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Per Aspera ad Inferos
Studi e Ricerche di Luger
Luger
L'Origine del Male: vi sono innumerevoli tomi che recano questo titolo... Nessuno di quelli che ho letto valeva più di una buona fumata di pipa.
creato il: 21/10/2013   messaggi totali: 5   commenti totali: 5
22228 visite dal 21/10/2013 (ultima visita il 20/04/2024, 02:19)
20 Agosto 516
Sabato 28 Novembre 2015

V. Definizioni e Classificazioni



Ho speso abbastanza tempo a rimuginare su eventi passati. Quali che siano le motivazioni che hanno scatenato la più grande piaga dal Secondo Cataclisma su queste scellerate terre, il compito di chi è rimasto vivo non può che essere quello di porvi rimedio. Tale è lo scopo che mi ha spinto ad avventurarmi sulle orme di Claire, unito alla speranza che potessi fare ancora qualcosa per la mia protetta. Speranza che, temo, si è vanificata nell'istante in cui l'essere Demoniaco noto come Vaalafor ha parlato per bocca della sventurata Cynthia Haller. Ciò nondimeno è mia intenzione onorare l'impegno preso, tanto con l'ausilio della scienza e della magia quanto con la divulgazione delle informazioni apprese e ragionevolmente desunte fino ad ora, vergando su queste pergamene le mie scoperte nella speranza che possano essere d'aiuto a quanti decideranno di far propria questa difficile battaglia.

La Morte che Cammina
Il Male, come già ebbi modo di dire, ha natura demoniaca. Le mie ricerche mi portano a credere che fosse contenuto, benché inerte, nel corpo mummificato di un antico Sciamano sepolto, secondo la leggenda, sotto una cuspide di pietra bagnata dalle acque del fiume Asrael. Un sepolcro carico di pericoli e misteri, che Aghvan bramava più di ogni altra cosa e che riuscì alfine a trovare. Ignoro come lo scontro tra l'Invitto e l'Uragano abbia potuto riportare nuova linfa in un pugno di semi resi sterili da secoli di prigionia, ma è certo che in qualche modo accadde: l'ho appreso dalle parole dell'abietto e meschino testimone di quello scontro, che raccontò di come la terra si infranse in un ghigno sinistro e crudele, inghiottendo Claire e palesando al tempo stesso l'ingresso della tomba. Un esito inatteso che non sfuggì all'unico, benché immeritevole, testimone degli eventi, il quale non si diede alcuno scrupolo nel mercificare l'ubicazione di quel passaggio al migliore offerente. Che l'Invitto avesse notizia dell'empio pericolo insito in quella tomba, non ne dubito: che sia riuscito ad imbrigliarne in qualche modo le conseguenze sfruttando gli esiti delle sue ricerche personali in quella stessa zona mi sembra, ahimé, cosa certa.

La Demoniaca Stirpe
Lo scopo dell'Invitto a Feith era certamente questo: trascendere i limiti della sua mortalità e ampliare le capacità di accumulazione dello Yoki per sé e per la sua cerchia di seguaci. Un traguardo ottenibile, secondo il Khal-Valàn e numerosi altri testi del passato, soltanto vincolando in un debito o in un credito di riconoscenza uno degli Antichi abitatori del Continente. L'uno ovvero l'altro, poiché tale sembra essere la regola: uno scambio impari in entrambi i casi per chiunque disponga di un'anima da perdere. Non per Aghvan, che l'aveva già smarrita in un oceano di rancore e propositi di vendetta nei confronti di chi lo aveva condannato. La mia ipotesi, avvalorata dai racconti dei sopravvissuti nelle zone intorno a Feith nei primi mesi della piaga, è dunque che Aghvan sia riuscito nell'intento di liberare un Antico dalla sua prigione, ottenendo in cambio un potere che lo rende in grado di influenzare il decorso della vita e della morte e dunque, entro certi limiti, di controllare il Morbo.

I Saad
Il Morbo è provocato da una entità parassitoide di piccolissime dimensioni, paragonabili a quelle di un pidocchio o di una pulce, che si nutre del sangue umano e in esso prospera al punto da riprodursi. Gli studi che ho condotto finora mi suggeriscono un tasso di riproduzione estremamente elevato, che unito alle caratteristiche della stessa - presumibilmente per partenogenesi vivipara - li rende pressoché impossibili da rimuovere prima che l'infezione si estenda a tutto il sistema vascolare dell'individuo ospite. I semi - o le larve, se si ritiene - si trascinano nei riflussi del sangue come dei ciottoli all'interno di un torrente, fino a raggiungere organi come il cuore, i polmoni, l'intestino e, dopo un numero di ore variabile tra le 2 e le 24, la materia cerebrale. E' lì, secondo i miei studi, che avviene un evento che ho chiamato metamorfosi idiobionte e che consiste nella progressiva crescita del Saad, il quale divora una cospicua parte dei tessuti nervosi e connettivi della vittima sostituendoli con i propri: in questa fase egli acquisisce una massa considerevole, perdendo la sua consistenza dura e diventando estremamente fragile: il suo sviluppo è tuttavia protetto dallo spesso cranio del suo ospite, il quale immancabilmente spira in preda ad atroci dolori che si diffondono lungo tutto il corpo. Al termine della sua evoluzione il Saad ha l'aspetto di una materia informe che arriva ad occupare una buona parte della calotta cranica: in quella nuova forma ha modo di rilasciare una sorta di filamenti molli che, sostituendosi ai nervi e ai tendini, consentono al parassita di prendere il controllo del corpo dello sventurato ospite. I dettagli di questa metamorfosi, che avviene nel lasso di tempo immediatamente successivo alla morte della vittima e che produce numerosi cambiamenti a muscoli, organi interni e persino ossa, saranno da me documentati in un altro manoscritto. In quell'occasione avrò anche modo di parlare della materia nera, il tessuto di cui è composto il Saad una volta raggiunto lo stadio post-larvale e da cui vengono prodotti i filamenti molli, e il siero venefico, un liquido oleoso che prende il posto del sangue e della saliva, prodotto da una serie di tumori diffusi lungo il corpo e contenente un elevato quantitativo di Saad.

Saad - Immagine

Appare evidente come il singolo Saad che raggiunge lo sviluppo perda gran parte delle caratteristiche originarie: da piccolo e pressoché indistruttibile diventa grande e vulnerabile, assumendo una consistenza non dissimile da quella del tessuto nervoso che divora e al quale, in buona sostanza, si sostituisce. Da quel momento in poi diventa estremamente suscettibile a una serie di fenomeni che possono determinarne la morte, tra cui: un urto diretto che sia in grado di separarlo dai filamenti molli, come la rottura del cranio o la decapitazione, ovvero un calore sufficiente a compromettere la materia nera, come la fiamma di una pira. Purtroppo, al momento attuale non sono a conoscenza di altri modi per eliminare il Saad. Ho però ragione di credere, in virtù di alcuni esperimenti compiuti sulle cavie in mio possesso, che sia possibile indurre nel corpo, ad esempio provocando una febbre particolarmente intensa, una condizione avversa allo sviluppo post-larvale del Saad: se così fosse, potrei persino trovare il modo di produrre una sostanza in grado di ucciderlo prima che egli possa provocare la morte dell'ospite, ovvero all'inizio della sua trasformazione. La speranza di poter scoprire qualcosa di molto simile a un antidoto guiderà le mie ricerche nel corso dei prossimi mesi.
scritto da Luger , 00:36 | permalink | markup wiki | commenti (5)
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