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Kailah Morstan
diario di viaggio
Kailah Morstan
 
creato il: 13/01/2012   messaggi totali: 84   commenti totali: 91
273068 visite dal 13/01/2012 (ultima visita il 19/03/2024, 11:12)
20 marzo 516
Lunedì 21 Maggio 2012

Mi sveglio di soprassalto, è stato solo un momento, eppure ho sognato.

Intorno a me l'atmosfera della fattoria di Mastro Tober è concitata, riconosco le voci dei miei compagni che parlano con i garzoni del mugnaio per cercare di organizzare una difesa per la notte. Bohemond prova a calmare il figlio di Mastro Tober, mentre dal piano di sopra si sente il sommesso pianto delle donne.

Eppure la sensazione del sogno è talmente vivida che fatico a scuotermi, mentre già sento la nostalgia della dimensione notturna che sta velocemente svanendo.
C'è Conrad nel mio sogno, ed è una cosa così strana: non lo sognavo da anni, da quando smise di parlarmi, assurdamente, ingiustamente. Quasi come se fosse stata colpa mia, e non sua, tutto quel che è successo. Stupido chiacchierone, incapace di mantenere un segreto.

Ma soprattutto c'è Kurt, nel mio sogno, ed è di lui che sento la mancanza. L'amico silenzioso che mi ha insegnato a maneggiare gli attrezzi da falegname e che in questo sogno mi accompagnava sulla riva del mare e mi mostrava tante creature misteriose.
E' una bella giornata limpida, di sole, e Kurt mi fa strada su una scogliera verdeggiante a picco sul mare. "Guarda laggiù" mi indica qualcosa tra la spuma delle onde. Fatico un po' a capire di cosa si tratti ed ecco che riesco a vedere una grande chiocciola, accucciata nel mare, con le antenne che oscillano dolcemente, riparata da uno scoglio sul pelo dell'acqua.
"Guarda là!" indica Kurt più lontano, verso l'orizzonte, ed ecco tantissimi delfini che avanzano nuotando veloci al pelo dell'acqua, sollevando schiuma brillante nel sole. E' uno spettacolo bellissimo, e solo adesso mi rendo conto che intorno a noi c'è tanta gente che guarda verso il mare.
Prendo Kurt per mano, cosa mai fatta prima d'ora, mai fatta nella realtà, e gli faccio strada verso una zona più bassa della scogliera, meno affollata. Lui mi segue senza fare domande.

Ed è a questo punto che incontriamo Conrad.
Io mi sento improvvisamente a disagio, Conrad accenna un sorriso. "Ciao", gli dico. Ma io no, non sorrido, e subito mi allontano con Kurt, trascinandolo via mentre sento Conrad che risponde al mio saluto, interdetto.
Eh no, non puoi venire da me e fare finta di niente. Non voglio nemmeno le tue scuse, voglio soltanto non vederti mai più. Neanche in sogno.

Raggiungiamo una spiaggia più in basso, e nella parete di roccia adiacente, tra le piccole caverne scavate dagli elementi, scorgo i tentacoli di un'immensa piovra che si nasconde. Provo a mostrarla a Kurt, che non fa in tempo a vederla. Ed ecco che c'è gente che ride e indica, più avanti, dei ragni acquatici grandi come gatti, che sputano brandelli di ragnatela in giro.
Sono grandi, neri e orrendi, ma non fanno paura, anzi è quasi un gioco non farsi raggiungere dai loro filamenti appiccicosi.
Ed è su questa spiaggetta giocosa che il sogno mi abbandona, mentre col mio vecchio amico scherziamo e guardiamo quelle strane creature marine, mostruose e divertenti.

Burglitz è lontanissima adesso. Non rimpiango quel villaggio, il vicinato ciarliero, le comari impiccione che non vedono l'ora di puntare il dito contro di te. Rimpiango però i pomeriggi ombrosi che profumano di primavera, i manicaretti della nostra cuoca, e la penombra della falegnameria di Mastro Geshield. Kurt è sempre stato un tipo di poche parole, proprio come suo padre. Da loro mi sentivo bene, anche nelle giornatacce successive allo "scandalo": non mi hanno mai chiesto niente, e non c'era nel loro sguardo nè curiosità nè biasimo. Per questo così spesso mi rifugiavo alla falegnameria, perchè era l'unico posto in tutta Burglitz nel quale mi trattassero normalmente, proprio come prima. E' per questo che, quasi senza accorgercene, Kurt e io siamo diventati amici.

Anche i saluti, al momento di partire per la rocca di Bronne, sono stati tranquilli. "Buona fortuna", mi ha augurato Kurt. Ci siamo stretti la mano e via. Verso il Nord.

scritto da Kailah , 14:57 | permalink | markup wiki | commenti (0)
 
16 marzo 516
Mercoledì 9 Maggio 2012

Vita nell'esercito

Tutto sommato la vita dell'esercito non mi dispiace.

Zero convenevoli, regole chiare, ufficiali bruschi ma rispettosi. All'inizio ho un po' faticato ad abituarmi ad alcune formalità, mi dimenticavo di mettermi sull'attenti, mi sentivo goffa. Confondevo i modi sbrigativi dei miei superiori e degli stessi compagni per scortesia, non sapevo come comportarmi.
Poco a poco sto invece iniziando ad apprezzare questo stile, nel quale sussistono delle semplici regole di comportamento da rispettare, ma non c'è l'ipocrisia e la falsa gentilezza a cui ero abituata nel mio ambiente di origine.

Se penso a tutti i complimenti che ricevevo a casa, parole educate e formali che in realtà nascondevano il disprezzo e la strumentalizzazione di ciò che sono... e li accosto alle "parolacce" schiette e sfacciate che sento pronunciare al buon Sergente Rock, beh, non c'è paragone: continuano un po' ad imbarazzarmi certe espressioni, ma qui sono la regola. E' tutto immensamente più semplice.

Quel che poi mi fa più piacere è che qui vengo considerata e trattata per quel poco che so fare, per il mio impegno e la buona volontà che dimostro, e non per chi è mio padre, o perchè sono una donna, o per altre finalità più o meno oscure. Le alzatacce all'alba, il freddo e i pericoli sono uguali per tutti, chi ci comanda è con noi in prima linea. Questo io lo chiamo rispetto.

Non sono tanto ingenua da ritenere che tutto l'esercito sia ugualmente ben strutturato: già lo sguardo che abbiamo dato ai moli di Uryen mostra uno spaccato di vita militare assai più ingiusto e sgradevole.
Sono fortunata ad essere finita alla Rocca di Tramontana, agli ordini del Sergente Rock, come pure fui fortunata alla Chela, dove era Heinrick a comandarci. Tutte persone in gamba, che non si risparmiano, e che non chiedono a nessuno di rischiare più di quanto non facciano loro per primi.

Voglio impegnarmi: con un po' di buona volontà e di fortuna riuscirò a diventare una "regolare", sarebbe proprio una soddisfazione!


scritto da Kailah , 11:15 | permalink | markup wiki | commenti (0)