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Solice Kenson
Cronache della Campagna di Caen
Solice Kenson
"Voi avete coraggio e siete molto convincente: ma non appena sarete chiamata a combattere, al primo combattimento che possa realmente definirsi tale, voi morirete. E non parlo di scontri confusi o ingarbugliati, dove nessuno capisce fino in fondo quello che sta facendo o magari ha meno voglia di uccidervi che di portare la pelle a casa. Parlo di uno scontro vero, in cui affronterete una persona con le vostre sole forze. Beh, è giunto il momento che qualcuno che vi vuole bene vi dica che queste forze non basteranno proprio contro nessuno".
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28 giugno 518
Martedì 2 Febbraio 2010

La via del ritorno

Rosalie si sposa: a separarla dal lieto evento c'è soltanto una manciata di mesi, al termine di un fidanzamento di cui ero a conoscenza grazie a una lettera risalente ormai a molto tempo fa.

"Avrei voluto dirtelo di persona, ma..."

Non ha avuto bisogno di completare la frase: non è facile parlarmi, incontrarmi, nè per lei nè per i miei fratelli. Per questo, quando mi ha chiesto se sarei venuta e se le avrei fatto da damigella, ho letto nei suoi occhi la paura che non avrei accettato. Non preoccuparti, Rosalie: non mancherò al tuo matrimonio per niente al mondo, sarò la tua damigella.

L'inaspettato incontro con i miei familiari, il matrimonio di Saskia, il fidanzamento di Rosalie: eventi che rapiscono i miei pensieri e che li portano a Beid, alla mia casa... a mio padre. Devo prepararmi ad essere forte, a saper accettare il mio destino, qualunque esso sia. Lo stesso destino che ha fatto incrociare la nostra strada con quella di Arlyn: così simile a me, così diversa... e poi, ancora, così simile. Il suo cuore l'ha portata in quel rifugio nascosto, il mio tra le mura di un monastero. Entrambe ricordiamo la strada di casa dove entrambe, alla fine, faremo ritorno. Ho guardato negli occhi quella ragazza, senza trovare traccia dell'infausta influenza dei Klein. Cosa farai, Arlyn, quando scoprirai la verità sulla tua matrigna? Forse non abbiamo il diritto di dirtelo... quel che è certo è che, purtroppo, ne abbiamo il dovere.

Vi prego, Dèi, consentitemi ancora di aiutare i miei compagni: aiutate le nostre menti a comprendere la sciarada che nasconde la verità e mostrateci la strada che conduce a Dorian, vanificando i rapimenti e i ricatti dei nostri nemici. Teneteci al riparo dalle profferte dei falsi alleati, e aiutateci a compiere la vostra Volontà.

scritto da Solice Kenson , 02:42 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
14 giugno 518
Lunedì 14 Dicembre 2009

Gli Angeli della Morte

Rivolgo a te le mie preghiere, Santa Chiara, affinché tu possa salvare la vita di Elias: proteggilo come hai saputo fare con me nel momento del bisogno, e donagli la forza per guarire e per poter combattere ancora nel tuo nome, a difesa dei deboli e degli oppressi. Perdonaci per il sangue che abbiamo versato, e dona ai nostri cuori la capacità di distinguere il bene dal male e di perdonare i nemici che rinnegano la tenebra.

...

Ricordo ancora la prima volta in cui sentii parlare degli Angeli Neri. A distanza di molti anni la loro descrizione popola ancora la mia mente come un'immagine dipinta dalle parole di mio padre il Marchese. Ricordo che faceva freddo, quel giorno: l'autunno avrebbe di lì a poco lasciato il posto all'inverno, e nostro fratello Patrick era in procinto di partire per il Monastero di Foucault.

Il Marchese parlava, senza guardarci negli occhi: il suo sguardo era rivolto fuori dalla finestra, in direzione di Chalard. Per prima cosa parlò del loro mantello, così nero da poter assorbire la luce del sole; descrisse dettagliatamente l'imponente armatura, soffermandosi in particolare sull'elmo, che copriva il loro sguardo celando al loro avversario ogni traccia della loro espressione; ma soprattutto ci parlò dell'Angelo della Morte: questo è il nome che diede alla nera effigie impressa sui loro scudi. "La sua forma è la stessa che adorna gli scudi e gli stendardi dei Paladini di Dytros: ma il suo colore è diverso, così come l'espressione del suo volto..."
"L'Angelo della Giustizia", esclamò Patrick. Io e Ryan ci guardammo, poi volgemmo all'unisono lo sguardo verso nostro padre.
Il Marchese non reagì, incurante dell'interruzione. Riprese invece, lentamente, a parlare: "no, figlio mio: il volto dell'Angelo della Giustizia, azzurro come il cielo che circonda il sole di Pyros, è quello che tu stesso porterai al termine del tuo addestramento. Quello che accompagna in battaglia quei cavalieri, invece", concluse poi, volgendo lo sguardo a Nord, "è l'Angelo Nero, l'Angelo della Morte".

Fu soltanto molti anni dopo, a Foucault, che riuscii a comprendere il significato delle parole pronunciate quel giorno da mio padre: nel cammino che seguiamo e che ci porta a confrontarci con il male, la giustizia di Dytros è spesso inevitabilmente portatrice di morte: di fronte a noi c'è un'ombra nera, che parte dai nostri nemici per poi stagliarsi sopra ai loro soldati, alle loro guardie, ai loro uomini. Il mio scopo, il nostro scopo è quello di dissiparla, liberando chi si ritrova prigioniero nella sua oscurità con la luce o, sempre più spesso, con la spada, trovandosi la luce di fronte a un nero manto impenetrabile: portiamo la Giustizia, portiamo la Morte.

... E mi vergogno di me stessa, perché non posso accettarlo.
scritto da Solice , 04:38 | permalink | markup wiki | commenti (1)