ripudiato e cerchi in Amedran un'amante che le rassomigli? O è piuttosto il Sangue del Faul-Warg che nelle tue vene urla e brama, e oggi ti ha portato qui, per ricevere da me ciò che i Faolchliàth ti hanno negato? Sei dunque un Lupo in cerca di altri Lupi?

Ostenti un'effige di Morte per indurmi ad esitare... probabilmente non sai che neppure Shub-Niggurath potè fermare il Primo. Al collo porti indegnamente un amuleto di denti di Faul-Warg, ignorando che in queste lande nessun Guerriero oserebbe mai fregiarsi dei resti di un fratello. "Non brami il Lupo la carne del Lupo, questa è la legge del Khan", ed è una legge che persino i figli di Baalar hanno imparato a temere, nei secoli che furono. Dovrei ridere di te e delle tue superstizioni, ma nel profondo so che quello spettro che ti ha seguito per miglia e miglia oltre i mari tempestosi, eternamente avvinghiato alle tue spalle, non è venuto al mio cospetto per un capriccio del Fato. Esso è ai miei nuovi occhi il baratro stesso in cui ho scelto di addentrarmi, la nera catena che stringe il mio collo. Sistemi le zanne di lupo e per un istante esse fanno da corona alla Morte, e avvampano sinistramente di luce funerea; la voce del Maestro rinnova il suo monito, la sua sfida, la sua accusa: "Di chi ti farai schiavo?"

Ma tu, figlio di Greyhaven, nulla sai di questo, nè ti interessa. A te la prima mossa.

Decidi di lasciare nel fodero la tua seconda lama, scegliendo di impugnare la spada con entrambe le mani per sfruttare tutta la tua forza, tutto il tuo slancio in un unico assalto mortale. E' così che hai vinto, vero? Sei persino più veloce e preciso di come ricordavo, e non c'è modo per me di opporre lo scudo in tempo. Lo hai capito, eppure non vedo esultazione nei tuoi occhi, nè sgomento un attimo più tardi, quando il ferro fende l'aria sibilando di frustrazione. Mi conosci intimamente, ormai, e questo fallimento per te non è una sorpresa.

Tocca a me adesso. Scaravento il maglio verso di te, ma il mio sguardo resta incollato al tuo talismano. Due occhi ferini sembrano apparire dal nulla per sovrapporsi ai tuoi, sono gli occhi di un predatore antico e implacabile. Conosci la natura dell'oggetto che indossi, figlio di Greyhaven? Approfitti con facilità di un colpo impacciato, prevedibile, indegno di un Kraighar, e abbatti con grande rapidità la tua lama sulla catena prima che io possa ritrarla, tranciandola.

Sorrido. Grazie per la sfida che mi stai regalando. "Notevole", ti dico.

Mi concedi di sguainare il Seaxe, e ne approfitti per impugnare anche la tua spada corta, confidando di usarla per proteggerti dai miei attacchi. Ci scambiamo qualche colpo poco convinto, che entrambi evitiamo con facilità. Poi mi sorprendi ancora, approfittando della superiore resistenza della tua spada per deflettere aggressivamente il mio fendente ed al tempo stesso danneggiare entrambe le lame: la mia va in frantumi, la tua è buona per un altro colpo ancora. Gli occhi della Bestia si fissano nei miei. "Davvero notevole" sussurro, pregustando ciò che seguirà.

Ed è qui che mi dai la peggiore delle delusioni, tu che dei miei avversari ti sei rivelato il più promettente. Ora che finalmente hai una speranza, esiti. "Cosa stai aspettando?" ti chiedo "La tua lama conosce bene il proposito per cui è stata forgiata. Perchè tu ti ostini ad ignorare il tuo?" Mi chiedi cosa avrei fatto io in una simile situazione, e ti rispondo. Non mi dai il tempo di concludere, di dirti che un Kraighar di Uthun non è mai disarmato. Lasci cadere le armi e ti prepari ad affrontarmi in uno scontro a mani nude.

Scuoto il capo. Per cosa combatti veramente, figlio di Greyhaven? A chi stai dimostrando il tuo valore? A chi renderai conto del tuo onore? A me? Ai tuoi compagni? Alla Morte velata che segue ogni tuo passo, o alla forza selvaggia che ti mette in guardia dai miei attacchi? Agli Dei, se Dei ci sono nel tuo cielo? Hai rinunciato alla tua corazza per spogliarmi della mia, e sei stato astuto: ora che io sembro senz'armi ti privi delle tue, e dai prova della tua stupidità. Peggio, disonori te stesso, e disonori me con la tua presuntuosa misericordia. Oggi hai combattuto come mai in vita tua, perchè sapevi che solo così saresti riuscito a sopravvivere. Questa è l'essenza di Yog. Oggi ti ho fatto Maestro di te stesso, ed è questa la tua riconoscenza? Mutare la nostra sfida in un...in un gioco?

Ti mostrerò quanto terribile è stato il tuo errore. Spezzerò ogni osso del tuo corpo, ti strapperò via le viscere e le darò in pasto ai Morti, farò in modo che i tuoi compagni non trovino alcuna consolazione nel riavere ciò che sarà rimasto di te. A me la prima mossa.

Sei lento senza una spada in mano. Troppo lento. Diversamente da me, non hai mai dovuto contare solo sui tuoi pugni per sconfiggere la morte. Eccoti un primo assaggio...dannazione.

Un gioco. Non è niente più di questo per me, ora, un futile, crudele, noioso gioco. Ripenso al Maestro, a come, riuniti i Sette, egli racconta spesso della leggendaria contesa tra il Primo ed il suo genitore. "...incapace di assestare anche un solo colpo al suo avversario, perduta ogni arma, infranta ogni difesa, l'Antico Signore perse infine il desiderio di combattere, e la sua rabbia risuonò così possente da far breccia nelle mura della Corte Primigenia..."

Tu che porti il marchio di Shub-Niggurath, in verità sei come il Primo, e mi rendi impossibile trionfare; io che brandisco le insegne di Kraighar Tarkhun e vivo inseguendo il mio Yog, in verità sono come l'Antico Signore... ho visto spezzarsi le mie armi, e spogliato di scudo e corazza stringo nel pugno le ceneri di una lotta che non ha più alcun significato. Questo è lo Yog dello Specchio: ogni volta che affronti un nemico, è con te stesso che ti stai misurando.
Devo renderti grazie, figlio di Greyhaven, per avermi riportato alla mente tale insegnamento.

Fermo il colpo, ti sfioro appena. Il campo è tuo...fintanto che i Gaunt non verranno a reclamarlo.

Non ci saranno altri duelli, mi dici. Annuisco. Niente più sfide, niente più condizioni. Quando ci incontreremo di nuovo tra noi sarà battaglia. So che non avrai timore di combatterla.
scritto da Tarkhun , 01:00 | permalink | markup wiki | commenti (0)