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9 Aprile 518
Venerdì 6 Gennaio 2023
Il paziente B
B come Battaglia
Quando entro nel laboratorio tutto è in ordine, tutto è in silenzio: le provette sugli scaffali sono allineate come soldati, gli ingredienti nei contenitori come tante munizioni, gli utensili saranno le nostre armi. Poi ci sono i due cadaveri, da poco deceduti di carminia, e c'è il paziente B sul suo letto. C'è quella tipica quiete del campo di battaglia prima che si scateni lo scontro. Tra poco si comincerà a lavorare; ci sarà disordine, concitazione, sangue e grida. Qualche mese fa, poco lontano da qui sì è combattuta una grande battaglia di eserciti, maghi e creature mostruose. Tra poco, qui comincerà la mia battaglia: la battaglia per la cura.
B come Blanche
Non sarò solo. Accanto a me ci sarà Blanche, l'erborista di Ghaan. Forse l'unica sopravvissuta alla grande epurazione di alchimisti che è stata fatta negli ultimi mesi. Forse l'unica che ancora conosce l'antica tradizione dei preparati di questi luoghi. Lei sa come parlare al paziente A. Lei sa vedere oltre le logiche politiche. Sento una grande sintonia con lei. Sarà sicuramente uno dei miei più grandi maestri; sento di star imparando da lei nel solo guardarla parlare con i pazienti. Io porto in questo laboratorio il poco che le manca. Tutto ciò che ho visto e imparato viaggiando per questi territori nell'ultimo anno a mezzo di viaggi. Porto quello che ho visto sul campo, i composti che ho assaggiato, i corpi che ho curato, le creature che ho studiato, gli studiosi con cui ho parlato, gli incantesimi che ho osservato. Blanche non ha potuto viaggiare e molte di queste conoscenze che le porto saranno utili per complementare la sua sapienza. Molto lavoro ci attende insieme.
B come Barun
Il fatto che forse mi stupisce di più è che insieme a noi, in questa battaglia per la cura, ci sarà anche il mio Capitano: Barun. Non sono mai stato interessato alla vita militare, ai gradi e alle gerarchie. Non ho mai capito il modo di fare di quest'uomo e sono spesso stato in contrasto con le sue decisioni, soprattutto in merito al paziente A. Eppure adesso sono contento che il mio Capitano sia accanto a me nel momento in cui darò il mio meglio per portare un piccolo contributo alla risoluzione delle disgrazie che affliggono questa terra. Barun si è offerto volontario per farci studiare la sua malattia allo stadio finale per trovare una cura. Soffrirà molto e probabilmente sacrificherà la sua vita per portare la guarigione a molti altri, amici e nemici. Grande è il suo cuore. Lui oggi è il mio paziente B e io metterò tutto il mio impegno perché il sacrificio del mio Capitano non sia vano.
Al lavoro!
6 Aprile 518
Venerdì 28 Ottobre 2022
... e adesso tutto mi sembra così semplice
Siamo finalmente entrati a Ghaan e incredibilmente tutto mi sembra così semplice.
Siamo nella città dei nostri nemici. Sembrava lontanissima. Me la immaginavo come un luogo orribile, pieno di ogni tipo di aberrazione e invece sono stato accolto con un emozionato abbraccio di Annie, il mio paziente A. L'ho trovata benissimo, colorita in volto, piena di sentimenti molto umani.
La prima cosa che ho fatto dentro le mura di Ghaan è stato un sereno riposo che, nonostante sia durato poco, è stato molto rigenerante. Tutti ancora riposavano quando ho aperto le palpebre, ho guardato la luce che penetrava da fuori e sono uscito per le strade. Sono uscito solo, senza armatura, senza armi, senza zaino. Sono uscito come quand'ero ragazzo a Greyhaven e vagavo per le strade alla ricerca di cose buffe, interessanti, curiose.
Proprio qui, nella città nemica, mi sono sentito a casa. Andavo a cercare l'erboristeria di Blanche, di cui mi hanno parlato Pete e Lucy. Quando vado in un'erboristeria mi sento sempre a casa. E' stato così ad Angvard da Lucy, è stato così a Trost da Ireena e Myrna ed è stato così a Feidelm nella bottega di Mortimer. Sembra quasi naturale che debba essere così anche qui andando da Blanche, che ancora non conosco.
Tutti sono preoccupati che non ci stiamo integrando con le persone del posto: che non siamo riusciti a guadagnarci la loro fiducia. Eppure io sono illogicamente fiducioso che troverò brave persone ad accogliermi e che non farò fatica a sentirmi a casa anche con loro.
Qui c'è anche Ayza, l'innalzata di Ghaan che ci ha permesso di entrare in città. Ha legato molto con il paziente A. Sicuramente con la sua esperienza deve averla aiutata molto. Anche lei mi esprime una preoccupazione: il paziente A si è abituata ad assumere Garmonbozia per fronteggiare gli ultimi avvenimenti, dovrà pian piano smettere e questo le causerà molti fastidi.
Chi meglio di Ayza sa quanto è difficile per un innalzato privarsi di quel preparato? Eppure, chissà perché, la cosa non riesce a preoccuparmi. Ho forse la stupida presunzione di conoscere il paziente A meglio di Ayza? Non so, ma sono convinto che non sarà così difficile per Annie superare questa difficoltà. Le preparerò i decotti di Luger, le starò accanto ... sembra così facile ... quasi piacevole.
Poi siamo andati da Barun. E' molto malato. Ha preso in forma grave la carminia, come la chiamano qui. E' l'effetto delle spore uscite da un'enorme spaccatura nella piana a sud di Ghaan generata da un incantesimo di Aghvan. Da quella spaccatura devono essere usciti ogni sorta di demoni e anche questa sostanza che sta funestando la natura e attaccando orribili piaghe agli uomini.
Barun è a letto tra enormi sofferenze e dolori. Non rinuncia però alla sua postura da comandante, all'aspetto da combattente, al sentirsi la responsabilità di elencare ciò che va fatto, alla voglia di insegnare per forza qualcosa.
La prima volta che l'ho visto ha voluto combattere con il suo enorme spadone contro il mio piccolo stocco, ovviamente ha vinto. Non ho ben capito cosa volesse insegnarmi.
L'ultima volta che l'ho visto, oggi, mi ha voluto dire come si parla ad un malato. Anche questa volta non ho capito quale fosse veramente la lezione che volesse impartirmi.
Dopo avere elencato piani e impartito comandi, mi ha chiesto come lo trovavo e se gli avrei portato la cura quando l'avessi scoperta. E' quello che mi ha chiesto ieri il soldato di Ghaan che ho soccorso, è quello che mi chiederà domani un bambino o un vecchio all'ospedale della città. E' la domanda che mi fa vedere la sua umanità, la domanda che a suo modo me lo fa amare, come tutti gli altri pazienti.
Ma poi lo guardo negli occhi e mi chiedo se quella domanda sulla cura fosse per la carminia o per il morbo dei risvegliati, e vedo di fronte a me l'uomo che, inconsapevolmente, ha sparso per primo il morbo tra le mura di Feith e che oggi si rende conto che è prossimo alla morte lasciando un mondo pieno di piaghe attorno a se. Il suo modo di reagire a tutto ciò è dare ordini, fare piani, dare indicazioni, impartire lezioni. Anche lui è preoccupato ... e invece a me sembra tutto così semplice.
Non saranno i suoi ordini, né le magie, né i poteri degli dei a salvare questa terra. Mi sembra così chiaro. A risollevare questa terra saranno le incerte mani di Lucy che prova a riavviare il laboratorio del padre, sarà la passione di Ireena nel curare i malati del Nosocomio, sarà la pazienza della figlia di Mortimer a Feidelm ... sarà la gioia di vivere negli occhi di Annie.