Bato ha scritto:Sto leggendo le varie nuove voci, sulle Divinità ecc, tutte ben fatte.
Casualmente (o forse non tanto casualmente) mi sono trovato però a divagare su un aspetto dell'ambientazione molto più "terra terra".
Riflettevo sul fatto che un elemento come la schiavitù (esistenza, tolleranza, abolizione) è stato sempre centrale storicamente nella storia dei popoli e delle nazioni, qualcosa di estremamente caratterizzante.
Ti rispondo in base a come l'ho sempre immaginato io, così magari viene fuori come spiegarlo meglio (o eventualmente cambiarlo, se non piace).
A Greyhaven la schiavitù è stata abolita da pochi anni (496), ma si dice che di fatto è ancora applicata in diversi feudi.
"Si tratta di una legge di epoca turniana, inserita nello statuto del 229 e abrogata nel 496 dal Granduca Harald Bjorgson ma di fatto ancora applicata in alcuni feudi."
Vorrei capire se quest'ultima precisazione serve solo a rendere compatibile il Ducato di Benson (dove c'è ed è diffusa), oppure ammette che esiste ancora in diverse zone di tutto il Granducato.
E in quest'ultimo caso, con "di fatto", se si intende che persiste sotto mentite spoglie (tipo servitù della gleba) o tout court, ovvero ancora non sia applicata l'abrogazione del Granduca.
Naturalmente do per scontato che qui si stia parlando di schiavismo in senso lato (ridurre in schiavitù civili rapiti o soldati nemici sconfitti).
Perchè distrattamente si può considerare come schiavo anche un condannato alle galee o alle miniere, forme di "schiavitù" a tempo o indeterminato che invece immagino non siano toccate dall'abrogazione.
Distinguo per comodità tre macro-tipologie di schiavitu':
TRATTA DEGLI SCHIAVI: civili rapiti o soldati nemici sconfitti che vengono portati in patria e usati/venduti come schiavi.
SERVITU' DELLA GLEBA: individui legati al terreno di proprietà di un padrone, di fatto non "schiavi" ma legati a una serie di obblighi a vita (o fino alla decisione del padrone di liberarli).
LAVORI FORZATI (lo inserisco solo per completezza): individui resi privi dei loro diritti e delle loro libertà dalla legge (criminali, ma in una certa misura anche prigionieri considerati "criminali"), condannati a lavorare a vita o per un certo periodo di tempo a beneficio del feudatario che li ha condannati.
L'editto del 496:
1) abolisce la TRATTA DEGLI SCHIAVI: per dirla in due parole, impedisce di fatto al Feudatario che sconfigge i nomadi di portare i prigionieri e venderli al mercato (cosa che veniva fatta in epoche precedenti).
2) garantisce ai SERVI DELLA GLEBA alcuni diritti fondamentali (proprietà privata, matrimonio, eredità): diritti che formalmente ci sono sempre stati, ma che finivano con essere spesso trascurati, dimenticati o non rispettati da molti feudatari.
3) sancisce regole fondamentali sui LAVORI FORZATI, limitando il feudatario a imporli ai soli criminali.
Il risultato nella pratica della greyhaven odierna (post 500) è che:
A LIVELLO TEORICO/LEGISLATIVO:
1) la TRATTA DEGLI SCHIAVI è abolita: i PG non troveranno mai gli schiavi in vendita al mercato o il feudatario con gli schiavi in casa (vietato vendere, vietato comprare).
2) i SERVI DELLA GLEBA sono di fatto dei contadini, tenuti a restare "tali" ma di fatto non obbligati a farlo (a patto di abbandonare per sempre la casa e terreno, che non è loro).
3) i LAVORI FORZATI sono ampiamente diffusi e il lavoratore forzato è sempre un criminale.
NELLA PRATICA DEI FATTI/NELL'AMBIENTAZIONE:
1) la TRATTA DEGLI SCHIAVI è ancora presente, sia pure illegale e clandestina, in alcuni posti del Granducato; esistono molti signori e feudatari che hanno dei servitori che "de facto" sono veri e propri schiavi, anche se formalmente sono dei servitori retribuiti.
2) i SERVI DELLA GLEBA (buona parte di essi) di fatto non hanno modo di ricollocarsi o di smettere di lavorare: morirebbero di fame, perderebbero la casa. Il loro obbligo nei confronti del padrone è quindi diventato un "semplice", ma non meno vincolante, obbligo nei confronti della propria sopravvivenza.
3) i LAVORI FORZATI vengono estesi a molti prigionieri di guerra "condannati" ad hoc per i crimini commessi da loro o dai loro superiori in guerra, complice la fumosa legislazione in merito e/o l'impossibilità, da parte loro, di potersi difendere.
Ovviamente, le "vittime" di questa pratica dei fatti sono nel 99% dei casi gente che non ha modo di difendersi o farsi valere: contadini poveri, ex-schiavi pre-editto, popolani, gente senza famiglie grosse dietro.
A Delos la schiavitù esiste ed è diffusa.
E si tratta di quella classica: "la maggior parte di loro è costituita da prigionieri di guerra (per le guerre ufficiali) o da poveri nomadi rapiti venduti dagli spietati mercanti di schiavi del Sultanato o del Ducato di Benson".
Per inciso, mi sembra perfettamente in linea con l'ambientazione deliota, ad esempio immagino che a tutti i remi delle navi siano incatenati schiavi (e galeotti).
Naturalmente si cita anche qui (non casualmente) Benson, oltre al Sultanato (altro paese schiavista).
La società Deliota, se non ho capito male (e Luca mi corregga se sbaglio) sia nella legislazione che nella pratica dei fatti dovrebbe essere "ancora piu' schiavista" della Greyhaven pre-editto. D'altronde, anche a Greyhaven le cose sono cambiate da poco, l'editto è recente ed è senz'altro pieno di poteri forti che non sono d'accordo con quanto sancisce, e che magari "chiudono un occhio" di fronte a chi compra o tiene uno schiavo: non mi stupirei ad esempio di trovare un mercato degli schiavi in un feudo "remoto", approvato e persino voluto dal Barone del posto, il quale di fatto rischia solo che, prima o poi, il Conte o Marchese lo obbligherà a "farla finita" senza peraltro accusarlo di nulla... Per non parlare dei (tanti) che già li possedevano pre-editto, e che anziché "normalizzarli", dargli una paga etc. come previsto dall'editto continueranno a trattarli come tali senza pagare alcuna conseguenza. Del resto sono problemi tipici dei periodi di transizione

In teoria il mercato degli schiavi dovrebbe essere il più lucroso ed importante, almeno al di fuori del Granducato (o di buona parte di esso).
Quali sono le rotte di questo traffico?
Il mare e le navi ad esempio credo dovrebbero essere fondamentali in questo senso: per il trasporto con il commercio, per l'utilizzo diretto ai remi delle galee, per il reperimento tramite razzie.
Anche il ruolo dei nomadi in tutto questo mi sembra importante, non necessariamente come semplici vittime.
Ti rispondo per quanto concerne Greyhaven: nel Granducato immagino ovviamente un florido mercato nero degli schiavi (ripeto, illegale, non riconosciuto e combattuto almeno in teoria dalle istituzioni locali e non), non soltanto provenienti dai paesi vicini ma anche "locali": gente sconfitta in battaglia, ragazze rapite, etc. Immagino che i nostri PG ne abbiano visti diversi, "confondendoli" come è giusto che sia con lavoratori, servitori, dipendenti, cameriere regolari, etc... Ovviamente non deve saltare subito all'occhio, d'altronde l'illegalità conclamata costringe di fatto chi la pratica a renderla comunque "meno pesante" per lo schiavo. Va comunque da sè che il confine tra "schiavo" e "servitore devoto e fedele" diventa/diventerà sempre più labile, almeno a Greyhaven, e di fatto per moltissimi "è già così".
Per quanto riguarda rotte etc., non mi dilungherei troppo su questa questione perché ancora abbiamo idee molto (troppo?) fumose su argomenti ben piu' generali riguardanti Abbul, Zedghast e Nomadi... Non riesco proprio a immaginare quel tipo di schiavi ora come ora, ho le idee ancora troppo confuse sui paesi da cui provengono.